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Autore: Lady_Angel    02/09/2014    1 recensioni
“Alisa, che cosa stai facendo? Non si possono strappare!”
“Oh, sto cogliendo un fiore, dato che tu non me l’hai regalato..”
One Shot sul primo appunto fra Alisa e Robin, sì quello che non si scorda mai :)
Buona lettura
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Robin Mask
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il primo amore è quello che non si scorda mai, è quello innocente, è quello più puro, è quello del primo bacio.
Colpisce tutti, dalla persona più crudele alla persona più buona; non risparmia nessuno, il primo amore.
Seduto sull’erba Robin ripensava anche lui alla prima uscita, alla prima volta in cui il giovane Cupido aveva deciso di ferire il cuore di un altro Mask. Quel dardo scagliato su di lui aveva anche un nome: Alisa.
“Sono stato così impacciato con te, quella volta. Non ti ho nemmeno portato un fiore” sussurrò.
Era stata strana quella prima uscita, diversa dai soliti primi appuntamenti e Robin ne aveva ancora in testa le immagini:

Dopo un lungo periodo di inviti rifiutati, i due avevano deciso di incontrarsi davanti al loro pub preferito; Robin non aveva nemmeno portato un piccolo fiorellino, nulla! Impacciato, non abituato a queste situazioni, si era scordato la cosa più importante: un mazzo di rose rosse, ma, forse,  fu meglio così.
Alisa aveva notato la mancanza, ma non disse nulla; anzi, si sentiva sollevata perché regalare un fiore aveva sempre un significato nascosto.
Dopo una piccola birretta presa nel locale, avevano deciso di uscire e di dirigersi verso il parco.
Fu lì che nacque tutto.
Durante la loro passeggiata, la ragazza si era fermata davanti ad un roseto e, dal nulla, aveva deciso di prendere una rosa.
“Alisa, che cosa stai facendo? Non si possono strappare!”
“Oh, sto cogliendo un fiore, dato che tu non me l’hai regalato..” Lo sapeva, doveva portarle una rosa così non si sarebbe trasformata nella terminator dei giardini fioriti. “..sarò io a donarlo a te. Da quando la galanteria è un qualcosa puramente maschile? Tieni, una rosa bianca. Spero che un giorno possa trasformarsi in rossa.”
Era rimasto sbalordito, non si era offesa, ma aveva deciso di prendere lei in mano la situazione, di rimediare a quella stupida mancanza.
Una rosa bianca, che cosa poteva significare quel fiore? Nulla, sicuramente. Così sorrise ed accettò il regalo con molto piacere.
“Ti sto dicendo che non sai amare e tu sorridi? O sei tonto o non conosci il linguaggio dei fiori” arrogante la ragazza. Prima uscita e già aveva cercato di bisticciare con il suo pretendente.
“Ehi, se tratti tutti gli uomini in questo modo, diventerai una zitella acida molto presto.”
Frecciatina alla frecciatina. Mai colpire l’orgoglio di un Mask, mai dire a Robin di non conoscere qualcosa. Eppure, dopo quella bisticciata, la serata era andata avanti; i due si erano messi a parlare della propria vita, del loro futuro, delle loro scelte, ma il tempo scorreva troppo velocemente. Entrambi volevano stare ancora un po’ insieme, entrambi volevano parlare ancora per un minuto, ma dimenticavano che c’era ancora la vita di casa e lì, tutto, poteva ancora succedere.
Alisa era una grande chiaccherona, alle volte l’agitazione la faceva balbettare, ma nemmeno questo riusciva a spegnerla. Poi, davanti alla soglia di casa, se ne era uscita con un’altra domanda:
“E tu che fiore mi regaleresti? Insomma, io te ne ho donato uno con la speranza che cambi il proprio colore, ma tu?”. Si era fissata con i fiori, ma che cosa voleva sapere? “Insomma io ti vorrei regalare anche, in questo momento, un non ti scordar di me. Almeno verrai perseguitato dalla mia vocina, ogni volta che lo guarderai”.
“Non ti preoccupare, non potrei mai dimenticarmi di te, non dopo averti vista distruggere un giardino per un fiore! Ora però devo andare, Alisa”.
Si erano salutati così i due, senza un bacio, senza un abbraccio. Niente, solo piccole frecciatine.
Entrambi si erano allontanati con l’ansia che quella persona non si sarebbe mai più fatta sentire e con la convinzione che il loro primo amore non sarebbe mai sbocciato.


“Un non ti scordar di me. Che stupida che sei stata; dubitavi della mia memoria od avevi paura che non ti avrei mai più voluto rivedere? Perché io tremavo all’idea di non poter più risentire la tua vocina”.
Il silenzio aleggiava in quel prato freddo come le lapidi che giacevano in quel posto e sottolineavano un timore che purtroppo si era avverato.
“Io, a te, comunque, avrei regalato un lillà. L’ ho sempre saputo.”
Il simbolo delle prime emozioni d’amore, quelle che non si scordano mai.


 
 
----Note----
Uao, tre storie in una settimana, un record.
Scusate, ma è più forte di me: AMO ROBIN ED ALISA.
Okok, la sorte di Alisa è un po’ un mistero così ho deciso di seguire quella più “gettonata”.
Comunque il linguaggio dei fiori mi ha sempre affascinata, ma la storia del lillà è nata da un capitolo della saga di “Tag Hen” (sì quella con quel “cosetto” di Chaos Avenir).
Ed ammetto che questa FF sia nata mentre studiavo storia economica e matematica generale (sì, MATEMATICA MI ISPIRA A SCRIVERE, chiamatelo istinto di sopravvivenza ed odio verso le matrici).
Prometto che proseguirò anche con “Legame”, è sempre nei miei pensieri ed in work in progress.
Grazie mille per i commenti e buona lettura!
   
 
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