28/08/2014
5 recensioniTitolo: Perchè tu non sei libero
Pairing: Ian Gallagher/Mickey Milkovich
Note: vorrei fosse più triste.
Forse, lieve OOC per Mickey. Ma vista la situazione, non sono nemmeno così in errore.
La parte in corsivo sono i pensieri di Ian.
-Quanto pesa una lacrima? A volte, una vita.
Ian è a letto, nella fase depressiva della sua malattia. E' addormentato, Mickey è accanto a lui, seduto sul letto. La testa le mani, sfinito. Si asciuga le lacrime con un gesto veloce. Ian lo vede, si sveglia giusto in tempo per ricevere una pugnalata al cuore.
Più vede Mickey così più si rende conto del peso che è. Per il suo compagno e per tutti gli altri. Chiude gli occhi e si volta, da la schiena al suo amore. Per non farsi vedere piangere, ancora. Non ne può più di piangere, ma non riesce a farne a meno.
Mickey. Ian non fa che pensare a lui, alla conversazione che è riuscito a sentire. Le urla erano così forti. Le pillole che il moro prende per riuscire ad affrontare tutto, pasticche che secondo Mandy lo stanno uccidendo.
Ora sa qual è la soluzione migliore. Farà soffrire tutti per un po', ma poi il dolore diminuirà fino a scomparire o rimarrà solo un leggero ronzio di fondo. Mickey troverà qualcun'altro e i suoi fratelli andranno avanti con la loro vita. Ian Gallagher non diventerà altro che un ricordo sbiandito per tutti.
Rotola verso la parte del letto di Mickey, le lenzuola sono ancora calde; affonda il viso nel cuscino, annusando l’unico profumo che lo può rendere felice, lo imprime nella memoria, per quanto gli possa servire ancora un tale ricordo. Ma almeno gli da la spinta per fare ciò che sta per fare.
Si alza dal letto, non sa nemmeno dove trova la forza di farlo. Forse dal fatto che, dopo, tutti saranno finalmente liberi.
Prende l'immancabile bottiglia di birra, del compagno, dal comodino e si dirige a passi malfermi nel bagno, chiude la porta a chiave e avvolge la bottiglia in un asciugamano per attutire il rumore quando la rompe contro il lavandino.
Prende un paio di frammenti e si siede a terra, di fronte alla porta.
Il vetro taglia la sua pelle e lui si morde le labbra per non gemere di dolore. Un paio di tagli su entrambi i polsi ed è fatta. Ora deve solo aspettare.
Chiude gli occhi e passa in rassegna i volti del suo familiari, l'ultimo è quello di Mickey, occhi azzurri su pelle nivea. Un sogno.
Ian ridacchia, Mick lo ucciderebbe se sapesse quello che sta facendo. Se la cosa stessa non lo stesse già uccidendo, ovvio.
Il moro torna in camera in meno di 10 minuti. Non trova Ian e si preoccupa, è raro che si alzi di sua spontanea volontà. Dal bagno non provengono rumori, e non è decisamente un buon segno.
Fa per aprire la porta ma è chiusa. Bussa così forte che potrebbe romperla.
"Ian!" Bussa. "Gallagher!" bussa, bussa così forte da spaccarsi quasi la mano. Ma non aspetta molto prima di sfondarla. Un paio di calci e cede.
Il sangue a terra è la prima cosa che vede. Poi il viso pallido, troppo pallido del compagno. Si butta a terra, vicino a lui, nel suo sangue, senza pensarci due volte, gli afferra i polsi e urla per chiedere aiuto.
Lo scuote. "Ian, cazzo! Svegliati, guardami."
E l'altro lo guarda, occhi socchiusi, una striscia di verde in tutto quel bianco. "Mick."
"Che cazzo credi di fare?" E stringe più forte i polsi.
"Liberarvi."
Il moro ride senza divertimento. "Stronzo egoista." Ian, per quanto la forza rimastagli gli concede, aggrotta le sopracciglia. "Sei sempre stato così. Uno stronzo egoista. E' troppo facile mollare. Col cazzo che ti lascio mollarci, col cazzo che te ne andrai. Io e te, Gallagher, cazzo, abbiamo appena cominciato."
"Non sei libero, ora, con me così... tutto quello che hai fatto per esserlo..."
"Vaffanculo! Io sono libero! Tu sei la mia libertà, in ogni caso. Te l'ho già detto, Ian. Quello che io e te abbiamo mi rende libero. Senza di te tutto quello che ho fatto non ha senso. Non ha un fottuto senso!" E' disperato, non smette un attimo di guardarlo. Gli occhi del rosso sembrano perdersi, sono vacui e a Mickey si spezza il cuore. "Rimani con me." Lo sussurra, il tono è quasi minaccioso, così straziante.
Ian solleva una mano e la passa sul viso umido di lacrime di Mickey. Vi lascia un'impronta rossa. "Non voglio che piangi ancora per colpa mia." Chiude gli occhi, cerca di fare un respiro profondo.
-Vorrei non essere malato, sarebbe andato tutto bene se non stessi male. Avremmo potuto vivere completamente la nostra storia. Finalmente. Era tutto andato a posto. Perchè è dovuto succedere a noi? La nostra vita non era già un casino?
Ma posso fare un'ultima cosa giusta, per te, Mick. Darti la libertà che ho sempre sognato.Tenerti ancorato a me non è giusto. Sai cosa sei, ti sei accettato, amore. Non è stato tempo perso il nostro. La prossima volta andrà meglio, anche grazie a me. Amalo, perchè lui ti amerà così tanto, così disperatamente. Come me. Amalo come ameresti me. Perchè, nonostante tutto, mi hai amato così bene, e sarebbe andata sempre meglio. Vorrei credere che nessuno ti amerà mai quanto io amo te; cristo santo, hai ragione, amore, sono uno stronzo egoista. Spero di averti amato abbastanza.-
Riapre gli occhi. "Mi dispiace. Ti amo.", la voce è poco più di un sussurro, la mano cade, gli occhi si chiudono. Oblio. Libertà, per tutti.
