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Autore: Alphabet Loser    01/09/2014    1 recensioni
Ok. Che cosa posso dire? La Sarumi mi ha preso il cuore, l'ha frullato e se l'è bevuto con una risata psicopatica. Quindi la onoro con questa challenge che mi ispira parecchio (anche se certe cose mi sembrano difficili da scrivere ueh).
Dal testo:
Saruhiko non vedeva l'ora di tornare a casa e togliersi quella rigida e formale uniforme, per mettersi qualcosa di più morbido e comodo. Si sarebbe fatto un té, e l'avrebbe bevuto lentamente, a occhi chiusi, accocolato in un angolo del divano. Yata, accanto a lui, gli occhi li aveva già chiusi e, con la testa appoggiata al vetro, sobbalzava ad ogni movimento del treno.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fushimi Saruhiko, Misaki Yata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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01. Holding hands



La metropolitana sferragliava sulle rotaie, ma era un rumore quasi piacevole, con tutto quel silenzio. Calmava e conciliava il sonno, con la sua monotona ripetitività. Era sera tardi, e la carrozza era quasi vuota. A parte un uomo che parlava al telefono, erano tutti in silenzio. Erano saliti da soli, senza nessuno con cui chiacchierare.
Saruhiko non vedeva l'ora di tornare a casa e togliersi quella rigida e formale uniforme, per mettersi qualcosa di più morbido e comodo. Si sarebbe fatto un té, e l'avrebbe bevuto lentamente, a occhi chiusi, accoccolato in un angolo del divano. Yata, accanto a lui, gli occhi li aveva già chiusi, e con la testa appoggiata al vetro, sobbalzava ad ogni movimento del treno. Aveva una felpa grigia a ripararlo dal freddo che si faceva ogni giorno più intenso. Il cappuccio era tirato su, e copriva le poche ciocche di capelli castani che il cappello lasciava libere. La sua mano giaceva abbandonata accanto alla gamba di Saru, e a volte la sfiorava. Lui la stava guardando già da qualche minuto.
Yata non si muoveva, il suo respiro era lento e regolare, profondo. Doveva essere addormentato. Lo guardó per un istante, la parte di viso che non era coperta dal cappuccio.
Le dita bianche di Saruhiko scivolarono nella mano aperta (quasi come a invitarlo, a tentarlo) del ragazzo seduto con lui, finché non strinsero le sue. La pelle di Misaki era calda, come al solito. Appoggiò anche lui la testa al finestrino, le palpebre si chiusero, sollevate da quell'atteso momento di riposo. Yata avvertiva un corpo estraneo sulla sua mano, ma (forse era il sonno) non gli dispiaceva, anche sapendo a chi apparteneva. Corrugó per un istante le sopracciglia, poi strinse quel corpo non così estraneo. Un lieve sorriso piegò le sue labbra, gli piaceva sentire i buchi tra le proprie dita riempiti. Saruhiko si chiese se fosse stato un riflesso involontario, o se Misaki fosse davvero ancora sveglio.
Però non poteva turbare il silenzio del rumore della metropolitana, e non disse niente.
  
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