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Autore: DevianJaylix    28/08/2014    2 recensioni
Lo guardò passarsi una mano fra i capelli per il nervosismo.
Gli guardò le mani, che pigiavano i tasti della tastiera velocemente.
Guardò le sue labbra fare diverse smorfie.
Lo ammirò con gli occhi che luccicavano di desiderio.
Era l’unico motivo per cui l’aveva costretto a rimanere fino a tardi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam Lambert, Tommy Joe Ratliff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una fredda mattina a Boston e Thomas Ratliff era – come sempre – in ritardo per il lavoro. Continuava a sistemarsi i capelli, ma quella mattina sembrava non volessero stare al loro posto. Sbuffò e rinunciò. Non poteva perdere altro tempo, era già in ritardo.
«Al diavolo! Devo ricordarmi di comprare della lacca, appena finisco di lavorare» borbottò fra sé, appuntandoselo mentalmente.
Scappò in soggiorno e prese la sua ventiquattrore abbandonata sul divano. Si sistemò la cravatta e, prendendo le chiavi e il cellulare dalla mensola, lasciò il suo appartamento.
Dentro l’ascensore continuava a passarsi una mano fra i capelli biondi, invano. Quando giunse al piano terra e fu fuori dall’edificio, l’aria fredda lo colpì in faccia, facendolo rabbrividire. Salì sulla sua auto e sfrecciò per le strade gelide di quella grande città.
Non appena arrivò in ufficio, non perse altro tempo per accomodarsi alla sua scrivania e accendere il computer, pronto per iniziare un’altra dura giornata di lavoro. 
Il suo datore di lavoro passò in quel preciso istante, pronto per la consueta ramanzina.
«Ancora in ritardo, Ratliff?» lo accusò, guardandolo con severità.
«Mi scusi, ho avuto qualche intoppo..» borbottò, mortificato.
Evitò di guardarlo negli occhi, concentrandosi sul monitor per non diventare una caldaia vivente. Adam Lambert non era solo il suo datore di lavoro, era anche l’uomo più bello che avesse mai visto in vita sua. I suoi capelli neri come la pece e quegli occhi azzurri come il cielo, erano il suo punto debole. Nutriva un’attrazione per lui fin dal giorno in cui aveva messo piede lì dentro, ricevendo un “sei assunto, da domani inizi a lavorare”. Ma era più che convinto che non avesse lo stesso orientamento sessuale.
«Oggi farai il doppio turno! E non m’interessa se hai altri impegni» gli impose il moro, liquidandolo così.
Thomas non ebbe nemmeno il tempo di annuire, che già se n’era andato rinchiudendosi nel suo ufficio.

