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Autore: WeWillWin    03/09/2014    1 recensioni
Io: Alice, Cybelle e la distanza. Si sa che le relazioni a tre non piacciono a nessuno, ma la distanza è dura da escludere, come se fosse legata a loro come sono legate l'una all'altra.
Poco tempo a disposizione e così tanto da fare.
Poco tempo a disposizione e così tanto da dire.
Poco tempo a disposizione e così tanto amore da dare.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mille volte ancora.◥

 

 

❝-1.❞

Mezzanotte e lo stato di WhatsApp cambia, ricordando a tutti quanto sia vicino il momento in cui ci vedranno di nuovo. Cybelle è su di giri, poco più di 24 ore e ci saremmo riviste.

Io sempre un po' cupa, prima ci vedremo e prima dovremo lasciarci.

Ma nonostante questo Cybelle è un vero asso nel mostrarmi il lato positivo delle cose, e di fatto la nostra conversazione è piena di progetti e felicità.

Il tempo passa relativamente in fretta e in meno di quanto ci aspettassimo è il grande giorno. Io passo la notte quasi insonne, addormentandomi solo di prima mattina, a poche ore da quando avrei dovuto svegliarmi, dopo aver dato risposta a -quasi.- tutte le domande che mi hanno riempito la testa.

Cybelle invece ad una certa ora va a dormire, sicura che il giorno seguente sarebbe stato senza dubbio uno dei più belli mai trascorsi.

 

La mattina, la prima a svegliarsi è Cybelle, che dovendo affrontare 3 ore e passa di viaggio, esce il prima possibile.

Io invece cerco di prendermela comoda, anche se sono quasi certa di riuscire a far tardi benché mi sia presa qualche manciata di minuti di anticipo sulla tabella di marcia che mi ero preparata la sera prima.

Tra preparativi e soste in Autogrill il momento è arrivato, siamo quasi insieme, a meno di un chilometro di distanza, nello stesso parcheggio dell'autostrada. Riconosco la macchina di Cybelle e comincio a tremare, non mi era mai capitato di avere reazioni così esagerate solo per una persona, ma effettivamente non mi era mai capitato nemmeno di conoscere una come Lei.

Mi avvicino lentamente e quando la vedo scendere mi si illuminano gli occhi, i nostri sguardi s'incontrano e così ci ripaghiamo a vicenda di tutto il dolore provato mentre eravamo lontane.

In qualche secondo ci ritroviamo incollate l'una all'altra, senza più ricordarci nemmeno il tragitto percorso per raggiungerci. Saperci di nuovo insieme, sapere che siamo state capaci ci distruggere la distanza ancora una volta ci rende più serene, più sicure di potercela fare.

Nell'emozione del momento ci siamo scambiate solo un flebile ❝Ciao.❞ ed è perfetto così. Avrebbero avuto un'intera settimana davanti.

Dopo il pranzo insieme, mano nella mano, nessuna intenzione di lasciarla e la fatica a mangiare mai stata così dolce.

La prima notte insieme dopo tanto, sempre troppo.

Il letto troppo piccolo e le lamentele per il caldo che si trasformano in suoni simili a fusa per le coccole infinite. Il sonno è sempre tanto ma la voglia di dormire e far passare così tante ore senza interagire è impossibile da trovare.

E' sempre stata la -seconda.- cosa che odio di più del tempo che passo con Lei, così tante ore del poco tempo da trascorrere insieme mandate al diavolo per uno stupido bisogno umano che nessuno aveva richiesto. Siamo insieme e il resto del mondo non c'è. Lui sì che può permettersi di dormire, non ha mica i giorni contati.

Rimane il fatto che non si va avanti senza dormire, e prima o poi tocca anche a Noi. Qualche carezza, qualche frase per tentare di convincere l'altra a resistere un po' di più, l'ultimo bacio che diventa il penultimo, prima di crollare quasi simultaneamente.

E' la notte più bella e serena della mia vita, ❝Le voglio tutte così.❞, il pensiero che gira a ruota nella mia testa. La mattina sono la prima a svegliarmi, anche se siamo a casa mia sembra che ci viva da una vita, cerco di non urtarla mentre la scavalco, ma dato lo spazio ristretto è quasi impossibile, e la sveglio. Mi sorride e mi sussurra un ❝Buongiorno amore.❞ che mi provoca qualche brivido ed un sorrisone forse nascosto dal buio. Emetto un mugolio e ricambio il buongiorno, sa quanto io sia psicologicamente lenta e non mi mette fretta per le carinerie. E' un'altra cosa che mi ha permesso di innamorarmi di Lei, oltre agli altri millemila motivi. Le poso un bacio sulla guancia e faccio per andare in bagno, quando mi chiama e mi fa voltare.

