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Autore: Elissa_Bane    01/09/2014    0 recensioni
-Ogni angelo ha un Guardiano, che lo aiuta e lo sostiene, che sente ogni cosa senta l’angelo per poter meglio provvedere ai suoi bisogni. È il suo angolo di Paradiso in terra.
-E ogni Guardiano ha un solo angelo?- chiese Castiel. La figura davanti a lui rise divertita.
-Oh no, anche se potrebbero.
-E perché non lo fanno?- Anna abbassò il capo.
-Perché quando abbandoniamo il nostro tramite è come se morissimo, e loro muoiono con noi.
*.*.*
-Ricordi quando stringevamo il nostro "per sempre" tra le dita?
[Destiel + nuovo pairing]
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Angels are watching over you'
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I'LL WATCH OVER YOU

CAPITOLO SESTO

MEMORIES

Un anno dopo.

La malattia la consumava, lentamente. Sam preferiva chiamarla così, malattia, piuttosto che come faceva Castiel, punizione.

Osservò Sibille rantolare ancora. E ancora. E ancora, in un gesto spezzato che non finiva. Il gesto di una vita che non si arrendeva.

Sibille non si arrendeva.

Nemmeno dopo una lunga agonia.

Una mano pallida strinse quella grande del cacciatore, le vene dorate che percorrevano la pelle, marchiandola.

Spacciata.

Era il suo stesso sangue a punirla per aver scelto di amare.


 

*.*.*


 

Sei mesi prima

Sam ancora non lo sapeva, ma quel giorno sarebbe iniziato il suo Inferno personale. Proprio in quella giornata iniziata così bene, nel dolce sorriso di Sibille che sognava al suo fianco.

La aveva portata in biblioteca, per la prima volta. La Guardiana era rimasta entusiasta a fissare gli scaffali impolverati e la vecchia, bisbetica bibliotecaria. Avevano mangiato in un piccolo ristorante lì accanto e, quando Sibille era scoppiata a ridere, Sam le aveva chiesto il perché.

-Meglio stare in giro ancora un po’, non vorrei mai che Castiel ti assordasse- aveva risposto, facendogli capire che il contatto mentale tra loro era attivo.

-Sta urlando?- Aveva esclamato Sam alzandosi –Dobbiamo andare…

La risatina maliziosa della ragazza lo aveva interrotto. Ah, stava urlando in quel senso.

-Pare che Dean apprezzi- aggiunse Sibille afferrando una cucchiaiata di gelato –O almeno, lo apprezza da quando Cass ha fatto in modo che capisse l'enochiano.

-Perché, può farlo?

-Certo- gli aveva sorriso –Potrei farlo anche io, ma vorrei evitare che passassi la notte sveglio a sentire quei due. Non sono silenziosi.

Sam aveva inarcato un sopracciglio –Non li sento mai.

E la Guardiana rise ancora, con quel suono che faceva vibrare ogni atomo del ragazzo in risposta –Ho silenziato la camera il giorno in cui siete arrivati.

Poi erano andati al lago lì vicino ed erano rimasti tutto il pomeriggio stesi sui ciottoli a parlare e giocare come due bambini. Si stavano concedendo di vivere quell’infanzia che gli avevano sempre negato.

-Sam- lo aveva chiamato la ragazza, mentre il sole tramontava e insanguinava il cielo –Devo dirti una cosa- Al cacciatore si strinse il cuore in uno spasmo doloroso, ma le strinse semplicemente la mano, incapace di parlare –Sto morendo.

Sam si voltò a guardarla stupefatto: aveva immaginato mille cose, ma non questa.

-Non puoi morire- fu l’unica risposta che riuscì a dare –Non se Castiel non muore.

-Ma è quello che sta succedendo- aveva mormorato piano la ragazza, slacciandosi la camicetta. E lì, al centro esatto del suo petto, brillava il simbolo del suo legame con Castiel, il Marchio dell’angelo. Ma non era del solito oro scuro, né pulsava al ritmo del cuore di Sibille: quasi bianco, batteva ad un ritmo impossibile per qualsiasi cuore.

-Cosa succede Ille?- le chiese, chiamandola con quel soprannome stupido che la ragazza odiava.

