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Autore: Nadie    28/08/2014    5 recensioni
Ma chissà chi le ha inventate le parole, chi ha voluto che ‘domani’ avesse quel suono piatto e finito, perché Domani è così breve, Domani arriva in fretta e scivola via subito, Domani, Domani, Domani, vorrebbe prendere quella parola e spezzarla, togliere il ‘do’ iniziale e resterebbe solo ‘mani’, resterebbero solo le mani, Prudence stringimi le mani fino a domani e il domani dopo domani e io stringerò le tue mani e domani durerà per sempre, e se domani durerà per sempre noi staremo insieme fino a domani.
[Ben e Prudence]
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Temporale '
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Fino a Domani
 
 
 

Ed era tipo:'che c'importa di domani? Stringimi le mani'
Ma i baci non risolvono i problemi.
E ora non ci sei, domani è già arrivato,
e brucia dentro sai, anche se ero preparato.
E cadono parole come pioggia sulla strada,
forse verrà domani il sole che le asciuga.
Articolo 31, Domani





I suoi anfibi affondano nel fango di quel grande parco di Dublino che non vedeva da tanto tempo.
Stringe le mani a pugno e prende un respiro profondo.
Ha ancora addosso il completo grigio indossato per la prima di un suo film un po’ idiota, si sente leggermente sbronzo e forse è per la birra che ha mandato giù come fosse acqua, ha un groviglio agitato di emozioni in fondo allo stomaco e suda freddo.
Sta aspettando la ragazza con gli occhi verdi perché si sono dati appuntamento lì, in quel parco, lui ha salutato tutti, ha preso la metro ed ha corso fino al loro albero grande e si è appoggiato con la schiena al suo tronco duro.
Alza il capo verso i rami troppo cresciuti e si chiede se gli attimi vissuti con Prudence dentro quel parco non siano rimasti impigliati tra le foglie.
Immagina di allungare una mano e stringere tra le dita il momento in cui ha detto alla ragazza con gli occhi verdi che loro, lui e lei, erano l’oltre e che non si sarebbero mai lasciati.
Mai.                         
Chiude gli occhi e sospira.
Non sa bene cosa succederà, non sa cosa dirà alla ragazza con gli occhi verdi e ai suoi occhi verdi, ma la solo idea di vederla lo rende dannatamente felice e allo stesso tempo gli fa una paura fottuta.
Vorrebbe sprofondare nel fango insieme ai suoi anfibi, eccomi terra, stringimi forte tra le tue braccia sporche, lascia che nasconda il viso nel tuo seno morbido, ingoiami intero e ingoia con me tutte le mie paure e le mie parole e poi risputami fuori quando sarò pulito, quando la paura mi avrà lasciato.
Riapre gli occhi e vede una figura scura avvicinarsi, sente dei passi leggeri venirgli incontro, sempre più vicino, sempre più vicino, e più la figura si avvicina più lui capisce che si tratta della ragazza con gli occhi verdi.
È così bella, così bella che gli sembra un’allucinazione, una vivida illusione, ma come puoi esistere, come può Dio aver creato una creatura simile ed averla abbandonata sopra un modo così orrendo? Ma forse Dio non sa che esisti, sicuramente non sa di te, altrimenti avrebbe lasciato il Paradiso da un bel pezzo e sarebbe venuto da te e avrebbe vissuto qui su questa terra sporca, come un umano qualsiasi.
La ragazza con gli occhi verdi alza lo sguardo su di lui e sorride, indossa una maglietta e un paio di jeans ed è scalza, nella mano destra stringe il cinturino di un paio di scarpe alte che presto lascia scivolare nel fango.
«Ciao.» le dice, ed alza una mano come per salutarla, allora lei gli corre incontro e lo stringe forte, posa il capo sulla sua spalla e chiude gli occhi.
Chiude gli occhi anche lui e inspira l’odore dei suoi capelli, che buon profumo che hai, ragazza con gli occhi verdi, e allora resta qui tra le mie braccia, non andare via finché la mia pelle non avrà preso tutto l’odore della tua.
Si allontanano per un istante e si siedono nel fango, la ragazza con gli occhi verdi si mette a cavalcioni sulle gambe di lui e lo abbraccia di nuovo e restano così ancora per qualche minuto, o qualche ora, non lo sanno con precisione, ma forse lì, sotto quell’albero grande, il tempo non passa mai, forse c’è una qualche sorta di barriera invisibile che lo tiene lontano.
