Sogno Maledetto

Ci sono giorni in cui Chirone semplicemente non ricorda come andare avanti. Gli appaiono visi su visi, migliaia di volti di allievi, duemila e più anni di volti. Visi di allievi, di allievi che non è riuscito a salvare o di allievi che sono riusciti a crescere, ma che poi- com'è naturale- se ne sono andati.
Inizia sempre con i ricordi.
I ricordi che a volte si confondono, si amalgano, e in quei momenti è quasi certo di aver già detto quella spiegazione, di essersi già preoccupato in quel modo, di aver già riso con quell'allievo.
Ma poi, insieme ai ricordi, arrivano anche quei nomi. Quei volti.
E non serve rifugiarsi nel fatto che essendo mezzosangue, semidei, la loro vita è sempre stata limitata, o nel sapere comunque che si trovano tutti nell'Ade.
Chirone non riesce ad accettarlo.
Come può essere un buon insegnante, se non è riuscito a salvare quei volti, quei visi? Perché loro se ne devono andare?
In quei momenti l'immortalità gli sembra- e fin dei conti è- solo una gabbia, un muro che lo separa dalla morte, dal ritornare a vedere quei visi.
Ma dopotutto, ogni cosa ha un suo prezzo. E quello di aver realizzato il suo sogno- poter fare per sempre l'insegnante- consiste nel vivere, nel non poter andarsene.
Spesso nel suo mondo gli eroi erano segnati dalle maledizioni. Lui non si considera tale, eppure ne ha una tutta sua.
Si chiama Chirone, è figlio di Crono.
Non può morire per realizzare il suo sogno.
Il suo sogno maledetto.


N.d.A
Ok, scusate la follia. È la prima fanfiction in questo fandom, e mi rendo perfettamente conto di non fare per nulla una bella figura con una roba del genere- scritta, tra l'altro, nel corso di un viaggio noioso per andare in montagna.
Eppure mi sono sempre chiesta cosa debba essere stato per Chirone continuare ad insegnare in eterno a dei ragazzini, simili tra loro, che al contrario di lui invecchiavano. E morivano.
Deve essere una cosa straziante, in my opinions.
Vabbuono, chiudo qui.
Grazie a coloro che leggeranno/recensiranno. Che gli dei vi benedicano!
Baci
Nox