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Autore: Nahash    02/09/2014    4 recensioni
Ho sempre pensato che sussurrare il tuo nome sarebbe stato proibitivo. Ho immaginato più volte come sarebbe stato bello sentire il suono della mia voce nel pronunciarlo; eppure, semplicemente, questo moriva in gola.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Teppei Kiyoshi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Notte: Konbanwa Minna-san <3 So che vi tedio con queste flash-fic su Teppei, ma nascono spontanee (?) e quindi penso di condividerle con voi! Sì, lo so, lo so che potrei farmi anche i fattacci miei, però che gusto ci sarebbe(?) ù.ù
Lberissime/i di dirmi cosa ne pensate, commento bello o brutto che sia, accetto tutto (?) ù.ù
Spero che vi piaccia comunque <3 *sparge cuori*


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Ho sempre pensato che sussurrare il tuo nome sarebbe stato proibitivo. Ho immaginato più volte come sarebbe stato bello sentire il suono della mia voce nel pronunciarlo; eppure, semplicemente, questo moriva in gola.
Mi sono chiesto perché si fermava a un passo dalla vetta e non riuscivo a trovare una risposta, poi ho provato, ho combattuto nel buio ostile della mia camera e, contro il silenzio, ho pronunciato il tuo nome.
È stato un attimo, un sussurro lieve, non propriamente cristallino, e soprattutto non piacevole.
Quel giorno, il mio corpo ha tremato – già: quando le mie orecchie hanno percepito la realtà, ho sentito un dolore al petto e così, di nuovo, ogni notte speravo di riuscire a ripeterlo; invece, questo moriva ancora una volta in gola.
Mi sono interrogato, mi sono chiesto il motivo e forse l'ho trovato. È la mia morale che me lo impedisce, eppure il mio cuore scalcia, palpita così tanto e solo per farmi dire il tuo nome.
Se usassi il tuo nomignolo, sicuramente riuscirei ad aggirare la suddetta morale e saprei pronunciarlo, ma poi prenderei in giro me stesso e sarebbe la stessa cosa – tutto da capo.
Così, una notte, sospirando, mentre il vento faceva vibrare l'aria e l'unico suono che si udiva era il frusciare delle foglie, mi sono fatto coraggio: ho abbattuto i miei demoni, ho corrotto la mia morale – sì, l’ho fatto – e ho spinto il tuo nome fuori dalla mia gola, convinto una volta per tutte.
«Aishiteru, Makoto.»
 


   
 
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