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Autore: ASongOfRevenge_    30/08/2014    2 recensioni
Quanto può spingere lontano l'amore che si nutre verso una persona?
Nella mente e nel cuore di Jon Snow e di Elizabeth Arryn, e della loro storia.
"Il mio cuore appartiene a te, Jon Snow, e per sempre, fin quando batterà nel mio petto, sarà così"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO
Elizabeth Arryn apparteneva alla casata nobiliare degli Arryn, il cui stemma è il Falco e la Luna. E’ l’unica figlia di Ser Elbert Arryn, fratello minore di Jon Arryn, che venne arrestato e giustiziato dal re Folle Aegon II. La madre, Martha, morì dandola alla luce. Lo zio Jon la portò a Grande Inverno da bambina, per farla crescere circondata dall’affetto di una vera famiglia. Ely crebbe accanto a Robb Stark e Jon Snow, avendo la loro stessa età, e legò molto con Arya e Bran. Eddard Stark, protettore e lord di Grande Inverno, era molto legato alla nipote di Jon. Egli stesso era cresciuto a Nido dell’Aquila, insieme al suo amico Roberth Baratheon, e tenere quella bambina con se era il minimo che potesse fare per Jon. Elizabeth imparò subito ad andare a cavallo, e cosa paradossale per una donna, si allenava con Robb e Jon a combattere. Il periodo della loro infanzia a Grande Inverno fu sempre un ricordo felice e vivo nella mente di Ely. Le gare a cavallo con Robb e Jon, i combattimenti, le gare a palle di neve. Elizabeth ovviamente sapeva di non appartenere a quel posto, e che nelle sue vene scorreva il sangue degli Arryn. Prima o poi sarebbe dovuta tornare a Nido dell’Aquila, da sua zia Lysa e suo cugino Robert. Fin da piccola si legò particolarmente a Jon Snow, e piano piano, quell’affetto infantile, quell’affetto che lega due bambini che giocano insieme, si trasformò in qualcos’altro. Ely passava le ore a guardare Jon allenarsi nel cortile di Grande Inverno, quando veniva costretta a dedicarsi alle attività che spettano ad una lady come lei, come ad esempio il ricamo. Lo guardava crescere e giorno dopo giorno, anno dopo anno, se ne innamorò. Lo difendeva continuamente da tutti quelli che continuavano a prenderlo in giro, etichettandolo “bastardo”. Ely era l’unica a leggere nei suoi occhi il dolore che quell’appellativo gli causava. Jon non aveva nulla di bastardo: era nobile anche lui, nobile d’animo, era un ragazzo gentile ed educato, rispettoso, onorevole, che pregava gli dei. (ai quali Ely non credeva più di tanto. Era cresciuta con la convinzione che si deve credere solo a ciò che si vede con gli occhi e a ciò che si può dimostrare con i fatti). Gli anni passavano, l’amore di Ely per Jon cresceva, ma non ebbe mai il coraggio di confessargli i suoi sentimenti. Lei si dedicava agli allenamenti con Robb e Jon, al cucito con Sansa e Arya, e coltivava una passione singolare: amava leggere, studiare libri di scienza, passava le notti nella biblioteca di Grande Inverno immersa nei libri di scienza e nelle storie dei primi uomini. Gli anni passavano e arrivò così la notizia della morte di suo zio, notizia che la distrusse emotivamente. Jon, Robb, Arya e anche il piccolo Bran cercano di starle vicino e di alleviare il suo dolore. Gli avvenimenti si susseguirono molto velocemente. Jon decise di partire per la Barriera e arruolarsi nei guardiani della notte. Ely non voleva accettare una cosa simile: jon stava abbandonando la sua famiglia, i suoi fratelli, stava abbandonando lei. Non lo salutò quando partì. Si rinchiuse in biblioteca maledicendo se stessa per aver provato per lui un tale sentimento, che però non l’abbandonò mai, per tutta la sua vita. Si spostò ad Approdo del Re con Sansa, Ned e Arya, sotto richiesta di quest’ultima: “Ti prego non mi lasciare anche tu, vieni con noi”. Re Robert, informato della cultura che Ely