Not all monsters do monstrous things
A R u e, perché, anche se lei li shippa decisamente più di me, Jeff avrebbe dovuto darle qualche scena in più su questi due. ♥
Jackson strattona le catene che gli stringono i polsi e le caviglie,
ancorandolo alla parete rocciosa e fredda.
Jackson Witthemore non si sente soltanto forte, è palesemente più forte.
Tutti i graffi, tutte le ferite che gli squarciano la pelle, mentre cerca di
svincolarsi dagli anelli di ferro che lo intrappolano, guariscono prima ancora
di iniziare a sanguinare.
E questo lo fa andare in bestia, perché ci sono un miliardo di cose che
potrebbe fare in questo momento, al posto di perdere tempo a giocare al
cagnolino bastonato per controllare il processo di trasformazione.
《 Non ti porterò indietro uno stupido bastoncino. Non sono il tuo cagnolino. 》
sputa fuori le parole come se fossero intrise di veleno, puntando lo sguardo
iracondo su Derek, in piedi davanti a lui con le braccia conserte e
l'espressione sbruffona di chi si crede sempre un passo avanti agli altri.
《 Non sarai il suo cagnolino, infatti. 》 interviene Peter, nascosto nella
penombra. 《 Sarai il suo. 》 continua, spingendo in avanti Lydia.
Sebbene non ci fosse nulla di violento e preoccupante nel modo in cui Peter ha
toccato Lydia, Jackson si protrae in avanti quanto può, le catene che gli
penetrano nei polsi e gli stridono contro le ossa, il petto gonfio e le spalle
aperte quasi avessero delle ali attaccate dietro.
《 Preferirei che le catene fossero attaccate a un letto, in quel caso. 》
confessa in tono provocatorio.
Lydia avanza verso di lui, e non solo per avvicinarsi a Jackson. La presenza
di Peter alle sue spalle la inquieta non poco, anche se non lo ammetterebbe
mai, soprattutto in sua presenza. Ha la sensazione che, da un momento
all'altro, possa affondare i canini nella sua giugulare e squarciarle la pelle.
E no, stavolta non si farà scrupolo a mandargli il conto della lavanderia e, se
è necessario, della sartoria. Le ha imbrattato irrimediabilmente il vestito che
ha tanto faticato per scegliere. Sono cose che Lydia non perdona.
《 Sei davvero cosi viscido. 》sibila Peter.
Per un attimo, Jackson non da segni di reazione. Forse non ha sentito, il che
è impossibile, visto che ha un udito ultra sviluppato, che capta il ticchettio
dei tacchi di Lydia anche a cento metri di distanza. Questo le impedisce di
sorprenderlo, quando lei si presenta a casa sua senza preavviso. Ciò non toglie
che, talvolta, Jackson fa finta di niente, e non si aspetta certo che Lydia gli
creda, perché è troppo sveglia per non prendere in considerazione il fatto che,
volente o nolente, Jackson riesca a intercettare anche i suoni più
impercettibili. Ciò non toglie, però, che Lydia possa fingere di non sapere
niente.
La forma riflette la persona che siamo.
Jackson l'ha sentito dire a Derek un paio di giorni fa.
Sei davvero così viscido.
Le parole di Peter si incidono con forza nella sua testa, nella pelle e nelle
ossa, stridendo rumorosamente. Non un rivolo di sangue sgorga, e di conseguenza
nessuna ferita si rimargina. Non è qualcosa che si vede a occhio nudo, la pura
sofferenza umana. Ti avvolge nel suo mantello putrido e color pece, ti avvelena
e ti stordisce, ma nessuno se ne accorge. Nessuno che non abbia lo sguardo
attento di Lydia, almeno.
Viscido come un rettile.
Non è il peggior insulto che abbia mai ricevuto, ma per qualche strano motivo
lo ferisce più di quanto avesse immaginato. Ha ucciso innocenti che non
meritavano la morte, né tantomeno di essere uccisi in modo così barbaro. Ha
reso orfana una bambina ignara del male che affligge il mondo, l'ha messa di
fronte alla crudeltà della vita ancor prima che potesse respirare il profumo di
disinfettante che aleggia negli ospedali. E non importa se a uccidere sua madre
non è stato lui, perché di certo l'ha privata di suo padre, e Dio solo sa cosa
Jackson darebbe per vedere suo padre. Quello vero.
