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Autore: Dest_iny    01/09/2014    2 recensioni
"Michael ridacchia. Luke fa spallucce come se non fosse importante. Ma vuole davvero, davvero che lo baci. Solo che non lo dirà ad alta voce."
NewYearsEve!Muke; Traduzione
Michael e Luke passano una notte assieme.
Genere: Generale, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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stay with me

consiglio di leggere questa fic con Amnesia di sottofondo

Luke si spinge attraverso la folla fino a che non esce dal balcone, e si chiude la porta di vetro alle spalle. E' sorprendentemente silenzioso lì fuori, si aspettava almeno di vedere qualcuno piegato oltre il bordo a vomitare. Ogni festa ha quel qualcuno - a volte due – che beve troppo e finisce per passare il resto della serata cercando di non svenire.

Ma non c'è nessuno, e a Luke piace. L'aria è tagliente e fredda sulle sue braccia nude e le luci scintillanti della città forano il cielo come aghi. Le stelle non sono visibili, offuscate da una foschia arancione sotto l'inquinamento luminoso, e i minuscoli quadratini bianchi di luce che si vedono dagli edifici sembrano compensarle. La città è stranamente silenziosa – forse perché tutti stanno spendendo il loro ultimo dell'anno dentro casa, vicino agli amici e alla famiglia. Qualcosa che Luke può solo sognare di avere.

Il balcone è ampio e buio, decorato con sedie e tavoli rotondi. E' al secondo piano, appena sopra alla strada, e il tracciato della città sembra un labirinto, visto da qui. Sembra di essere nel bel mezzo di un orologio, a guardare quello che succede intorno a te. Edifici alti si ergono in un modo che dovrebbe essere minaccioso, ma in realtà danno un senso di protezione. Il balcone è debolmente illuminato dalle luci multicolore di Natale appese alla ringhiera, lasciando tutto il resto nascosto nell'ombra. Che è un bene per Luke, perché non vuole essere visto.

Luke non è nemmeno sicuro del perché è qui a dire il vero. E' stato invitato da Calum e in qualche modo si è presentato senza nemmeno rendersene conto. Parla a malapena con Calum adesso, parla a malapena con tutti adesso.

Si siede sul pavimento vicino alla porta e appoggia la testa al muro di mattoni rossi e prende un respiro profondo. Riesce a sentire il chiacchiericcio allegro delle persone all'interno e la musica pulsare attraverso la parete. Dovrei farne parte, pensa tra sè e sè.

Ma non ne fa parte. Mancano 5 minuti all'inizio del nuovo anno e dovrebbe essere pronto a baciare qualcuno appena scocca la mezzanotte, ma non lo farà. Lascia invece che la tranquillità dell'aria pungente pulisca i suoi pensieri.

Per un secondo riflette sul fumare una sigaretta. A volte lo aiuta quando ha bisogno di scaricare la mente, e ha inoltre avuto due settimane pesanti. Probabilmente il peggior modo di finire l'anno.

E' sul punto di tirar fuori la sigaretta quando improvvisamente la porta si apre e la musica è forte di nuovo. E' un ricordo doloroso di quanto gli altri siano felici quando lui non è li, e cerca di non sentirsi in colpa per questo.

Lo sconosciuto chiude la porta, mettendo di nuovo a tacere la musica e vede Luke seduto a terra, notando quanto sia solo. Si siede a terra vicino a Luke, metà della sua faccia è illuminata da macchie di luce di diverso colore.

“Non sei l'anima della festa?” lo stuzzica lo sconosciuto. “Isolarti qua fuori da solo. Qualcuno qui ha lo spirito festoso!”

Il respiro di Luke gli muore in gola quando riconosce la voce “Michael?”

Luke può sentire Michael tendersi, non riconoscendolo fino a che non parla “Porca puttana,” Michael espira “Oh mio dio, Luke. Non pensavo fossi tu, che ci fai qua fuori?”

