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Autore: koorime    23/09/2008    7 recensioni
Quando la restituzione di un paio di boxer diventa una questione di principio. Quando il furto dei sopracitati boxer diventa solo una scusa per attirare il proprio partner nella tana del lupo.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Cancer DeathMask, Pisces Aphrodite
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Okay

Okay, lo ammetto, non ho resistito. Ma la colpa non è mia! Sono stata istigata giuro!.... Okay, okay, non è vero, mi assumo la piena responsabilità di questo delirio.

So che è superfluo, ma dato che sono una precisina, vi metto il link di "Oggi: Puzza di fumo." Della fan fiction Ecthes kai Temeron della Somma Stat, che ha dato vita a quest'assurda shot:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=268619&i=1

Buona lettura, Yu.

 

 

 

 

Per un paio di boxer

 

 

 

Era una tranquilla giornata al Tempio di Atena, il sole splendeva, gli uccellini cinguettavano felici e tutto era immerso nella beatitudine più totale.

Nella casa di Acquario, Camus fingeva di resistere al suo focoso Milo, a cui quel gelido caratterino infiammava le viscere, dandogli la sensazione che si liquefacessero nel momento in cui finalmente toccava quel regale corpo.

Ma nel mentre dei soliti:

-Eddai, vieni qui...-

-Pensi solo a quello, porco!-

-Ma che dici? Lo sai che non è vero. E poi non posso farci niente, sei troppo bello.-

-Ah quindi adesso sarebbe colpa mia?-

-Oh sta zitto e baciami Camus di Acquarius!- ecco che un urlo squassò l'aria, facendo tremare le secolari colonne del Santuario.

Milo cacciò la testa fuori dall'entrata dell'undicesima casa giusto in tempo per vedere uno sghignazzante Death Mask scendere rapido lo scalone, con un paio di mutandine fucsia in mano, tampinato da un Cavaliere di Pisces con tutte le grazie al vento.

Ora, si poteva dire tutto su Aphordite, davvero di tutto, ma non che non fosse un bel figliolo. Anche se non ti piacevano gli efebi con un neo sotto l'occhio ed una bocca che invita al peccato, non si poteva certo negare che Madre Natura avesse fatto un ottimo lavoro con lui e, a quanto pareva, il cavaliere di Cancer l'aveva capito prima di tutti gli altri.

Ritornando a noi, nel momento in cui Milo si ritrovò a contemplare il sodo didietro di Aphrodite che si allontanava a passo di carica giù per lo scalone, avvenne qualcosa che mai si sarebbe sognato: Camus, il suo Principe dei Ghiacci, gli mollò un coppino dolorosissimo dietro la nuca e lo lanciò fuori dalla casa con espressione  furibonda. Milo ammiccò un paio di volte, decisamente confuso, registrando l'aura minacciosa che l'altro, a braccia conserte, sprigionava ad ondate; poi, di tutta risposta, sorrise, mezzo divertito e mezzo lusingato.

-Non ci credo. Sei geloso?-

Camus arrossì appena e posò lo sguardo su tutto fuorché sul viso compiaciuto del suo ragazzo, ma non rinunciò alla sua espressione imbronciata.

 

Una casa più giù, Shura fu investito da un ciclone dai lunghi capelli azzurri.

-Aphrodite?-

-Sì Shura, sono io.-

-E perchè sei nudo?-

-Oh... Uhm...-

Aphrodite si grattò la testa pensieroso; intanto i tentativi di Shura di non distogliere lo sguardo dal viso dell'altro, e non allungare l'occhio quindi, furono incitati dal più che udibile ringhio alle sue spalle. Pochi scalini più giù, infatti, Death Mask pestava ritmicamente il piede a terra in attesa che il suo Aphrodite si decidesse a ricordarsi che lui era lì.

Non gli era mai piaciuto quando quei due lo ignoravano in quel modo.

Il cavaliere nudo parve finalmente ricordarsi che se stava correndo come-mamma-lo-aveva-fatto per tutte e dodici case, dando spettacolo gratuitamente, era solo a causa dell'ennesimo affronto da parte di Death Mask ai danni della sua persona. Così all'urlo di -Ridammele maniaco!- l'inseguimento ricominciò, lasciando un alquanto basito Shura a riflettere che forse era meglio saperne il meno possibile di tutta quella storia.