La ragazza con gli occhi verdi alza il capo e lo guarda sorridendo.
«Stai proprio bene tutto ripulito!» lui non fa nemmeno caso alle sue parole, avvicina il viso al suo e la bacia, preme le labbra contro le sue e vorrebbe non doversi mai più allontanare, restiamo qui per sempre, Prue, baciamoci finché non finirà il mondo, finché le stelle non scivoleranno giù dal cielo scuro, finché il tempo non esisterà più, ed esisteremo solo noi, io, te e le nostre labbra che non si lasciano mai.
Mai.
Lei interrompe il bacio ed allontana il volto da quello del ragazzo con gli occhi bui, si morde il labbro e lui la guarda confuso.
«Devo dirti una cosa…»
«Anche io.» la interrompe subito, poi prende un bel respiro e parla «Domani torno a Londra.»
Che brutte parole, che brutte parole.
Ma chissà chi le ha inventate le parole, chi ha voluto che ‘domani’ avesse quel suono piatto e finito, perché Domani è così breve, Domani arriva in fretta e scivola via subito, Domani, Domani, Domani, vorrebbe prendere quella parola e spezzarla, togliere il ‘do’ iniziale e resterebbe solo ‘mani’, resterebbero solo le mani, Prudence stringimi le mani fino a domani e il domani dopo domani e io stringerò le tue mani e domani durerà per sempre, e se domani durerà per sempre noi staremo insieme fino a domani.
La ragazza con gli occhi verdi abbassa lo sguardo ed annuisce.
«È giusto.» dice piano.
Un’altra brutta parola.
Giusto.
Ma giusto perché? Giusto in base a cosa? Cosa è giusto? Qual è la definizione di giusto? Dov’è giusto?
Giusta causa, la parola giusta, una punizione giusta, risposta giusta, un uomo giusto, parto giusto domani, mi sembra giusto, credo sia giusto, giusto, giusto.
Ma vaffanculo al giusto e vaffanculo al domani!
«Prudence, dannazione no! No che non è giusto! Ma tu, tu puoi farlo diventare giusto! Tu puoi dirmi di restare, devi solo chiedermelo, e allora io mando tutto affanculo e resto qui con te, e questo, questo sì che è giusto!»
La ragazza con gli occhi verdi scuote la testa e ripete no, no, no.
No.
«Non farlo! Non puoi, non devi… non ne vale la pena.»
Non ne vale la pena.
Ma allora cos’è che vale la pena nel mondo? E il mondo? Il mondo vale la pena?
La ragazza con gli occhi verdi nasconde il viso tra le mani e forse vorrebbe dire qualcosa al ragazzo con gli occhi bui, ma deve aver perso le parole e adesso non le trova più.
Lui la chiama piano e la costringe ad alzare il capo perché non importa se hai perso le parole, non importa se le hai ma non sono buone, qualsiasi cosa tu debba dirmi guardami negli occhi, punta i tuoi occhi verdi dritti, dritti nei miei occhi bui e dimmi tutto ciò che vuoi.
«Aspetto un bambino.»
As-pet-to un bam-bi-no.
Lui ripete piano ogni sillaba nella sua testa confusa.
As-pet-to un bam-bi-no.
Che strano modo di dire una cosa simile.
As-pet-to un bam-bi-no.
Aspetto.
Gli ritorna in mente la notte in cui, in una metropolitana deserta, ha incontrata una bellissima ragazza con gli occhi verdi che gli ha detto che era da un po’ di tempo che aspettava qualcosa o qualcuno.
Quella ragazza con gli occhi verdi ormai è uscita da quella metropolitana e invece di aspettare un treno si è messa ad aspettare un bambino.
As-pet-to un bam-bi-no.
Immagina un esserino che ancora non esiste e che, in qualche modo, si è avvicinato piano all’orecchio della ragazza con gli occhi verdi e le ha detto: ‘un giorno arriverò e, ti prego, tu aspettami!’
«Da quanto?»
«Undici settimane.»
Lui annuisce, perché non sa che altro fare, che altro dire, quali altre parole usare.
«Avrei potuto e dovuto dirtelo prima, lo so, ma non sapevo come fare! Sei piombato qui all’improvviso ed io… io non sapevo come dirtelo.»
«Quindi stai con un altro.»
Altre parole brutte e amare.
Altro.
Un altro caffè, un’altra domanda, tutt’altro, né l’uno né l’altro, qualcun altro, nessun altro.
Nient’altro.
Ma oltre me, di chi altro avevi bisogno?
«No. Lui fa il bassista in una band ma è partito per l’America due mesi fa, ci siamo lasciati prima che scoprissi di aspettare un bambino.»
«Ma lui lo sa?»
«Sì, certo che lo sa.»
«E cosa ha intenzione di fare?»
