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Autore: kiera    27/08/2014    0 recensioni
Passione, desiderio, perdita della maschera. Una donna che domina sempre tutte le situazioni si lascia andare da un uomo molto particolare
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Bondage
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Io la sua donna
 
Mi chiamo Irene Adler e sono parecchie cose: una ladra, una ricattatrice, una bugiarda, una dominatrice e per alcuni una stronza; ma c'è stato un momento un solo istante in cui sono stata "la donna" di uomo, e quell'uomo si chiama Sherlock Holmes. Di norma non mi lascio coinvolgere da qualcuno, ma solo perchè reputo le persone troppo banali, ma lui no. Lui rifiutava ogni rapporto con le donne, a meno che questo non gli tornava utile; lo definii verginello perchè secondo me non aveva mai conosciuto una donna che lo facesse sentire vivo. Lo incontrai mentre ricattavo un nobile della corona, e per il bene della stessa corona, o forse perchè costretto dal fratello, il verginello si mise ad indagare. Ovviamente grazie alle informazioni avute, venne subito da me. Non mi feci trovare impreparata; devo ammetere che lo trovavo seducente, come gli dissi in seguito avrei provato piacere a colpire quel bel viso che aveva. Ero percossa da brividi e da fremiti di piacere, la prova fu evidente quando ebbi l'occasione di averlo sotto il mio frustino. Certo lui era sotto sedativo, ma capii che possederlo mi avrebbe dato un piacere inimmaginabile. Purtroppo circostanze avverse mi costrinsero a sparire; ma non bastò a fermare i miei cacciatori. Così decisi di andare da lui. Intrufolarmi a casa sua fu uno scherzo, un pò meno fu chiedere e ottenere il suo aiuto, ma una volta ottenuto ciò, mi scoprii felice di essere li. Ed un giorno, durante la mia permanenza in casa Holmes successe l'impensabile. Ero sola nella camera da letto di Sherlock, avevo indosso solo l'accappatoio quando senza bussare irrompe il verginello. Tendo a fargli notare la sua maleducazione, ma lui sottolina che non può esserci maleducazione visto che entra nella sua stanza. Annuisco, non mi piace dare la ragione alla gente, neanche se hanno il mille per cento della ragione. Mi alzai chiedendo se voleva la sua stanza, ma Sherly chiuse la porta. Mi si avvicinò e si scompigliò i capelli. Era vicinissimo a me, ma invece di baciarmi mi spinse sul letto. Sorrisi e capii il suo gioco, gli dissi che le cose se fatte andavano fatte a modo mio. Mi alzai e ondeggiando un pò andai a prendere una sua cravatta, se voleva giocare ora era a suo rischio e pericolo. Lo presi per mano e lo buttai sul letto. E prima che lui potesse fiatare gli coprii gli occhi e grazie alla sua giacca mezza sfilata gli bloccai le braccia. Gli sussurrai all'orecchio destro che lui era in mio potere e che sarebbe stato meglio per lui non dimenarsi, non lo fece, come io speravo e così gli diedi uno schiaffo. Si calmò subito, devo ammettere che mi soprese questo suo essere mansueto, lasciai cadere l'accappatoio per terra e iniziai i giochi. La camicia bianca era la parte che doveva essere fatta lentamente, dovevo pur fargli capire le mie evidenti intenzioni. Delicatamente gli sbottonai la camicia, e iniziai a vedere il suo corpo. Certo non era palestrato, ma era tonico: quei leggeri accenni di pettorale e quell'addome, la voglia di graffiarlo era forte, ma decisi che per il momento potevo aspettare. Cominciai ad accarezzarlo ad analizzarlo, nessuna emozione evidente. Era orgoglioso anche in un momento come quello. Sorridevo, che altro potevo fare, gli sbottonani anche i polsini, e grazie ala camicia gli bloccai ulteriormente le braccia e iniziai a baciarlo. Iniziai da quei zigomi che volevo tanto colpire, fino alle labbra. Quelle labbra carnose, non potei trattenermi e morsi quello inferiore, ma neanche qui lui espresse emozioni. Così decisi di controllare nella zona bassa e li ottenni una risposta. Era eccitato oltre l'immaginabile, decisi di giocare la carta più bassa che conoscevo, mi accostai al suo orecchio sinistro e gli chiesi se era ecciatato; non rispose ma noitai che il suo respirò si fermò, era così cocciuto che una parte di me era quasi offesa, ma poi capii quanta fatica gli costava trovarsi nel mio ambiente. Decisi per il momento di lasciar correre e ripresi l'esplorazione. Bhè ammetto che slacciargli i pantaloni non fu divertente come con la camicia, ma fu comunque una bella soddisfazione. Ed eccolo li, il prode Holmes ridotto all'impotenza; sdraiato sul letto con le braccia sopra la testa e gli occhi bendati, il respiro un pò acceleratoe un erezione fantastica. Per l'ennesima volta portai le mie labbra vicino al suo orecchio chiedendogli cosa volesse, ma nulla proveniva dalle sue labbra. Mi misi a cavalcioni sopra di lui e cominciai a chiedergli perchè aveva iniziato questo gioco se non voleva partecipare; perchè provocarmi se poi non mi assecondava. Mentre mi allontanavo dal suo viso lui improvvisamente mi baciò. Un bacio pieno di desidero e passione. Mi disse che voleva disperatamente e con tutte le sue forse. Se non fosse stato per la cravatta che gli copriva gli occhi, probabilmente avrei letto un forte imbarazzo da parte sua. Con un tenero sorriso gli chiesi se mi voleva e questa volta lui mi disse di si. Con quell'affermazione avevamo abbattuto le nostre difese. Lo feci scivolare dentro di me; mi muovevo lentamente volendo assaporare ogni centimetro di lui, bearmi dei suoi gemiti soffocati. Mi accorsi dopo un pò che cercava di liberarsi viso e mani. Gli chiesi che stava facendo e Sherlock spostando il viso, nel tantivo di sfilarsi la cravatta, mi disse che voleva toccarmi e vedermi. Per la prima volta accantonai la dominatrice e lasciai la donna. Tentai delicatamente di sfilargli giacca e camicia; con la giacca non ebbi problemi, ma con la camicia.... diciamo che perse i bottoni del polsini. Ed eccolo li libero di muoversi, con le sue mani lunghe e affusolate si levò la cravatta dal viso. Mi accarezzò le cosce e poi si fermò sui fianchi e cominciò a farmi muovere di nuovo, dando lui il ritmo. Non so quanto tempo durò, ma fu il miglior sesso della mia vita. Dopo non ci furono ne coccole, ne abbracci. Solo la sua fuga dalla stanza, ma non me la presi; in fondo noi due non eravamo fatti per stare insieme a lungo termine, ci saremmo solo distrutti a vicenda. Ma certe sere, quando sono sola, e prendo la cravatta che usai su Holmes, e si la rubai tanto non noterà mai la sua mancanza, tra le mani; e spero che lui mi consideri speciale quanto lui lo è per me. Per me Holmes sarà sempre il mio uomo; anche se lo è stato solo per un breve attimo di pura passione.

Fine
   
 
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