Quando Percy
Jackson aveva dichiarato di voler fare una vacanza “alternativa”, nessuno dei
suoi amici aveva creduto che il figlio di Poseidone
avesse davvero rinunciato alla solita gita al mare.
Lui viveva di mare, la sua idea
di vacanza era il mare.
Il suo ragazzo, Nico, lo aveva
guardato con gli occhi sbarrati e, preoccupatissimo, si era assicurato
toccandogli la fronte con la mano che non avesse la febbre.
“Non sono malato!” Aveva detto Percy infastidito.
“È semplicemente ora che cominci
a pensare ai bisogni degli altri!”
Tutti avevano capito che “altri”
significava Nico, perché il figlio di Ade odiava il mare, e quella era la prima
estate da quando si erano messi insieme.
Da quel momento erano partite le
proposte: Annabeth aveva proposto un bel giro in una
città d’arte (“Sarà splendido tornare in Italia senza il pensiero di doverci
uccidere chissà quale creatura millenaria!” aveva detto entusiasta).
Piper un bel tour per coppiette a Parigi, ma poi Annabeth l’aveva praticamente fulminata con lo sguardo e
lei aveva preferito tacere.
Leo aveva accennato a cercare una
certa isola di Ogigia,
arrossendo lievemente, ma Percy lo aveva guardato
parecchio male.
“Sarà perché lui non ha un bel
ricordo di Calipso” aveva pensato il figlio di Efesto.
Nico e Hazel
avevano confabulato un po’, poi avevano proposto un tour speleologico delle
grotte più belle d’America.
Gli altri avevano convenuto che
l’idea era carina, ma senza troppo entusiasmo.
Alla fine Frank aveva proposto un
rilassante week end in un albergo di montagna e adesso si trovavano tutti
stipati con i bagagli nelle macchine di Annabeth e Percy.
I ragazzi in una macchina, le
ragazze nell’altra.
“Uh, scommetto che stanno molto
più larghe loro, sono solo in tre!” Commentò Nico, schiacciato nel sedile
posteriore tra Jason e Leo.
Percy, alla guida, rise.
“Stanno portando tutti i nostri
bagagli, col fatto che sono di meno!”
“Immagino come li hanno messi”
Inorridì Leo, immaginando un ammasso informe di bagagli e le teste delle
ragazze che facevano capolino dai finestrini tra una valigia e l’altra.
“Si sa come sono…”
disse Jason, riferendosi soprattutto a Piper.
“Vanno via due giorni e si
portano dietro due valigioni trolley più borsette
varie!”
“Già!” lo appoggiò Leo. “Come non
capiscono che uno zaino con un paio di mutande e qualche chiave inglese basta!”
“Oh, tu sei un caso a parte!” Lo
rimbeccò Nico, e il viaggio passò tra una risata e l’altra.
Scesero dalla macchina davanti
all’hotel.
Si respirava un’aria pulitissima,
l’albergo era immerso nel verde, e a Percy brillarono
gli occhi quando vide la piscina a disposizione dei clienti.
In quel momento arrivò anche
l’auto delle ragazze. Annabeth scese dal posto di
guida,con l’aria esausta.
“Ehi, dove sono Piper e Hazel?” Chiese Leo,
quando gli sportelli posteriori si aprirono e vennero lanciati fuori due
enormi trolley rosa, seguiti dalle due
ragazze con tre borse a tracolla ciascuna.
I ragazzi si scambiarono
un’occhiata divertita e presero i loro bagagli dalla macchina grigia della
figlia di Atena.
Si diressero verso la reception.
Mentre trascinava il suo piccolo
trolley nero, Nico notò alcuni volantini per le escursioni e li prese, con il
proposito di leggerli in camera.
Sempre che a Percy non
venga in mente qualcosa di meglio, pensò
mentre il più grande prenotava la camera.
Erano sistemati bene: Piper avrebbe diviso la stanza con Annabeth,
Jason con Leo (“Se ci fossimo messi di coppia Annabeth
avrebbe dovuto stare in camera con Leo” aveva detto Jason, così avevano optato
per questa decisione), Hazel con Frank e, ovviamente,
lui con Percy.
“Allora, qual è il programma?”
Chiese il figlio di Ade al suo ragazzo una volta in camera, osservandolo mentre
sistemava il suo borsone azzurro.
Quello sorrise e lo abbracciò.
“Dunque…
io direi adesso… indovina?”
“Oh Jackson, penso di aver
capito!” Disse Nico divertito, divincolandosi un po’.
“Ehi, sono così prevedibile?”
sorrise Percy.
