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Autore: p e a k y    29/08/2014    3 recensioni
«Dove tiene le quarantasssei?» domanda con un accento francese.
«Emh… dovrebbe dirmi il modello.»
«Cerco solo le taglie quarantasssei.»
«Sì, ma…»
«Non c'è un posto dove tenete solo le taglie quarantassssei?»
Porca merda, ho scoperto di odiare il francese.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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she's a crazy bitch











Cheppalle.
Ennesimo turno pomeridiano, un banale mercoledì.
Nei pomeriggi, dopo la scuola, lavoro in un negozio di abbigliamento in centro. E' da quando lavoro qui che sostengo che la maggior parte delle persone idiote che conosco le abbia incontrate tra questi reparti.
Ogni giorno mi sorprendono e credetemi se vi dico che non si smentiscono mai.
Abbasso lo sguardo alla targhetta attaccata alla maglia rossa.
'Ashley Irwin'. Non capisco cosa ci voglia a scrivere 'Ashton Irwin' giusto. E' il secondo anno che è così.
Caso vuole che il negozio venda abiti abbastanza carini: mi ritrovo ogni pomeriggio a indicare vestiti alle ragazze del mio corso di storia.
Ormai mi chiamano tutte 'Ashley', ma almeno sanno chi sono. Sono anche convinto che mi trovino simpatico.
Ma tutti sanno che la convinzione fotte la gente.
«Irwin?» mi chiama Sonnie, l'addetta alla cassa.
Mi avvicino «Dimmi Sonnie.»
Mi scocca un'occhiataccia «Potresti anche pettinarti prima di uscire.» ribatte a mento alto.
Non faccio più caso al suo modo di trattarmi. E' così da quando l'ho mollata qualche mese fa.
Sbuffo ripensandoci, ma che avevo in mente? Come ho fatto a mettermi con quell'oca petulante ricolma di schifo griffato e mascara?
Anche se non posso negare di essere stato, per tre settimane eh, con lei solo perché inizialmente la trovavo carina.
Come mai è finita? Non ve ne frega una minchia ma ve dirò comunque. Sostanzialmente ho scoperto che faceva il filo al mio migliore amico, Luke. Un giorno sono venuto a sapere che gli aveva chiesto una bella battaglia di sesso selvaggio negli spogliatoi così il mattino seguente non appena la vidi la mollai.
Diciamo che non è quella storia che porterò nel cuore.
«Sembri un barbagianni, ma hai uno specchio a casa?» continua senza neanche guardarmi. Troia.
Non le rispondo neanche, non voglio immaginare la sua umiliazione quando ha scoperto che Luke era gay.
Vorrei riderle in faccia ancora ora.
«Mi hai chiamato solo per questo, Kate?»
Mi fulmina con lo sguardo. Kate è il suo secondo nome. Me lo ha rivelato perché voleva che la chiamassi così mentre… beh, mentre giocavamo a nascondino sotto le coperte.
«Mi hanno chieso di chiamare un addetto.» borbotta.
«E chi l'ha detto?» chiedo con un sorriso.
Mi guarda con gli occhi socchiusi «Tienitele per te queste battutine squallide o sarò costr-»
«C'è bisogno di qualcuno nel reparto donna.» dice Charlie, un'altra dipendente.
Diciamo che non è la mia migliore amica ma ci intendiamo, sa tutto della mia storia con Sonnie. In realtà sa qualsiasi cosa di me, probabilmente.
Sonnie spalanca la bocca «Cosa? Ma lui è nel reparto uomo!»
«Pare che non se la cavi male in quello da donna. A quanto ho sentito.» risponde Charlie con un sorrisetto.
Penso di amare quella ragazza.
Mi avvio verso il reparto donna finchè non vedo una coppia. Sembra impaziente.
«Salve, sono Ashton. Serve aiuto?»
«Lì c'è scritto Ashley.» borbotta l'uomo.
Osservo meglio la coppia: lei pare la tipica donna annoiata della vita monotona. Mi fissa con le mani posate sui fianchi. Il marito invece non sembra capire cosa ci fa qui, ha uno stuzzicadenti in bocca.
«Sono Ashton.» ripeto. Parlo come un deficiente.
«Dove tenete la taglia 46?» domanda sgarbata la donna accentuando molto la 's' in 'quarantasssei' «Le ho cercate ovunque ma non le ho trovate!»
In realtà è pieno attorno a questa stronza.
Io la guardo per un momento, devo aver capito male «Come scusi?»
«La taglia 46, dove la tenete?» ripete sospirando.
«Beh.» ho capito bene questa volta, purtroppo Sapete che i negozi di vestiti dividono gli abiti a seconda del modelli, del tipo, del colore. Questa tipa crede che vengano suddivisi a seconda della taglia?
Idiota.
«Deve prima dirmi il modello, poi le dirò se ne abbiamo ancora.» rispondo gentilmente.
«Sto solo cercando una taglia 46.» pare che voglia scaricare la sua frustrazione di un intero matrimonio senza vita sessuale su di me. Brr.
«Sì, ma se mi dice il modello io controllo sul computer se ne abbiamo anche di taglie 46.»
Cerca di essere gentile Ashton, cerca di essere gentile.
«Lei mi dica dove sono le taglie 46 e poi faccio da sola.» ribatte. Ha un buffo accento francese… ho appena capito di odiare il francese.
Quarantassei. Mh.
«…per quali pantaloni?» provo a chiedere sperando che non mi fucili in men che non si dica gridando 'viva la france!'
Mi fissa. Io fisso lei. Il marito muove il capo avanti e indietro a tempo di 'happy'.
Mi inquieta abbastanza, in realtà.
«Non lo so.» sbuffa la donna «Voglio solo sapere dove tenere le taglie 46.»
Afferro dei pantaloni a caso «E' un modello del genere quello che vuole?» dentro di me un piccolo Ash penso stia architettando una guerra contro la Francia.
«Ma non lo so!» grida in tono lamentoso «Non avete un computer dove c'è scritto tutto?»
La voglio vedere bruciare e affondare (tutto insieme, ovviamente) quello stato del cazzo.
«Sì.» dico serio e secco «Ma lei deve dirmi un capo. Io poi guardo se c'è la taglia 46.»
Lei sospira, un sospiro lungo e annoiato.
«Okay, vai a vedere quelli.»
Mi avvio verso il computer stringendo i pugni.
«Charlie.» borbotto meccanicamente «Dimmi se c'è la taglia 46 di questi.»
Charlie mi rivolge un'occhiata preoccupata «Va tutto bene Ash?»
«Controlla, ti prego.» poso i pantaloni sulla cassa.
 