“Sono l'anima della festa,” Dice sarcastico. “Ovviamente”

Luke può sentire la sua faccia diventare calda quando parlano. Non parla con Michael da due anni e si sente, per dire un eufemismo, strano. Luke sente di dovergli delle scuse o qualcosa del genere, ma non sa per cosa. Per non essersi tenuti in contatto come gli aveva promesso, forse. O forse per aver messo fine alla loro relazione in un così brutto modo.

Cerca di sopprimere i ricordi di due anni fa che si infiltrano nei suoi pensieri, ma fallisce. Luke ha speso tutti i due anni passati cercando di seppellire ogni ricordo che ha di Michael, ed improvvisamente ecco che riaffiorano. Si ricorda tutto quanto, cazzo – i tocchi gentili, le dolci parole che si scambiavano, i segreti venuti a galla.

La cosa peggiore è che si ricorda le ultime parole di Michael prima che lo lasciasse: “Magari un giorno ci rivedremo e saremo persone diverse. Magari un giorno le cose funzioneranno tra di noi.”

Luke non ha mai pensato davvero al significato di quelle parole, a quanto magari Michael avesse ragione. Erano giovani e stupidi; le relazioni da scuola superiore non durano mai, avrebbero dovuto saperlo.

“Fa un cazzo di freddo qua fuori,” Nota Michael. “Perché sei qui fuori quando il Jack Daniels è dentro?”

Luke ride piano. “Fa schifo lì dentro,” Risponde, indicando la gente nell'appartamento. “Ho visto cose abbastanza squallide lì dentro e avevo bisogno di una boccata d'aria.” Luke fa una pausa. “O forse sto solo aspettando”

“Aspettando?” Michael ripete. “Che cosa?”

“La mezzanotte,” Dice Luke, alzando gli occhi al cielo e sorridendo un po'. Fanculo, non vuole sorridere. Dovrebbe sentirsi di merda, e stava facendo un buon lavoro anche in quello.

“Sì?” La voce di Michael suona un po' rotta e Luke non è sicuro del perché. Distoglie lo sguardo da

Luke, ma rimane li seduto dov'è, vicino a lui, con le loro spalle che si toccano lievemente. “Cosa farai a mezzanotte? Terrai il broncio qua fuori tutto solo?”

“Sì,” Luke replica. “E magari penserò a quanto sia stato merdoso quest'anno.”

C'è un breve momento di silenzio tra loro finché Michael non parla di nuovo, “Luke, stai bene?” Alza le mani e se le strofina assieme per tenersi al caldo. “Non voglio essere maleducato, ma come stai?”

“Piuttosto male, onestamente.” Luke voleva dirlo con leggerezza, sa che è vero, ma le parole gli escono strozzate e confuse e ha le lacrime agli occhi. “Mikey, mi crederesti se ti dicessi che mi son fottuto gli ultimi due anni e che probabilmente non c'è più niente per me in questo mondo?”

“Sta’ zitto Luke, so che non è vero.” Gli dice Michael, con la voce che tentenna. Luke non dice nient'altro perché non è sicuro che ci riuscirebbe. E' sul punto di rompersi e ha paura che se continuano a parlare lo farà.

“Sei pronto per la mezzanotte?” Chiede Luke.

“Non ho nessuno da baciare, se è questo che intendi.”

Luke si acciglia. “Potresti andare dentro e avere metà di quelle ragazze aggrappate a te se lo ridicessi.” Non aveva intenzione di dirlo in modo rude, ma lo ha fatto.

E forse è perchè Luke si sente un po' degradato da Michael; non per quello che ha fatto Michael sta sera ma per le cose senza senso che sono successe anni fa. Non era davvero colpa sua, lo sa, ma non può fare a meno che sentirsi una vittima.

Michael sbuffa. “Non voglio baciare loro,” dice.

“Quindi cosa farai a mezzanotte?”

“Non lo so.” Michael incrocia le braccia al petto e si sistema. “Magari mi aggrego a te, possiamo stare soli insieme.”