 

La casa di Sagitter -così come quella di Scorpio- venne superata senza fatti eclatanti. Le sue mura silenziose risuonarono della risata del cavaliere di Cancer e delle urla isteriche di quello di Pisces, ma nessuno uscì per godersi lo spettacolino -come invece fecero Aldebaran e Saga dalle loro rispettive postazioni infondo allo scalone, sghignazzando come iene- o a strepitare indignato per il continuo casino.

 

Tutto ciò avvenne invece con la casa di Libra.

Doko non si fece problemi a strepitare indignato all'indirizzo dei due disturbatori, ma questi, a loro volta, non si fecero problemi ad ignorarlo, tirandosi dietro una sfilza di epiteti che davvero nessuno avrebbe mai attribuito all'equilibrato cavaliere della settima casa. Così, mentre i due si allontanavano fra schiamazzi vari ed eventuali, Doko si rifugiava tra le confortanti mura della sua residenza, rimpiangendo i suoi adorati Cinque Picchi, il suo piccolo paradiso di pace, silenzio e solitudine. Nessuno che urlava, nessuno che fornicava su ogni ripiano disponibile e non, il completo rispetto per se stessi e gli altri.

Doko respirò profondamente per cercare di calmarsi e trattenersi dal ripartire per i Cinque Picchi con solo la sua brillante armatura come compagna di viaggio. Era un cavaliere di Atena, e non poteva abbandonare la missione di tutta una vita solo perché la promiscuità dilagava sovrana al Santuario.

Un pò di meditazione lo avrebbe aiutato a calmarsi si disse, rimpiangendo i bei vecchi virili tempi andati. Quando c'era Sion certe cose mica le facevano. Certo, non perché non fossero degli aitanti ragazzotti, o perché non voles-...

In posizione meditativa Doko cacciò un lamento:

-Mia Dea! Mi stanno entrando in testa...-

Con una scrollata di testa e di spalle, il cavaliere tentò di rilassare i muscoli e svuotare la mente. Aveva davvero bisogno di calmarsi o avrebbe fatto una carneficina...

Con un respiro profondo, chiuse gli occhi e si immerse nella meditazione, richiamando alla mente il suono rilassante e familiare della cascata dei Cinque Picchi.

Pace, armonia, equilibrio...

Era quasi riuscito a dimenticare gli ultimi avvenimenti, che la sua mente -traditrice!- gli ripropose l'immagine di Aphrodite che correva nudo giù per tutto lo scalone. Non ebbe neanche il tempo di disperarsi che a questa si sovrappose quella di un Sion nudo che correva nelle verdi distese dei Cinque Picchi, andandogli incontro a braccia aperte e chiamandolo soave:

-Doko... Doko...-

L'urlo che zittì anche i due disturbatori per eccellenza -di fronte la casa di Virgo- decretò la sua sconfitta su tutti i fronti, e Doko di Libra si lasciò trascinare della fiumana di immagini che si affollò nella sua testa. Tutte su un certo vecchio compagno.

 

Shaka di Virgo sobbalzò, preso alla sprovvista dall'urlo disumano che si levò nel cielo del Santuario, troppo preso a cercare di capire che stesse succedendo ai suoi compagni cavalieri. Percepiva indistintamente Camus e Aphrodite covare rabbia e imbarazzo e riversarla su Camus e Death Mask, ridacchianti e soddisfatti di loro stessi; Aldebaran, Saga, Kanon e Shura erano divertiti come dei pazzi da tutto quel simpatico teatrino che allietava così tante giornate monotone. Infine Doko lo preoccupava più di tutti... Non era neanche certo che fosse ancora vivo.

Per quanto riguardava lui, davvero non sapeva che fare. Una parte di lui avrebbe voluto ridere, ma senza aprire gli occhi e guardare non avrebbe avuto un gran senso, e l'altra si interrogava se fosse normale che per farsi due risate lui stesse riflettendo seriamente di interrompere la sua meditazione, che ormai andava avanti da giorni ininterrottamente.

 

Dopo un attimo di turbamento Death Mask ripartì alla carica, mollando un sonoro ceffone sulla natica soda di Aphrodite, che squittì sorpreso, e ricominciò a scappare più sghingnazzante di prima. Mancava poco alla mèta.

