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Autore: St. Jimmy    02/09/2014    4 recensioni
Billie e Jeff stanno facendo i muffin quando all'improvviso qualcuno suona alla porta.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong, Jeff Matika
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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A/N: Questa è la versione italiana accazzodicane di una mia fic che ho postato poco tempo fa su Mibba e che potete trovare qui. Il titolo non ha senso e allo stesso tempo ne ha a sufficienza, e il mio umorismo è come il comunismo: è meglio in teoria. Detto questo, buon divertimento.


Il Capitalismo Rappresenta Il Declino Morale Della Società Come La Conosciamo

_

 

“Posso chiamarti Betty?”

Jeff lo guardò in tralice. Billie non riusciva a capire perché Jeff lo guardasse sempre così: “Sai suonare il mandolino?” e Jeff lo guardava in tralice, “Posso disegnarti un pene sulla chitarra?” ed ecco di nuovo quello sguardo, “Ti ho cucito un maglione con i miei peli pubici,” e naturalmente, lo sguardo era lì ad aspettarlo.

“Ti uccido.”

Billie si sentì minacciato, ma solo per un momento, perché allora, con un sorriso, ricordò:

“Non puoi uccidere le persone, è illegale.”

Jeff sospirò. “Senti, passami la fottuta farina e basta, ok?”

Billie fece come gli era stato detto. Jeff versò la farina in una grande terrina rossa, quindi aggiunse un paio di uova e mescolò.

“Non stai mescolando bene,” disse Billie Joe, rompendo il silenzio. Jeff scattò.

“TI STRAPPO QUEL CUCCIOLO DI ANGUILLA MORTO CHE TI OSTINI A CHIAMARE PENE E MESCOLO QUESTA MERDA DI IMPASTO CON QUELLO FINO A CHE NON-” ma fu interrotto dal suono del campanello di casa.

Billie sorrise, un grande, felice, smagliante sorriso che fece venire voglia a Jeff di sditalinarsi la gola e vomitare su ogni cosa che Billie avesse mai amato, e, saltellando verso la porta, squittì: “Vado io!”.

Billie aprì il pesante uscio in legno, e salutò il nuovo ospite con il suo tipico sorriso.

“Buongiorno Signor Barbone! Come posso aiutarla?”

Il barbone, un uomo sulla trentina con una folta barba scura e scuri e sporchi capelli lunghi, sorrise di rimando.

“Un uccellino mi ha detto che due giovani ragazzuoli stanno facendo dei muffin, quindi eccomi qui.”

“Ma che senzatetto gentile! Io mi chiamo Billie Joe,” si presentò Billie, porgendogli la mano, “e mi piace drogarmi.”

L'uomo sorrise di nuovo.

“Io sono John Lennon,” rispose lo sconosciuto, “e in questo momento sto avendo allucinazioni da LSD.”

Billie saltò alla notizia, felice come un adulto bisessuale ad una festa per scambisti.

“Jeff!” chiamò, “John Lenin è qui!”

Jeff emerse dalla cucina, gli occhi spalancati e rossi a causa della bamba che lui e Billie avevano messo in forno poco prima.

“Signor Lenin, sono onorato,” si inchinò di fronte al Beatle, “ma lei non dovrebbe essere morto?”

John scrollò le spalle. “Meh. Come ti pare.”

Billie lasciò entrare John e tutti saltellarono in cucina a braccetto in stile heidi, per andare a finire di preparare i loro deliziosi muffin ai funghetti allucinogeni.

Mentre Jeff stava versando del latte nella terrina, Billie notò qualcosa di strano: il latte brillava.

“Come fai a farlo?” chiese a Jeff, ma prima che Jeff potesse rispondere, un'ombra apparve dal latte, atterrando sul pavimento. L'ombra crebbe e crebbe e crebbe, e ora non era più un'ombra, ma un corpo, e poi crebbe ancora un po' finché...

“Hitler?!” urlarono i tre uomini.

“Sono io, Adolf!” li salutò l'uomo.

“Ciao! Io sono John Lennon,” disse John educatamente, perché, dopotutto, era un hippie, e gli hippie sono famosi per il loro comportamento pacato.

“Ma che caz- oh be', io sono Jeff,” disse il chitarrista.

“E io sono Billie Joe!” sorrise raggiante Billie, che non sapeva nemmeno dove cazzo fosse siccome con la ganja si era fumato anche il cervello.

Gli occhi di Hitler divennero grandi come la luna.

“Billie Jew?” Aveva già l'acquolina in bocca dall'anticipazione.

John Lemon lo colpì in testa con una pentola, salvando la situazione. Hitler svenne sul pavimento, ma riprese i sensi immediatamente e pochi secondi dopo eccolo lì di nuovo, in piedi di fronte agli altri tre, perché dopotutto tutto questo bordello era frutto di un'allucinazione collettiva quindi fondamentalmente poteva succedere di tutto.

Prima che potesse calciare o mordere o gasare Billie, però, Jeff appoggiò un bicchiere sulle labbra del führer, e lo obbligò a berne il contenuto. Improvvisamente, Hitler si calmò, lasciando Billie felicemente sorpreso.

“Che cazzo gli hai dato?” chiese il frontman.

“Droga.”

Nel frattempo, Adolf aveva messo le mani nella pastella e ora se le stava leccando. Morì quasi istantaneamente perché tutti sanno che l'impasto crudo dei muffin fa male alla salute, e John iniziò a piangere perché era un hippie e questo era ciò che sapeva fare meglio.

Billie pensò che quel pianto fosse la cosa più fastidiosa che avesse mai sentito in vita, così con una 619 rispedì Lenom in paradiso, anche se immaginava che non ce ne fosse uno, e in realtà era piuttosto facile se ci provava, e tornò a versare l'impasto dei muffin nel vassoio da cupcake, che Jeff aveva precedentemente unto con dello spray da cucina.

I muffin rimasero in forno per 25 minuti e vennero una merda.

Fine.

 
   
 
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