Nel buio gelato di un grattacielo,i tuoi pensieri echeggiano.
Guardavo lo schermo del computer senza leggere.
Ero avvolta nelle preoccupazioni.
"Asami,che cos'hai?" disse con la solita voce strascicata.
Feci un lungo sospiro e stirai le braccia.
"Niente,Ryuzaki.Piuttosto,hai trovato qualcosa di interessante?"
"Assolutamente nulla."
Rimase a fissarmi.
Quegli occhi erano dei buchi neri che mi prosciugavano l'anima.
Era difficile concentrarsi con lo sguardo analizzatore di qualcuno che sta scrutando attentamente il tuo cuore.
"Potresti smetterla?"
"Di fare cosa?"
Era inutile discutere con lui.
Rimasi a cliccare su dati completamente casuali.
Erano le due di notte.
A quell'ora i bambini dormono e gli studenti liceali tornano a casa dopo una serata in discoteca.
Io indagavo su un caso che apparentemente non aveva alcuna soluzione.
"Vai pure a letto,resto io qui." esclamò interrompendo il silenzio creatosi.
"Ma tu non dormi mai,Ryuzaki?"
"Ho la media di riposarmi una volta al mese."
Abbassai lo sguardo.
Dava anima e corpo per quel lavoro.
Mi alzai lentamente,ancora intorpidita dal tempo che avevo passato immobile.
Feci un cenno di mano e chiamai l'ascensore.
"Buonanotte Asami." sussurrò con un leggero tremolio di vergogna.
Sorrisi.
Tornata nella mia stanza,presi come al solito le pastiglie antidepressive.
"Cosa ne stai facendo della tua vita?" pensai mentre ne inghiottii una.