Aphrodite si massaggiò il muscolo offeso digrignando i denti e meditando atroci vendette; prima o poi Death Mask le avrebbe pagate tutte con gli interessi, o lui non era più un cavaliere di Atena! Sollevato dai suoi buoni propositi superò la casa di Virgo e saltò tre scalini per diminuire il distacco tra lui ed il fuggitivo.

 

Aioria guardò Aphrodite superarlo incurante del suo aspetto stravolto e fiondarsi nella casa di Death Mask con un nuovo balzo da record. Doveva essere davvero arrabbiato per non averlo notato, ragionò. Aphrodite della dodicesima casa era famoso per due cose: il suo aspetto e il naso che aveva per le questioni amorose, cosa strana, a ben vedere la sua situazione sentimentale, eppure vera. Aveva occhio per notare l'alchimia tra due persone, o i segni di una relazione, seppur nascosta con dovizia. Per questo, Aioria si meravigliò quando quello passò senza neanche degnarlo di un'occhiata, o una ghignata da te-l'avevo-detto.

Eppure il suo aspetto gridava a chiare lettere cosa stesse facendo fino a dieci minuti prima, e se associato all'aspetto stravolto -ma più dignitoso- di Mu qualche casa più giù, era facile capire anche con chi e dove si era intrattenuto.

Non che avessero fatto chissà che, si rammaricò il cavaliere di Leo; Mu lo aveva fermato prima che potesse anche solo provare a spingersi un pò più in là del focoso bacio in cui si erano dilettati per diversi minuti, e che lo aveva ridotto ad un ammasso di gelatina tremante e palpitazioni.

Sconsolato, Aioria rientrò nella sua casa, lasciandosi alle spalle la cacofonia che ormai riempiva il tipico silenzio di quel sacro luogo, lanciando un'ultima occhiata all'unico cavaliere che avrebbe mai desiderato.

 

Davanti la prima casa, Mu fece un passò in più, per liberarsi la visuale dalle ingombranti figure di Aldebaran e Saga, e osservare Aioria sparire alla sua vista, risucchiato dalle mura del suo regno. Neanche li aveva degnati di uno sguardo quei due casinari, non gli interessavano. Però...

Però doveva a loro se era riuscito a fermarsi, poco prima, con Aioria.

Scuotendo la testa all'ormai irrefrenabile ilarità dei cavalieri di Gemini e Taurus, Mu ritorno nella sua domus. Appena prima di varcarne la soglia, incontrò lo sguardo di Aioria, fermo sulla sua, e gli si mozzò il fiato. Faceva davvero male, molto più di quanto si possa pensare...

Kanon, passando tra loro per tornare a farsi gli affari suoi, finalmente, interruppe il contatto visivo, e senza indugiare oltre, Mu di Aries rientrò.

Era tempo di fare una nuova visita alla tomba, per ricordarsi di chi era fratello Aioria...

 

Nella sua casa Death Mask giocò con l'elastico delle nuove mutandine della sua collezione, prima di schiacciare il cavaliere di Pisces contro una colonna con il suo corpo.

-Ti va un secondo round?- soffiò contro il suo orecchio, con la voce bassa e roca. Sapeva di mandargli il sangue al cervello facendo così.

-Fottiti!- fu la risposta data tra i denti del cavaliere ospite, che si dibatteva per liberarsi dalla sua morsa. Non aveva alcuna intenzione di cedere quella volta, era una questione di principio!

Death Mask buttò la testa all'indietro ridendo sguaiatamente prima di piegarsi in avanti e schiacchiargli le labbra con le sue, obbligandolo ad un bacio profondo e bagnato. Aphrodite strinse i pugni contro il suo ampio petto, cercando di resistere a quell'assalto, cercando di rimanere lucido abbastanza da respingerlo, ma la battaglia era davvero ardua, maledetto bastardo!

Le vertigini lo abbandonarono solo una consistente manciata di minuti dopo che l'altro aveva abbandonato la sua bocca, e quando riuscì a guardarlo in volto, dovette fare i conti con un ghigno di scherno fottutamente grande.

-Allora resti.-

-Vai all'Inferno!-

-Vieni con me.-

Aphrodite non poté replicare, troppo concentrato a non farsi sfuggire mugolii e gemiti al nuovo assalto di quelle labbra maledette.

 

Ma nonostante tutto (tutti gli sforzi), quella notte la dodicesima casa non vide il ritorno del suo vanitoso inquilino...

 

   
 
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