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Autore: tetjej    03/09/2014    6 recensioni
"One-Shot partecipante al contest: "With flowers and words."
Dal testo:
" Io sono quel genere di ragazzo che guarda la sua vita trascorrere senza far nulla per cambiarla, ma forse non siamo solo noi stessi gli unici a poterla cambiare, forse anche gli altri possono, e ti ritrovi a provare emozioni che credevi sepolte, che pensavi il tuo cuore non avrebbe più potuto sentire, emozioni così forti da permetterti di spezzare la monotonia in cui la tua vita era avvolta prima di incontrare queste persone…"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"One-Shot partecipante al contest: "With flowers and words."




Storia di un chitarrista e di una ragazza dei fiori



Ti vedo ma non ci sei. Com’è possibile…?


Ti vedo mentre frettolosamente cammini per poi entrare nel negozietto qui di fronte, parlare con il proprietario e infine sorridere. Probabilmente ti ha assunta e, non so perché, sorrido anch’io…


Ti vedo ma non ci sei…


Ti vedo mentre distrattamente attraversi la strada rischiando di essere investita e faccio appena in tempo ad alzarmi e tirarti per un braccio, balbetti scuse e ringraziamenti per poi correre nel negozio. Chissà a cosa stavi pensando…


Ti vedo ma non ci sei…


Ti vedo mentre timidamente ti avvicini, mi saluti tutta imbarazzata e mi porgi un bicchiere di cappuccino caldo, per ringraziarmi, mi dici…


Ti vedo ma non ci sei…


Ti vedo mentre mi guardi di sottecchi dalla vetrina, sei forse affascinata dal ragazzo con la chitarra? Puoi venire a parlarmi non ti mangio mica…


Ti vedo ma non ci sei…


Ti vedo triste, felice, arrabbiata … ti vedo mentre ti avvicini e mi parli con il solito sorriso imbarazzato, la curiosità ha vinto sulla timidezza, ragazza dei fiori…?


Ti vedo ma non ci sei…


Ti vedo qui seduta affianco a me, stiamo parlando e ridendo come due vecchi amici, non sei poi così timida, eh …?


Ti vedo ma non ci sei…


Ti vedo tutti i giorni, ormai, stessa routine: solito saluto, solita chiacchierata con la solita colazione, poi tu ti affretti ad aprire il negozio mentre io resto qui seduto a suonare per i pochi passanti…


Ti vedo ma non ci sei…


Ti vedo camminare frettolosamente questa mattina, non ti fermi a parlarmi e neanche mi saluti, che succede? Ma sono troppo orgoglioso per chiedertelo, e resto qui immobile…


Ti vedo ma non ci sei…


Ti vedo di nuovo camminare frettolosamente senza fermarti e neanche degnarmi di un’occhiata, ti sono così antipatico? Non sembrava due giorni fa…


Ti vedo ma non ci sei…


Ti vedo anche la notte ormai, mi sveglio e trovo il tuo volto sulla finestra o sull’anta dell’armadio, sbatto gli occhi e mi accorgo che è solo una fottuta illusione, cosa mi hai fatto, ragazza dei fiori…?


Ti vedo ma non ci sei…


Ti vedo ormai da tanto, troppo tempo passarmi d’avanti, fingere sorrisi alla gente e lasciarmi in questo stato di attesa. Attesa di un tuo saluto, un tuo cenno, un tuo qualcosa rivolto solo a me, ma non c’è nulla da tanto e non riesco più ad aspettare…


Ti vedo ma non ci sei…


Ti vedo entrare nel negozio e mi affretto a raggiungerti, chi l’avrebbe mai detto che ne avrei avuto il coraggio? Io sono quel genere di ragazzo che guarda la sua vita trascorrere senza far nulla per cambiarla, ma forse non siamo solo noi stessi gli unici a poterla cambiare, forse anche gli altri possono, e ti ritrovi a provare emozioni che credevi sepolte, che pensavi il tuo cuore non avrebbe più potuto sentire, emozioni così forti da permetterti di spezzare la monotonia in cui la tua vita era avvolta prima di incontrare queste persone…


Ti vedo ma non ci sei…


Ti vedo mentre mi fissi sorpresa, non ti aspettavi di vedermi qui dinanzi a te, vero?