Si è macchiato di sangue innocente e questi idioti sembrano divertirsi a
punzecchiarlo con la loro scadente ironia. Jackson nemmeno se ne rende conto,ma
le catene stanno per schiodarsi dal muro, tanta è la forza con cui le scuote. I
canini perforano le gengive e gli pizzicano le labbra.
《 Controllalo, Jackson.》
Non capisce se sia Derek a parlare. Forse è Peter che cerca di fare il
mentore. Non gli importa. Senti montare in sé il desiderio incontrastabile di
sbatterli al muro e staccare loro le teste.
Sta per liberarsi e assalirli, quando una figura minuta, le mani tremanti, si
china davanti a lui.
È così piccola, Lydia. Lo è sempre stata. Piccola e leggera, come quando l'ha portata fra le braccia verso l'autoambulanza, priva di sensi e insanguinata. Ma adesso, in
confronto al mostro in cui si è trasformato, sembra una bambolina pesante come
una piuma in balia del più violento dei venti.
È pazza, Lydia? Perché si avvicina tanto a lui? Perché non corre via, finché è
in tempo?
Gli prende il viso fra le mani, e con i pollici traccia piccoli cerchi sulle
sue guance. Lo rilassa. Guida il suo sguardo verso il suo.
《 Jackson, ascoltami. 》 sussurra. 《 Non tutti i mostri fanno cose mostruose.
Non per sempre.》
Come se fosse un riflesso involontario proveniente dal profondo del suo petto,
Jackson ritira gli artigli, la pelle del viso ritorna liscia e priva della
peluria pungente di poco fa, i canini lasciano posto a incisivi molto più
confortanti.
《 Dovresti provarmi a letto. 》replica Jackson, sorridendo con un'espressione
sbruffona a maliziosa.
Lydia chiude gli occhi e le sue labbra si modellano in un sorriso rilassato e
divertito.
《 Jackson, non divorerai il mio reggiseno. 》 lo avverte, minacciosa.
Lui fa spallucce. Strabuzza gli occhi e dischiude le labbra in una 'O' di
sorpresa,quando Lydia gli si getta fra le braccia.
Ed è piccola, Lydia, minuscola. Quasi scompare fra le sue braccia.
Non tutti i mostri fanno cose mostruose.
Forse Lydia ha ragione.
Non per sempre.
ancorandolo alla parete rocciosa e fredda.
Jackson Witthemore non si sente soltanto forte, è palesemente più forte.
Tutti i graffi, tutte le ferite che gli squarciano la pelle, mentre cerca di
svincolarsi dagli anelli di ferro che lo intrappolano, guariscono prima ancora
di iniziare a sanguinare.
E questo lo fa andare in bestia, perché ci sono un miliardo di cose che
potrebbe fare in questo momento, al posto di perdere tempo a giocare al
cagnolino bastonato per controllare il processo di trasformazione.
《 Non ti porterò indietro uno stupido bastoncino. Non sono il tuo cagnolino. 》
sputa fuori le parole come se fossero intrise di veleno, puntando lo sguardo
iracondo su Derek, in piedi davanti a lui con le braccia conserte e
l'espressione sbruffona di chi si crede sempre un passo avanti agli altri.
《 Non sarai il suo cagnolino, infatti. 》 interviene Peter, nascosto nella
penombra. 《 Sarai il suo. 》 continua, spingendo in avanti Lydia.
Sebbene non ci fosse nulla di violento e preoccupante nel modo in cui Peter ha
toccato Lydia, Jackson si protrae in avanti quanto può, le catene che gli
penetrano nei polsi e gli stridono contro le ossa, il petto gonfio e le spalle
aperte quasi avessero delle ali attaccate dietro.
《 Preferirei che le catene fossero attaccate a un letto, in quel caso. 》
confessa in tono provocatorio.
Lydia avanza verso di lui, e non solo per avvicinarsi a Jackson. La presenza
di Peter alle sue spalle la inquieta non poco, anche se non lo ammetterebbe
mai, soprattutto in sua presenza. Ha la sensazione che, da un momento
all'altro, possa affondare i canini nella sua giugulare e squarciarle la pelle.
E no, stavolta non si farà scrupolo a mandargli il conto della lavanderia e, se
è necessario, della sartoria. Le ha imbrattato irrimediabilmente il vestito che
ha tanto faticato per scegliere. Sono cose che Lydia non perdona.