***
“Largo alla bomba più sexy del
pianeta!!”
Urlò Leo, esibendosi in uno
spettacolare tuffo a bomba e finendo appena vicino a Piper,
impegnata a scambiarsi effusioni con Jason.
“Sono esplosivo, vero miss
mondo?” Chiese sarcastico a Piper, riemergendo
accanto a lei e sputando un rivolo d’acqua.
Per tutta risposta lei rise e lo
ricacciò con la testa sott’acqua.
Nico avrebbe tanto voluto entrare
in acqua per unirsi al divertimento degli altri, ma l’acqua era così tanta, e così bagnata…
E fredda, concluse
il ragazzo infilando un dito in acqua.
Probabilmente sembrava un idiota
accucciato a bordo piscina nel suo costume nero con i teschietti
a infilare e ritrarre continuamente il dito dall’acqua, si disse.
“Dai Nico! Non fare il figlio di
Ade!”
Urlò Percy
nuotando allegro verso di lui.
“Non mi piace fare il bagno!
Anche in montagna devi perseguitarmi!”
“Dai, unisciti a noi!” Disse il
figlio di Poseidone afferrandolo per i polsi.
“Non oserai…”
protestò Nico infuriato, avendo inteso
quello che il ragazzo stava per fare.
Percy scoppiò a ridere e lo trascinò in piscina
tirandogli le braccia.
Nico cacciò un urlo di cui non
ebbe il tempo di vergognarsi, perché appena tirò la testa fuori dall’acqua
cominciò a dimenarsi attaccato al corpo di Percy come
una cozza su uno scoglio.
“Aiuto! È gelida! Salvami idiota,
sto annegando!”
Ma come fa Percy a
stare con l’acqua che gli arriva al petto? Forse un potere da figlio di Poseidone?
“Ehm… Nico… qui all’inizio l’acqua è alta un metro e trenta. Non
puoi annegare.”
“Oh.”
Il ragazzo si staccò da lui
cercando di assumere un’aria vagamente seria.
“Me ne ero accorto. In realtà… mi lamentavo perché era fredda. In realtà sapevo di non poter affogare.”
Tutti scoppiarono a ridere, e Annabeth tirò una bella gomitata nello stomaco a Leo che
stava per dire a Nico che non aveva dato esattamente l’impressione di una
persona sicura.
Alla fine si erano divertiti
davvero.
Nico e Percy
avevano fatto la lotta in acqua contro Jason e Piper,
con lei e Nico sulle spalle dei propri ragazzi.
Nico avrebbe vinto se all’ultimo Piper non avesse usato la lingua ammaliatrice per farlo
girare dall’altra parte, spedendolo poi a fare un bel volo in acqua.
Quando videro che il sole stava
per tramontare decisero di uscire e andare a prepararsi per la cena.
Si riempirono di piatti tipici
della zona, e quando salirono nelle proprie stanze con la pancia piena poterono
affermare tutti quanti che il primo giorno del loro week end rilassante era
andato alla grande.
“Jackson, riesci a fregarmi anche
in montagna! Possibile che tu non riesca a pensare a un divertimento asciutto?”
Esclamò Nico, infilandosi nel
letto vicino a Percy dopo aver fatto una doccia.
Lui rise e gli fece poggiare la
testa sul suo petto.
“Sono fatto così…”
si giustificò. “Ma prometto che domani faremo quello che vuoi tu, ok?”
Nico sbuffò, affondando la faccia
nel corpo del più grande per non far vedere che sorrideva.
***
“Avrei dormito, se qualcuno non
avesse fatto rumore per tutta la notte.”
Commentò Jason in tono pratico a colazione,
spalmando una generosa dose di Nutella sul pane tostato.
Percy e Nico si guardarono imbarazzati: la loro camera
era attaccata a quella sua e di Leo.
“Tranquilli ragazzi” li rassicurò
Piper prima di schioccare un bacio sulla guancia al
proprio ragazzo.
“Magari Jason è solo invidioso!”
lo punzecchiò.
Lui arrossì violentemente. “Ma
no, che dici Piper! Comunque che si fa oggi?”
Percy con tono allegro propose una bella passeggiata
nei sentieri attorno (glielo aveva proposto all’orecchio Nico, che non avrebbe
mai avuto la disinvoltura di proporlo a tutti).
Tutti furono ben felici di
accontentarlo, ringraziando Zeus, Poseidone, Ade e
tutti gli dei maggiori e minori che Percy non avesse
scelto di nuovo un divertimento acquatico. (“Ci farà diventare tutti dei pesci
lessi!” si era lamentato una volta Leo.)