❝Beh? Tutto qua?❞

Le sorrido, possibile che sia così pretenziosa anche appena sveglia? Di certo non mi lamento, anzi, torno verso di Lei e le do un bacio più intenso di quello precedente, ed appena sento un suo sorriso formarsi sulle mie labbra mi separo e vado in bagno. Quando torno è ancora a letto, che guarda in un punto indefinito della stanza, le do una pacca leggera sulla testa e torna al presente, si alza e comincia a vestirsi, così come faccio io.

Per un paio di giorni la routine è la stessa, senza uscire. Poi veniamo obbligate e ci tocca uscire, la gente che ci fissa perché ci teniamo per mano, e Noi che puntualmente ci baciamo per togliere il dubbio che pensiamo affligga le loro deboli menti.

I miei due amici con cui usciamo non si sono mai mostrati tanto idioti e la cosa mi confonde. Decido di non farci troppo caso, anche perché ho Lei e di loro m'importa relativamente poco al momento.

 

Anche il terzo giorno passa in fretta e ci ritroviamo di nuovo a dover affrontare la notte. Questa volta no, lo so, questa volta non reggerò. Ed infatti, scoppio a piangere. Mi chiede cosa sia successo e se è colpa sua, nego e con un solo sguardo capisce. Mi abbraccia e stringe a sé, ricordandomi che abbiamo ancora tanto tempo davanti a Noi. Io le sorrido, ma non ci riesco, appena si addormenta torno a piangermi addosso, tra pochi giorni me la porteranno di nuovo via. La sveglio con i singhiozzi che saranno forse le tre, mi dà della poco normale e torna a consolarmi, lasciandosi inevitabilmente sfuggire qualche lacrima.

❝Shh, non piangere piccolina mia.❞ La sua voce tremolante non sembra troppo d'accordo con quel che sta dicendo.

❝Non piango, ma tu smetti con me.❞

Un bacio, due baci. Dopo qualche minuto crolliamo di nuovo entrambe, vittime del pianto e del sonno.

 

 

Il giorno dopo, ambedue distrutte, ci svegliamo tardi, verso le 11. I risvegli rimangono i più dolci. Ed io che continuo a pensare che tra poco finirà, e Lei che come può mi distrae. Sono queste le dimostrazioni d'Amore che cerco, non i fiori e gli anelli. E Lei lo sa.

Dato che non abbiamo impegni, ci piazziamo davanti alla Wii, a giocare a tutti i giochi che trovo in casa. Trovando anche dei giochi che credevo persi per sempre. In un solo pomeriggio li abbiamo conclusi tutti. Ne manca solo uno, a cui poi abbiamo giocato la notte, tra un bacio ed un ❝Ti odio! Perché hai vinto?! Era palese che l'avrei meritato io!❞

Sì, non ci sono molti dialoghi seri tra Noi, anzi, non parliamo nemmeno molto, ma è così che ci godiamo il tempo insieme, stando in silenzio.

Verso le 4 del mattino il sonno comincia a farsi sentire, e decidiamo di andare a dormire. E' così tanto che facciamo a mala pena in tempo ad augurarci una buonanotte e scambiarci qualche bacio che siamo già nel mondo dei sogni.

Quarto giorno.

 

Nemmeno oggi dobbiamo fare qualcosa, ed è un altro giorno abbracciate, davanti alla TV. O almeno, fino alla sera. Quando mi azzardo a farle una proposta.

❝Ti va di uscire?❞ Non ne sembra entusiasta, forse perché non saremmo libere come qui, ma nonostante tutto annuisce.

❝Sì, certo!❞ Ci scambiamo un bacio ed usciamo. Andiamo nel parchetto vicino alla chiesa, non pensavo che avrebbe acconsentito, dato che odia le chiese. Ma in fondo mica l'avrei portata a Messa!

Andiamo sulle altalene, sulla giostra che gira(?) e infine mi costringe anche ad andare sul pinco-panco.

❝Ti prego, fammi scendere!❞, ❝Non andare così forte!❞, ❝Perché non ci sono delle cinture di sicurezza?❞, le mie frasi che continuano a ripetersi ed a riecheggiare, mentre Lei ride a quella mia paura infondata. Poco dopo mi permette di scendere e mi dà il privilegio di fare la piccioncina con Lei su una panchina. L'idea che possa passare il parroco mi diverte quasi, e rende tutto davvero adrenalinico. Per me, almeno. Lei sembra invece molo tranquilla.

