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Autore: DreamEater    03/09/2014    5 recensioni
Nessun perchè, nessun come, nessun quando. Leggete questa breve storia in cui una mente si è calata per scrivere qualcosa che ai vostri occhi possa sembrare magico e semi-horror.
Genere: Horror, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Lacrime di sangue



Non so come, ma mi ritrovai in una via, nel crepuscolo, dove la strada e le pareti distanti iniziavano a colorarsi d’arancione.
Tutto ciò era normale, come era normale il fatto che indossassi una felpa col cappuccio alzato.
Con lo sguardo verso il basso camminavo verso una crepa formatosi in un muro non distante dalla mia città.
I volti dei passanti non mi distraevano, erano solo delle inutili sagome grigie che ti fissavano. Comparivano e sparivano, ed io mi avvicinavo sempre di più.
Si era fatta quasi notte, gli ultimi raggi del sole  mostrarono la crepa nel muro. Ciò che avevo davanti era l’ingresso verso l’ignoto.
Ero entrato. Ero solo. Ero accompagnato dalla notte. Gli alberi alti che avevo di fronte nascondevano la poca luce della luna.

Il buio era all’unisono con me.

Camminavo senza timore, non avevo nulla da perdere. Iniziavo a sentire dietro me dei passi, ed un brivido alla schiena mi congelò.
Mi girai a destra e sinistra, con la paura che qualcuno o qualcosa mi stesse seguendo. Il freddo si fece sempre più intenso e la felpa che avevo addosso non bastava per riscaldarmi. Camminavo sempre dritto, schivando gli alberi, mentre sentii di nuovo quei passi, questa volta più vicini, quasi dietro la schiena, tanto che mi girai all’improvviso e...

Nulla, non c’era nulla... continuai per la mia strada.

Poco avanti ero riuscito ad intravedere la luce della luna che illuminava un prato senza fiori.
Era l’unico posto pieno di luce di quella fitta foresta, così camminai deciso verso quello spazio.
In quel frangente sentii di nuovo i passi, sempre più forti e decisi, pensando fosse la mia immaginazione. I passi si fecero sempre più intensi, ed iniziai a correre, anche i passi stavano correndo, mi cadde il cappuccio, il mio corpo era congelato, quella cosa mi stava raggiungendo, ero troppo lento, stava per prendermi...
Mi prese, mi buttò a terra e mi lanciò
verso quel prato luminoso.
A stento riuscivo a tenermi in piedi, fino a quando non lo vidi.
Quella cosa... era alta. Troppo alta. Non aveva un viso, bocca naso e orecchie non esistevano, ma gli occhi si... I suoi occhi neri mi guardavano, ed io fissavo loro. Avevo paura. Il nero avvolgeva il suo corpo, e intorno a me una nube scura iniziava a estendersi. Non avevo le forze per correre, avevo troppa paura, i brividi avevano congelato il corpo. Caddi in ginocchio. Dal volto della cosa si aprì una voragine nera riempita di sangue, e sussurrò delle parole.

Si mise a piangere, lacrime rosse. Lacrime di sangue.

Dai miei occhi stavano scendendo lacrime, anch’esse di sangue, iniziai a tossire e a sputare sangue. Che cosa cazzo mi stava succedendo?
La cosa mi sussurrò di nuovo qualcosa, ma ero troppo impegnato a cercare di smettere di piangere. Il sangue non smetteva più di scendere, mi sentivo sempre più debole, il mio viso era diventato rosso, i vestiti pieni di sangue, ed io lì fermo. Impassibile.
Non riuscivo più a muovermi.
Guardai le mie mani fatte di sangue, e poi guardai quella cosa, stava ancora perdendo sangue e piano piano si stava sollevando in aria...
Raggiunta due volte la sua altezza, gridò:
‘Mi dispiace’.
Dall’alto si tuffò verso di me e...

e poi buio.

Buio per sempre.
   
 
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