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Autore: Slytheringirl093    01/09/2014    7 recensioni
Sono disperata. Questa cosa deve finire. Adesso. Anche perché, parliamoci chiaro, lui potrà anche non dire niente... ma io so perfettamente che è ancora innamorato della sua Laurel. Lei è l’amore della sua vita, dopotutto. E io chi sono? Io sono semplicemente la sua assistente esecutiva, ovvero segretaria, la sua esperta di computer, partner del crimine, quella che gioca a fare la dottoressa (purtroppo non nel senso sconcio del termine), quella con cui passa la maggior parte del tempo... sono tante cose, ma di certo non sono l’amore della sua vita. Non c’è paragone.
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Cotta spaventosamente imbarazzante per il tuo capo?!
Benvenuta nelclub!
by Felicity Smoak



Non c’è qualche club, associazione o... non so incontro settimanale per questo problema? Voglio dire... non penso di essere l’unica sulla faccia della terra in questa situazione, ci deve essere sicuramente anche qualcun altro da qualche parte che soffre di questo problema, ne sono certa. Forse parlarne in gruppo aiuta, magari esistono soluzioni al riguardo. Ieri sono andata in libreria, durante la pausa pranzo, e ho cercato qualsiasi libro potesse essermi utile: niente. Ho trovato robe del tipo Cosa fare se il tuo capo non ti sopporta, non è il mio caso, Come andare al letto con il tuo capo, non mi aiuterebbe...anche se confesso di averci dato un’occhiatina e dulcis in fundo Come essere efficiente e sexy sul lavoro, davvero? Non ho il tempo materiale di pensarci! Sono punto e a capo, ancora una volta. 
Comincio seriamente a pensare che se non trovo una soluzione al più presto, finirò per impazzire! O peggio... fare qualche figuraccia colossale, per non parlare di quelle che faccio già. Davvero... credo che anche un cieco s’accorgerebbe della mia imbarazzante cotta e, detto tra noi, ringrazio che Oliver sia una persona abbastanza delicata da non farmelo pesare. Insomma, lo sa perfettamente che gli sbavo dietro, come potrebbe non averlo capito? Bisogna essere proprio tardi! E lui è una persona molto intelligente, mi piace anche per questo...
Non fa niente per aiutarmi, tra l’altro. Non me la rende per niente facile! Dico io: una volta che ti sei reso conto della mia...ehm... del mio interesse per te e tu non mi ricambi, potresti anche farmelo capire, no? Magari non dicendomelo chiaramente in faccia, quello è rude, ma... ci sono altri modi meno crudeli per comunicarmelo. Tipo... Le bionde non sono il tipo, oppure Laurel non capisce quanto l’amo ancora, o anche perché non esci con qualcuno, Felicity?.
E invece no! Lui complica le cose senza nemmeno accorgersene. E la mia cotta si sta trasformando pericolosissimamente in qualcosa di più, e sinceramente? Non posso permettermelo!
Prendiamo per esempio stamattina. Sono passati solo due giorni dalla fuga di Sara e Oliver è diventato, seppur impossibile da credere, ancora più pensieroso. Quando è entrato in ufficio oggi, mi ha salutato con un cenno  del capo ed è filato in silenzio alla sua scrivania. Buongiorno anche a te, insomma. Così, dato che Lady Arpia non aveva ancora rovinato la mia giornata e mi sentivo di buon umore, ho deciso di fare la mia buona azione della giornata e verso le 11.00 ho fatto il mio trionfale ingresso nel suo ufficio con una tavoletta di cioccolato e gliel’ho posata sulla scrivania. Il suo sguardo è immediatamente piombato su di me, confuso. Io mi sono limitata a scrollare le spalle.