Stanno seduti li in un silenzio confortante per un po' e Michael gioca con i lacci della sua felpa mentre Luke si concentra sulle luci scintillanti della città attorno a loro. Ogni luce ha una storia dietro, realizza. C'è una persona – magari due – dietro ad ogni luce bianca. Pensa che sia strano, che ci siano miliardi di persone sul pianeta proprio adesso e ognuna di esse sta facendo qualcosa in questo esatto secondo. Alcune persone stanno avendo il periodo migliore della loro vita e altre si nascondono dietro alle loro barriere mentali, bloccando chiunque al di fuori. Capisce di trovarsi nell'ultima categoria.

“Potresti baciarmi,” Luke suggerisce piano, così piano che Michael quasi non lo sente all'inizio.

“Che cosa?”

Luke fa spallucce, sentendo la spalla di Michael che sfrega contro la sua. “Non ho intenzione di baciare nessuno a mezzanotte. Tu non baci nessuno. E, tipo, penso che potrei avere un po' di fortuna in questo momento.

Michael ridacchia. “Vuoi che – no, non ti bacerò.”

“Okay.”

“Voglio dire, a meno che tu non lo voglia davvero davvero.”

Luke fa spallucce come se non fosse importante. Ma vuole davvero, davvero che lo baci. Solo che non lo dirà ad alta voce.

“Bene allora” Dice Michael finalmente. “Non è come se non ci fossimo mai baciati prima, quindi fanculo.”

L'aria è così fredda che Luke può sentire la punta delle sue dita intorpidirsi, ma va bene. Pensa che il gelo sia rinfrescante, come se il mondo fosse una gigante paletta di gelato stracciatella menta e cioccolato. Un piccolo sorriso si forma sulla sua faccia; erano mesi che non sorrideva così genuinamente, realizza. Sembra una cazzata ma è la verità.

“Ho detto qualcosa di sbagliato?” Chiede Michael, notando il sorriso di Luke.

“No – stavo solo pensando. Tipo, e se il mondo fosse solo una gigante paletta di gelato?”

“Porca puttana, quanto hai bevuto?” Chiede Michael scherzosamente.

Luke alza gli occhi per guardare Michael, in modo che possa vederlo mentre lo fa, ma si limita a ridere. “Non l'ho fatto” Luke insiste.

“Davvero?” Dice Michael costernato. “Quindi sei completamente sobrio, e mi chiedi se il mondo è fatto di gelato” Ridono, realizzando quanto suoni ridicolo, e poi vengono zittiti da un suono di voci proveniente dall'interno. Giusto. Venti secondi.

“Vuoi ancora farlo?” Chiede Luke, mettendosi in una posizione più eretta.

Michael fa spallucce. “Hey, niente lingua okay?”

Luke annuisce velocemente e inizia a sentire il suo cuore aumentare i battiti. L'aria che una volta era fredda improvvisamente è come se li stesse circondando, soffocando l'atmosfera.

Luke si gira faccia a faccia con Michael, i due seduti a gambe incrociate sul cemento freddo che domina la città. Per la prima volta Luke è capace di distinguere le caratteristiche del volto di Michael. Sorride e probabilmente sembra che Luke stia per avere un attacco di cuore.

“E' normale che sia così nervoso?” Luke parla flebilmente. Possono ora sentire le persone all'interno fare il conto alla rovescia da dieci e riesce a malapena a credere che sia stato lui ad aver avuto quest’idea.

“E' solo un bacio,” Dice Michael, ma la sua voce traballa e Luke capisce che è nervoso quanto lo è lui. Ma a Luke piace. Gli piace il fatto che riesca a rendere ancora Michael ansioso, anche dopo due anni. Attentamente, Luke mette due mani ai lati della faccia di Michael, i pollici sulla sua mascella, e il suo stomaco fa un salto quando realizza quanto sono vicini.

Cinque, quattro, tre, due -

Luke prende un veloce e piccolo respiro prima che si avvicinino per colmare il vuoto tra loro e che le loro labbra si incontrino. Solo per una frazione di secondo, possono sentire all'interno le celebrazioni del nuovo anno, ma dopo, tutto diventa offuscato. Le labbra di Michael sono screpolate e fredde contro le sue, e il suo stomaco fa un balzo quando ricorda la loro familiarità.