2 minuti dopo.
 
«No. Non c'è la taglia 46.»
Perfetto.
Torno dalla coppia ignorando le domande della mia amica. Scusa Charlie, ma potrei esplodere.
«No. Non c'è la taglia 46.» ripeto ciò che mi aveva detto poco prima.
«Uff. Che razza di negozio. Dove tenete le altre taglie 46?»
La fisso, ma fa sul serio?
Mi trattengo dal saltarle addosso.
«Deve dirmi il capo.» affermo cortesemente dopo aver preso un bel respiro.
«Scusi eh. Ma non può usate il computer per vedere dove sono tutte le taglie 46?»
Mi blocco. Non respiro per un momento.
Ma questa idiota crede che il computer sia collegato ad un dispositivo che mi dice dove si trova ogni capo quarantassei nel negozio? Pensa che abbia una mappa del negozio che mi evidenzia ogni diamine di quarantassei?
Sì, magari ho anche in dotazione un palmare che funge da navigatore.
'Per il completo sexy in pizzo rosso girare a destra dopo i calzini. Abbassarsi di 35° e afferrare il capo ripiegato a destra. Quinto nella fila.'
Ma brutta troia.
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9…10. Okay sono calmo.
«No.»
Mi guarda incrociando le braccia al petto «Cosa?»
«No. Non funziona così.»
Questa sbuffa sonoramente «Pff, Gérard? Forza, ce ne andiamo, non è possibile stare in un negozio così disorganizzato.»
Brutta cagna.
La fisso immobile.
Afferro quel fottuto 'hi, i'm Ashley' e lo getto a terra calpestandolo più e più volte.
O meglio, immagino di farlo.
Quella stronza se ne va trascinandosi il marito. Penso di avere il viso in fiamme.
Charlie mi si affianca posando il gomito sulla mia spalla «Cliente stronza?»
Prendo un grande respiro «Già.»














lo sooo, lo soooo
non è come le mie altre storie. Ma la risposta è semplice: ho cercato di entrare il più possibile nella mente maschile. 
un maschio non può essere figo come 'charlotte peaky', non riesce a pensare cose geniali come lei.
tanto love per i maschi, eh

#ashleyistheway #allyouneedisashley
  
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