«Sono stanca di vederti col muso lungo. Il cioccolato non fa miracoli, ma aiuta» gli ho detto indicandogli la tavoletta, con la mia espressione severa del tipo mangiala adesso.
« Come facevi a sapere che...» ha chiesto, allungando la mano verso la cioccolata.
« ...che ti piace il cioccolato fondente? Andiamo Oliver! Tu sei il classico tipo da cioccolato fondente. E poi ti ho visto mangiarne un pezzo una volta, alla fonderia...» ammetto con un sorriso.
I suoi occhi si sono improvvisamente illuminati e un sorriso appena accennato gli è comparso sul volto. Amo il modo in cui sorride, ma più di tutto amo sapere che sono io a farlo sorridere. E potete benissimo immaginare i miei cinque secondi imbambolata dal suo mini-sorriso. Ho già detto che sono patetica? Mi sono sbloccata quando finalmente lui ha ripreso la parola.
« Sei una persona attenta ai dettagli» mi fa, ancora la sua espressione tendente al sorriso.
« Solo per le persone che mi interessano. Voglio dire... non che tu mi interessi... cioè certo che mi interessi! Ma non in quel senso...» ho specificato tentando di giustificare come al solito le mie uscite poco felici. Lui si apre in un sorriso, uno vero, e scarta la confezione dando un morso alla tavoletta.
« Sono felice di far parte dei tuoi interessi» mi dice semplicemente, fissandomi. E io vorrei tanto essere nei tuoi, caro il mio signor Queen, sai? Mi sono limitata ad annuire, facendo retro march ed uscendo da quell’ufficio improvvisamente diventato troppo piccolo per i miei gusti.
Ora, dico io: ti sembrano frasi da buttare lì a caso, Oliver? Noi ragazze ci facciamo i film mentali su queste cose,  lo sai o no? Ed è sempre così, non impara mai. Continua a lanciarmi frasette del genere ogni due e tre e io... continuo, in una parte remota e nascosta del mio cuore a sperare che un giorno magari tutte queste frasi acquistino un senso. E mi illudo.
Si, lo ammetto... un po’ me la cerco, ma che ci posso fare? Non c’è nessun altro che suscita il mio interesse! Io giuro che mi impegno. In quei pochi momenti in cui non sono ne in ufficio, ne alla fonderia, mi guardo intorno, cerco... ma non trovo mai niente.
Sono totalmente andata nel pallone, lo ammetto. Sono disperata. Questa cosa deve finire. Adesso. Anche perché, parliamoci chiaro, lui potrà anche non dire niente... ma io so perfettamente che è ancora innamorato della sua Laurel. Lei è l’amore della sua vita, dopotutto. E io chi sono? Io sono semplicemente la sua assistente esecutiva, ovvero segretaria, la sua esperta di computer, partner del crimine, quella che gioca a fare la dottoressa (purtroppo non nel senso sconcio del termine), quella con cui passa la maggior parte del tempo... sono tante cose, ma di certo non sono l’amore della sua vita. Non c’è paragone.
Nemmeno la si può nominare la signorina Lance, che lui subito si dimentica di tutto il resto. E io, che nemmeno la conosco, mi ritrovo ad essere gelosa  e lanciare insulti ad una che si e no avrò visto una volta, ma che non fa altro che creare problemi. E non va bene.
È bellissima, tra l’altro. Laurel, dico. Ricordo perfettamente quando alla festa ho interrotto la sua discussione con Oliver, per parlargli delle mie idee sul target della nuova vigilante bionda di Starling City. Da lontano sembravano una di quelle coppie da rivista, da prima pagina. E quando mi sono avvicinata, l’espressione di lei, leggermente irritata e dopo il mio discorso l’espressione di Oliver mentre indirizzava il suo sguardo a lei. Sono senza speranze, ne sono consapevole.
