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Autore: lambretta    29/08/2014    2 recensioni
Questi sono degli Hunger Games non proprio convenzionali, spero che vi piaceranno
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Nuovi Tributi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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hunger Finalmente il momento era giunto, anche l'ultimo tributo era stato eliminato, ma Ambra, ragazza del distretto 10 non si sentiva felice.
Tutto era cambiato durante quei giochi,  e lei si sentiva una persona nuova.  Quando udì l’ultimo colpo di cannone, guardò in alto per veder il suo viso sugli grandi schermi, mentre una lacrima solitaria le solcava lentamente la guancia.
Come una scintilla di fuoco, che bruciava inesorabilmente lungo lo zigomo, la giovane ragazza di diciotto anni, non gioì quando sentì il capo stratega annunciare : “Complimenti, Ambra. Sei la vincitrice dei 73° Hunger Games.”.
Quando l’ hovercraft la issò in volo, chiuse gli occhi. Permettendo alle immagini di quei giorni, di farle visita nella mente.  
Tutto era iniziato in modo così strano, e terribile, quando il giorno della mietitura venne fatto il suo nome. Nessuno delle sue ‘compagne’ di distretto si sacrificò per lei, tanto meno nessuno andò a trovarla durante i colloqui che si svolgevano dopo l’estrazione. Orfana di padre e madre, le era rimasta la vecchia nonna, ma la donna l’aveva lasciata pochi giorni prima, con il timore di perderla.
Non si considerava per nulla forte, anche se aveva una strategia in mente. Durante il viaggio in treno, ignorò completamente le parole del mentore, e si rinchiuse per tutto il tempo, nella sua stanza. Cercando un modo per sistemare le falle del suo piango, anche se sapeva che mancava qualcosa d’importante : l’arena e gli avversari.
Durante la serata della sfilata, cercò di farsi un’idea guardando attentamente ognuno di loro. I favoriti dei primi due distretti, si vantavano ogni minuto, con la presunzione che sarebbero stati loro a vincere. A portare l’onore al gioco, com’era accaduto nei giochi precedenti.
Una tributa del quinto distretto, attirò la sua attenzione, ma decise di non farci caso. Sarebbe stata in disparte per tutta la durata degli allenamenti, e si concentrò su ogni erba che avrebbe potuto aiutarla, e sulla scelta della sua arma : un tridente.
La sessione privata andò avanti, discretamente e lei sperava solamente di non essere la peggiore, mostrò agli strateghi cosa aveva imparato e come aveva fortificato le sue conoscenze e con un mezzo sorrisetto uscì. Aspettò con trepidazione l’esito, e le si illuminarono gli occhi quando sullo schermo lesse il numero otto. Ma non si fermò nemmeno per ricevere le congratulazioni del mentore, e del suo compagno di distretto. Per quale motivo poi? Stringere amicizia con qualcuno, che poi probabilmente di lì a qualche giorno non ci sarebbe stato più?
La rabbia, la paura, l'ansia e la consapevolezza di andare tra le braccia della morte da lì a pochi istanti, la pervase durante quei dieci secondi che stava passando nella cabina di vetro che la divideva dal suo destino. Quando arrivò in superficie si stupì di vedere così tante piattaforme vicine alla Cornucopia, ma il suo obiettivo era fisso nella sua mente così dopo che i 60 secondi furono passati molto velocemente si tuffò e si diresse alla cornucopia, aveva visto l'arma che tanto bramava e con un agile scatto arrivò al tridente, vide che anche un altro ragazzo del distretto 7 aveva avuto la sua stessa idea, ma non ci mise molto a stenderlo con un calcio all'addome e poi si tuffò per raggiungere il luogo più vicino, era già stanca anche se sapeva molto bene che quello era soltanto la fine, riuscì a cibarsi con un piccolo pesce che aveva catturato più per fortuna che per bravura e anche a bere un sorso d'acqua poi si sistemò per la notte e, osservando il cielo che aveva assunto un colore scuro come la pece. Sentì intonare l'inno di Panem ed il volto dei ragazzi uccisi durante il bagno di sangue, erano in 14 ora e, come sospettava, il suo compagno non era sopravvissuto.