❝C'è pieno di zanzare, mi porti a casa?❞ Le sussurro. Come se fosse addirittura Lei a dover fare gli onori di casa. Lei annuisce e mi stringe la mano, che mi aveva lasciato raramente in quei giorni. Io ricambio la stretta e mi allungo verso il suo viso, per stamparle un bacio sulle labbra, prima di metterci in marcia. Arriviamo a casa ed i miei genitori sono già a letto, come Noi di lì a poco. Un'altra notte, sempre peggio. Lo dicono in tanti che la notte si è più deboli, ma né io né Lei credevamo fino a questo punto. Io che grondo appena chiudo la porta della camera, e Lei che tenta vanamente di essere forte per aiutarmi. Siamo due pappette troppo forti per stare senza l'altra e troppo deboli per stare lontane.

E' già il penultimo giorno.

 

Avrei quasi voluto evitare di svegliarmi, oggi. E' l'ultimo giorno che passiamo completamente insieme. Andremo al mare, e mi sarà proibito piangere. Il viaggio non è lunghissimo, non per me che durante tutta la sua durata ascolto la Sua vocina cantare canzoni dall'Italiano al Francese, all'Ingl-- no, l'Inglese no. Appena arrivate ci mettiamo in costume e ci sdraiamo, rigorosamente all'ombra. Di bagno ne abbiamo fatto uno solo, l'acqua è troppo fredda anche se siamo in agosto ed io sono sempre troppo fifona. Il resto del tempo l'abbiamo passato a fare il giro dell'ombrellone per stare sempre all'ombra, riparate, forse sì, per scottarci, o forse solo per non avere il riflesso del Sole che ci impedisse di vedere l'altra. La sera, con la depressione addosso, andiamo a mangiare in locale sconosciuto, dove fanno porzioni enormi di ogni cosa. Ma non vediamo l'ora di essere a casa, di poter abbracciarci e lasciarci andare in un ❝Forse non ce la faccio.❞. Ed è proprio quello che è accaduto una volta a casa, a letto, dopo una doccia veloce, abbracciate e strette così forte da non percepire i contorni dei due corpi, ed il cuscino bagnato, gli occhi rossi e gonfi, le mani che quasi non ricevono più il sangue dal tanto che si stringono, e gli sguardi che pregano il tempo di fermarsi.

Meno di 24 ore dopo, sarei stata di nuovo lì, su quel letto, senza di Lei, di nuovo.

Verso l'alba ci addormentiamo, stremate, per poi svegliarci poco dopo per prepararci. La lentezza inversamente proporzionale alla velocità dello stesso giorno, una settimana prima. Gli sguardi che appena si incontrano fanno riempire gli occhi di lacrime, ma Noi siamo forti, non ci fanno più vedere se ci vedono star male, ed è l'ultima cosa che vogliamo. Le rispingiamo dentro sapendo che la prossima volta in cui potremo consolarci arriverà in un giorno ancora non stabilito, e quando arriva il momento dei saluti le lacrime decidono di dover andarsene da Noi, di non volerci più. E piangiamo, sotto gli occhi inermi dei nostri genitori che non possono che assistere alla nostra sofferenza indice di un Amore enorme che non verrà fermato dai chilometri.

Ci salutiamo, sapendo che non sarebbe la cosa giusta da fare, ma sapendo che dobbiamo solo abituarci, perché non è né la prima né l'ultima volta che dovremo farlo, prima di essere davvero insieme.

Chissà ancora per quanto, cento, o forse mille volte.

Mille volte in cui arrivi, mille volte in cui arrivo.

Mille volte in cui ridiamo e ci baciamo.

Mille volte in cui chiunque ci guardi capisce che meglio di Noi non c'è niente.

E mille volte ancora, in cui dobbiamo separarci.

Sapendo però, che mai nessuna persona potrà essere vicina ad un altra, come i nostri cuori mentre siamo lontane.

 

 

 

 

 

 

[ Okay, è la mia prima storia so sono terrorizzata.

Non so se ho azzeccato i generi but it's okay, visto che -anche se non vorrei perché mi imbarazza tantissimo- dovrà leggerla anche la mia Bellissima e cocciutissima ragazza, le “dico” che è stupida e che la amo tanto.

 

In quanto a voi, gente che è arrivata alla fine senza addormentarsi o dare fuoco all'apparecchio elettronico da cui l'ha letta, siate clementi con gli insulti. :c

 

See ya, pipol.~

   
 
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