Vorrei tanto... distrarmi. Perché, inutile a dirsi, questa storia non è solo dannosa per le figuracce che potrei fare, o che faccio già... ma anche e soprattutto perché io ci resto male. Ogni volta che lo vedo insieme a qualcun’altra, qualcosa mi si contorce nello stomaco e sto male. Non posso permettermi di stare male, di soffrire per qualcuno con cui divido le mie giornate. Ce l’ho davanti tutto il giorno, dalla mattina alla sera e semplicemente non posso permettermelo.
«Felicity?»
Ecco, appunto. Oliver è alla mia scrivania e mi guarda in attesa.
« Sì?» rispondo immediatamente, riprendendomi dai miei sproloqui mentali.
« A che stavi pensando?» chiede curioso. Deve avermi chiamato più di una volta...
« Ehm...»
In realtà Oliver pensavo giusto a te, sai? Al fatto che la mia ridicola cotta sta diventando un problema serio, che Laurel Lance è bellissima, che vuoi due sembrate una coppia da copertina, e che io sto diventando talmente patetica da andare a cercare in una libreria informazioni su come farsi passare la cotta per il proprio capo. Ah! E inoltre tu, non mi sei per niente d’aiuto!
« Niente alcune... questioni personali. Valutavo delle cose...» dico, cercando di non arrossire. Spero che il flusso sanguigno sia dalla mia parte.
« Sembravano piuttosto serie, avevi un espressione... abbattuta»
Non gli sfugge niente a questo qui, quando vuole...
« Rassegnata, credo sia il termine giusto...» ammetto.
« Strano, non è per niente da te. Arrendersi, dico...»  commenta Oliver, incrociando le braccia al petto.
« Già...» dico sospirando. Per quanto io possa impormelo, Oliver ha ragione: non sono affatto il tipo che si arrende.
« Ed è una delle cose mi piacciono di più di te...»
Ok, Felicity. Calma. Che cosa ha appena detto il qui presente Oliver Queen? Maledizione! E ora perché mi sta sorridendo!?! Smettila, smettila immediatamente! Ecco. Vedete? E’ questo che intendo per non mi aiuta per niente.
« Volevi qualcosa?» chiedo, riportando la conversazione su un territorio sicuro. Lui annuisce, seppur quasi sembrando dispiaciuto che io abbia cambiato argomento.
« Sì, volevo dirti che l’appuntamento delle 14 deve essere spostato» mi comunica. Annuisco cercando nel frattempo nell’agenda l’appuntamento a cui si riferisce e cercando un orario sostitutivo.
« Il signor Nicols, fantastico. Sarà felicissimo di spostare il suo appuntamento per la terza volta, ne sono certa... » commento sospirando, già immaginando le lamentele del ciccione barbuto e antipatico. Lui scuote la testa, dando un veloce sguardo all’orologio.
« Si può sapere cosa ti impedisce di vedere quest’uomo, che per inciso metterà su una tragedia greca quando gli dirò che dobbiamo spostare il suo appuntamento...»
Il suo sguardo si indurisce per un secondo: forse non avrei dovuto chiederglielo?
« Sono a pranzo fuori... con Laurel. Stiamo provando ad essere amici...» ammette, accentuando la seconda parte della frase.
Certo. Laurel e amici sono proprio due parole che vanno a braccetto. Basta Felicity!
«Oh, certo. Amici, bene...» proferisco distrattamente concentrando la mia attenzione sulla agenda davanti a me. Oliver se ne sta in silenzio, mentre io cerco di non pensare.
« Felicity?» mi richiama. Sollevo lo sguardo verso il mio interlocutore.
« È tutto ok?» aggiunge.
« A meraviglia, perché?» rispondo di getto senza nemmeno pensarci. Immagino che tra la rassegnazione  di due minuti fa e a meraviglia di un secondo fa, lui debba essere un po’ confuso. Ma infondo va a pranzo con Laurel, no? A cose più importanti a cui pensare... come la sua nuova amicizia...
« Sai che se c’è qualcosa che non va, se vuoi parlare di qualsiasi cosa...»
