« Satsuki se ne sta per andare da casa, Daiki. »
Ma la mamma poteva anche non informarlo, lo sapeva già. Sapeva che stava andando in America, per seguire Kagami, mollando tutto, tutti, e lui.
Lui si era iscritto all’università perché lei lo aveva costretto, ma ora? A Satsuki non interessava di lui, quindi perché andarci? Avrebbe trovato un misero lavoro, presto o tardi, uni di quelli che potevano farlo giocare a basket quanto voleva.
O forse no.
Non voleva giocare se non c’era lei, a rimproverarlo, a dargli informazioni sui suoi avversari. A che serviva? E lavorare è noioso, sarebbe stato a casa, sì, era meglio così. Nella sua camera, da solo, con la finestra che si affaccia su quella che una volta era la camera di Satsuki, ora che ne avrebbero fatto, i Momoi?
« Dovresti andarla a salutare, no? »
« No, infatti. »
« Vai. » la voce della madre si era fatta imperiosa. Ma aveva ragione.
Daiki doveva fare una cosa, dirle delle cose, cercare di tirarla indietro, di tenerla per sé.
E l’avrebbe fatto nella maniera più egoista che conosceva. Prima di uscire fuori, sotto il sole caldo estivo, prese una felpa.
 
Satsuki era all’ingresso, bella come sempre, o forse di più. Avrebbe raggiunto Kagami all’aeroporto, e finalmente, secondo loro, avrebbero cominciato la loro magnifica storia d’amore.
Aprì immediatamente la porta, quando Daiki bussa, e lo fa entrare; i suoi genitori decisero di uscire, per lasciar soli i due ragazzi.
« Grazie per essere venuto, Dai-Chan. » gli sorrise e Daiki tentennò, è troppo bella, felice. Come poteva essere così bastardo?
Senza dirle nulla le mise la felpa sulle spalle, Satsuki lo guardò interrogativo.
« Non c’è bisogno di una felpa, Dai-Chan, fa caldo fuori. »
« Stai per andare via, a che ora hai il volo? »
« Fra poco, devo partire adesso per non perderlo. » Daiki annuì e la prese per le spalle. Prima che la ragazza potesse reagire in qualsiasi maniera, la baciò, quasi con violenza, con forze e prepotenza.
Un bacio che nessuno dei due si godette.
« Ti amo, Satsuki Momoi. » ed esattamente come era arrivato, se ne andò, in silenzio, senza un saluto.
E gli occhi di Satsuki s’inumidirono, perché Daiki era un cretino, un cretino egoista.
Perché proprio in quel momento? Gli aveva dato così tante possibilità che aveva lasciato perdere, alla fine.
Perché Satsuki sa bene che no, non ama Kagami, e non lo amerà mai.
Lei ama Daiki Aomine, ecco tutto. Ma lui è troppo egoista per poter ricambiare.
E questa volta non l’avrà vinta.
 
Bugiarda.