Il bacio finisce più rapidamente di quando è iniziato e ritornano entrambi contro la parete. Luke può vedere con la coda dell'occhio Michael giocherellare nervosamente con i suoi pollici. Tutto è confuso, come un sogno. E, per Luke, è un po' come se lo fosse.

“Buon anno” Dice Michael goffamente.

“Sì” Risponde Luke senza espressione. Non è mai stato molto romantico.

Luke cerca di trattenere il sorriso che sta per comparire sul suo viso perché, Dio, non è mai stato così felice da un anno e non ha intenzione che Michael cambi questa situazione; non ha intenzione di cedere tanto facilmente.

Riescono a sentire dei fuochi d'artificio in lontananza, seguiti da grida e urla. Stanno seduti così per un po', loro due a guardare le luci della città e aspettando che qualcosa accada, ma non lo fa. E' confortante, Luke realizza dopo un po'. Anche se lui e Michael non si rivedranno mai più dopo stanotte, solo per adesso, è rilassante.

“Bene,” Finalmente Michael parla, cercando di alzarsi dal pavimento. “Si sta facendo freddo qui fuori, quindi.”

“No – aspetta,” Luke sbotta. “Non andartene. Ti prego, non andartene. Solo – puoi stare seduto con me per un po'?” Luke si maledice per quanto disperato deve suonare, ma ne ha bisogno. Ha bisogno di Michael. Solo per una notte. Non ha un amico con cui sedersi e parlare da mesi e, a questo punto, è sorpreso che non si è ancora spinto oltre il limite.

Michael si risiede perché sa che non può fare quello che fece due anni fa. Non può ripeterlo; non può andarsene di nuovo. Non vuole tradire Luke in quel modo, di nuovo. Perché sa che non se lo dimenticherebbe mai se lo facesse.

“Okay,” Dice Michael. Luke sorride timidamente in risposta e Michael gli restituisce il sorriso.

Realizza solo ora quanto Luke sia innocente, e quanto terribile sia stato lasciarlo nel modo in cui l’ha fatto. Se solo fosse rimasto a Sidney per continuare i suoi studi, forse, nessuno dei due si sarebbe ritrovato in quel casino.

Michael si sente un pochino in colpa. E' il più grande – e si suppone dovesse proteggere Luke, non abbatterlo. Luke aveva solo 16 anni e guardava Michael come se fosse il suo mondo. E poi Michael lo lasciò. Cosa fai se il tuo mondo ti lascia?

“Posso vedere la tua mano?” Chiede Michael.

Luke lo guarda con confusione e Michael alza le sopracciglia, aspettando. “Perché vuoi la mia mano?” Dice Luke.

“Perché voglio romperti il polso,” afferma Michael sarcasticamente. “Non lo so, solo dammi la tua mano.”

Luke gli tende la mano e, invece che spezzargli il polso, Michael intreccia le loro dita assieme. Le loro mani sono fredde e screpolate, serrate assieme, e Michael non è neanche sicuro del perché lo sta facendo. Perché fa tutto ciò?

Luke fissa le loro mani. “Per che cos'era questo?” Chiede.

Michael scuote la testa. “Mi dispiace di essere stato un coglione” dice. Luke non risponde.

Stanno seduti così per un po', mano nella mano, e poi Calum inizia a mandare via le persone dal suo appartamento, quindi capiscono che è arrivata l'ora che anche loro se ne vadano. Ci sono persone svenute ovunque nel suo appartamento e non c'è da meravigliarsi che Calum sia incazzato. Probabilmente non si aspettava che le cose gli sfuggissero così tanto dalle mani.

“Aspetta,” Dice Luke, prima che Michael stia per andarsene. Si tocca le tasche dei jeans. “Non ho nemmeno un soldo. Merda, non ho un modo per arrivare a casa.”