Voleva chiudere gli occhi, ma il suo istinto le diceva di stare all’erta. E fu in quel frangente, che vide due occhi azzurri chiaro che sembravano fissarla. Con cautela, ed il tridente pronto all’uso, si mosse. Solo quando fu a distanza ravvicinata, notò la figura di una ragazzina, rannicchiata, e piangente.
Ambra le si avvicinò: “Non voglio farti male, ti ho visto e so che sei la ragazza del distretto 5. Anche tu hai perso il tuo compagno di distretto come me… vero? Che ne dici se ci alleassimo fino a quando l'arena ce lo permette?”
L'altra sollevò lo sguardo tremante, data la strana richiesta, ma non avendo nulla da perdere accettò. “Sì, mi sembra un’ottima idea. Io mi chiamo Simona, ed il ragazzo era mio fratello.”
Strinsero quel patto, con una semplice stretta di mano. Anche se nessuna delle due, si sarebbe aspettata cosa la vita avrebbe loro riservato.
Il giorno successivo, mentre stavano mangiando un pezzo di carne che erano riuscite a prendere grazie ad una trappola costruita da Simona, sentirono dei rumori. Alzandosi in piedi, di scatto, videro il ragazzo del distretto 1 e la ragazza del distretto 2,pronti per un combattimento all'ultimo sangue .
La ragazza del due immobilizzò Simona, mentre il ragazzo dell'1 si avvicinò ghignando ad Ambra, ma non fece molta attenzione dove metteva i piedi perché cadde nella trappola che gli catturò la gamba destra, facendolo cadere a terra velocemente. Ambra non perse tempo, con l’occasione ghiotta, prese il tridente e lo infilzò all’addome. Il ragazzo smise poco dopo di respirare, e dopo qualche istante udirono il colpo del cannone, mentre la ragazza del secondo distretto era fuggita a gambe levate per paura di venir uccisa.
Simona aveva solo una ferita al volto e non era neanche troppo profonda, ma riuscirono a guadagnare un piccolo coltello. Un altro giorno passò velocemente e notarono con piacere che i favoriti erano stati tutti e quattro eliminati, restando  solo in 10. Se non ci sarebbero stati altri combattimenti,tutti sapevano che qualche nuovo ibrido creato dai laboratori di Capitol City sarebbe stato mandato, così decisero di rilassarsi, ma già alle prime luci dell'alba aprirono gli occhi perché sentirono una forte scossa. Iniziarono a correre aggrappandosi l'una all'altra e guardandosi indietro, videro una grande crepa che si stava formando sull'isola. Decisero di buttarsi in acqua e cercarono un'altra piattaforma inconsapevoli di cosa sarebbe capitato loro, sentirono urla di ragazzi e ragazze davvero strazianti e poi quattro colpi di cannone, rimanevano solo in sei e quello era il momento in cui si sarebbero dovute separare, ma nessuna delle due se la sentì, perché ormai loro si facevano forza a vicenda ed un nuovo sentimento era sbocciato : si erano innamorate.
Ma avevano paura di svelare quel sentimento all'altra ragazza, perché era tutto così strano, temendo anche le reazioni e giudizi degli abitanti di Panem. Quindi decisero di custodirlo solo per loro. Solo due giorni dopo, di calma apparente, si scambiarono il loro primo bacio. Non sapendo che fosse anche l’ultimo.
Quel senso di pace non durò a lungo, quando dall’acqua iniziarono ad uscire gli ibridi dall’aspetto  orribile. Piranha, dotati di zampe. Agili e scattanti come gazzelle, e grazie ai denti riuscivano ad arrampicarsi sugli alberi.
Le due ragazze si guardarono, sapendo che poteva essere l’ultima volta. Sapevano che era la fine di quella 76a edizione dei giochi. Corsero, costringendo i muscoli delle gambe ad uno sforzo immane, mentre l’aria stava diventando irrespirabile.
Ambra lottò maggiormente, mentre cercava di difendere entrambe. E solo quando in lontananza si udirono i colpi di cannoni,  capì che i giochi erano terminati.
Osservò per un attimo il volto di Simona, mentre le sussurrava quel “Ti amo”, mentre esalava l’ultimo respiro e finiva inghiottita dall’acqua.

“Ti amo.”
Sussurrò Ambra, riaprendo gli occhi. La platea, i festeggiamenti, erano vani per lei.
Era tornata vincitrice, ma la sua anima era morta con Simona
   
 
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