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Autore: PervincaViola    31/08/2014    4 recensioni
«Perché ti sei fatta i capelli di quel colore assurdo?»
{Pseudo Cam/Luce ♥}
Prima classificata al Contest 'Tra Cielo e Terra' indetto da Stardust e giudicato da _MoonBeam
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cameron Briel, Luce Price
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Belong to the night




La sabbia era fresca e densa sotto le piante dei piedi nudi di Luce. Davanti a lei, il mare della California era un'infinita distesa blu cupo, a malapena distinguibile dal cielo nero e limpido, senza nubi. La Shoreline era solo una sagoma ombrosa alle sue spalle, lontana, puntellata dalle luci provenienti dalle camere degli studenti. Riusciva quasi a sentire le risate dei ragazzi ancora svegli, probabilmente intenti a festeggiare dopo aver passato l'ennesimo test di biologia o storia europea, allegri e spensierati come solo gli adolescenti sanno essere.
Questo non è il mio posto, pensò con amarezza, lasciando che la corrente oceanica s'insinuasse liberamente sotto i suoi vestiti, gonfiandoli piacevolmente. Una raffica di vento più forte delle altre la fece trasalire: per un attimo le si mozzò il respiro, mentre in un angolo recondito della sua mente si accendeva la speranza che fosse Daniel. Tuttavia, voltandosi, rimase delusa. 
Non era Daniel, ma le ampie ali, di un radioso oro ramato, le permisero di riconoscerlo all'istante.
«Cam» disse gelidamente, ma lui ritrasse le ali e, irriverente, sorrise.
Era innegabilmente bello. Non possedeva lo splendore etereo di Daniel, questo no, né il suo sorriso dolce. Eppure in lui tutto sprigionava sensualità, dall'incarnato latteo su cui spiccavano le labbra rosa pallido ai luminosi occhi verdi - il suo era il fascino oscuro di un demone.
«Lucinda» la salutò, accennando un ironico inchino. «È un piacere rivederti».
«Per me no. Non dovresti essere qui» lo freddò immediatamente, scrutando i dintorni per accertarsi che non ci fosse nessun altro, oltre a lui.
Cam ghignò e i suoi denti assunsero una sfumatura argentata, nella luce della luna. «Nemmeno tu. Tuttavia, almeno questa volta hai avuto il buonsenso di non allontanarti dai confini del campus. Sono solo, tranquilla» concluse, notando il suo guardarsi attorno irrequieta.
«È proprio questo a non farmi stare tranquilla» lo rimbeccò lei. «Cosa ci fai qui?»
«Il tuo amichevole benvenuto mi scalda il cuore, Lucinda, sul serio» rise Cam, gettando la testa all'indietro. «Soprattutto dato che mi sembra di ricordare di averti salvato la vita, l'ultima volta che ci siamo visti. Sbaglio, forse?»
No, non sbagliava, riconobbe Luce: le aveva dimostrato che erano molti gli angeli caduti che le davano la caccia, disposti a tutto pur di ucciderla, e lui non era nemmeno il peggiore. 
«Cosa sei venuto a fare?» ripeté più lentamente. Non si fidava di lui, non ancora, e la sua presenza aveva il potere di inquietarla. 
«Il mare ha sempre esercitato una certa attrattiva sulle anime dannate come la mia. Diversi poeti hanno scritto su questo, sai?» chiosò Cam, poggiando distrattamente una mano sul retro del collo, appena sotto l'attaccatura dei capelli, dove – Luce lo sapeva – era stato tatuato un raggiante sole nero.
«Questo tuo lato sentimentale mi era sconosciuto» commentò acidamente, ma lui non raccolse la provocazione. Si limitò a inarcare stoicamente un sopracciglio, lanciandole un'occhiata sbieca.
«Perché ti sei fatta i capelli di quel colore assurdo?»
L'improvviso cambio di argomento la disorientò e per qualche stupido motivo, si sentì colta in fallo. Istintivamente portò le mani all'altezza del seno, alla ricerca delle sue ciocche scure, ma poi ricordò il drastico taglio che si era imposta. La sua vecchia chioma corvina era scomparsa, sostituita da morbide onde biondo slavato, che le sfioravano a malapena le clavicole.
Era la seconda volta che Cam la vedeva, tuttavia la prima non aveva fatto commenti, forse troppo preso dalla foga degli eventi per prestare realmente attenzione al suo aspetto.
