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Autore: ___Kenji__    31/08/2014    0 recensioni
Tutti sono importanti, nessuno è essenziale, ca***ta! Nessuno è importante, nessuno è qualcuno, noi stessi decidiamo chi merita e chi no, non esistono le persone importanti perchè da mente a mente cambia la visione verso quella persona ma l'essere essenziali per qualcuno è ben diverso. Tu lo eri, l'ho capito restando chiuso qui dentro, alla fine forse non è stato tutto tempo perso quello passato qui.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ciao a tutti/e!! Grazie per aver aperto questa piccola ff ed aver deciso di leggerla.L'ho scritta un po' di tempo fa  in un periodo non proprio splendido, come potrete notare benissimo leggendo, e spero davvero tanto che vi trasmetta ciò per cui è stata scritta. Magari vi sembrerà l'ennesima storia triste, si spoilerò un po', ma vi prometto che verso la fine (o almeno, l'idea era quella) vi risolleverete un po', parola di nana!
Vi lascio subito alla storia e ci vediamo di sotto, BUONA LETTURA
C.




~Asleep 


Sto camminando in un sogno, non è vero?

 Mi sto immaginando tutto quanto, mi sento invincibile a tratti ed in altri mi sento già sotterrato. So che la mia fine è vicina ma non penso di meritarla davvero, sono anche troppo giovane per poterlo pensare in realtà. E fa proprio male quando mi fermo a pensare a cosa sto facendo e dove sto andando, cammino senza una meta tra la nebbia e il freddo che mi raffredda il corpo. Cammino tenendo gli occhi aperti e sperando che si chiudano, mi sento cadere come se il mio corpo non riuscisse più a sostenermi e improvvisamente dovessi cadere sul linoleum freddo e chiaro.
 Sono troppo giovane, lo so.
 Ma che altro posso fare?

 E sento il tuo odore che mi fa apprezzare leggermente di più il posto in cui sono, che mi fa apprezzare un po' di più anche me stesso e sento la tua voce, di continuo, quella voce che per tranquillizarmi e farmi dormire mi ha cantato tante di quelle volte, che mi cerca, che mi chiama, che mi dice di essere forte, ma sappiamo entrambi che non appartengo a questo posto, che non sono forte, non c'entro proprio nulla. Mi dici di andare avanti e di non fermarmi e di non pensare ma come si può non pensare?
 é una delle prime azioni che uno compie, che uno impara inconsciamente a fare, pure mentre dormiamo pensiamo come posso evitare di farlo? Non ne sono in grado, non ho nessun potere nemmeno nessuna capacità, sono solo io. Mi dici di non screditarmi che valgo molto di più di quello che credo ma sappiamo entrambi che non è vero e alla fine io non so nemmeno chi tu sia, sento solo la tua voce, l'ho sempre sentita ma non ti ho mai visto, ero troppo accecato da quello che immaginavo, da quello che la mia mente volesse che vedessi. Mi sei sempre stato vicino lo so perfettamente ma non ti ho mai visto, non per davvero, non so chi tu sia e mi sono affidato completamente alla sola tua voce seguendola come se tu fossi una persona e non solo il frutto della mia immaginazione. Ma forse tu sei l'unica cosa vera nella mia vita... Eri.

 Sto impazzendo, lo so, so anche questo.

 Ma non posso farci niente se non appartengo a questo posto, vorrei scappare e avere le capacità per farlo, vorrei stringere i denti e tirare avanti come meglio posso ma preferisco ritrovarmi seduto in un angolo di una stanza buia e a me sconociuta, le immagini scorrono troppo velocemente davanti a me non riesco più a distinguere il falso dal reale, il male dal bene. Vorrei raggiungerti ma non posso, mi hanno chiuso in questo posto da cui non posso evadere perchè sostenevano che non fossi mentalmente adatto alla società che mi circonda ed è proprio questo il prezzo che la sincerità deve pagare.
 Tutti viviamo con addosso delle maschere, tutti conoscono il nostro personaggio, il soprannome non caratterizza la nostra personalità, oh no, ci da un'etichetta e ci identifica come il personaggio che siamo, come quello che gli altri vedono di noi.