Eppure sono qui,ti guardo il viso dopo tanti, troppi giorni e lo scopro emaciato, gli occhi cerchiati, mi domando cosa ti sia successo e probabilmente te ne accorgi ma esiti a rispondere. Faccio un passo, e poi un altro, ho bisogno di averti il più vicino possibile, mi sei mancata in questi giorni… La sicurezza nel tuo sguardo vacilla, ti stai chiedendo se puoi fidarti di me o meno, vero? Ma lo sai, l’hai saputo fin dall’inizio che puoi o non ti saresti mai avvicinata ad un reietto, allontanato da tutto e da tutti perché ha deciso di ribellarsi alla società, alla massa, distinguendosi…


Ti vedo ma non ci sei…


Ti sei fidata alla fine o sei semplicemente crollata, bisognosa del conforto di qualcuno? Non mi importa a dir la verità. Mi importa, invece, che sei qui a farti cullare fra le mie braccia, piangendo silenziosamente, la canottiera si bagna delle tue lacrime ma, inutile dirlo, non m’interessa…


Ti vedo ma non ci sei…


Ti vedo distrutta ma non so come comportarmi.


È troppo complicato cercare di confortare qualcuno a cui tieni, non credi mai di poter dire la cosa giusta e alla fine preferisci restare in silenzio. Mi sforzo ma non riesco a pensare a nulla, scopro però che non è necessario, dato che inizi a raccontarmi ponendo fine ai miei dubbi, e al silenzio.


Ti vedo ma non ci sei…


Ti vedo sospirare e alzare la tesata da sopra la mia spalla in modo che la tua voce risulti più chiara.


Mi racconti, mi racconti di come avevi tutto e poi ti è stato strappato improvvisamente a causa di un piccolo malanno trasformatosi nel mostro che ti ha portato via tua sorella, la tua migliore amica, la tua roccia…


Mi racconti di come vi trovavate bene insieme, d’altronde avevate pochi anni di differenza, e poi lei era estroversa, capace di far sentire tutti a proprio agio, quindi per te non era un problema,mi dici.


Mi racconti di come era piena di vita e solare, di come rallegrava le tue giornate e quella di chiunque incontrasse tanto che tu, da sempre appassionata di fiori, le dicevi che il tulipano era il fiore perfetto per lei, “C’è il sole nel tuo sorriso” questo il suo significato, e cosa meglio per descrivere una persona del genere…?


Ti vedo ma non ci sei…


Ti vedo mentre ti asciughi le lacrime, che continuano a scendere nonostante i tuoi sforzi per fermarle.


Ti fermi un attimo, riprendi fiato e ritorni a raccontare.


Mi racconti di come quattro anni fa è iniziato tutto.


Mi racconti di come da un semplice malanno tua sorella sia stata ricoverata d’urgenza in ospedale, di come le abbiano dato al massimo sei mesi di vita, di come ne abbia vissuti solo tre per poi spegnersi nel cuore della notte.


Mi racconti di come abbia affrontato tutto col sorriso sulle labbra, di come non si sia abbattuta, di come abbia lottato e purtroppo abbia perso, di come tutto ciò ti abbia uccisa, di come sei caduta in depressione e ti sia rialzata solo grazie all’amore dei tuoi genitori e al pensiero di tua sorella.


Mi racconti di come lei indossasse sempre un tulipano, che lo sistemasse fra i capelli o lo appendesse all’orecchino, per lei l’importante era averlo sempre con se, perché in questo modo aveva te sempre vicino.


Mi racconti di come dopo la sua morte andassi tutti i giorni dal fioraio vicino casa per comprare dei tulipani per posarli sulla sua tomba,di come durante il tragitto te ne rubassi uno per metterlo nella tasca dei jeans.


Mi racconti di tutta la sofferenza, lo sconforto, la rabbia che si sono impossessati del tuo cuore; mi racconti di come le tue giornate siano diventate sempre più grigie e più fredde, più fredde e più grigie.


Mi racconti delle giornate al centro, di come tutto ti facesse schifo, della tua voglia di urlare e scappare, di come successivamente l’hai fatto, sei andata via, via dall’inferno che era divenuto quel posto.


