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Autore: Xenebe    02/09/2014    1 recensioni
I ricordi ci colpiscono senza badare all'ordine cronologico, a maggior ragione se e quando vengono a trovarci di notte, in sogno. Francis ha lasciato il castello per raggiungere Lola, ma la sua mente e il suo cuore sono altrove e, seguendo un ordine tutto loro tormenteranno il giovane re.
Long live the king!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Francis
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dream Ebbene, ieri ho "casualmente" riguardato la prima puntata e ho avuto questa idea.
Spero vi piaccia.




Dream





- Ma voi non mi amerete. Non lascerete che succeda.
- L'amore è irrilevante per quelli come noi. E questo ci privilegia in molti modi. Tutto quello che vi chiedo è di aspettare, vedere come vanno le cose.
- Vedere come vanno le cose per la Francia. Immagino che sia semplice, dopo tutto. Ma non siete l'unico con un paese a cui pensare.




Era sveglia, sveglia e bellissima e, nonostante tutto, abbastanza pura e fiduciosa da credere che si sarebbero potuti innamorare. Sciocca! Una sciocca che era anche Regina però, una sciocca che non gli chiedeva nient'altro che una possibilità di essere felice. Possibilità che ora lui non poteva nemmeno prendere in considerazione. Doveva pensare alla Francia.





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- Se non foste stato il futuro re di Francia... E io fossi stata una comune fanciulla, una regina di nessuno... Avreste voluto tutto questo?
- Non posso farlo. Non lo farò.



Non poteva permettersi questo, non poteva permettersi una cosa del genere. Si permetteva di essere qualcun'altro, qualcuno di diverso dal Delfino di Francia, solo in quella torre, dove una volta c'erano le stanze di lei. Per poche ore al giorno era un semplice ragazzo. Ma chiuso lì dentro poteva permettersi di essere un altro perché non c'era pericolo. Ma in quel momento, di fronte a Mary non poteva essere altro che l'erede al trono. E di fronte, a pochi centimetri dal suo viso, c'era la Regina di Scozia. Non semplicemente la sua bella fidanzata.





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- Suppongo che, se mai una rivolta portasse la mia dinastia a nascondersi, potrei sempre fare il fabbro.
- Ma io vi salverei. E potremmo andare in Scozia e regnare lì.
- È una... è un'offerta molto gentile. Spero di non aver mai bisogno di accettarla.



Appena l'aveva rivista la sua bellezza era stata palese, nonostante la stanchezza per il viaggio e i motivi che l'avevano portata a corte, che di certo avrebbero scosso chiunque. Ora nella piccola stanza piena dei suoi coltelli e delle sue spade, mentre cercava di capirlo e conoscerlo, poteva vedere qualcos'altro. Gentilezza, generosità e qualcosa di troppo simile all'audacia nel suo modo diretto e schietto di parlare. Qualcosa che gli era rimasto addosso. Come l'impronta del suo sorriso.







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- Sua Maestà... La Regina Catherine!



Era circondata dalle sue amiche, guardavano tutte il gruppo della corte con suo padre, sua madre, Diane, Sebastian e Nostradamus, attorniati da dame, cavalieri e nobili vari. Non lo aveva ancora notato, ma quando lo fece ... Era certo che lo avesse riconosciuto, come era successo a lui, anche se la bella fanciulla che aveva di fronte non somigliava molto alla vecchia amica d'infanzia dalle opinioni forti e pronta a schernirlo anche solo per il suono del suo nome.








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- Toglietevi le scarpe. Coraggio. Ballate con me. Toglietevi le scarpe.
- Guardate! Elisabeth e Philip vanno via.



Era un bene che fosse arrivato il momento della consumazione, si disse.
Non sapeva bene cosa fosse accaduto: un attimo prima osservava la su spensieratezza, quello dopo invece osservava lo sguardo complice che lanciava a suo fratello. Sguardo a cui Bash rispondeva con uno di desiderio. Non aveva però avuto il tempo di ingelosirsi davvero. Le piume li avevano circondati.
E dopo dieci anni aveva ricordato. Quella stessa sensazione di voler rimanere sotto quelle piume per sempre. Con lei. Di voler restare lì. Di essere al proprio posto. Quel posto speciale in cui ci sentiamo tutti perfettamente padroni della nostra anima.
Aveva ricordato quando aveva capito che lei sarebbe stata il suo futuro, che l'avrebbe amata, qualsiasi cosa dovesse significare. Aveva ricordato quel perfetto senso di appagamento e felicità, quello che non aveva e non avrebbe mai più provato. La sensazione di essere legato da sempre e per sempre a quella ragazzina.







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- Mary. Che succede?
- Vi ho portato qualcosa con cui decorare le vostre spade.
- Non è un buon momento. La prossima volta dovreste farvi annunciare. Il mio paggio è lì per un motivo.
- Non... non capisco.
- Non dovreste essere qui.
- Perché sembrate così... Siete... siete solo? Siete con qualcuno?
- Se mai diventerete la Regina di Francia, c'è una cosa che dovete sapere.
I re non rispondono alle loro mogli.



Si svegliò di soprassalto, come riemergendo dal fondo del mare. Riempì i polmoni lentamente e si alzò cercando di non far rumore per non svegliare il bambino, che dormiva a pochi metri. Si spruzzò dell'acqua in volto e tornò in quel lettino piccolo e scomodo, ma perlomeno pulito, che gli era stato offerto. Dovevano restare chiusi lì per proteggersi dalla Morte Nera. Sospirò mentre ascoltava il respiro regolare di Lola venire da dietro la pesante tenda usata per creare due stanze separate.
Era lì da quasi un mese e gli mancava sua moglie. E di certo il suo cervello, che revocava tutti i ricordi del primo giorno in cui era tornata a corte, non aiutava.
I suoi sogni lo schernivano! Odiava quando accadeva  e odiava quell'ultimo ricordo in particolare. In quel momento si era comportato come suo padre e non era come lui. Non voleva esserlo. Eppure non riusciva a togliersi di dosso quel ricordo. Forse perché aveva deciso di abbandonare sue moglie. Era stato proprio come aveva detto allora. Se ne era andato senza curarsi di quello che voleva, di quello che diceva, di quello che chiedeva e consigliava sua moglie. Lui, il re di Francia, aveva deciso che era giusto raggiungere Lola e il loro bambino che stava nascendo.
Si sentiva ancora in colpa per quello che aveva fatto: era stato un pessimo figlio, ma sapeva che sarebbe stato un buon re, per questo alla fine era riuscito a farlo, ad uccidere suo padre. Un padre che aveva sempre messo qualcun altro, qualcos'altro avanti al loro rapporto. Ecco, forse era per questo: si sentiva talmente in colpa ad aver messo la Francia davanti ai suoi doveri di figlio, che aveva preferito non pensare alla Francia, non davanti ai suoi doveri di padre. E la sua Mary, mentre gli chiedeva di non andare, aveva parlato troppo in accordo con la sua coscienza.
E l'aveva ignorata. E l'aveva ferita, una volta come marito e una seconda come Re.
Mary ora doveva governare da sola la Francia.
"Le regine perdonano i loro mariti?" Si ritrovò a chiedersi, sperando che il senso del dovere di Mary e le ferite che le aveva inflitto ancora una volta non fossero più forte del loro amore.






















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Sì, forse è una cosa indegna e comunque ho un triliardo di long in corso, ma dovevo pubblicare questa OS, scusate.
P.S.: tutti i dialoghi sono della 1x01, nella traduzione di Subspedia.
   
 
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