Mille corpi che si muovo freneticamente a tempo di musica, corpi sudati che si toccano, che si intrecciano tra loro, aria sporca e con un cattivo odore, musica alta che quasi ti perfora i timpani. Mi ritrovo ad una festa in cui non vorrei essere, cerco di muovermi pure io imitando gli altri ma appaio molto più scordinato di quello che in realtà sono, cerco di fregarmene ma è come se delle catene mi stessero tenendo stretto a qualcosa. Mi esplode la testa, mi andrebbe bene essere ovunque tranne che qui.

Tutti mascherati, nessuno ci conosce né ci conoscerà mai come quello che realmente siamo.

 Appena mi portarono in questo posto, qualche anno fa, con tutti i muri bianchi mi dissero di non preoccuparmi, che non avevo nulla che non andava ma che semplicemente non indossavo nessuna maschera e che ero io. Due categorie di persone potevano e possono permettersi il lusso di non utilizzare la maschera: gli eremiti e i pazzi. Vivevo circondato da persone che riempivano il mio spazio muovendosi velocemente, questo voleva semplicemente farmi intuire che ero un pazzo come tutti gli altri.
 Ma io non appartengo a questo posto, devo scappare, mi sento costantemente in un dormiveglia, mi sento un sonnambulo, non sto realmente vivendo sto solo camminando senza una meta in un sogno che mi ha fatto crescere fino a questo punto. Dicevano che era normale avere un amico immaginario ma che non era normale per la mia età, all'inizio pensavano fossi semplicemente leggermente infantile, poi schizzofrenico, ma non capiranno mai quanto tu realmente appartenga a me. Non sei la mia immaginazione, tu esistevi, ti ricordo ogni dannatissimo sofferente giorno, anche se non ti ho mai guardato come avrei dovuto fare ti ho sempre percepito con una mano stretta saldamente alla mia spalla e l'altra che mi reggeva la testa, mi sento spoglio davanti agli altri, poerchè non ho te che mi fungevi da corazza protettiva, forse davvero non ho nessuna maschera ma non sono pazzo, lo giuro! E tu lo sai che non lo sono.

 Non sto parlando da solo ora, sto parlando con te, se loro non sentono la tua voce è un problema loro e non mio, ma ti ho detto che ti avrei raggiunto prima o poi, no? Quindi dammi tempo, non è facile, lo sai, l'hai fatto prima di me e io non ho fatto nulla per fermarti. Ti vedevo triste e non ci davo peso, vedevo che sofrrivi per me e me ne fregavo, ero perso nella mia disperazione talmente tanto che non sentivo nemmeno la tua ma solo un grande freddo, tranne quando mi abbracciavi, come in questo momento. Non ti vedo ma le sento bene le tue braccia strette saldamente attorno al mio corpo ranicchiato. Voglio andare lontano da qui, voglio arrivare da te, so che mi stai aspettando, e mi spiace averti fatto aspettare così tanto tempo ma in un posto come questo sei sempre sorvegliato. Mi hanno spesso detto che merito di vivere come gli altri ma non è vero, non ci credo, poi senza di te io non valgo niente, l'unica parte non marcia della mia esistenza apparteneva a te e me l'hai strappata senza nemmeno pensare un attimo a come avrei reagito io, ma hai fatto bene... Non ti ho mai dato quello che meritavi, le sentivo le tue lacrime, le vedevo, le annusavo ma non ci davo peso. Ho sempre vissuto nelle mie allucinazioni, sono sempre stato in grado di ''vedere cose'' e nessuno mi ha mai capito, tutti per pazzo mi hanno preso tranne te ma so perfettamente che alla fine io in parte sono guarito e ho reso completamente pazzo te. Mi dispiace, non era mia intenzione.

Piove amore.

 So che quando fuori piove è merito tuo, adoravi la pioggia e dopo la tua morte non piovò per mesi, ma ci fu un giorno in cui il mio cuore si burlò di me fingendo di essere tornato a battere, a pompare sangue da trasportare per tutto il corpo, quel giorno piovò in maniera pressante e quasi fastidiosa ma non per me. Eri tu, mi stavi dicendo che stavi bene e muoio ogni volta che piove perchè vorrei essere con te e stringerti per non farti avere freddo ma non ci sono, ti ho abbandonato a te stesso per la mia stupidissima malattia, o capacità come la chiamavi tu per non farmi sentire sbagliato. Grazie.
 Non avresti dovuto accogliermi nella tua vita, non avresti dovuto farmi sentire normale o speciale a volte, avresti dovuto trattarmi come tutti gli altri e privarmi di tutti quei sorrisoni meravigliosi che nei pochi momenti di lucidità non mi erano nascosti dai miei occhi appannati e che ancora oggi, solo a ripensarci, mi fanno sciogliere come neve ghiacciata sotto un sole cocente.