“Non importa,” Michael si solleva, raggiungendo distrattamente con una mano il braccio di Luke. Ritira il suo braccio, rendendosi conto di quanto stupido sembra. “Posso portarti a casa.”

“Come faccio a sapere che non mi rapirai?”

“Non lo sai,” Michael stringe le labbra assieme. “Penso che sia un rischio che devi prendere.”

Schivano il casino nell'appartamento di Calum – bottiglie di birra vuote, bicchieri di carta rotti, stelle filanti strappate – e arrivano alla macchina di Michael, una Hyundai abbattuta che sembra mantenere a malapena più di due persone senza rompersi. Luke si siede nel sedile del passeggero e cerca di non toccare niente perché, ad essere onesti, l'interno fa schifo. C'è spazzatura ovunque e Luke ha dovuto buttare a terra un piatto di carta vuoto quando si è dovuto sedere.

Luke cerca di non guardare Michael mentre sta guidando, ma i suoi occhi continuano a raggiungerlo in ogni caso. Guarda il modo in cui le luci dei lampioni gli corrono sulla faccia, cambiando il colore dei suoi capelli ogni volta, e vuole davvero toccare Michael adesso, per essere sicuro che sia reale.

“Sai,” Michael inizia a parlare, notando che Luke lo fissava, “puoi sempre dormire da me, in hotel. E’ carino, non come questa… cosa-” Michael gesticola verso la spazzatura accumulata sul pavimento della sua auto, “-e questa è probabilmente l'ultima volta che ci vedremo, quindi."

“Allora mi stai rapendo”, dice Luke. “Dannazione.”

“Non è un rapimento, se vuoi che succeda.”

Luke deglutisce nervosamente, “Okay,” dice lentamente. “Rapiscimi”. Luke non aveva intenzione di dirlo in maniera maliziosa, ma lo fa, ed arrossisce furiosamente mentre Michael ride.

Fortunatamente, gli occhi di Michael sono puntati sul traffico (o sulla mancanza di traffico, in realtà), perciò non si accorge di Luke mentre si morde nervosamente il labbro.
I capelli di Michael, sparati in ogni direzione, sono di un colore biondastro-marrone, e Luke vuole come aggrovigliarci le dita dentro. Ma non dice nulla. Sorride semplicemente verso Michael, sperando che lui abbia afferrato il messaggio.

La camera di Michael è effettivamente abbastanza pulita e ben tenuta; al contrario della sua macchina. Ma è perché sta per tornare ad Adelaide tra qualche giorno, e non ha l’occasione di metterla in disordine, anche se vorrebbe. Nella stanza ci sono un letto matrimoniale appoggiato al muro e una TV a schermo piatto montata di fronte ad esso. Ha un paio di borsoni nascosti dietro il comò, dai quali escono alcuni vestiti che vanno a finire sul tappeto.

La cosa strana è che Luke non è sicuro di ciò che sta facendo. Dopo essersi guardato attorno per qualche secondo, pone il suo sguardo su Michael, che è in piedi vicino al letto, mentre cerca di mettere il suo cellulare in carica.

“Hey, che stai facendo?” domanda Luke, facendosi strada. Michael blocca il suo cellulare e lo posa sul comodino.

“Controllo il telefono, perchè-“

Con un movimento rapido, Luke si sporge in avanti e preme le sue labbra contro quelle di Michael non appena egli si gira. Tutto sembra un po’ sfocato e Luke non sa quello che sta facendo, ma Michael sta rispondendo al bacio e presume sia tutto ciò che conta veramente.

“Luke, che cazzo stai-“

Luke spinge Michael sul letto, zittendolo immediatamente. Nessuna domanda è concessa, a quanto pare. I baci sono violenti e Luke sente come se si stesse ubriacando del sapore delle labbra di Michael, ma è esattamente ciò che vuole. Solo per una notte, vuole fare questo.

Con un movimento rapido, Michael afferra saldamente Luke per le spalle e lo capovolge in modo da essere lui a sovrastare Luke sul piumone. Luke si lascia sfuggire un piccolo lamento, ma non fa nessuno sforzo per spingere via Michael, perché, gli piace così.

