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Autore: lulubellula    01/09/2014    2 recensioni
Robin e Regina stanno passeggiando nella foresta dopo allegri festeggiamenti nella Foresta di Sherwood.
C'è un venticello frizzante e nelle loro vene scorre qualche goccia di alcol di troppo.
E si sa, una risata tira l'altra e quando si è particolarmente brilli le idee sciocche e avventate sono dietro l'angolo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di vino, bagni notturni e sguardi complici
 

Stavano ridendo, camminando e ridendo.
Mischiavano sorrisi a passi e avevano esagerato alla festa della vendemmia e i fiumi di vino rosso novello che ne erano seguiti, insieme a canti e festeggiamenti in pompa magna, ora si facevano sentire prepotentemente. Passeggiavano lungo la sponda est del fiume e continuavano a parlare animatamente.
“Immagino che abbiate seminato stuoli di cuori spezzati lungo il percorso, Regina” disse Robin Hood, senza arrossire minimamente.
“Certo, ma non per il motivo che intendete voi …” rispose con un certo imbarazzo la donna.
“Intendevo dire che … insomma, voi, cioè tu …” balbettò lui.
“Che c’è Robin di Locksley, non sapete più parlare?” lo guardò lei ridendo e scostando una ciocca di capelli neri dal volto.
“N-no, affatto. Ne volete un altro po’?” le passò la borraccia.
“Meglio di no, Robin, potrei fare delle cose di cui domani mi potrei pentire”
“Perché no? Regina, in fondo che male c’è nel fare delle cose di cui ci si potrebbe pentire l’indomani? Dopotutto programmare le giornate nei minimi dettagli è così dannatamente noioso”.
Regina gli sorrise e l’uomo ripose a sua volta mostrandone uno radioso.
Erano diversi minuti che camminavano e loro erano decisamente brilli o per meglio dire ubriachi fradici, ridevano come due bambini e riuscivano a stare a malapena in piedi, tanto che ad un certo punto dovettero fermarsi qualche istante per riprendere fiato e darsi una rinfrescata.
“Stai pensando la stessa cosa che sto pensando io?” domandò lui.
Lei lo guardò con aria interrogativa.
“Dovremmo tornare indietro, prima di essere troppo ubriachi da non ricordare nemmeno la strada per l’accampamento? Guarda che non ho segnato il terreno con le briciole di pane”.
Robin rise.
“Affatto! In casi come questi non c’è niente di meglio di una bella rinfrescata, stiamo camminando vicino al torrente, potremmo provare con un po’ di acqua fresca e sciacquarci il volto, sono certo che funzionerebbe”.
Regina iniziò a ridere.
“Siete sicuro che possa bastare per farci passare questa ubriacatura con i fiocchi?”.
Robin la guardò.
Era così bella, così dannatamente bella, Regina, quella sera e la sera ancora prima e tutte le altre sere precedenti ed erano così vicini, così vicin…
Robin, come era solito fare si sedette a riva vicino alla donna, ma colpevole il sonno, il vino e l’ebbrezza, si sporse troppo in avanti e perse l’equilibrio.
Nell’estremo tentativo di non finire in acqua, si aggrappò a Regina che era alla sua sinistra e finirono entrambi nel torrente.
L’acqua non era particolarmente alta, forse un paio di metri, forse poco di più e per qualche istante finirono entrambi con la testa sott’acqua.
Riemersero quasi subito, le vesti completamente bagnate, l’uno abbracciato all’altra, c’erano riusciti alla fine, anche se in un modo strano, buffo e forse un tantino surreale: erano riusciti a finire l’uno nelle braccia dell’altra.
“State bene, Regina?” domandò l’uomo non appena ebbe ripreso fiato.
La donna non sapeva che dire, se quello era ciò che lui intendeva “darsi una lavata al viso”, la prossima volta non avrebbe accettato di sicuro.
Era finita tra le sue braccia e, nonostante facesse freddo, per via dell’ora tarda, nonostante loro due fossero in una posizione scomodissima e nonostante fosse certa di essersi ferita alla caviglia, lei stava incredibilmente bene.