 Non mentire, non proteggermi, lo so che ti ho ucciso io, lo so che tu non c'entravi nulla, lo so che ero ancora malato e che ti ho mentito dicendoti che non avevo più bisogno delle medicine, lo so che le mie visioni mi hanno portato ad ucciderti ma queste hanno cercato di farmi dimenticare e per tanto tempo ci sono riuscite, ancora oggi cercano di farmi dimenticare, solo qualche settimana fa ho ricordato tutto e ancora non riesco a crederci, se non fossi già morto vorrei morire.

 Avevo avuto l'ennesima allucinazione, il mio corpo tremava appena, riuscivo quasi a sentire le cellulle presenti nel mio corpo muoversi. Dei continui formicolii si propagavano per tutto il corpo e infastidito senza pensarci ti ho colpito, ti ho insultato, ti ho trascinato nel letto, ho urlato, ti ho ricolpito e ho preso una pistola, che non so nemmeno io da dove l'abbia tirata fuori ma ce l'avevo, ho mirato la tua figura esile e spaventata. Se non avessi incontrato i tuoi occhi color nocciola con qualche pagliuzza vagamente ocra e verdina, amavo i tuoi occhi, te l'ho mai detto? Beh Frank amo i tuoi occhi ed era magnifico vedere come assieme al cambiare del clima pure loro mutavano creando nuove sfumature. Non hanno un colore per essere descritti, sono troppo perfetti per averlo. E forse sarei tornato in me se non li avessi incontrati ma eri così tanto spaventato che volevo farti stare tranquillo e in quel momento non ci sono arrivato, le voci nella mia testa mi suggerivano di farlo, che poi tu saresti stato meglio, spero con tutto me stesso che abbiano avuto ragione, ho sospirato e ti ho sparato.
 Non ho capito assolutamente nulla, non volevo capirlo perchè ti avevo preso, ti ho abbracciato, ho sistemato le tue braccia attorno al mio corpo nudo come il tuo e mi sono addormentato tra le tue braccia fredde e insanguinate. Una volta sveglio ero qui, in questo orrendo posto.

Mi dispiaccio anche per questo ma ho finto anche qui. Ho detto che stavo meglio, che non avevo più visioni ma non è vero le ho ancora e spesso ci litigo, mi intimano di fare cose brutte che non vorrei fare, che sono sgradevoli ma a volte sono troppo più forti di me!

Tu non sai cosa sto passando ho così tanta paura che spesso mi viene la pelle d'oca senza un vero motivo, senza di te sono troppo esposto. Sono completamente perso in questo oceano infinito: sono come una nave senza vele; come un bambino senza il suo giocattolo preferito e da dover proteggere, come un cane senza il suo osso da dover custodire gelosamente, come un pianista senza dita. Sono solo una canzone triste e tu eri le mie parole felici che rendevano questa melodia triste semplicemente una delicata ed armoniosa, genericamente dolce.

 Vorrei che tra le mie ''capacità'' ci sia quella di tornare indietro per potermi impedire di conoscerti, magari ti saresti sposato con qualche bella ragazza, come io stesso ti ho promesso << appena guarisco ti sposo >> continuavo a ripeterti in quei rari momenti in cui ero davvero sano e cosciente. Non sai quanto io stia male perchè vorrei averlo fatto davvero << ti annegherò nella mia fredda disperazione Frank, smettila di trattarmi bene >> ti ripetevo e tu senza esitazione mi stringevi ancora più forte di quanto già stessi facendo e sussurrandomi piano appoggiando le tue labbra direttamente al mio elice dicevi << io so nuotare, posso insegnarti >> e mi rendevi tutto così fottutamente semplice! Mi facevi sentire una persona come le altre, non mi facevi sentire in difetto, amavi il mio non avere maschere, amavi me, ma io non ne ero in grado di ricambiare, io non potevo, mi illudevo solo di riuscirci.