Ed eccolo che parte...
« Sì, sì lo so. Tutto bene, davvero. Sai come sono fatta, no? Il mio cervello formula pensieri più velocemente di quanto riesca a gestire, c’è un botto di confusione qui dentro. Tutto normale» gli dico, tentando di essere convincente.
Non voglio che veda e capisca che ci sono rimasta male.
« Sicura? » chiede ancora. Annuisco e metto su un sorriso di circostanza.
« Sicura. E ora è meglio che tu vada, a meno che tu non voglia sentire le imprecazioni di Nicols e fare tardi al tuo pranzo con la tua amica » rispondo pacata.
« Grazie» mi dice con un sorriso prima di voltarsi e tornare nel suo ufficio per prendere la giacca. Lo vedo prendere le sue cose e alzare la mano in cenno di saluto. Ricambio velocemente per poi lasciarmi andare ad un sospiro solo quando le porte dell’ascensore si chiudono alle sue spalle. Mi abbandono sulla sedia di pelle chiudendo gli occhi per un attimo e sforzandomi di non cedere ai miei lamenti di ingiustizia nei confronti della mia vita sentimentale inesistente.
Beh, ma è ovvio che sia inesistente, mi dice una vocina nella mia testa, finchè continui ad andare dietro al tuo capo, per cui sarai sempre e solo la sua amica Felicity!
« Devi finirla Felicity...» commento sottovoce, mettendomi alla ricerca del numero del signor Nicols e tentando di eliminare dalla mia testa qualsiasi immagine di Oliver Queen.
Accetto consigli, gente. Se qualcuno si è mai trovato nella mia situazione mi faccia un cenno, un segnale di fumo... ne ho davvero bisogno. E se siamo in tante, magari lo facciamo questo club. Potremmo fare una riunione ogni due settimane, lamentarci in gruppo dei nostri capi e maledirci per la nostra spaventosa cotta per loro (ad Oliver magari direi che vado dal dentista). Sarebbe carino, magari potremmo mangiare gelato e...
« Felicity!»
Sobbalzo sulla sedia. Dig mi guarda divertito, mentre io riprendo a respirare normalmente. Che spavento!
«Dig, mi hai fatto prendere un colpo!»
« A che pensavi?» chiede curioso. Scrollo le spalle.
« Alla fondazione di un nuovo club. E prima che tu dica qualcosa, no  tu non potresti farne parte» taglio corto. Ci scambiamo un sorriso incoraggiante, prima di tornare al nostro rispettivo lavoro.
Meglio chiamare il signor Nicols...penso mentre inevitabilmente mi trovo a scribacchiare su un foglietto ‘Cotta spaventosamente imbarazzante per il tuo capo? Benvenuta nel club!
Funziona come slogan, no?






My Corner
Salve a tutti!
Sono "tornata" se così si può dire, anche se non completamente.
Non che quando non sono sul sito le idee per milioni di fan fiction non mi invadano il cervello continuamente...
Solo che sono MOLTO impegnata, davvero. E non ho mai tempo per mettere su carta (o meglio su Word) tutte le mie idee!

Questa One shot è stata scritta almeno cinque mesi fa e tra una cosa e l'altra ho completamente dimenticato di postarla
E' ambientata più o meno tra la 2x05 e la 2x06, più o meno. L'ho pensata così.
Scrivere dal POV di Felicity è stato fantastico, e sono molto orgogliosa della mia shot.
Anche se il finale non è del tutto chiaro al riguardo, sono una OLICITY SHIPPER all'ennesima potenza!
(Potete immagina quanto sono eccitata per questa TERZA INCREDIBILE STAGIONE che ci aspetta)

Spero vi sia piaciuta e se vi va vi invito a dare anche un'occhiata alla pagina Olicity di cui sono Amministratrice!
Ecco il link Arrow • Oliver & Felicity •

Come sempre vi invito a farmi sapere cosa ne pensate! Sia che siano critiche, o commenti positivi! Non risparmiatevi!

Baci a tutti!

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