Carol Lockwood.
Questa era l'intestazione riportata da quella dannata lastra di marmo.
Sono ormai ore che sto seguendo con le dita i solchi dell'incisione del suo nome. Come a volermi davvero render conto di chi riposa lì, o almeno si spera.
Non riesco ad alzare lo sguardo da quel cumulo di terra ancora fresca sotto il quale giace il corpo dell'unica persona che mai avrei pensato di perdere.
Sono come ipnotizzato da quel quel terriccio, sembra anche lui volermi dire 'Guarda, guarda che cosa hai fatto. Non sei stato neanche in grado di proteggere la donna che ti ha messo al mondo'. Ed era vero, non sono stato all'altezza della situazione. Fino a pochi giorni fa ho creduto di poter guidare un branco di ibridi in una ribellione ed invece non sono neanche riuscito a tenere mia madre fuori da tutto questo.
Ed ora mi ritrovo con una mano poggiata su una lapida fredda ed anonima, una lapide prematura, un altro pezzo di marmo che prende posto nel cimitero di famiglia.
Sono passati alcuni giorni dalla sua morte eppure nessuna lacrima ha solcato il mio volto. Il dolore che provo per la sua perdita era immenso. Un dolore troppo forte da sopportare eppure non riesco a piangere la sua scomparsa, non sapendo che la causa di questa sono proprio io.
Ormai non rientro neanche più a casa, il solo pensiero che fino a qualche sera prima sarei rientrato trovandola in ansia per me o che mi attendeva sorridente nel soggiorno, mi fa sentir male.
Ho appreso la notizia della sua morte chiudendomi in me stesso e non riuscendo a fare i conti con la mia rabbia. Rabbia per aver perso ciò che restava della mia famiglia, rabbia per non esser stato in grado di salvarla e rabbia verso chi mi aveva fatto tutto questo.
Klaus.
Da lui sono iniziati tutti i miei guai. E' causa sua se sono in questa situazione, causa sua se ho perso tutto ciò che mi restava, causa sua se mia madre non c'è più. Se prima avevo un motivo per avercela con lui, adesso ne ho due. Questa volta non gli permetto di passarla liscia; un conto è rovinare la mia vita e quella dei miei amici ma quando si parla della mia famiglia è tutto un altro paio di maniche.
Sono ormai ore che sto seguendo con le dita i solchi dell'incisione del suo nome. Come a volermi davvero render conto di chi riposa lì, o almeno si spera.
Non riesco ad alzare lo sguardo da quel cumulo di terra ancora fresca sotto il quale giace il corpo dell'unica persona che mai avrei pensato di perdere.
Sono come ipnotizzato da quel quel terriccio, sembra anche lui volermi dire 'Guarda, guarda che cosa hai fatto. Non sei stato neanche in grado di proteggere la donna che ti ha messo al mondo'. Ed era vero, non sono stato all'altezza della situazione. Fino a pochi giorni fa ho creduto di poter guidare un branco di ibridi in una ribellione ed invece non sono neanche riuscito a tenere mia madre fuori da tutto questo.
Ed ora mi ritrovo con una mano poggiata su una lapida fredda ed anonima, una lapide prematura, un altro pezzo di marmo che prende posto nel cimitero di famiglia.
Sono passati alcuni giorni dalla sua morte eppure nessuna lacrima ha solcato il mio volto. Il dolore che provo per la sua perdita era immenso. Un dolore troppo forte da sopportare eppure non riesco a piangere la sua scomparsa, non sapendo che la causa di questa sono proprio io.
Ormai non rientro neanche più a casa, il solo pensiero che fino a qualche sera prima sarei rientrato trovandola in ansia per me o che mi attendeva sorridente nel soggiorno, mi fa sentir male.
Ho appreso la notizia della sua morte chiudendomi in me stesso e non riuscendo a fare i conti con la mia rabbia. Rabbia per aver perso ciò che restava della mia famiglia, rabbia per non esser stato in grado di salvarla e rabbia verso chi mi aveva fatto tutto questo.
Klaus.
Da lui sono iniziati tutti i miei guai. E' causa sua se sono in questa situazione, causa sua se ho perso tutto ciò che mi restava, causa sua se mia madre non c'è più. Se prima avevo un motivo per avercela con lui, adesso ne ho due. Questa volta non gli permetto di passarla liscia; un conto è rovinare la mia vita e quella dei miei amici ma quando si parla della mia famiglia è tutto un altro paio di maniche.