Corruzione.

«Ma Principe, aspetta! Non puoi alzarti!»
A gridare queste parole è Mana, che ora è partita all'inseguimento del “principe” Atem. «Sei malato! Non ti puoi alzare! Torna qui!» ripete la maghetta, ricordando la notte che il Faraone ha appena passato in preda alla febbre: cosa piuttosto curiosa, dal momento che nelle loro terre il clima è abbastanza caldo e asciutto da evitare praticamente all'intera popolazione l'influenza e lui non è particolarmente cagionevole di salute. Mahad ha detto che probabilmente quelli sono i sintomi di un'eccessiva pressione psicologica. Mana non sa dire se sia così o meno, ma di una cosa è quasi del tutto certa: se lascia Atem libero di andarsene in giro e non lo costringe a stare a letto, lei verrà sicuramente rimproverata; poi magari a lui verrà di nuovo la febbre, e a Mana non piace nessuna delle due opzioni. Così spicca due balzi in direzione del suo amico e lo afferra per un polso, tirandolo verso il letto dove si trovava neanche cinque minuti prima. «Mana, adesso sto bene! Andiamo, smettila...» protesta lui, lasciando tuttavia che lei lo trascini, anche se potrebbe liberarsi molto facilmente dalla sua presa. «No!». Sul visetto di Mana si dipinge un broncio. Atem sospira, rassegnato. «D'accordo». Mana si volta nella sua direzione, stavolta con un'espressione sorpresa. «Ti sei già arreso?» comincia a dire. «Di solito non fai cos...» viene interrotta da un paio di morbide labbra posate sulle proprie. Spalanca gli occhioni verdi. Sente il profumo di Atem e le sue dita sottili sotto il mento. Avverte qualcosa che, se non si trovasse nel 1000 a.C., definirebbe “farfalle nello stomaco”. Chiude gli occhi e si abbandona alla sensazione meravigliosa che prova.
Non è detto che un'interruzione debba essere per forza spiacevole.
Quando a entrambi manca l'aria, Atem si stacca da lei, e le sussurra: «Posso andare, che dici?».
Mana, imbambolata, annuisce in uno stato di semicoscienza e lo segue con lo sguardo mentre si allontana ed esce, più o meno come farebbe un gatto con una lucina. Quando il giovane sovrano scompare alla sua vista, passa ancora qualche secondo, poi la maghetta si riprende e, arrossendo violentemente, decide di andare a rassettare il letto – giusto per tenere le mani impegnate – lasciandogliela vinta. Questa è corruzione bella e buona!, pensa, mentre non riesce a scacciare dalla mente il ricordo dolcissimo di ciò che è appena accaduto. Fuori, in corridoio, Atem ridacchia divertito.

Angoletto dell'autrice

Salve a tutti! Vi è piaciuta la fic? *schiva un pomodoro* Non fate così, su! Ok, ecco una piccola storiella terribilmente Vase – e, di conseguenza, terribilmente kawaii. Mi è venuta in mente stamattina, mentre ancora non ero del tutto sveglia, quindi immaginate però mi l'idea mi è sembrata carina, e quindi ho deciso di scriverla e pubblicarla. In realtà l'avevo pensata per una long che magariforseeventualmente avevo intenzione di scrivere, ma era così pucciosa che non ho resistito e ho sentito il bisogno di postarla subito! >///<

Comunque, ringrazio in anticipo chiunque si fermerà a leggere/recensirà/inserirà la storia tra le preferite o ricordate (se qualcuno lo farà...). Sono ben accetti anche consigli per migliorare. Ciao!