La giornata trascorse lenta e noiosa. Thomas non vedeva l’ora di potersene andare a casa e buttarsi a peso morto sul divano, per gustarsi la sua meritata cena. Ormai era scesa la sera e pian piano, il resto del personale se ne stava andando.
Ma a Thomas toccava il doppio turno, senza sapere nemmeno il perché. Che fosse per ripicca?
Mentre il biondo continuava a lavorare al computer, Adam ne approfittò per sbirciarlo dal suo ufficio, attraverso la parete di vetro.
Lo guardò passarsi una mano fra i capelli per il nervosismo. Gli guardò le mani, che pigiavano i tasti della tastiera velocemente.
Guardò le sue labbra fare diverse smorfie. Lo ammirò con gli occhi che luccicavano di desiderio.
Era l’unico motivo per cui l’aveva costretto a rimanere fino a tardi.
Quando finì di lavorare, Thomas si alzò e prese la sua giacca abbandonata sulla sedia su cui era seduto un secondo prima. Afferrò la ventiquattrore e, prima di andarsene, decise di passare a salutare il suo datore.
«Ho finito per oggi, Mr. Lambert» annunciò il biondo spuntando sulla soglia della porta, e Adam non poté fare a meno di sorridergli.
«Ne sono lieto» mantenne il sorriso e Thomas fece un cenno del capo, voltandosi per andarsene.
Ma Adam proprio non voleva lasciarlo andare, non quella volta
«Ratliff?»
Thomas si voltò un po’ sgomento. «Sì?»
«Hai impegni per stasera?» il tono di Adam divenne improvvisamente amichevole, come se fossero amici di vecchia data, mandando al diavolo la professionalità.
«Nessuno. Perché?» Thomas rispose, senza capire perché il suo datore di lavoro continuasse ad intrattenerlo.
«Allora sei libero per bere qualcosa con me?»
Non credeva di averlo sentito davvero. Perché lo stava invitando a bere qualcosa con lui? Una promozione? Un aumento?
«C-Credo di sì..» balbettò, sistemandosi la cravatta.
Adam sorrise, «Vado a prendere lo champagne, allora» e si alzò, sparendo dietro una porta.
Quando tornò, portava in mano due calici e una bottiglia di champagne, che poggiò sulla scrivania sfiorando volutamente il biondo.
Thomas ebbe un fremito a quel lieve contatto, ma comunque consapevole che l’avesse fatto di proposito.
Adam stappò la bottiglia e versò il liquido in entrambi i calici, porgendone uno al biondo e – ancora una volta, di proposito – gli sfiorò le dita.
Thomas deglutì, cercando di nascondere l’effetto che aveva su di lui. Dannazione, lo sta facendo apposta!
Adam si allontanò di poco, giusto per poterlo guardare bene e i suoi occhi si fermarono sui suoi capelli biondi scompigliati. Era una visione paradisiaca e le sue occhiate penetranti, non sfuggirono al diretto interessato.
«Voleva chiedermi qualcosa?» Thomas cercò di conversare, per sciogliere la tensione.
«Nulla in particolare» lo rimbeccò il suo datore, sorseggiando il suo champagne senza staccargli gli occhi di dosso.
L’altro invece, beveva tenendo gli occhi bassi o guardando altrove.
«E’ quella la causa del tuo ritardo?» il moro indicò i suoi capelli biondi scompigliati, sorridendo malizioso.
Thomas arrossì di getto. «C-Come?»
«Andiamo Thomas, hai capito» Quella fu la prima volta in cui sentì il suo nome uscire dalle sue labbra.
Un suono meraviglioso.
«Oh.. No no!» il biondo si schiarì la voce, cercando di smaltire l’imbarazzo.
«Non c’è da vergognarsi, posso capire»
«No... E’ sempre così, ogni mattina» Thomas si allarmò e provò a darsi una sistemata ai capelli.
«Devi certo saperci fare con la tua ragazza» il moro lo stava chiaramente stuzzicando, sperando di ottenere ciò che voleva.
Difatti, Thomas sbiancò. E adesso che gli diceva?
«Be’... Uhm... Io non... Non sono...» cercò di formulare una frase sensata, ma fallì miseramente.
Adam sorrise compiaciuto. «Non sei fidanzato?»
«No... Esatto, non lo sono» mugugnò velocemente il biondo.
Il bel moro non perse tempo nell’avvicinarsi pericolosamente a Thomas che, in risposta, s’irrigidì.
«Sembri nervoso, Thomas» gli soffiò sul naso.
Thomas guardò quelle labbra muoversi così vicine al suo viso. Quanto aveva sognato quelle labbra.. e quanto le aveva desiderate.
«Thomas Ratliff, hai la più vaga idea di quanto tu sia sexy in questo momento?» la voce di Adam suonò maliziosa e roca.
Thomas perse un battito e il respiro gli si mozzò in gola. Arrossì vistosamente e non riuscì a guardarlo in faccia.
L’aveva detto davvero?
Thomas non riusciva a crederci. Quell’uomo così bello, adesso era ad un palmo dal suo viso. Che cosa mi sono perso?