Riempiti degli zaini si erano
avviati allegramente nei sentieri all’ombra degli alberi.
Camminarono per circa un’ora
ammirando la natura intorno a loro, a cui Leo rischiò di dare fuoco in un
momento in cui lo avevano punzecchiato sulla sua vita sentimentale.
“Sta cambiando il tempo” Disse a
un certo punto Annabeth preoccupata, notando grossi
nuvoloni scuri.
“In montagna cambia in un
attimo.” Annuì Jason, e in quel momento un lampo squarciò il cielo.
“Uhm, il tuo papino
è arrabbiato?” Scherzò Leo rivolto al biondo.
“Non è il momento di scherzare
Leo!” rispose lui preoccupato, cercando un riparo lì intorno.
***
Cominciò a piovere violentemente,
e alla fine avevano trovato una cavità in un roccia in cui entravano a malapena
tutti e otto.
Percy si sedette a terra e fece sedere Nico sulle sue
gambe. Lui si appoggiò nella cavità tra il collo e la sua spalla.
“Ripeto che riesci sempre a
fregarmi. Ti avevo detto che non volevo vedere acqua!” Mormorò, in modo che non
potesse sentirlo nessuno tranne Percy.
Nico era molto riservato, e non
si erano mai scambiati un bacio in pubblico.
Percy lo strinse più forte e si guardò intorno.
Leo aveva sfidato Annabeth ad accendere un fuoco prima di lui, e nonostante
la ragazza si impegnasse con tutte le regole teoriche per accendere un buon
fuoco, Leo la batteva ad ogni tentativo stendendo semplicemente la mano sopra
ai ramoscelli.
Piper e Hazel
chiacchieravano in un angolo, mentre Jason e Frank discutevano su chissà cosa.
Nessuno faceva attenzione a loro
due. Meglio così.
“Beh, mio padre mi vuole molto
bene” sogghignò Percy.
“Non vuole farmi stare senza il mio elemento.”
Nico sorrise, guardando Percy negli occhi.
Era un idiota, sì, una vera testa
d’alghe, e certe volte Nico aveva voglia di prenderlo a schiaffi ogni parola
che pronunciava.
Ma poi lo guardava negli occhi e
desiderava solo continuare a guardarlo per sempre…
Neanche si accorsero di aver
avvicinato le loro labbra, tanto era stata una mossa istintiva.
Percy assaporò le labbra di Nico e fece correre la
mano sulla sua schiena, quando furono interrotti da un lungo fischio.
“Ragazzi, andateci piano!” Li
punzecchiò Leo.
Nico si ritrasse bruscamente, rosso in volto.
“Non ti facevo così svergognato,
di Angelo, stai sempre così in disparte!” continuò senza pietà il figlio di Efesto.
“Piantala, Leo, torna al tuo
focherello!” Cercò di farlo smettere Hazel, ma
ormai l’atmosfera si era decisamente
riscaldata senza bisogno di fuochi.
Dopo un po’ di tempo in cui Nico
sedette imbarazzato vicino a Percy senza spiccicare
una parola, convennero tutti che la pioggia era diventata abbastanza leggera da
riprendere il cammino.
“Avanti, non dirmi che ti
vergogni per quello che dice Leo. Insomma, lui è LEO!”
Cercava di sdrammatizzare Percy con Nico. Già si vedeva l’albergo in lontananza e Percy e Nico erano rimasti un po’ indietro senza il rischio
di perdersi.
Lui scosse la testa.
Percy già era pronto a sbuffare e a rimproverare Nico
per essere sempre il solito, ma non fece in tempo.
Il più piccolo gli afferrò il
viso tra le mani con un sorrisetto malizioso e, alzatosi in punta di piedi, lo
baciò velocemente sulle labbra.
Percy rimase un attimo stordito, visto che erano in
mezzo a una strada con gli amici a meno di venti metri, ma prima che potesse
riprendersi Nico già era sgattaiolato a raggiungere gli altri.
È decisamente impazzito, si
disse.
Il figlio di Poseidone
lo guardò mentre si allontanava e scoppiò in una risatina.
Senza dubbio quel week end in
montagna gli era piaciuto più di tutte le giornate al mare.
ANGOLO AUTRICE: insomma gente, sono tornata xD ho da parte un bel po’ di storie, di cui pubblicherò un
capitolo a settimana! Questa era una one shot schifosetta e senza pretese,
ma spero comunque che vi piaccia… Era un piccolo
salutino da parte mia che sono finalmente tornata nella mia casetta <3 alla prossima!