Mi racconti di come sei arrivata qui, grazie ad una tua cara amica, una delle poche, che ti ha procurato il biglietto e messo a disposizione una piccola casa in campagna per te, di come hai cercato lavoro e l’hai trovato qui, in questo piccolo negozietto di fiori in un paesino sperduto.


Mi racconti di come eri felice nei primi tempi in cui ci siamo conosciuti e di come poi il senso di colpa ti abbia divorato l’anima, pensavi “Mia sorella è morta ed io mi permetto di essere felice?”.


Mi racconti di come la sofferenza inizialmente accantonata ti sia piombata tutta addosso, improvvisamente, di come i giorni ritornavano ad essere tristi, di come ti sentissi morire ogni volta che guardavi i tulipani che puntualmente posavi sul comodino e portavi sempre con te per ricordare Adele, così si chiamava tua sorella e solo pronunciare il suo nome ti provoca sofferenza.


Mi racconti di come era bella, con i capelli biondo cenere e gli occhi grigi, di come ti manca terribilmente ed hai paura di non riuscire ad andare avanti.



Mi sento schiacciato dal peso di tutto quel che hai subito e continui a provare, non riesco a credere a tutto ciò che ho sentito, sembra una di quelle storie che si legge nei romanzi, gli ingredienti ci sono tutti: la perdita, la sofferenza della protagonista e l’incontro con il ragazzo che la salverà. Vorrei essere io quel ragazzo, ma ho paura che non sia possibile, non riesco a consolarti, a formulare una frase di senso compiuto di conforto, figuriamoci salvarti…


Sono sempre stato una frana con queste cose, è per questo che prendo la chitarra e decido di suonarti qualcosa. Con la musica mi sblocco e forse con le note riuscirò a dirti quello che a parole non sono stato capace; che ti sarò vicino,che ti aiuterò ad alzarti quando cadrai e ad affrontare le salite che incontrerai…


Ti vedo ma non ci sei…


Vedo spuntare un piccolo sorriso, finalmente ti sei liberata di tutto, ti sei sfogata con qualcuno che non fosse un parente o un dottore, forse adesso potrai davvero andare avanti, o forse sono solo speranze vane…


Ti vedo ma non ci sei…


Ti vedo sempre, tutti i giorni, riprendiamo la nostra vecchia routine promettendoci di non interromperla mai, ed è così che va avanti per un po’ di tempo, poi prendiamo ad uscire anche la sera, è tutto meraviglioso, troppo meraviglioso.


Ti vedo ma non ci sei…


Sono i mesi più belli della mia vita questi, anzi, sono i mesi in cui ho ripreso a vivere fino a quando anche tu mi tradisci, infrangi la promessa e te ne vai, vai via, via da me e tutto quello che abbiamo costruito, distruggi tutto, tutto me stesso, perché era così che ti amavo: con tutto me stesso.


E sono tentato di odiarti, ma non posso, non posso dopo tutta quella sofferenza causarti altra sofferenza, anche se tu non lo saprai mai, come potresti saperlo ora che sei andata via, via per sempre? Mi guardi da lassù? Che poi è davvero lassù che andiamo quando ci spegniamo, quando il nostro cuore cessa di battere? È davvero da lassù che mi osservi ora mentre voglio solo spaccare tutto ed urlare come non mai e spegnermi solo per raggiungerti?


Tua sorella era il sole che illuminava le tue giornate e quando si è spenta anche tu sei morta con lei, ma poi hai ripreso a brillare per illuminare le mie di giornate, e ora che non ci sei come farò? Come farò senza i tuoi sorrisi, i tuoi baci e le tue carezze? Come farò senza i tuoi rimproveri, i tuoi scherzi, tutto?


Vengo a trovati ogni giorno, compro i tulipani che rappresentavano te e tua sorella e li poso sulla tua tomba e proprio come facevi tu me ne rubo uno, poi torno qui e riprendo a vederti nonostante tu non ci sia. Fisso il vuoto, e vedo il tuo volto, il tuo sorriso ed i tuoi capelli mossi dal vento, sono forse pazzo?


Non lo so, forse si, forse no.


Quel che so è che io sono sempre qui a suonare quella nostra canzone, ricordi?


Sulla chitarra un tulipano, sul cuore il tuo nome mentre ti vedo anche se tu ancora non ci sei.









***






   
 
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