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Autore: sasa123    30/08/2014    1 recensioni
(IN QUESTA STORIA, A VOLTE, VENGONO CITATI DEI PERSONAGGI E DEI FATTI REALMENTE ACCADUTI! SOLO MODIFICATI UN Pò!)
Questa è la storia di un ragazzo che voi conoscete molto bene e di una ragazza che vuole a tutti costi inseguire il suo sogno, ma ci riuscirà?? o sorgeranno dei problemi?? se volete saperlo leggete!! :)) naturalmente ad ogni inizio capitolo c'è una canzone del mitico MJ :3 che vi consiglio di usare come sottofondo per il capitolo! tanto per creare un pò l'atmosfera! :) ecco un anticipo! buona lettura!:
Lei, una ragazza come tante, non molto alta, capelli lunghi, biondi e mossi, occhi verdi e pelle color latte. Si chiama Annie, è una ragazza molto forte e sicura di se, pronta a tutto per realizzare il suo sogno: cantare.
Lui? beh non c'è molto da dire, Michael Jackson. Il Re del pop, la leggenda della musica. Un ragazzo forte, dolce e con un grande cuore.
Questi due cuori, tanto forti quanto lontani, non sanno che presto il destino gli giocherà un brutto scherzo.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Jackson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE: Prima di immmergervi nella lettura vorrei chiedervi di votare qui:  http://summerclash.mtv.it/challenges/4/matches/282-michael-jackson-VS-marco-mengoni# per far vincere il nostro Mike <3 Mi raccomando :P -Sasa123.




Erano passati un paio di mesi dall'accaduto, era ormai la vigialia di Natale, e non avevo più avuto notizie di Susie. Ne una chiamata, ne un messaggio.
Chissà se stava bene.Stavo soffrendo parecchio per colpa sue ed ero davvero furioso con lei, ma non so perchè non riuscivo a smettere di pensarci.
Credevo che sarebbe passato, ma non fu così. Mi sentivo strano. Era successo tutto così in fretta.
Non avevo avuto modo di parlarle, di capire di più. Arrivai infine ad una conclusione. Dovevo parlarle. Ero certo che per quanto volessi
con tutte le mie forze pravare a dimenticarla non ci sarei mai riuscito se non fossi riuscito a chiarire le cose. Insomma, non si può lasciare così, per aria,
una relazione. Avevo bisogno di parlarle. Così solo mi sarei messo il cuore in pace. Presi il telefono e chiamai il mio manager. Gli chiesi un'ora per
andare a sbrigare delle faccende, lui acconsentì. Salii in macchina e composi il numero di Susie. Presi un respiro profondo e con tutti il coraggio che
riuscì a trovare premetti il tasto di chiamata.

TUUU...TUUU...

Non mi ero mai sentito così agitato in vita mia.
Il telefono squillò un paio di volte. Poi Susie rispose.

#Pronto? chi è?#

Rimasi in silenzio. Non sapevo cosa dire. Sarebbe stata felice di sentirmi? Oppure avrebbe riattaccato?

#Pronto??#

Dovevo risponderle, cavolo.

''...Ehi.''
Dissi con tutto il coraggio che ero riuscito a trovare.

#...Mike?#

''Si.''

#...Cosa c'è?#

''Volevo parlarti.''

#Di cosa dobbiamo parlare?#

''Di te...e di me.''

#Credevo che non volessi più avere a che fare con me.#
Rispose lei ironica.

''Dobbiamo parlare.''

#...Senti, sono impegnata. E domani è anche Natale-#

''Ti viene così difficile trovare 10 minuti per me?''
Le risposi stufo.

#Si.#

''No Susie. Questo non è un gioco. Capisci? Devo parlare con te.''

#Non ce n'è motivo.#
Disse staccando il telefono.

''Come sarebbe a dire-...''

Come stracavolo era possibile?? Com'è che la situazione si era ribaltata!? Adesso era lei che non voleva parlare con me? Ero assolutamente stufo del suo
comportamento da bambina. Io avrei parlato con lei, o non mi sarei chiamato più MICHAEL JACKSON! Ma ci volceva un piano. Non potevo mica spuntarle a casa
quel giorno. Era troppo prevedibile. Che fare? Sorrisi impercettibilmente. Avevo già in mente qualcosa.

