Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: osculummortis    01/09/2014    0 recensioni
"Questo erano nella loro vita, due anime in contrasto, in litigio e in tempesta, divise dai difetti e dai pregi che ognuno dei due aveva."
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chiuse gli occhi.
Amava quella sensazione.
Amava le sue labbra che le baciavano il ventre, mentre la punta del naso l’accarezzava.
Amava le sue mani che percorrevano le sue gambe mentre lui osservava le sue reazioni con sguardo pieno di cattiva malizia.
Ma soprattutto amava lui.
Così sensuale, mentre le si avvicinava alle labbra e le dischiudeva come a volergliele accarezzare, e invece scendevano giù per la mandibola, il collo, il seno, senza mai ritornare su e concederle un bacio che le veniva regalato soltanto mentre dormiva.
Così dolce quando le accarezzava i capelli e con il pollice la prendeva per il mento accarezzandole le labbra e sussurrandole ‘Sei mia tesoro, mia e di nessun altro. E io sono tuo.’  la baciava sulla fronte, spostandole i capelli scompigliati dalla notte appena passata.
Così dannatamente bugiardo quando le diceva ‘Ma no che non ho un’altra, per me esisti solo tu’ e le sorrideva, con quel sorriso che la lasciava spiazzata; in quei momenti capiva che pure essendo una delle possibili tante, non le dispiaceva quel sorriso, e non le dispiacevano nemmeno tutte le carezze e le frasi dette magari solo per gioco, ma talmente ben costruite da sembrare vere, così vere da farle battere il cuore come una ragazzina alle prime armi con l’amore.
 Non erano una bella coppia, non perché fossero brutti al vedersi, ma perché, di fatto, non erano una coppia: lei bellissima, dai lineamenti così puri e delicati, le labbra disegnate da esperte mani con pastelli color porpora, la pelle pulita e candida; lui dal fascino così oscuro, le labbra perfette, dalle quali non ci si sarebbe voluti separare neanche sapendo di dover morire, un tatuaggio sul petto e uno sulla schiena, gli occhi neri come il cielo senza stelle nelle notti più scure, dove ci si perde e non si sa più dove ci si trova, e allora si aspetta l’alba chiara, per ritornare a casa, per avere speranza, una delicata ambra che fluiva negli occhi di lei. 
Fu fatale il giorno in cui litigarono, quando lei presa dall’ira accecante gli urlò contro che lo considerava soltanto un ipocrita, e che amava prendersi gioco di lei, e lui, che fece un paio di passi indietro come se volesse fuggire da qualcosa, aprì la bocca un paio di volte, cercando di difendersi dalle lacrime di furia che sgorgavano dagli occhi di lei; alla terza volta riuscì a dire:- Io ti amo. – puntò lo sguardo al pavimento, poi con rabbia lo sollevò e, con un gesto pieno di forza bruta afferrò le chiavi della macchina dal mobile vicino alla porta e uscì.
Lei sgranò gli occhi, si gettò al suo inseguimento, ma non fu necessario affannarsi. Lui tornò indietro, la prese per il polso, e trascinandola la portò dentro la macchina, facendola sedere al posto del passeggero, e lui si accomodò nervosamente in quello del guidatore e mise in moto. 
Lei si voltò, e lo guardò dritto negli occhi, come se volesse trafiggerlo.
Lui si voltò con un’immensa tristezza negli occhi, una tristezza che mai i suoi occhi avevano espresso. E, avvicinandosi lentamente a lei, dopo averla guardata con una strana luce negli occhi, la baciò. La baciò per la prima volta dopo mesi, mentre lei era sveglia. La sua mano scivolò in mezzo ai capelli di lei, che si lasciavano domare dalla forza di lui, mentre le mani di lei si posarono sul collo di lui.

Quella fu l’ultima volta in cui i due si ritrovarono. 
L’angelo e il demone, rispediti ognuno nella propria sfera di appartenenza, una volata in cielo e l’altro scagliato nelle viscere più calde e oscure della terra. 
O forse no. 
Forse l’oscurità di lui aveva preso a tal punto il sopravvento su di lei da scagliarla negli abissi insieme al suo compagno apparentemente senza cuore, causa di quei momenti di estasi, la sera, in cui entrambi si lasciavano andare, nei quali lui le spostava i capelli dal viso e le porgeva un bicchiere di qualche superalcolico mischiato con chi sa quale sostanza stupefacente che la lasciavano senza ricordi e senza forze la mattina.
O forse la luce della redenzione che illuminava la carnagione di porcellana della ragazza era riuscita a illuminare anche il viso di lui, facendolo arrivare sino all’empireo, condotto dall’angelo più bello, che già sapeva la strada, merito dei momenti in cui si accorgeva di aver esagerato, di essere vulnerabile, di provare qualcosa che andava oltre il sesso, nei momenti in cui l’unica cosa che desiderava era sdraiarsi affianco a lei sul letto e guardare un bel film, ridendo dei drammi che si creavano nella trama, e asciugare le sue lacrime nel finale sdolcinato, per poi prenderla tra le sue braccia e stringerla, cullandola per tutta la notte.
Questo erano nella loro vita, due anime in contrasto, in litigio e in tempesta, divise dai difetti e dai pregi che ognuno dei due aveva.
Ma nella morte, si erano fatti trovare preparati: le mani strette l’una nell’altra, come a non volersi lasciare mai più.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: osculummortis