 Sto per raggiungerti, qui non appartengo, forse ti darò altre rogne ma ho bisongo di te, sto parlando tantissimo con te, a volte mi rispondi pure e non sai quanto io mi senta bene quando lo fai, o forse sì e proprio per quello mi rispondi ma è difficile nascondersi dagli altri, a volte qui dentro mi prendono in giro ma non capisco perchè lo facciano: siamo pazzi allo stesso livello. é difficile trovare dei momenti come questo in cui posso parlarti chiaramente, dicono che sono pazzo, urlano, si muovono in modo sconnesso! Alcuni mi vengono vicino e mi insultano, tremo dalla paura e mi stringo le gambe al petto. Non distinguo più se sono visioni o persone reali ormai e tutto ciò che vorrei é vederti finalmente.

 Ti amo, lo dico davvero, non per dire, te lo sto giurando con il cuore in mano che a fatica ancora pulsa, ti amo come una mamma ama suo figlio, come la musica ama le parole, come la poesia ama i sentimenti, ti amo come nessunaltro mai potrà farlo, non perchè ormai vivi nella mia memoria ma perchè nessuno potrà mai provare quello che provo io. Non solo sentimento è devozione, è volersi dare completamente, é desiderare di morire per restituirti la vita, é il volerti rendere libero e felice.
 Ma aspetta ancora qualche minuto, sto arrivando, la dose l'ho presa qualche minuto fa, è difficile trovare eroina qui, ma io l'ho trovata...Ok, lo so che non ne sei fiero e che non ne dovrei parlare con tanta leggerezza e quasi vantandomene orgogliosamente ma che avrei dovuto fare scusa?! Io lontano da te ancora per molto non ci stavo, lo sapevi! Non farmi nessuna ramanzina e non odiarmi, ti chiedo l'immenso sforzo di amarmi ancora un po', se qualcosa per me in te è rimasto ti prego permettimi di soffiarci sopra come se fosse fuoco, se dovrà spegnersi si spegnerà se no mi impegnerò con tutto me stesso per farlo ravvivare e proteggerlo dalle tempeste con anche il mio stesso corpo.

Qualche altro minuto e arrivo ok? Tu aspettami con le braccia aperte come ti ho lasciato.

Hai soffero almeno un po' la mia mancanza? Io la tua l'ho patita ed è stato orrendo ricordare tutto, ma in quel momento non ero io, spero tu lo sappia, era la mia testa, erano le mie visioni. Dicevano che tu non mi volevi bene, che mi usavi solo e io come uno stupido ho dato retta a loro e non a te. Sono imperdonabile, faccio schifo lo so perfettamente ma ora cosa posso fare? Ti ho già detto che non posso tornare indietro.
 Scommeto che in paradiso non ci arrivo ma ti prego, in qualsiasi posto tu sia, angelo mio, raggiungimi.

Da piccolo ero convinto che tutti avessimo degli angeli custodi che vegliavano sopra di noi, a volte riuscivo a vederli sopra le teste delle persone, quasi trasparenti con dei lunghi vestiti bianchi e visibilmente leggeri, che fluttuavano nell'aria osservando i propri custoditi, ma sopra la mia testa non ho mai visto nessuno, nemmeno sopra la tua... Che sia tu davvero il mio angelo custode ed io il tuo?

Mi dispiace, mi dispiace così tanto, sto facendo come ho sempre fatto. Ti sto chiedendo di sacrificarti per me ma ti giuro incastrandomi una croce incandescente nel cuore che mi impegnerò. Meritavi qualcuno di normale Amore Mio, ma ti sono capitato io e tu, cazzo come hai fatto? Tu mi hai trattato sempre come se fossi una qualsiasi persona e so che ora starai scuotendo la testa accennando un piccolo sorrisino << Non sei diverso, smettila Gerard sei solo molto fantasioso, il mio fumettista fantasioso >>. Vorrei avere le tue braccia attorno al mio collo e il tuo petto premuto sulla mia schiena ricurva realmente, vorrei non stare piangendo, voltarmi e baciarti, cosa che raramente facevo. Perchè? Niente aveva il tuo sapore! Era mille volte meglio di tutto quello che ingerivo ma ne ero ossessionato ormai e non riuscivo a percepirlo per davvero il tuo sapore.