aveva acquisito studiando notti dopo notti nella biblioteca di Grande Inverno, la ingaggiò come insegnante reale per i suoi figli: Joeffry, Tommen e Myrcella. Anche dopo la morte di Ned, la scomparsa di Arya, l’ascesa al trono del perfido Joeffry, Ely dovette rimanere li, ad Approdo del Re, con Sansa. Non poteva lasciare sola neanche lei, dal momento che era ancora promessa sposa a Joeffry, ed era continuamente vittima della sua cattiveria. Gli avvenimenti orribili accaddero l’uno dopo l’altro: oltre alla morte di suo zio, la partenza di Jon, la morte di Ned (che era stato come un padre per lei), la guerra, si aggiunse anche la morte di Robb e di Catelyn. Arya era sparita, di Bran non si avevano notizie, tutto il suo mondo era crollato a pezzi ed Ely cercava disperatamente qualcosa a cui potersi aggrappare. E lo trovò. Creò un’amicizia sincera e profonda con Tyrion Lannister, il Folletto, con cui poteva parlare di tutto. “Non tutti i Lannister sono così perfidi” si ritrovò a pensare Ely più e più volte, ed ebbe la conferma di questo suo pensiero anche quando Tywin Lannister combinò il suo matrimonio con Jaime Lannister. Jaime non era più una guardia reale, Lord Tywin aveva chiesto al re di revocare i suoi doveri di guardia reale per potersi sposare e diventare così l’erede diretto di Castel Granito. Nonostante il passato di Jaime, Ely riconobbe in lui un uomo d’onore, e un grande amico. Ma non poteva sposarlo. Erano passati anni, e in quegli anni era successo di tutto, Elizabeth era una donna bellissima, con i capelli corvini e gli occhi verdi brillanti, Jaime era un bravo uomo, e lei gli voleva bene. Ma nient’altro. Non aveva dimenticato. Non aveva dimenticato lui. Jon Snow. L’unico uomo che aveva amato e continuava ad amare era sempre e solo lui. Tyrion e Jaime lo sapevano. Tyrion aveva imparato a conoscerla bene, e Jaime l’aveva svegliata da uno dei suoi tanti incubi, in una di quelle tante notti in cui si svegliava piangendo e urlando. Per questo motivo, a causa di questo amore che la logorava dentro, Ely non riusciva a fare nulla, senza che gli venisse in mente Jon. Era costantemente presente nella sua mente. Voleva bene a Jaime, gli voleva bene sul serio, ma non sarebbe mai riuscita a sposarlo, amando così intensamente un altro uomo che era così lontano da lei, eppure così vicino. Una notte, Elizabeth era intenta a leggere, come sempre, quando Jaime la chiamò:  
“Vieni, devo dirti una cosa.” Il suo tono era serio, quasi preoccupato.
“Cosa succede?” chiese Ely preoccupata. Andarono nei sotterranei della Fortezza Rossa, dove Tyrion li aspettava.
“Elizabeth, ascolta, domani partiremo per Castel Granito” iniziò Jaime.
“Cosa? Domani? E me lo dici solo adesso? Non posso lasciare Sansa così...” 
Jaime la interruppe. “Diremo a mio padre e a Cersei che andremo a Castel Granito per organizzare le nozze, ma non sarà del tutto vero. Porteremo Sansa con noi, e la lasceremo a Nido dell’Aquila da tua zia, noi proseguiremo per la Barriera.”
 Ely dovette mantenersi al muro del sotterrano della fortezza, le girava la testa. Alla Barriera? Non riusciva a pensare. Guardò i fratelli Lannister negli occhi uno alla volta. Perchè avevano organizzato questo viaggio? Tyrion le prese la mano, e dolcemente disse: “Non puoi andare avanti così, devi affrontare i tuoi sentimenti.” Fu immensamente grata, dentro di sè, per quelle parole, e per quel gesto che stavano facendo per lei.
“Comporterà dei rischi…” iniziò.
Jaime la interruppe nuovamente: “Non ti devi preoccupare dei rischi. Tyrion rimane qui e sa tenere a bada mia sorella e mio padre.”
Ely non era del tutto convinta, ma dentro di se qualcosa si accese e non ebbe bisogno di più di due secondi per decidere.
“Va bene.” disse “Partiamo.” 
 
   
 
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