«Una donna cambia pettinatura quando vuole cambiare vita» affermò Luce sulla difensiva, con meno fermezza di quanto avrebbe voluto, trincerandosi dietro le parole che le aveva ripetuto Shelby mentre impugnava la bottiglietta dell'acqua ossigenata e inzuppava una ciocca dopo l'altra. Volevo cambiare qualcosa nella mia vita. Volevo cambiare qualcosa di me.
«Stupida credenza da mortali» commentò lui con aria vagamente infastidita. «Vorresti farmi credere che vuoi davvero cambiare vita? Finirla qui con Daniel, la maledizione e il vostro infinito amore
«Sarebbe così assurdo?» domandò con tono di sfida – non le era piaciuto lo sprezzante divertimento trasudato dalle sue parole. E sarebbe stato così assurdo pensare che anche lei fosse stanca di quella storia che si trascinava da millenni, ormai? 
«Sì» rispose Cam con disarmante semplicità, facendosi serio, e lei rimase sorpresa nel constatare che il suo tono era sincero.
«Per quale motivo?»
«Perché conosco le persone, Lucinda. Conosco te e Daniel da molto più tempo di quanto tu possa ricordare e non hai mai dubitato del suo amore, mai. Nemmeno in una singola vita, per quanto piacere avrebbe potuto farmi. Perciò dimmi, per quale motivo dovresti farlo ora?»
Perché mi ha lasciata qui, sola, senza una spiegazione, avrebbe voluto rispondergli, ma quelle parole si rifiutarono di uscire, rimanendo bloccate dall'improvviso groppo che le aveva oppresso la gola.
Perché, Luce se ne era resa conto con orrore, c'erano i limpidi occhi azzurri di Miles e il suo sorriso gentile, alla Shoreline; c'erano le statuette orientali e gli infastiditi mugugni di Shelby, c'erano le lezioni di Steven e Francesca e tanti nuovi compagni e sole, sabbia e un mare bellissimo. Ma la California non era la sua casa, così come non lo era quella scuola. Lì con lei non c'erano i suoi genitori, non c'era Callie, non c'era Daniel e questa era la cosa che l'atterriva più di tutto.
C'era invece Cam, di fronte a lei, gli occhi verdi sgranati e fissi su di lei, e il modo in cui essi la scrutavano, come se lui fosse stato capace di leggerle dentro, unito al senso di smarrimento che l'aveva colpita all'improvviso, fece crollare le ultime difese che le erano rimaste. La sua figura divenne all'improvviso offuscata, difficile da distinguere, e Luce abbassò lo sguardo, tentando inutilmente di farsi venire in mente qualche stupida battuta di Callie, in un ultimo, disperato tentativo di respingere le lacrime che, bollenti, ormai le inondavano gli occhi. Gli voltò le spalle di scatto, in un impeto di orgoglio: non voleva mostrarsi così debole davanti a lui, non avrebbe sopportato una sua battuta pungente o un suo ghigno sprezzante.
«Lucinda...» si sentì invece chiamare, con una dolcezza che raramente aveva udito nella sua voce, solitamente sovrastata da ironia e sarcasmo. Ignorandolo, mosse qualche passo incerto verso la scuola, però Cam afferrò il suo polso, costringendola a voltarsi verso di lui, e l'attirò a sé, seppellendola nel suo abbraccio.
«Non toccarmi!» singhiozzò, cercando di allontanarsi da lui con forza, ma la sua stretta d'acciaio le impediva di muoversi.
«Va tutto bene» disse. «Andrà tutto bene». E forse non c'era bisogno di spiegargli nulla. Più era sconvolta e più sembrava che Cam diventasse disponibile. E se fosse bastato abbandonarsi tra le braccia di qualcuno che si preoccupava per lei, e lasciare che un semplice affetto le restituisse un po' di serenità? Era così bello essere abbracciate, persino se la persona che la stringeva era un demone. Il suo abbraccio era diverso da quello di Daniel, ma non per questo meno confortevole: avvertiva la pressione delle sue mani sui fianchi, il suo respiro di menta sui capelli. La sua camicia sapeva di pulito, ma il profumo della sua pelle era molto più intenso e Luce si ritrovò aggrappata alle sue spalle larghe senza nemmeno sapere come. La maniera in cui la cullava era la stessa con la quale l'aveva consolata subito dopo la morte di Todd, quando erano ancora alla Sword & Cross e lei non sapeva nulla di angeli, demoni e della guerra più lunga che fosse mai stata combattuta.
Come allora, la lasciò andare dopo un tempo che le parve infinito, solamente quando fu certo che avesse smesso di piangere. 