-Sto morendo- ripeté la giovane –E questa era probabilmente la mia ultima giornata, prima che peggiori. Ma ora sono troppo stanca per tornare a casa. Ho bisogno di Castiel.

E così Sam fu costretto a vedersi apparire davanti l’angelo (stranamente, vestito con i jeans e la maglietta di Dean) che li riportò a casa e adagiò la sua Guardiana nel letto dalle coperte celesti.

Castiel la vegliò a lungo, sino a che Sam non perse la pazienza e gli puntò contro il suo stesso coltello.

-Cosa le hai fatto?- gli domandò furioso, premendogli la lama contro la carotide.

-Io?- rispose l’angelo –Nulla. Per una volta avete fatto tutto da soli.

-Ma è il tuo sangue che la sta uccidendo!- urlò il cacciatore.

-No. È la sua scelta a farlo.

-Cosa?

Un delicato tossicchiare richiamò i due ragazzi al mare calmo che era il letto di Sibille.

-Castiel, vai. È compito mio dirglielo.

-Dirmi cosa Sibille?

-Siediti- gli chiese con un sorriso che s’incrinò al rifiuto del giovane –Sam, ti prego.

Sam non si sedette, anzi, la fissò duramente –Qualunque cosa sia possiamo combatterla.

Sibille rise liberamente, con quella risata che nei mesi a venire si sarebbe affievolita sino quasi a scomparire, senza mai farlo davvero –Non questo. È la mia punizione.

-Punizione per cosa?- domandò smarrito il cacciatore dagli occhi buoni.

-Ti amo.

Sam boccheggiò –Scusa?

-Ti amo. Ti amo e non dovrei, perché Cass dovrebbe essere l’unica persona al mondo per me e non è così. Il sangue dovrebbe uccidermi per non essere stata all’altezza del mio compito.

-Hai usato il condizionale. Quindi cosa ti sta succedendo?

Gli occhi già scuri di Sibille si adombrarono –Mi aspettavo una risposta all’altra parte del mio discorso.

Sam si sedette sulle coperte celesti e la baciò.

Dolcemente mosse le labbra su quelle della Guardiana, avvolgendola con le braccia forti e circondandola col suo profumo. Una risata dolce salì alle sue labbra, ma Sam aggiunse –Voglio sapere cosa ti sta succedendo.

Una lacrima dalle sfumature dorate infranse la calma del loro mare.

-Cass ha modificato il nostro patto, tempo fa. Non sto morendo, ma peggio. Sto diventando un angelo.

 

 

*.*.*


 

-Com’è possibile?

-Ho fatto sì che anche la sua anima si trasformasse, assieme al suo corpo. Sopravvivrà- disse Castiel, seduto accanto alla ragazza addormentata.

-Dimmi il prezzo- all’inarcarsi del sopracciglio dell’angelo aggiunse –C’è sempre un prezzo.

Castiel sospirò lentamente –Vivrà, ma non sarà più Sibille- disse, andandosene da Dean.

Quella notte, quando Sam si fu addormentato sul seno della ragazza, questa chiamò l’angelo.

-Non potevi evitare di innamorarti di lui?- domandò Cass, osservando la maniera dolce di Sibille di accarezzarlo.

-Avresti davvero preferito vedermi amare per tutta la vita solo una stella lontana?- rispose lei, stirando le labbra morse a sangue in un sorriso amaro.

Castiel non seppe risponderle.


 

*.*.*


 

Oggi

Prima era arrivata la voce. Da un giorno all’altro Sibille non sapeva parlare, se non in enochiano.

Poi le ali, che le avevano lacerato la carne per uscire. Piumate, grandi e bellissime ali blu. Ali.

E, infine, il sangue che cambiava.

Erano tutti stanchi da quei mesi di tortura. Dean, come Custode del Tempo, aveva rallentato quello di Sibille, ma il momento era giunto comunque.

Improvvisamente Sam ricordò una cosa: sangue angelico e demoniaco non possono convivere nello stesso corpo. Era così che lo aveva salvato la Guardiana, mesi prima. Facendogli bere il suo sangue, che in parte era d’angelo.

Prese l’occorrente per evocare un demone, diede un altro bacio alle labbra bollenti (letteralmente, ormai quasi non riusciva più a toccarla) di Sibille.

Poi -Crowley- chiamò.

 

  
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