《 Sei davvero cosi viscido. 》sibila Peter.
Per un attimo, Jackson non da segni di reazione. Forse non ha sentito, il che
è impossibile, visto che ha un udito ultra sviluppato, che capta il ticchettio
dei tacchi di Lydia anche a cento metri di distanza. Questo le impedisce di
sorprenderlo, quando lei si presenta a casa sua senza preavviso. Ciò non toglie
che, talvolta, Jackson fa finta di niente, e non si aspetta certo che Lydia gli
creda, perché è troppo sveglia per non prendere in considerazione il fatto che,
volente o nolente, Jackson riesca a intercettare anche i suoni più
impercettibili. Ciò non toglie, però, che Lydia possa fingere di non sapere
niente.
La forma riflette la persona che siamo.
Jackson l'ha sentito dire a Derek un paio di giorni fa.
Sei davvero così viscido.
Le parole di Peter si incidono con forza nella sua testa, nella pelle e nelle
ossa, stridendo rumorosamente. Non un rivolo di sangue sgorga, e di conseguenza
nessuna ferita si rimargina. Non è qualcosa che si vede a occhio nudo, la pura
sofferenza umana. Ti avvolge nel suo mantello putrido e color pece, ti avvelena
e ti stordisce, ma nessuno se ne accorge. Nessuno che non abbia lo sguardo
attento di Lydia, almeno.
Viscido come un rettile.
Non è il peggior insulto che abbia mai ricevuto, ma per qualche strano motivo
lo ferisce più di quanto avesse immaginato. Ha ucciso innocenti che non
meritavano la morte, né tantomeno di essere uccisi in modo così barbaro. Ha
reso orfana una bambina ignara del male che affligge il mondo, l'ha messa di
fronte alla crudeltà della vita ancor prima che potesse respirare il profumo di
disinfettante che aleggia negli ospedali. E non importa se a uccidere sua madre
non è stato lui, perché di certo l'ha privata di suo padre, e Dio solo sa cosa
Jackson darebbe per vedere suo padre. Quello vero.
Si è macchiato di sangue innocente e questi idioti sembrano divertirsi a
punzecchiarlo con la loro scadente ironia. Jackson nemmeno se ne rende conto,ma
le catene stanno per schiodarsi dal muro, tanta è la forza con cui le scuote. I
canini perforano le gengive e gli pizzicano le labbra.
《 Controllalo, Jackson.》
Non capisce se sia Derek a parlare. Forse è Peter che cerca di fare il
mentore. Non gli importa. Senti montare in sé il desiderio incontrastabile di
sbatterli al muro e staccare loro le teste.
Sta per liberarsi e assalirli, quando una figura minuta, le mani tremanti, si
china davanti a lui.
È così piccola, Lydia. Lo è sempre stata. Piccola e leggera, come quando l'ha portata fra le braccia verso l'autoambulanza, priva di sensi e insanguinata. Ma adesso, in
confronto al mostro in cui si è trasformato, sembra una bambolina pesante come
una piuma in balia del più violento dei venti.
È pazza, Lydia? Perché si avvicina tanto a lui? Perché non corre via, finché è
in tempo?
Gli prende il viso fra le mani, e con i pollici traccia piccoli cerchi sulle
sue guance. Lo rilassa. Guida il suo sguardo verso il suo.
《 Jackson, ascoltami. 》 sussurra. 《 Non tutti i mostri fanno cose mostruose.
Non per sempre.》
Come se fosse un riflesso involontario proveniente dal profondo del suo petto,
Jackson ritira gli artigli, la pelle del viso ritorna liscia e priva della
peluria pungente di poco fa, i canini lasciano posto a incisivi molto più
confortanti.
《 Dovresti provarmi a letto. 》replica Jackson, sorridendo con un'espressione
sbruffona a maliziosa.
Lydia chiude gli occhi e le sue labbra si modellano in un sorriso rilassato e
divertito.
《 Jackson, non divorerai il mio reggiseno. 》 lo avverte, minacciosa.
Lui fa spallucce. Strabuzza gli occhi e dischiude le labbra in una 'O' di
sorpresa,quando Lydia gli si getta fra le braccia.
Ed è piccola, Lydia, minuscola. Quasi scompare fra le sue braccia.
Non tutti i mostri fanno cose mostruose.
Forse Lydia ha ragione.
Non per sempre.