Quando un gemito sfugge dalle labbra di Luke, Michael interrompe improvvisamente il bacio e si china al suo orecchio.

“Queste mura sono sottili come la carta, perciò sta’ zitto.”

“Fottiti” è tutto ciò che Luke dice prima di riportarlo verso sé per un altro bacio. Non fa nessuno sforzo per trattenersi perché, ad essere onesti, a Luke non frega un cazzo se i vicini arrabbiano. Non gli importa se lo sentono urlare il nome di Michael – in realtà, vuole proprio che lo sentano. Vuole che tutto il mondo sappia che stanotte, lui sta scopando Michael Clifford.

Il modo in cui Luke geme il nome di Michael è sporco e bisognoso. Michael preme umidi baci su tutto il corpo di Luke, dalle clavicole fino al bacino, come se stesse marcando il suo territorio, anche se durerà solo per una notte. Non si sono mai spinti così tanto alle superiori, non gli era nemmeno passato per la testa.

Michael cerca di tenere Luke zitto, ma è difficile da fare quando brama così tanto il modo in cui dice il suo nome. Si prendono il loro tempo, cercando di allungare le poche ore che hanno insieme.

E poi improvvisamente è finita. La notte sfuma insieme in un lampo gigante di tocchi e di oscenità, e poi è finita.

Si addormentano l’uno accanto all’altro, tenendosi stretti come se fosse l’unico modo che conoscano per dormire. E anche se Michael sa che sarà solo una cosa di una notte, desidera segretamente che sia più di questo. Vuole che Luke stia con lui.

Quando Michael si sveglia la mattina dopo, il posto accanto a lui è vuoto e freddo, il che significa che Luke se n’è andato ore fa. Non è sicuro di dove Luke sia andato o, tanto meno, come è andato, ma sa che Luke non c’è. In un primo momento sente come un colpo al petto, e non dovrebbe.

Michael sapeva che Luke se ne sarebbe andato, ma non si era mai reso conto di quanto avrebbe fatto male finché non è successo.

Michael sente di meritarselo, però. Come se fosse stato ripagato con lo stesso torto che gli aveva fatto. Due anni fa, è uscito dalla vita di Luke, e adesso capisce come si è sentito. Così, invece di piagnucolarci sopra, Michael lo accetta. E’ un coglione e se lo merita. E’ come uno schiaffo in faccia che sa di meritare.

Naturalmente, Michael ha ancora il numero di Luke nel suo telefono, ma è lì da quando si sono conosciuti. Sono passati anni dall'ultima volta che hanno parlato, e Michael sa che, anche se provasse a scrivergli, Luke probabilmente non risponderebbe. Così si stringe nuovamente dentro le coperte, cercando di soffocare il mondo intorno a lui, perché, sì, la vita fa schifo.



Note D'autore

Bonjour! Okay allora, ho tipo 564735 fic in cantiere quindi ne pubblico una al giorno (scherzo!)
Questa traduzione l'ho iniziata tipo a fine Luglio, e finalmente sono riuscita a finirla non senza l'aiuto della mia amata Frankie! Quindi grazie, ti devo la vita e la vita di questa fic!
Questa storia è davvero triste a mio parere, una delle Muke più tristi che abbia mai letto ma è appunto per questo che l'ho iniziata a tradurre, per condividerla!
L'autrice è http://archiveofourown.org/users/jpglashton/pseuds/jpglashton su AO3 (Archive of Our Own) gentilissima a permettermi di tradurla e pubblicarla!
Che dire, spero la amate come l'ho amata io, e spero recensiate perchè c'è stato un lavoro della madonna dietro (scherzo, di nuovo)
Ho cercato (abbiamo, anzi) di renderla al meglio in italiano, ma abbiamo dovuto modificare delle parole per il bene della storia, ma penso che sia uscita bene comunque.
Alla prossima!
Lisa~


  
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