Passò il giorno. Era natale. Non ero abituato a festeggiarlo ma mi sarebbe davvero piaciuto. Chissà... magari un giorno ci sarei riuscito.
Mi alzai dal letto, mi feci un bagno, scelsi i vestiti e mi diressi allo studio. Mi aspettava un'altra giornata piena di impegni ma ne sarebbe valsa la pena.
Mi feci prendere dal mio autista e insieme a lui passai la mattinata a sbrigare tutti i miei impegni. Dovevo essere certo di avere la sera libera.
Passò il tempo, era già pomeriggio e decisi di chiedere ad un mio amico di informarsi su quello che avrebbe fatto Susie quella sera. Gli diedi il suo
indirizzo e aspettai con un po di ansia la sua chiamata. Dopo qualche oretta mi chiamò. Mi disse che aveva sentito parlare Susie con dei suoi amici e che
quella sera avrebbero organizzato una festa di Natale a casa sua. La festa sarebbe finita entro la mezzanotte. Decisi allora di chiamare il mio autista e di
dirgli che quella sera stessa mi avrebbe dovuto accompagnare davanti casa di Susie verso le 00:20. Il tempo che se ne fossero andati tutti. Mi fermai un
attimo a riflettere. Certo che avevo proprio una mente contorta. Sorrisi per un attimo, poi tornai serio in viso. Dovevo assolutamente parlarle.

La serara passò in fretta e in men che non si dica ero già sulla macchina diretto a casa di Susie.
Parchegiai in un angolo poco illuminato della strada e, appena vidi che tutti gli amici di Susie andarono via, scesi e bussai alla sua porta.
Lei aprì, mi guardò sorpresa e cercò di chiudere la porta di scatto. Io misi un piede fra la porta e la soglia e le impedii di chiuderla, facendola sbattere
contro il mio piede. Cavolo se faceva male! Ma non era il momento di pensarci.

''No, non puoi chiudermi fuori.''
Le dissi con tono pacato.

''Questa è casa mia! Quindi posso.''
Disse lei cercando di chiudere la porta.

Feci cenno ad una mia guardia del corpo che, stando a attenta a non farle male, aprì la porta e mi fece entrare. Chiusi la porta, mi tolsi la giacca e,
sotto i suoi occhi increduli, mi diressi verso il divano per poi sedermi.

''Questa non è casa tua! Nessuno ti ha detto di entrare!''
Mi sbraitò infuriata lei.

''Non urlare, non sei mica mia madre. E poi ti avevo detto che dovevamo parlare.''
Affermai con espressione scocciata io.

''Si, ma io non voglio parlare con te!''

''E invece si.''

''Ma-...''
Sospirò.

''Vuoi stare qui?? stai pure! Non mi importa.''
Affermò lei arrabbiata.

''Ma chi l'ha detto che voglio stare qui?''
Le dissi io azandomi dal divano e avvicinandomi a lei.

''Senti, non mi toccare chiaro!?''
Disse lei spingendomi via e chiudendosi nella stanza accanto.

''?...''
Sospirai. Aveva proprio un brutto carattere.

Mi sedetti con le spalle contro la porta. E portandomi una mano vicino alla testa bussai piano senza voltarmi.

''Vattene!''

''Perchè fai così? Voglio solo parlare.''
Dissi appoggiando la testa contro la porta.

''E io no.''
Mi rispose lei.

''Cos'è? Hai paura che possa farti qualcosa? Non ti fidi di me?''

''...''

''Non ho intenzione di toccarti neanche con un dito. Non lo farei mai, credimi. Voglio solo poter chiarire. Io...non sono più tranquillo da quando è successo.
Voglio solo capire perchè. Cos'è?...Non ero abbastanza, forse?''

Susie si appogiò anche lei contro la porta e sedendosi rispose:

''...Io non credo di essere adatta per essere l'amore che cerchi Mike.''

''?''

''Questa è la mia vita. Queste sono le mie abitudini. Non mi fido degli uomini. Mio padre è come se non ci fosse per me. Tutti i miei ragazzi passati mi
hanno sempre mentito. Per questo sto con tanti ragazzi diversi. Perchè ho paura di abituarmi ad un paio di braccia, a delle labbra... a degli occhi.
Nessuno mi ha mai voluto davvero.''