Più vede Mickey così più si rende conto del peso che è. Per il suo compagno e per tutti gli altri. Chiude gli occhi e si volta, da la schiena al suo amore. Per non farsi vedere piangere, ancora. Non ne può più di piangere, ma non riesce a farne a meno.
Mickey. Ian non fa che pensare a lui, alla conversazione che è riuscito a sentire. Le urla erano così forti. Le pillole che il moro prende per riuscire ad affrontare tutto, pasticche che secondo Mandy lo stanno uccidendo.
Ora sa qual è la soluzione migliore. Farà soffrire tutti per un po', ma poi il dolore diminuirà fino a scomparire o rimarrà solo un leggero ronzio di fondo. Mickey troverà qualcun'altro e i suoi fratelli andranno avanti con la loro vita. Ian Gallagher non diventerà altro che un ricordo sbiandito per tutti.
Rotola verso la parte del letto di Mickey, le lenzuola sono ancora calde; affonda il viso nel cuscino, annusando l’unico profumo che lo può rendere felice, lo imprime nella memoria, per quanto gli possa servire ancora un tale ricordo. Ma almeno gli da la spinta per fare ciò che sta per fare.
Si alza dal letto, non sa nemmeno dove trova la forza di farlo. Forse dal fatto che, dopo, tutti saranno finalmente liberi.
Prende l'immancabile bottiglia di birra, del compagno, dal comodino e si dirige a passi malfermi nel bagno, chiude la porta a chiave e avvolge la bottiglia in un asciugamano per attutire il rumore quando la rompe contro il lavandino.
Prende un paio di frammenti e si siede a terra, di fronte alla porta.
Il vetro taglia la sua pelle e lui si morde le labbra per non gemere di dolore. Un paio di tagli su entrambi i polsi ed è fatta. Ora deve solo aspettare.
Chiude gli occhi e passa in rassegna i volti del suo familiari, l'ultimo è quello di Mickey, occhi azzurri su pelle nivea. Un sogno.
Ian ridacchia, Mick lo ucciderebbe se sapesse quello che sta facendo. Se la cosa stessa non lo stesse già uccidendo, ovvio.
Il moro torna in camera in meno di 10 minuti. Non trova Ian e si preoccupa, è raro che si alzi di sua spontanea volontà. Dal bagno non provengono rumori, e non è decisamente un buon segno.
Fa per aprire la porta ma è chiusa. Bussa così forte che potrebbe romperla.
"Ian!" Bussa. "Gallagher!" bussa, bussa così forte da spaccarsi quasi la mano. Ma non aspetta molto prima di sfondarla. Un paio di calci e cede.
Il sangue a terra è la prima cosa che vede. Poi il viso pallido, troppo pallido del compagno. Si butta a terra, vicino a lui, nel suo sangue, senza pensarci due volte, gli afferra i polsi e urla per chiedere aiuto.
Lo scuote. "Ian, cazzo! Svegliati, guardami."
E l'altro lo guarda, occhi socchiusi, una striscia di verde in tutto quel bianco. "Mick."
"Che cazzo credi di fare?" E stringe più forte i polsi.
"Liberarvi."
Il moro ride senza divertimento. "Stronzo egoista." Ian, per quanto la forza rimastagli gli concede, aggrotta le sopracciglia. "Sei sempre stato così. Uno stronzo egoista. E' troppo facile mollare. Col cazzo che ti lascio mollarci, col cazzo che te ne andrai. Io e te, Gallagher, cazzo, abbiamo appena cominciato."
"Non sei libero, ora, con me così... tutto quello che hai fatto per esserlo..."
"Vaffanculo! Io sono libero! Tu sei la mia libertà, in ogni caso. Te l'ho già detto, Ian. Quello che io e te abbiamo mi rende libero. Senza di te tutto quello che ho fatto non ha senso. Non ha un fottuto senso!" E' disperato, non smette un attimo di guardarlo. Gli occhi del rosso sembrano perdersi, sono vacui e a Mickey si spezza il cuore. "Rimani con me." Lo sussurra, il tono è quasi minaccioso, così straziante.
Ian solleva una mano e la passa sul viso umido di lacrime di Mickey. Vi lascia un'impronta rossa. "Non voglio che piangi ancora per colpa mia." Chiude gli occhi, cerca di fare un respiro profondo.
-Vorrei non essere malato, sarebbe andato tutto bene se non stessi male. Avremmo potuto vivere completamente la nostra storia. Finalmente. Era tutto andato a posto. Perchè è dovuto succedere a noi? La nostra vita non era già un casino?
Ma posso fare un'ultima cosa giusta, per te, Mick. Darti la libertà che ho sempre sognato.Tenerti ancorato a me non è giusto. Sai cosa sei, ti sei accettato, amore. Non è stato tempo perso il nostro. La prossima volta andrà meglio, anche grazie a me. Amalo, perchè lui ti amerà così tanto, così disperatamente. Come me. Amalo come ameresti me. Perchè, nonostante tutto, mi hai amato così bene, e sarebbe andata sempre meglio. Vorrei credere che nessuno ti amerà mai quanto io amo te; cristo santo, hai ragione, amore, sono uno stronzo egoista. Spero di averti amato abbastanza.-
Riapre gli occhi. "Mi dispiace. Ti amo.", la voce è poco più di un sussurro, la mano cade, gli occhi si chiudono. Oblio. Libertà, per tutti.