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Autore: Baetris    03/09/2014    1 recensioni
Irene è una ragazza di sedici anni e come tutti i suoi coetanei vive le avventure di tutti i giorni, tra feste e primi amori.
Ma Irene non è come gli altri.
Lei non ha semplicemente sedici anni, lei è l'emblema dell'adolescenza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Arrivata allo studio dove facciamo le prove, noto che Liam, il ragazzo italo-americano che farà la parte del Re Lear è in disparte; è molto strano perché di solito è il primo a socializzare.

Mi avvicino a lui con un mezzo sorriso mentre lui sta leggendo un libro.

Ad essere sincera gli avrei parlato comunque, è davvero un bel ragazzo: alto 1.80, viso spigoloso con due fossette da mangiare, occhi grigi e capelli neri. Un sogno, e in più ha anche l'accento americano.

"Ciao Liam, come stai?" gli chiedo io.

"Oh, ciao Irene, non tanto bene. Ho, come si dice? Litigato con mia ragazza prima."

Perfetto, è anche in crisi con la sua ragazza.

"Mi dispiace…" non è vero.

"Tu come staI?"

"Abbastanza bene, grazie."

"Tu fumi?"

"Sì, perché?"

"Vuoi andare a fumare fuori? Prima di inizio lezione."

"Certo!"

Usciamo dallo studio e ci sediamo su una panchina, mi offre una sigaretta.

"Ce le ho, grazie."

"No no, tieni. Tu mi hai ascoltato prima. Sono in obbligo."

"Si dice 'sono in dovere'"

"Ah, giusto."

Accendo la sigaretta, lui fa lo stesso.

"Perché avete litigato?"

"Lei è troppo gelosa. Io ho una migliore amica ma mia ragazza crede che io amo mia amica. Ma non è vero!"

"La gelosia non va bene nei rapporti…" Davvero ho detto una frase del genere?!

"Lo so… Ma sai, con lei ho avuto prima esperienza. Voi la chiamate 'prima volta'?"

"Sì…" perfetto, questa ragazza ha il ragazzo più bello e sexy al mondo.

"Devo essere sincero: la vorrei lasciare ma ho paura. Lei mi ama tanto e anche io la amavo."

"Devi pensare a te stesso, prima."

"Lo so, ma è difficile lasciare qualcuno che hai amato. Noi stiamo insieme da un anno e tre mesi."

Non so cosa dirgli, così sto zitta, fumando e guardando le macchine sfrecciare veloci.

Ad un certo punto sentiamo qualcuno parlare con noi: è Anita, la nostra registra: "Non dovete essere dentro? Il fumo rovina la voce. E anche la pelle. Come farete a trovare l'amore con una brutta pelle?"

Anita è strana, non si capisce quanti anni abbia e di quale stato dell'ex unione sovietica sia, ma ha due passioni: il teatro e la cura del corpo.

"E se io volessi rimanere sola?" chiedo ironica e Liam ride.

"Allora vai avanti a fumare!"

Buttiamo i mozziconi a terra ed entriamo.

Liam è ancora più bello vestito da re, la corona gli sta da Dio.

Recita molto bene: mi ha raccontato che quando era a Seattle aveva anche girato uno spot pubblicitario per una marca di bibite famose di cui non ricordo il nome.

Le prove finisco tardi: sono già le 9! 

Chiamo mia mamma per dirle che non sono stata rapita dagli alieni, si preoccupa subito.

Prima che riesca a comporre il numero sul mio vecchissimo Nokia sento che Liam mi sta chiamando.

"Belle prove eh?"

"Sì, sei stato molto bravo."

"Grazie, anche tu."

Spero che mi chieda di andare a cena con lui…

"Tu hai un motorino, right?"

"Sì."

"Potresti accompagnarmi a casa? Mia mamma mi ha scritto che è bloccata nel lavoro."

"Si dice 'al lavoro', comunque ti accompagno volentieri. Dove abiti?"

Mi accorgo che abitiamo vicini quindi portarlo a casa non è un problema.

"Avverto mia madre e andiamo."

Chiamo mia mamma che mi risponde come se non mi sentisse da mesi e le spiego per quale motivo ho tardato.

"C'mon America!" gli dico scherzosamente.

"Andiamo! Ahaha"

Usciamo dallo studio e salutiamo i nostri compagni.

"Prima fumiamo una sigaretta?"

"Pensavo che gli americani non fumassero così tanto."

"Hai ragione. Ma gli italo-americani sono proprio bad boys."

Per avere solamente diciassette anni, Liam è davvero affascinante: si dice che la sua famiglia sia molto ricca e che viaggino molto spesso e  che lui sappia almeno quattro lingue.

Dopo aver finito di diminuire la durata della nostra vita, mettiamo i caschi e saliamo sulla mia vespa rossa.

"Questi motorini si vedono sempre in film." commenta lui.

"Sì, le vespe sono famose in tutto il mondo."

Ci mettiamo più o meno venti minuti ad arrivare a casa di Liam, una casa davvero bellissima: la classica villetta con giardino dei primi anni trenta.

"Bella casa."

"Grazie, era del mio nonno-nonno."

"Intendi il padre di tuo nonno?"

"Sì."

"Allora si dice bisnonno."

"Grazie… Mi fa bene stare con te per imparare nuove parole."

"Felice di essere utile."

Ci guardiamo per un po' prima che lui interrompa i miei film mentali: "Devo andare, grazie di tutto." Mi dà un bacio sulla guancia e apre il cancella di ingresso.

"Ciao, Liam."

  
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