''C'ero io.''

''...''

Susie aprì la porta. Aveva le lacrime a gli occhi. Non potevo crederci. Non l'avevo mai vista piangere.
Mi avvicinai e le asciugai le lacrime. Non mi guardava neanche. Mi misi il cappotto, la presi da un braccio e la portai in macchina con me. Chiesi al mio
autista di portaci al parco e scendemmo li. Ci sedemmo in una panchina. Ci fu il silenzio. Mi voltai verso di lei, era la notte di natale, c'era molto
freddo e lei non aveva neanche una giacca. Mi tolsi la mia e gliela misi sulle spalle. Lei si voltò verso di me. Poi cominciò a parlare.

''Mi dispiace, Michael.''

''Tranquilla. Ormai è successo.''
Le dissi rivolgendo lo sguardo altrove.

''Non mi sono resa conto di quello che avevo...''

''...''

''Io ti amo, Mike.''

Mi voltai verso di lei. Continuai a mantenere il mio volto serio. Sentivo il cuore battere a mille, ma decisi di non farlo notare.

''Anch'io.''
Sussurrai.

Lei si avvicinò verso di me. I nostri volti si avvicinarono sempre di più, fino a che le nostre labbra non si sfiorarono. A quel tocco mi tremò il cuore.
Mi voltai velocemente e guardai verso il basso. Susie mi guardò con aria interrogativa.

''Che succede, Mike?''

''No, Susie.''

''...Cosa intendi?''

''Non posso.''
Sussurrai continuando a tenere lo sguardo basso.

''P-perchè?''

''Non riesco a non pensare a quello che è successo quel giorno...i-io non ci riesco, capisci??''
Affermai guardando un punto fisso davanti a me. Non riuscivo a guardarla negli occhi.

''M-ma...''
Mi prese le mani e, liberandosene una, mi girò delicatamente il viso verso di lei.

''Tu mi ami vero??''
Disse piangendo.

''Troppo forse.''
Le dissi prendendole delicatamente le mani e allontanandogliele dalle mie.

Lei mi guardò triste. Le lacrime continuavano a scendere dal suo viso.

''Me lo avevi promesso... Avevi promesso che saresti rimasto!''
Gridò lei continuando a piangere.

Non seppi cosa rispondere. Mi alzai e comincia ad incamminarmi verso la macchina. Susie si alzò e, mi afferò da dietro la maglia:

''Davvero non ti importa niente?''
Mi chiese con tono pacato facendomi voltare verso di lei.

''...''
Non risposi. Non riuscivo neanche a guardarla negli occhi. Faceva così male. Eppure lo feci. Senza risponderle la guardai per l'ultima volta negli occhi
e mi diressi lentamente verso il mio autista.

''Perfavore, la porti a casa.''
Sussurai.

''E lei, signore?''
Mi chiese.

''Non preoccuparti. Ti chiamo domani.''
Gli risposi.

Guardai Susie da lontano, aveva lo sguardo basso e le lacrime continuavano a bagnarle la mia giacca che le avevo lasciato qualche minuto prima.
Sospirai, poi vi voltai dall'altra parte e cominciai a dirigermi camminando verso casa. Non avevo paura di essere riconosciuto fra la gente. Tanto, in una
notte bella come questa, chi avrebbe mai notato un ragazzo con le guance bagnate di lacrime passare indifferente tra la folla?






Commento dell'autrice:
Salve a tutti! Grazie per aver letto anche questo capitolo! :) Allora? che ne pensate del passato di Michael? Spero che le vostre curiosità siano state soddisfatte a dovere!
Che dire? A domenica prossima! <3
PS: avevo pensato di aggiungere un tocco il più a questi capitoli :) quindi perchè non mettere un angolo dell'autrice? In poche parole alla fine della vostra recensione potete aggiungere delle domande su di me e su quello che non vi è chiaro della storia! Anche domande senza senso sono ben accette! Tanto lo si fa per divertirsi un po :)
Risponderò alle vostre domande (se ce ne saranno) alla fine di ogni capitolo <3 Aspetto con ansia le vostre recensioni!

God bless you! -Sasa123.


 
  
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