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Autore: Wasd    30/08/2014    0 recensioni
Semplicemnte la storia tratta della vita di un ragazzo 16enne del
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PREMESSA

Questo testo non nasce come una vera e propria storia,  piuttosto nasce come voglia di scrivere qualcosa che non sia necessariamente impegnativo, infatti la storia non ha una vera e propria trama ne una fine :v.
E' uno dei primi testi che scrivo quindi credo ci siano errori qua e la.
Ah, la storia è ambientata in luoghi realmente esistenti, ci troviamo in provncia di Napoli, nella città di Torre del greco(dov'è posta la casa del protagonista) e in questo primo capitolo (ce ne saranno altri? Non si sa ancora) il protagonista si dirige verso la città di Ercolano.
In ogni caso, buona lettura e mi raccomando scrivetemi un bel po' di critiche costruttive che fanno sempre bene.





-Inizio-

La finestra aperta che affaccia sulla strada lascia trapelare una leggera e fresca brezza marina.
il sole, ancora alto, picchia sui tetti delle basse case di periferia.
Dalla strada si sentono i rombi dei motori delle autovetture più varie, alternate al rumore di qualche scooter e voci di persone sparse qua e la.
Pensò tra se e se Eric, sistemandosi la chioma castana che gli ricorpriva la testa, mentre se ne stava seduto sulla sua vecchia sedia girevole dall'orribile colore verde.
In realtà non era un vero e proprio verde, era un colore tra il verde ed il marrone.
Beh, qualsiasi colore fosse, era veramente orribile, o almeno era quello che pensava Eric.
Aveva la testa poggiata allo schienale della vecchia sedia, le lunghe gambe erano accavallate l'una sull'altra e le braccia cadevano penzoloni sui lati della sedia.
Era li da un paio d'ore, con gli occhi a fissare il vuoto, con la mente persa chissà dove.
D'un tratto i suoi occhi verdi si illuminarono, quasi fosse appena uscito da una fase di trance, e grazie ad un poderoso colpo di reni si ritrovò in piedi.
Bastò un veloce sguardo al suo orologio da polso, un vecchio Rolex trovato in vecchio mobile in salotto, con il cinturino rovinato e dal vetro completamente graffiato. 
Capì che anche oggi avrebbe fatto tardi alle lezioni di vela.
Disse con fare disperato e un po' ansioso.
Affero una maglietta Blu dal mucchio di panni che si trovata sul suo letto e inziò ad infilarsela mentre cercava di sfilarsi il pantalone.
Guardò l'orologio nuovamente.
Imprecò.
Fece un respiro profondo.

Si sedette sul letto ed aspettà qualche secondo.

Si infilò quindi le scarpe, un paio di Nike da ginnastica Bianche con i lacci ormai neri dallo sporco, prese da un chiodo appeso al muro il suo mazzo di chiavi e si avviò verso la porta d'ingresso.
Una volta fuori appurò che dentro casa faceva molto più caldo che all'esterno -Pensò- Iniziò a camminare, passando su una strada che affacciava su una striscia di terreni coltivati che dopo circa un kilometro lasciò il posto all'immensa e lucente distesa d'acqua che noi tutti chiamiamo mare.
Eric non sapeva esattamente dove stesse andando, ma la cosa non lo turbò più di tanto, semplicemente aveva voglia di camminare ed il mare alla sua sinistra lo metteva di buon umore, quel buon umore che ti prende quando ti siedi su una sdraio e ti senti libero, senza pensieri che ti frullano per la testa.
Ed era esattamente così che si sentiva Eric, niente poteva turbarlo in quel momento.

Camminò per un'ora, forse due, andava avanti a passo lento.
Non quel passo lento che hai quando sei stanco, era semplicemnte una camminata rilassata, calma.
Giunse davanti a dei binari del treno a livello della strada, recintati da entrambi i lati.
Rimese li immobile ad osservare il mare che si estendeva davanti a lui, adesso era molto meno distate da lui rispetto a quando era sceso da casa, a circa 5 metri da lui vedeva gli scogli sui quali l'acqua si infrangeva, non con violenza, anzi, sembrava quasi li accarezzasse.
-Pensò Eric- Ma questo pensiero fù subito accartocciato e gettato via come un disegno venuto male.
Un jeans, anche se corto, non sarebbe stato l'ideale per scavalcare quel cancello alto circa 4 metri.
Costeggiò quindi la recinsione per qualche metro, poi si accorse di un particolare che non aveva notato prima.
Esclamò con gioia.
Attraversò la galleria e si trovò su quegli scogli che pochi minuti prima stava ammirando con tanto stupore.
Era la prima volta che visitava quel posto ma gli pareva già dannatamente bello.
I suoi occhi guizzavano da una parte all'altra del paesaggio catturando ogni particolare, l'aria di mare lo faceva sentire dannatamente bene e il suono dei gabbiani gli teneva compagnia.

Rimase li seduto sugli scogli ad osservare il mare per molto tempo, non sapeva esattamente da quanto, ma a giudicare dal fatto che il sole stava facendo capolinea e lentamente stava scomparendo, inghiottito dal mare, ipotizzò fossero le 19:30 o qualcosa giù di lì.
Il vento aveva iniziato a soffiare dolcemente, le acque piatte iniziarono lentamente a smuoversi ed Eric pensò che fu veramente fortunato a vedere lo spettacolo che la natura gli stava offrendo.
Il cielo aveva acquistato delle tonalità che andavano dal blu al viola, da un rosa chiaro fino ad arrivare ad un leggerlo color arancio e sulle acque argentee, i riflessi dorati del sole sembravano ballare lentamente e con grazia.

Eric sarebbe rimasto li per ore a guardare quello spettacolo, per giorni forse, ma sicuramente la madre non l'avrebbe pensata allo stesso modo.
Eric estrasse il suo smartphone dalla tasca e diede uno sguardo allo schermo.

Diede un ultimo sguardo al mare, ripose il cellulare in tasca e si avviò verso casa.
-Pensò felicemente, mentre un sorriso a 32 denti prese forma sulla faccia.



 
   
 
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