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Autore: Zittaeparla    03/09/2014    0 recensioni
Non ebbi mai il tempo di rispondere a tutto ciò che mi disse, principalmente perché mi baciò esattamente come una donna merita di essere baciata, e perché in quel momento io diventai davvero sua e lui, lui lo sapeva.
L'intera estate la passammo tra baci, carezze a parole sussurrate, così come ogni altro innamorato; fino alla mia partenza.
Ci lasciammo, ma ci lasciammo con la promessa che un giorno nessuno ci avrebbe mai più diviso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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M.

Ci incontrammo un'estate in riva al mare, " come nei film" direbbero molti e avrebbero ragione.
Il mio protagonista, il nostro film, la nostra estate.


Non c'è nulla di meglio di un bagno quando il sole tramonta e l'acqua è caldissima; mentre tutto diventa scuro e tu sei lì, nell'acqua a vedere come la tua ennesima giornata di libertà sta finendo.
"Hey, tu?!" Disse una voce che mi risvegliò dai miei pensieri.
Era stato un ragazzo alto, abbronzatissimo, moro e con degli occhi che, si vedeva anche da un miglio di distanza, avevano il colore del cielo.
"Dici a me?" Chiesi stupita.
"Si! Non è che hai visto il mio amico: un tipo alto, biondo e la faccia come il culo?" Scoppiai a ridere mentre uscivo dall'acqua per raggiungerlo.
"No, di facce come il culo ne ho viste molte, ma quella del tuo amico, qualcosa mi dice che me la ricorderei" dissi sorridendo a quel ragazzo talmente bello da togliermi il respiro.
Mi osservò da capo a piedi, quando con lo sguardo raggiunse di nuovo il mio viso sorrise, uno di quei sorrisi di chi è consapevole di quanto bello possa essere. Uno dei peggiori.
"Ma..dimmi, qual è il tuo nome?" Ci stava provando, povero lui.
"Ma..dimmi, tu non stavi cercando il tuo amico?" Dissi con un sorriso pieno di malizia e la consapevolezza di averlo già conquistato.
"Io sono Mario" e mi pose la mano.
Ma non si arrendeva proprio mai?!
"Ma quando, scusa?" Chiesi con una finta faccia confusa e mi trattenni dal ridere.
"Cosa?" Mi chiese non capendo.
"Quando te l'ho chiesto?" Dissi e lui scoppiò a ridere e lo giuro, lo giuro su quello che ho di più caro al mondo, io scoppiai a vivere.
"No! Devi assolutamente dirmi come ti chiami, lo pretendo!" Disse afferrandomi il polso e avvicinandosi a me più del dovuto.
Giochiamo, su!
Mi avvicinai lentamente a lui, arrivando a sfiorare le mie labbra con le sue, lo guardai dritto negli occhi aspettando l'attimo in cui, troppo preso dal momento, si sarebbe concentrato sulle mie labbra.
"Scoprilo" e sorridendo mi liberai dalla sua poco convinta presa e me ne andai raccattando le mie cose.


La seconda volta che lo vidi stavo sdraiata su una sdraio e guardavo le stelle, quando avvertii qualcuno sedersi proprio accanto a me.
Lo riconobbi subito, il suo profumo mi era già entrato dentro così come la voglia di scoprirlo piano piano, come si fa con i segreti che più ci fanno paura, perché si lui mi faceva paura, aveva troppo da darmi.
"Marika detta Mar, buona sera " disse deridendomi. Non risposi.
"Allora, che ci fai qua ?" Mi domandò non arrendendosi, ma questo lo avrei capito poi con il tempo che non era una cosa da lui, arrendersi.
Lo guardai per non so quanto tempo, mentre osservava le stelle come stavo facendo io fino a poco prima.
"Sono qui per te" dissi ed era vero quell'estate ero andata in cerca di me stessa e di quella parte di noi che tutti ricerchiamo in qualcun altro, l'avevo trovata.
Ci alzammo e lui mi prese per mano. Camminammo tutta la notte in riva al mare, in silenzio. Erano occhi che si incrociavano, mani che si sfioravano e cuori che, semplicemente, battevano. Eravamo due anime che percorrevano la stessa strada tenendosi per mano. O forse eravamo semplicemente noi, e tutto il resto non contava.
 
La terza volta che lo vidi stava giocando a calcio nel campetto del villaggio in cui alloggiavamo entrambi. Fu un caso, come la prima volta che ci incontrammo. In quel momento non seppi bene cosa fare eppure una parte di me era attratta da lui come se il mio corpo lo desiderasse e la mia mente lo allontanasse. Presi coraggio e gli andai incontro, ma proprio quando pochi metri mi separavano da lui, una ragazza bionda e alta gli si avvicinò e gli mangiò , letteralmente parlando, la faccia.
Ancora oggi non so il perché, ma mi sentii tradita e piansi. Piansi perché alla fine sapevo che era colpa mia, che se lui era così non era colpa di nessuno, ma io da lui non avrei dovuto lasciarmi folgorare. Mi ha fatta sentire bella, unica e speciale, per cosa? Diventare una delle tante, lo sono sempre stata, l'ho sempre saputo, non l'ho mai accettato.
Non lo volevo perché non potevo averlo, perché avrei potuto fare di tutto e lui, lui non sarebbe mai stato mio.
 