«Grazie» pigolò Luce con voce tremante, allontanandosi di qualche passo e tentando goffamente di asciugarsi le lacrime con la manica del cardigan che indossava. Si diede mentalmente della stupida per essere scoppiata a piangere in quel modo, senza un vero motivo. Era perfettamente consapevole che quella era stata una valvola di sfogo per allontanare tutte le emozioni e le tensioni accumulate in quei mesi in cui tutto ciò che le stava accadendo pareva assurdo e senza senso. Le sembrava quasi che un'altra Luce avesse preso il suo posto e lei fosse semplicemente una spettatrice passiva della sua vita, in cui tutti prendevano decisioni al suo posto e i suoi desideri contavano meno di niente. Persino Cam sembrò averlo capito, perché le fece un cenno con la testa.
«Non riesco a rimanere con le mani in mano davanti a una ragazza in lacrime. Sono un cattivo dal cuore tenero, che ci vuoi fare?» scherzò, mettendosi una mano sul cuore.
«Quindi lo sei davvero? Uno dei cattivi, intendo». 
Ogni traccia di divertimento scomparve dal volto di Cam. «Diciamo che molti mi ritengono tale. Ma bene e male non stanno mai da una parte sola, dovresti averlo imparato» replicò, negli occhi un'espressione terribilmente seria.
Luce non ribatté e anche lui, in piedi accanto a lei con le mani infilate nelle tasche dei jeans neri, rimase in silenzio.
«Credi che riusciremo a spezzare la maledizione?» mormorò infine, gli occhi ancora arrossati. Lo sto davvero chiedendo a lui?
Lui le restituì uno sguardo incredulo e beffardo allo stesso tempo, in un modo che le fece pensare di aver parlato ad alta voce, invece che dentro di sé. «Lo stai davvero chiedendo a me
«Non hai risposto» constatò Luce con tono piatto. Cam roteò gli occhi e sospirò, insofferente.
«Daniel pensa di sì».
Quella risposta distaccata la indispettì più di quanto avrebbe voluto.
«Io voglio sapere cosa ne pensi tu» ribatté piccata. 
«Forse. La vita è così ricca di possibilità...». Cam scrollò le spalle con indifferenza, come se la loro sorte non lo toccasse minimamente, ma Luce ebbe l'impressione che dietro quelle parole enigmatiche fosse celato ben più di quanto fosse disposto a dirle. Come sempre, d'altronde: nessuno era mai stato completamente sincero con lei riguardo quell'eterno ciclo.
Tuttavia decise di non insistere e di nuovo ci fu solo silenzio, che questa volta si protrasse molto più a lungo. Entrambi immersi nei propri pensieri, sembravano già lontani e Luce si scoprì quasi sollevata – si era concessa il lusso di piangere di fronte a Cam e non sarebbe dovuto accadere, non con lui, che non sapeva più se collocare tra le fila dei nemici o, al contrario, degli amici.
«Credo sia tempo che vada» annunciò lui, dopo aver studiato il profilo della luna per qualche istante. «Stammi bene, Lucinda. E vedi di non fare altre cazzate quali tingerti i capelli di rosa come Annabelle. Non ti ci vedo per niente».
Il commento sarcastico le strappò un involontario sorriso, ma quando lui voltò la testa, Luce si accorse che non c'era ombra di scherno, sul suo viso.
«Sei molto più bella con i capelli scuri».
Non ebbe nemmeno il tempo di pensare a una risposta.
Cam fletté le ginocchia, spalancò le immense ali color oro e si levò nella notte. Un istante dopo, era solo un'altra stella nello scintillante cielo nero¹.





 

¹ Lauren Kate, Torment


Angolino della Vì:
Era da tantissimo che non scrivevo su questo fandom e ho approfittato di un Contest su Fallen per buttare giù questa sorta di Cam/Luce, dato che sto rileggendo i libri e ho riscoperto l'amore per lui ♥
Note: spero che i personaggi non risultino OOC, difatti ho scelto di ritrarre Luce in un dei momenti di sconforto e di dubbio da cui viene colta alla
Shoreline. (Potrebbe essere visto come un ipotetico Missing moment). Il titolo è preso quasi random da "Make me wanna die" by The Pretty Reckless – ovviamente è riferito alla tenebra in Cam.
Niente, spero vi sia piaciuta e che lascerete una recensione per farmi sapere cosa ne pensate :3 (anche se non so quando risponderò ad eventuali recensori, dato che domani parto e starò via due settimane)!
Buon (?) rientro a scuola agli studenti come me :'D
Un bacio
   
 
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