“S-sì, sto bene, Robin, sto benissimo” rispose tentando di rimettersi in piedi, ma fallendo nel tentativo e ricadendo tra le braccia di Hood.
“Allora è un vizio, Regina”.
“Cosa?” chiese lei sconvolta.
“Crollarmi tra le braccia, è proprio un vizio il tuo” rispose lui, un sorriso beffardo e seducente dipinto in volto.
“Ah, sì? Ti ricordo, Robin Hood di Locksley, che se ci troviamo in questa situazione è solo e soltanto colpa tua!”.
Smettila di guardarmi così, come se fossi l’unica donna sulla faccia della Terra, come se fosse tanto semplice e tanto giusto baciarti per toglierti quel dannato sorrisetto dalla faccia, come se avessi ancora diciott’anni e sapessi poco e niente dell’amore!
“Certo, Vostra Maestà, solo e soltanto colpa mia”.
“Aiutatemi ad alzarmi!” disse Regina, a metà tra un ordine e una richiesta d’aiuto.
“Certamente, Regina, non appena toglierete i vostri piedini regali dal mio stomaco” le fece notare lui.
Trattenne a stento l’idea di sferrargli un calcio nello … stomaco, a volte riusciva ad essere persino irritante nelle sue battutine.
Anche se, troppo irritante proprio non lo trovava, visto che non perdeva l’occasione per vagabondare qua e là con lui, seguiti talvolta da un dolcissimo Roland trotterellante.
“Riprovo ad alzarmi, ma questa volta cerca di collaborare Robin!”.
“Mi dai persino del “tu”, Regina?”.
“Direi che nella situazione in cui ci troviamo ora c’è poco da essere formali, Robin Hood di Locksley!”.
“Sei terribilmente sexy quando mi chiami per intero, ne sei consapevole, Regina?”.
Lei gli diede una sberla.
“Come ti permetti?”.
Inconsciamente si avvicinò ancora di più a lui, i loro volti molto vicini, quattro occhi che si squadravano animati da sentimenti contrastanti.
“Mi permetto eccome, Milady. Avete un tocco magico, Vostra Maestà” rispose lui massaggiandosi la guancia e non smettendo di sorriderle.
“Smettila di chiamarmi in quel modo!” lo aggredì lei, sempre più irritata.
“Come ti dovrei chiamare allora, zucchero?”.
Regina inorridì dinnanzi a quel nomignolo a dir poco stomachevole.
“Sei completamente ubriaco!”.
Robin iniziò a ridere.
“Da che pulpito … Lo sai che quando sei arrabbiata sei persino più bella, Regina? Dovresti arrabbiarti più spesso” la stuzzicò lui.
“Non credo che ti piacerebbe vedermi davvero arrabbiata”.
“Ah, no?” rincarò lui.
“No!”.
“E perché, di grazia?”.
“Perché tendo a far cose molto poco piacevoli quando sono adirata”.
“Cose molto poco piacevoli come questa?”.
Iniziò a baciarla, non lentamente, non con dolcezza, ma con rabbia, con passione, con ebbrezza, un bacio arrabbiato, adirato, disperato, un bacio che tolse il fiato ad entrambi.
Regina lo lasciò condurre per qualche istante, poi lo fermò.
“Che non accada mai più, Robin! Mai più!”.
“Non ti è piaciuto, Regina? Non ci credo nemmeno un po’” affermò lui con sicurezza.
“No, mi stavo riferendo alle tue idee idiote per far passare la sbornia, sono delle assurdità”.
Lui sorrise, un sorriso caloroso, dolce, che partiva dal suo cuore e moriva nei suoi occhi.
“Allora ti è piaciuto?”.
“Certo che no, Robin! Cadere in un torrente di notte da ubriaca e senza avere la più pallida idea di come fare a tornare indietro, non è di certo un’esperienza da ripetere”.
“E tutto il resto lo cambieresti?” domandò lui a bruciapelo.
“Tutto il resto era assolutamente perfetto”.
E detto questo, riprese a baciarlo, un bacio più lento, più dolce, così caldo e avvolgente, che tutt’intorno, nonostante le temperature più rigide della notte, si sentiva un tepore del tutto piacevole.
 
NdA: Questa Os, inizialmente avrebbe dovuto trovare spazio nella mia longfic (Finding true love), solo che i piani sono un po’ cambiati e ho deciso di pubblicarla da sola.
La long verrà aggiornata ispirazione permettendo, spero che la OS vi sia piaciuta e che sia valga la pena pubblicarla dopo mesi che vegetava nel mio pc.
Fatemi sapere le vostre impressioni
A presto lulubellula

   
 
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