La quarta volta che lo vidi stavo parlando con Marco.
Il nostro è un rapporto nato tra i giochi d'infanzia, sin dal primo momento si è creata quella sintonia che non coinvolgeva i nostri corpi ma univa le nostre menti.
L'ho sempre considerato un fratello anche se, a causa di una curiosità infantile unita alla voglia di sperimentare qualcosa di nuovo, lo baciai regalandogli il mio primo bacio.
"Mar, possiamo parlare?" La sua voce dio, la sua voce!
Mi girai e lo guardai a lungo per poi rigirarmi, prendere la mano di Marco, colui che c'è sempre stato, che mi ha sempre scelto, e andare via.
 
La quinta volta che lo vidi stavo in una delle più belle grotte mai viste, ero sola. Era da un po' che aspettavo Marco ma invano dato che, a un certo punto, mi arrivò un suo messaggio dove mi spiegava che non sarebbe più venuto a causa di un forte malore alla testa.
"Adesso non mi puoi scappare" Dio, dire che mi spaventai sarebbe come dire niente!
"Dio, ma cosa vuoi me lo spieghi?!" Gridai esasperata.
Mi guardò talmente intensamente che ebbi la sensazione di scomparire, di non essere mai davvero esistita, di non aver mai vissuto davvero.
Si avvicinò con una scintilla negli occhi.
"Sto uscendo pazzo! Ti vedo e ti voglio, sorridi e ti voglio, cammini, parli, respiri e ti voglio! Ti voglio in ogni secondo della giornata, ti desidero a tutte le ore della notte e no, non è come pensi tu! Non voglio scopati, cazzo! Io ti voglio abbracciare davanti a tutti perché possano capire che sei mia, solo mia! Ti voglio baciare fino a perdere il fiato, voglio guardati per ore e voglio vedere il tuo sorriso lusingato quando ti accorgi di essere guadata. Voglio dormire con te e stringerti al petto, ti voglio mia, ma non come intendono gli altri. Io ti voglio come nessun uomo mai ha desiderato una donna, ti voglio come solo un uomo innamorato può volere la donna amata, io ti voglio davvero."
In quel momento capii che l'amore è un'arma, pianti, gelosie. L'amore è vita e storia, sorrisi.
Mi pianta un coltello in gola mentre con i suoi baci mi lacera l'anima e mi aggiusta il cuore. Mi smembra, mi fonde con lui e mi rende sua pensando che quando se ne sarebbe andato sarebbe rimasto il suo segno sulla mia pelle e i suoi baci impressi nella mente, e sorride. L'amore é scegliere tra morire e vivere, scegliere e fidarsi. Scegli con la consapevolezza che voler vivere comporta rinunciare a quello che in quel momento rappresenta il tuo amore.
E forse sembrerà strano, ma se avere le sue mani su di me, il suo sapore sulle labbra e il suo profumo unito al mio significa morire, io allora lo preferisco.
Non ebbi mai il tempo di rispondere a tutto ciò che mi disse, principalmente perché mi baciò esattamente come una donna merita di essere baciata, e perché in quel momento io diventai davvero sua e lui, lui lo sapeva.
L'intera estate la passammo tra baci, carezze a parole sussurrate, così come ogni altro innamorato; fino alla mia partenza.
Ci lasciammo, ma ci lasciammo con la promessa che un giorno nessuno ci avrebbe mai più diviso.
 
 
Sono passati due anni dall'estate più bella della mia vita, ora ho diciotto anni e un ragazzo che mi aspetta al bar qui difronte e sono terribilmente in ritardo, nulla di nuovo in somma.
Sento il campanello suonare quindi corro ad aprire la porta.
Perdo un battito e parecchi anni di vita.
"Ma tu cosa ci fai qui?" Sconvolta, sono sconvolta ma giuro non sono mai stata più felice.
"Sono qui per te" dice e mi bacia.
E' Mario, l'unico ragazzo che nonostante la lontanaza e i due anni di assenza è stato capace di insegnarmi cos'è l'amore, cosa significa amare ed essere amati per davvero. Perché in amore si è in due, devi donare amore e riceverne. Si gioca e si scommette in due, perché una partita giocata da solo non vale nulla. Regali domande, ricevi incertezze, doni abbracci, ricevi un bacio.
Sembrerà che tutti si annulli in un bacio, in una carezza, o in una parola smielata ma in realtà l'amore è molto di più.



La storia è stata scritta a quattro mani ovvero in collaborazione con ssplinter qui su efp (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=204601)
che ha creato anche il banner soprastante.
Speriamo possa piacervi e possa trasmettervi le stesse emozioni che ha trasmesso a noi scrivendola. 
 
  
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