Non ti ho dato nulla e tu mi hai dato la tua stessa vita.
 Sapevi cosa stavo facendo e sei stato fermo, forse non ce la facevi più, forse davvero non aspettavi altro, che tutto finisse, come gli altri nella stanza mi dicevano sussurrando e nuotando attorno a noi nell'aria.

 Alla fine ce la faccio, non appartengo qui me ne devo andare, devo scappare da questo oblio, da tutta questa incertezza, devo andare lontano da qui, ti sto aspettando e sto cercando un posto solo per noi, tu apri le tue braccia e fatti abbracciare che a tutto il resto ci penso io. Tocca a me prendermi cura di te, leccherò le tue ferite e le tue cicatrici affinchè guariscano prima e si rimargino, ti darò tutto ciò di cui avrai bisogno e se dovessi avere qualche problema ti prometto che mi impegnerò fino a superarlo con successo.

Mi sento così stupido perché non ho mai capito quanto tu fossi essenziale per me.

Tutti sono importanti, nessuno è essenziale, cazzata! Nessuno è importante, nessuno è qualcuno, noi stessi decidiamo chi merita e chi no, non esistono le persone importanti perchè da mente a mente cambia la visione verso quella persona ma l'essere essenziali per qualcuno è ben diverso. Tu lo eri, l'ho capito restando chiuso qui dentro, alla fine forse non è stato tutto tempo perso quello passato qui.

Chiudo gli occhi mi sembra di sentire una melodia in lontananza, non capisco cosa sia! Forse sono angeli che cantano. Sospiro piano e mi circondo il busto con le braccia, sento scosse ovunque, le vene fanno un male assurdo come i polsi che premono, la testa gira, ho paura ad aprire gli occhi e quando lo faccio sono dentro ad una piscina, suppongo. Attorno tutto quanto è colorato di un blu spento e capisco di essere in acqua quando tentando di aprire la bocca fuori escono solo bolle di varie grandezze e forme.

Ho davvero pensato di poterti raggiungere? Che sciocco. Inizio a piangere e per fortuna essendo circondato da acqua non lo nota nessuno, anche se sono da solo ed in ogni caso non lo noterebbe nessuno, ma nella mia vita è sempre stato così se si trattava di me nessuno notava qualcosa, a parte te ovviamente, dunque sorrido e apro bene la bocca sentendo il liquido riempirmi le cavità ed il naso iniziare a pizzicare, mi si sta pure appannando la vista. Non vedo l'ora che tutto questo finisca!

Sento che manca davvero poco perchè percepisco quanto sia freddo il mio corpo e vedo mille piccolissime bollicine attaccate tutte attorno a me e solo ora vedo che sono nudo, basta che io chiuda gli occhi e tutto sarà finito, mi fa male il naso e la fronte, come se da un momento all'altro dovessero esplodere e non sto respirando non so nemmeno io da quanto! Chiudo un occhio, rimango immobile ma prima che possa chiudere l'altro mi sento trascinato, l'acqua della piscina si abbassa, o forse sono io che vengo innalzato, e così è. Sono fuori dall'acqua non vedo nulla ma sento una mano sulla mia fronte e un'altra sulla spalla << Chi sei, cosa stai facendo? >> sento la mia voce sporca, roca e ovattata come se fossi ancora sotto acqua, tremo tutto, fa troppo freddo qui ma anche se adesso voglio non riesco a muovermi << Ti sto insegnando a nuotare, Gee >>.






Eccoci qui, piaciuta? Come avrete notato l'ho scritta durante l'ascolto di diverse canzoni che spero abbiate colto, non ci sono molte citazioni ma generalmente dovrebbero capirsi. L'ho scritta di getto, non l'ho nemmeno riletta ora perché se no so che l'avrei praticamente tutta cambiata e non avrebbe avuto proprio senso quindi lascio a voi il giudizio che spero arriverà tramite qualche piccola recensione. Questa storia è la terza che pubblico e vorrei capire se davvero sono in grado di scrivere o no quindi se magari aveste un po' di tempo da buttare e vorreste leggere le altre due, beh, basta andare sul mio account!
Grazi per aver letto, spero abbiate apprezzato leggerla tanto quanto io ho apprezzato scriverla!
se ci sono eventuali errori fatemeli notare! A presto,

un abbraccio Claudia.

  
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