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Autore: M4RT1    02/09/2014    3 recensioni
― Non mi amava ― mormori, la voce spezzata.
― No, non l’ha mai fatto. E ora non ti salverà. Nessuno verrà a prenderti.
Ti hanno voltato le spalle. La voce non lo dice, ma è chiaro che è vero.
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Storia partecipante al Contest "Di colori e pacchetti" indetto da S.Elric_ .
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Piove.

O almeno è quello che credi.

Non puoi dirlo con certezza, essendo rinchiuso in un bunker sotterraneo.

Ti tengono qui da un po’, ormai, anche se non sapresti dire quanto tempo è passato da quando ti svegliasti nell’hovercraft – stordito, terrorizzato, ferito. Da quando l’ago si insinuò nella tua carne e crollasti nuovamente. Da quando, infine, riapristi gli occhi sulle pareti bianche (e il soffitto bianco e il pavimento bianco) su cui giacevi. C’era un letto, c’è ancora, ma ti rifiuti di usarlo.

 
Piove ancora.

Ti vengono a prendere due volte al giorno, sempre alla stessa ora.

Da giorni, ormai (o mesi, chi può dirlo?) ti ritrovi legato alla stessa sedia, nello stesso ufficio.

Ci sono persone e macchine, ma soprattutto c’è lei. Oggi, mentre ti iniettano un calmante, lo schermo mostra vecchie sequenze dei vostri primi Giochi. Ci siete entrambi, l’uno accanto all’altra, stretti in quello che ti è sempre piaciuto ricordare come il vostro primo appuntamento. Che stupido che eri, convinto che ti amasse, che non fingesse solo per le telecamere.

O forse era vero.

― Lei mi ama ― dici quasi con rabbia.

― Lei ti ha voltato le spalle ― risponde qualcuno. O qualcosa. È difficile capire quando sono le macchine a parlare, qui.

Vedi il suo volto ferito, il sangue rappreso sulla sua fronte. Stava salvando te.

― No, non è vero ― mormora qualcuno prima che tu riesca a finire la frase. ― Non è vero. Ti stava solo usando per vincere.

I ricordi del picnic si affollano nella tua mente, il cervello che cerca di dar loro una spiegazione razionale, qualcosa che renda reale il doppiogioco di Katniss. Non esiste. Non esiste, non esiste, non esiste.

E poi, di colpo, il viso della ragazza si rivela per quello che è davvero: un ibrido. Ed ecco che tutto acquisisce un senso, mentre ricordi simili a sogni schiacciano tutto il resto e tu vedi il vostro primo appuntamento per quello che fu davvero: un mostro che cerca di uccidere un ragazzo, niente di diverso dagli Aghi Inseguitori o dai lupi con occhi di bambino.

― Non mi amava ― mormori, la voce spezzata.

― No, non l’ha mai fatto. E ora non ti salverà. Nessuno verrà a prenderti.

Ti hanno voltato le spalle. La voce non lo dice, ma è chiaro che è vero.

― Oh, caro Mellark. ― C’è qualcun altro, oggi. Credi di conoscerlo, ma non riesci a dargli un nome. ― Se il mondo ti volta le spalle non devi far altro che voltargliele anche tu. Collabora con noi, aiutaci a distruggere per sempre quell’ibrido.

 
Piove di nuovo.

Non sai se sia sera o mattina, quando ti risvegli nella solita stanza bianca.

C’è del cibo ma non lo tocchi.

In lontananza si sentono delle urla, urla umane di ragazza. Torturata, mutilata. Non lo sai. Forse non vuoi saperlo, non vuoi sapere a chi altro abbiano voltato le spalle. Ne sei sicuro? No, hai dei dubbi sulla falsità di Katniss. Eppure, quei sogni erano così reali.

Senti le gocce scrosciare su una superficie, poi senti altre urla. Non ci fai più caso, ormai, come fossero i cigolii dell’ascensore che scendeva in miniera o il rumore del matterello sfregato contro la soffice pasta del pane.

Poi la porta si riapre e qualcuno ti trascina nuovamente via, lungo corridoi illuminati da una luce accecante. Fino alla solita sedia.


N.d.A.: dunque, prima di tutto ringrazio S.Elric_ per avermi dato l'opportunità di scrivere questa storia ^^
Poi, passiamo alle spiegazioni: la consegna era di scrivere una storia utilizzando una citazione, un prompt, un divieto e un obbligo tra le varie opzioni contenute nei pacchetti. Non scriverò ancora quali erano i miei obblighi ecc. perché, essendo il Contest ancora attivo, svelerei i contenuti dei pacchetti prima della sua conclusione >.<
Due appunti, invece, riguardano la mia storia: prima cosa, la pioggia. La pioggia non è vera pioggia (?), bensì l'acqua usata per torturare Johanna (anche le urla appartengono a lei - o ad Annie, come volete u.u).
Poi, il momento in cui Peeta comincia a vedere Katniss come un ibrido è quando il siero degli Aghi Inseguitori (che la voce spaccia per tranquillante) fa effetto. La voce, non so, credo appartenga a una scienziata qualunque, mentre l'altra è di Snow.
Bene, credo di aver detto tutto U_U
Spero vi piaccia ^^
  
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