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Autore: Roxanne98    01/09/2014    1 recensioni
E se Beyond Birthday tornasse a cambiare il corso della storia?
"Lei lo guardava incapace di rispondere,completamente immobilizzata dallo spavento e nella posizione che gli impediva di cacciargli un altro pesante colpo allo stomaco per scansarlo.
-Le tue labbra profumano di marmellata di fragole,Misora-san."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beyond Birthday, L, Naomi Misora, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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‘Oggi,19 dicembre,alle ore 18:20 circa,il pericoloso killer pluriomicida conosciuto come Beyond Birthday è deceduto nella prigione di Los Angeles. Le autorità si sono incaricate di diffondere immediatamente la notizia in diretta. Siamo in attesa dell’autopsia.
Ascoltiamo la testimonianza della guardia della prigione,Max Reiner.’
Un uomo piuttosto robusto e dal volto duro parlò.
‘Questo pomeriggio quando abbiamo controllato la cella,abbiamo trovato il corpo del criminale sul pavimento in una pozza di sangue.
C’erano.. delle scritte sul muro..
Non sappiamo cosa sia successo,tutti gli altri carcerati hanno paura.
Pensano che sia opera di Kira.’ disse l’uomo con disprezzo,mostrando senza ritegno un sorriso composto da denti cariati e mancanti,che contribuivano a dargli un aspetto tutt’altro che amichevole.
Naomi Misora,ex agente dell’FBI ascoltava il servizio dalla metropolitana di Osaka,in Giappone.
Tutta la città era ricoperta di fiocchi di neve,presagio delle feste natalizie incombenti.
La sua vita era davvero tranquilla ultimamente.
Si godeva le passeggiate pomeridiane in centro,qualche soap opera che trasmettevano al mattino alla televisione,e ogni tanto aveva preso a chiacchierare con la vicina di casa,anche lei fresca di matrimonio.
Ascoltare della morte di Beyond Birthday,per lei fu come un immenso sollievo.
Aveva avuto a che fare con quell’uomo circa due anni addietro,e nonostante l’avesse spedito in prigione,il terrore verso di lui non le era mai passato.
All’inizio pensava che fosse normale,nonostante Raye con assoluto ottimismo ed estrema gentilezza aveva continuato a dirle di farsi vedere da un bravo psichiatra.
Lei si rifiutava,nascondeva quei pensieri e li soffocava mentre si dava da fare per diventare una buona moglie per Raye.
Tutta la sua vita era stata un susseguirsi di casi da risolvere,e gli unici punti di luce della sua esistenza furono due,ed erano sempre stati quelli per i quali viveva.
Uno di questi era Raye Penber.
L’altro,era L.
Ogni sua indagine,ogni caso che le veniva affidato,lei lo aveva risolto sotto le sue direttive. Non aveva mai visto L in volto. Era abituata a fidarsi ciecamente di lui attraverso lo schermo di un pc,dove appariva semplicemente l’unica lettera che rivelò mai del suo presunto nome completo,ammesso che esistesse. Una L stilizzata,e una voce chiaramente modificata al microfono.
L era quasi un essere astratto. Sapeva che esisteva,che si trovava effettivamente da qualche parte nel mondo,e spesso pensò che le sarebbe piaciuto,prima o poi,sentire la sua voce reale.
Una voce che potesse esprimere emozioni.
E vedere il suo volto. Molte volte aveva tentato di immaginarselo,ma non c’era mai riuscita. E spesso aveva gettato la spugna,ripetendosi che tutte quelle volte che aveva passato notti insonni pensandoci,erano praticamente state inutili e prive di senso.
Ding.
Ecco che le porte scorrevoli si aprirono,e con un movimento rapido scese dalla metropolitana brulicante di persone,salì le scale e si trovò a pochi metri dal suo appartamento.
Quella neve che cadeva per lei era stranamente accogliente,e si prese tutta la calma possibile prima di tornare a casa,dove sapeva che avrebbe trovato Raye,magari intento ad apparecchiare la tavola per la loro cenetta romantica,ormai era da tanto tempo che non ne facevano una insieme,a causa del suo lavoro.
Ad un certo punto,il suo sorriso sulle labbra venne interrotto dalla visione di un alto palazzo,che si ergeva proprio sopra di lei.
-Il nuovo quartier generale.. – sussurrò tra sé e sé con lo sguardo alto.
Per un attimo i suoi occhi si rabbuiarono,e la sua testa venne offuscata da strani pensieri.
-L.. –sussurrò nuovamente,e si strinse nel suo cappotto.
Si costrinse a tenere lo sguardo basso,almeno finchè non avesse superato quel quartiere.
Eppure,quei pensieri continuarono a tenerle compagnia finchè non rivide il portone del suo palazzo. Tirò fuori le chiavi e girò la serratura,poi corse fino all’ascensore.
Sì chiuse lì dentro e si accasciò ad una parete,alzando gli occhi verso la lampadina a neon quasi rotta sopra di lei,che faceva un rumore infernale.
Se non avessi abbandonato tutto,adesso sarei lì con L.
Questo pensiero le balenò in testa prima che potesse fermarlo,accompagnato da un lungo sospiro.
Starà sicuramente indagando sulla morte di B..
Quasi solamente ripensare a quell’assassino bastava a metterle i brividi,e se da una parte sarebbe stata curiosa ed eccitata di poter vedere L come tutti gli altri,dall’altra era grata di non dover avere più niente a che fare con quel pazzo di Beyond Birthday.
Averlo spedito in prigione di certo non aveva fatto sì che lei smettesse di pensare a tutto quello che le aveva fatto passare.
E nonostante il tutto fosse avvenuto al massimo uno,due anni prima,a Misora pareva che fossero passati decenni,anzi,che fosse addirittura un’altra vita.
Girò la serratura e scosse la testa per scacciare quei pensieri una volta per tutte.
-Raye?..
Poggiò le chiavi e il sacchetto sul mobile della cucina,all’entrata.
La casa di Naomi Misora era stata arredata velocemente,in stile moderno. C’era un pavimento scuro,così come il muro,e subito all’entrata una cucina in comune col salotto,composto da un divanetto e una tv. L’essenziale per la loro abitazione momentanea in Giappone,dal momento che presto si sarebbero trasferiti in America.
Il riscaldamento era del tutto spento. Accese la luce e notò che la tavola era rimasta così come l’aveva lasciata. C’era una tazzina di caffè vuota e un piattino con delle briciole come fossili del suo pranzo del giorno prima.
Sospirò e afferrò il telefono,per controllare se Raye le avesse lasciato un messaggio in segreteria.
‘Tesoro,purtroppo stasera non ce la farò a venire per cena. Sono rimasto bloccato a lavoro,dovrei riuscire a tornare entro stanotte.
Comunque non aspettarmi. Ti amo,a dopo.’
Già,doveva aspettarselo.
Era così ogni volta.
Decise che sarebbe stato meglio sdraiarsi sul divano con una ciotola di ramen preconfezionato,e distrarsi un po’.

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