«Non lo so. Ma comunque non importa, ho affrontato situazioni peggiori e credo di potermela cavare anche da sola con un bambino, ho cominciato a fare da madre a Jude quando avevo solo quattordici anni.»
«Già, e poi lo hai mollato a casa di suo padre.»
Non sa perché ha scelto proprio quelle parole.
Forse per rabbia, è così arrabbiato, ed è stanco, stanco da morire e vorrebbe tanto che quel bambino nascosto oltre la carne della ragazza con gli occhi verdi fosse il suo.
Lei si rialza in piedi e fa per andarsene, ma si alza anche lui e la ferma, prendendola per un braccio e costringendola a voltarsi.
«Mi dispiace, sono stato indelicato.»
Lo schiaffo che gli arriva lo costringe a voltare il capo, chiude gli occhi bui e per un po’ non si sentono più parole nell’aria tra di loro.
«Tu non hai nessun diritto di giudicarmi! Tu non sai cosa vuol dire crescere da soli e alla svelta, non sai cosa vuol dire non avere un padre, non sai cosa significa tornare a casa e trovare tua madre che beve e piange su delle stupide foto e non sai che vuol dire non avere nemmeno un soldo in tasca e dover crescere un bambino di soli sette anni. Tu non sai niente, Benjamin, niente!»
Niente.
È come quello che sente dentro da quando la ragazza con gli occhi verdi ha abbandonato una lettera piena di parole cattive sul suo letto.
Niente.
«Hai ragione, Prue, ma non puoi prendere decisioni anche per gli altri, dannazione! Non puoi sempre decidere tutto da sola pensando che sia una cosa buona perché lo fai per far del bene! Non puoi! Tu non mi hai mai detto come ti sentivi, non mi hai detto che la situazione a casa tua stava peggiorando, se fossi stata più sincera non saremmo mai arrivati a questo punto.»
La ragazza con gli occhi verdi si divincola dalla stretta di lui e scuote la testa.
«Non ho avuto scelta.»
«Sì che l’hai avuta, ma hai scelto di non dirmi niente.»
Niente.
«Avremmo potuto aspettare insieme quel bambino, se solo tu mi avessi detto tutto.»
«Ormai è tardi.»
Lui guarda la ragazza con gli occhi verdi e pensa solo che vorrebbe stringerla forte tra le sua braccia e restare così per sempre, fino a domani.
«Ci sono più di sette miliardi di persone nel mondo, Benjamin, troverai un’altra.»
«Credo non funzioni così. Credo che Amore sia applicabile ad una sola persona: è questa la fregatura.»
La ragazza con gli occhi verdi accenna un sorriso.
«Tu mi dicevi sempre che non ci credevi, all’amore.»
«Già, forse è per questo che è finita così. Dev’essere una sorta di punizione.»
La ragazza con gli occhi verdi abbassa lo sguardo e si stringe nelle spalle.
«Devo andare.» gli dice dopo un po’ e lui annuisce.
«Allora… buona vita.»
«Buona vita anche a voi due.»
Lei si passa una mano sul ventre ancora piatto e sorride.
«Grazie da parte di tutti e due.»
Ma prima di allontanarsi ed andare via, si mette in punta di piedi e lo bacia su una guancia e poi lui la segue con lo sguardo finché il suo corpo non diviene sempre più lontano, sempre più lontano e scompare nel buio di quella notte fredda.
E quell’impronta umida sulla sua guancia è tutto ciò che gli resta, tutto ciò che rimane.
Ma resta anche un filo invisibile fatto di parole, baci e del loro amore traslucido che lo tiene legato alla ragazza con gli occhi verdi, chiude gli occhi e pensa che non importa come è andata a finire, lui l’amerà per sempre, l’amerà fino a Domani.
Torna a sedersi sotto l’albero grande e, da solo, aspetta Domani.
 
 
...
Buonsalve, lettori!
Sono appena tornata da un breve viaggio ed in questi giorni ho approfittato per scrivere questa... questa pazzia!
Che dovrebbe essere la fine, fine, fine, ma vi prego non prendetemi a padellate perché potrebbe esserci ancora... 'qualcosa'.
E con 'qualcosa' intendo una long, ma non so se mi conviene, diciamo che chiedo a voi che seguite i due sfigatozzi se vi andrebbe di sentire ancora parlare di loro o se è meglio che la smetto e li lascio in pace.
Insomma, sentiamo un po' cosa mi dite e poi vedrò cosa fare, adesso la smetto di blaterare e me ne vado,
buon pomeriggio e grazie del vostro tempo,
C.
P.S: Do-Domani Do-Do-Domani Do-Domani Do-Do-Domani (anche voi la cantavate così?) 
 

 
 
  
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