Adam continuava a guardarlo negli occhi, posando il calice con lo champagne sulla scrivania dietro.
«Non hai nulla da dire, Thomas?»
«Io...» No, non aveva nulla da dire.
«Pensi che non lo sappia? Pensi che non sappia quante ore hai passato a fissarmi dalla tua scrivania? O tutte le volte che mi hai fissato la bocca, mentre ti rimproveravo perché arrivi sempre in ritardo?» Cazzo! Ma allora se n’è accorto!
Thomas arrossì ancora di più, sentendo il cuore battere come un pazzo. Ma quindi lo sapeva? Sapeva tutto.
«E lo stai facendo tutt’ora» continuò Adam, sorridendo compiaciuto. «Allora non ti dispiace se faccio questo»
E senza aggiungere altro o dare al biondo il tempo di ribattere, si avventò sulle sue labbra, accarezzandole con dolcezza.
Restarono a baciarsi per interminabili minuti. Era per questo che l’aveva costretto a rimanere fino a tardi?
Thomas non lo sapeva, ma in quel momento non gli importò più di tanto. Il calice gli cadde di mano, frantumandosi a terra. Ma nemmeno questo bastò a separarli.
Adam intensificò il bacio e Thomas gli avvolse le braccia al collo per attirarlo più vicino. In quella stanza si sentivano solo le loro labbra schioccare. 
Come se fosse ciò di cui avevano sempre avuto bisogno. Come se avessero bisogno l’uno dell’altro.
Quando si staccarono, fu solo per riprendere fiato. Ansimarono entrambi, guardandosi negli occhi con sentimento.
Quel sentimento nascosto.
«Allora, Tommy, vieni a prendere qualcosa da bere con me?» Adam parlò, ancora ansimante, e gli dedicò un sorriso perdifiato.
Thomas si sentì per un attimo disorientato. «Come scusa?»
Ma l’aveva chiamato Tommy, per la prima volta. Quante cose erano successe in così poco tempo?
Quel bacio era la prova evidente che Adam, fosse tutt’altro che etero, come aveva dubitato Tommy.
«Accetti o no? Non abbiamo ancora concluso nulla» ripeté il moro ricomponendosi, ma lanciandogli comunque un’occhiata divertita.
Thomas non capì subito, ma quando tutto gli fu più chiaro, ebbe un fremito. «E’ un appuntamento?»
«Direi proprio di sì, Mr. Ratliff» gli soffiò sulle labbra.
Il biondo sorrise divertito e alzò un sopracciglio. «Allora accetto»
«Ottima scelta come sempre, Ratliff» gli schioccò un bacio sulle labbra e lo sorpassò, lasciando il biondo ancora in estasi per il bacio e per il suo profumo.
«Ma allora lo champagne...»
«Era solo per flirtare un po’ con te, Tommy. Il bello deve ancora cominciare» e gli fece l’occhiolino. «Ho voglia di scompigliarti i capelli, piccolo»
Thomas arrossì ancora una volta e sbatté le palpebre più volte. E’ successo davvero?
Ancora non riusciva a capacitarsene, era come se stesse sognando. Ma quando si toccò le labbra, fu certo che era tutt’altro che un sogno.
L’aveva baciato davvero. Quelle labbra erano state sue per quei minuti che gli erano parsi infiniti.
«Ce ne saranno altri, dopo. Te lo prometto» fu ancora il moro a parlare, svegliandolo dalla sua trance. Lo aspettava sulla soglia della porta. 
Thomas sorrise di nuovo, sorrise gioioso. Quindi quest’uomo vuole me. E vuole ancora baciarmi.
Ed era vero, Adam lo voleva. Voleva sentire ancora una volta quel brivido di un attimo prima, quando l’aveva baciato con esigenza e passione. Con sentimento.
Perché sì, dentro quel bacio c’era quell’attrazione magnetica che li aveva legati fin dal primo giorno che si erano visti. 
Perché quel bacio, era il loro primo legame. Quel legame che li avrebbe accompagnati per sempre.
Perché avevano bisogno di amarsi l’un l’altro.











Chiedo clemenza.
E' la prima OS che scrivo... soprattutto su Adam Lambert!
A convincermi è stato il mio tenero lupacchiotto (Raed), che mi ha chiesto di scriverne una e, alla fine, è riuscito
a convincermi. Mi rendo conto che sia una schifezza, ma gliel'ho promessa e visto che ci teneva alla fine eccola qui!
(Sai che esigo il quarto capitolo, amo, lo sai)
Che dire, io ancora non so come ringraziarti per tutto ciò che fai per me *crying* e questo è il minimo che potessi fare ;;
Grazie lupacchiotto, grazie davvero. Ti adoro in un modo indescrivibile 

Spero tanto che ti sia piaciuta questa OS e che ne sia valsa la pena aspettare (un bel paio d'ore direi HEHEHEH)
GRAZIE PER AVERMI SPINTA NELL'ADOMMY E SONO FIERA DI AVERTI PORTATA NELLA LARRY.
Grazie anche a chi passerà di qui, spero possiate apprezzarla anche voi ><"

- Lix.

 
  
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