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Autore: ketamisu    04/09/2014    2 recensioni
Dal testo:
"Quel sorriso. Il sorriso di Percy, almeno per il ragazzino – che dimostrava di avere non più di quindici anni -, era più che un sorriso. Lui amava veramente Percy. Se ne era accorto da… qualche anno, circa. E lo avrebbe sempre protetto. Aveva sempre sperato che anche lui provasse qualcosa di più di un amico nei suoi confronti ma, ormai, aveva già perso le speranze da un tempo."
Prima fanfiction in questo fandom, spero che apprezziate!
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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─ Percy, Percy! –
La voce di un pallido ragazzino echeggiava in un grande prato. Cento, forse anche mille e colorati fiori si estendevano sotto ai suoi piedi e, sopra di lui, un caloroso sole splendeva in cielo, mentre una lieve brezza gli accarezzava il viso. Non era solo: più o meno a qualche metro di distanza c’era un altro ragazzo; sembrava essere più grande di lui di qualche anno, ma non faceva differenza. Giocherellava con qualche filo d’erba, mentre aspettava che l’altro gli venisse in contro.
Ora: vi starete chiedendo perché un figlio di Ade si trovasse in quel bizzarro posto un po’ troppo colorato, almeno per uno come lui. E’ una lunga storia e, sinceramente, anche Nico ci stava pensando a come sia finito in quel posto, ma almeno con lui c’era Percy. Percy Jackson, il figlio di Poseidone. Figlio di uno dei “Tre Pezzi Grossi”, e da tutti gli altri mezzosangue considerato un “eroe”. In quel momento, se qualcuno avesse visto quella scena, non ci avrebbe creduto, ed infatti era abbastanza buffo.
Avvicinatosi al ragazzo dagli occhi verdi e dai capelli corvini fece un grosso sospiro, prima di rompere il rilassante silenzio che si era creato tra i due, pronunciando –o meglio, borbottando- qualche parola.
─ T-Tieni ─ la sua voce tremava un po’: non si riusciva a capire se fosse per il fiatone o per altro. Pian piano, le guance del ragazzino divennero stranamente di un rosso intenso. Imbarazzo, forse? Solo lui può dirlo, anche se non lo avrebbe ammesso mai. Ma, fidatevi: fa quasi sempre così quando è solo con Percy.
Si poteva chiaramente vedere che nascondeva qualcosa nelle mani, messe dietro la schiena già da un bel po’. All’inizio, l’ingenuo figlio di Poseidone non ci fece troppo caso, ma poi un briciolo di curiosità gli disse che voleva davvero scoprire cosa teneva Nico in quelle mani.
L’attesa non durò molto, perché il figlio di Ade, esitando prima di mostrare il regalo, gli diede una ghirlanda di fiori.
─ Una… ghirlanda di fiori? ─ domandò poi Percy.
Okay, forse era un tantino femminile per un ragazzo ma, ehy, erano in un prato di fiori. Fiori. E che meraviglioso regalo poteva aspettarsi? Fiori, naturalmente. Nonostante tutto sorrise, per non far dispiacere troppo Nico, perché già vivere con i morti non è una bella cosa. Soprattutto se si ha un padre come Ade e, fidatevi ancora una volta, Percy poteva capire.

Quel sorriso. Il sorriso di Percy, almeno per il ragazzino – che dimostrava di avere non più di quindici anni -, era più che un sorriso. Lui amava veramente Percy. Se ne era accorto da… qualche anno, circa. E lo avrebbe sempre protetto. Aveva sempre sperato che anche lui provasse qualcosa di più di un amico nei suoi confronti ma, ormai, aveva già perso le speranze da un tempo. Insomma, guardiamo la realtà: lui ama, e ha sempre amato, Annabeth. Si è perfino fidanzato con lei e, anche se non lo dava a vedere, Nico ne era uscito distrutto. E da quel momento decise che un giorno gli avrebbe confessato tutto ciò che prova per lui. Tutto. Certo, si sarebbe vergognato da morire, dopo, ma ne sarebbe valsa la pena, e si sarebbe pure liberato da un grandissimo peso. E tanto saprà già la risposta perciò… cos’ha da perdere, oltre al fatto che Percy non lo guarderà più come è solito fare?
─ Ehm… Nico? Tutto bene? ─ bastò quella sola domanda, quella sola voce, per riportare il moro alla realtà. Tutto bene? Non lo sapeva neppure lui. Era confuso. Troppo confuso per dire qualcosa, ma Percy sembrava aver capito.
Bisognava riportarlo del tutto alla realtà, perché si riprendesse. Scosse un po’ la testa e sospirò. Aveva finalmente deciso che quel giorno sarebbe stato oggi. Non poteva capitargli di meglio: erano soli, nessuno sapeva di questo posto e quindi nessuno poteva disturbarli; una meraviglia, insomma. E se prima era confuso, questo poteva solo peggiorare la sua confusione, ma riuscì almeno a tirare delle parole fuori dalla bocca.
─ Sto bene… sto bene. Ehm- Percy ─ la voce si fece più bassa, mentre il rossore che non era ancora sparito dalle guance si fece più vivo. Poteva andare a fuoco da un momento all’altro, per quanto era rosso.
─ Sì? Dimmi.
─ Tu… mi piaci ─ gli uscivano a stento le parole dalla bocca, al poverino. ─ non nel senso di- amici. ─
Il sorriso che teneva dipinto in volto il figlio di Poseidone si spense non appena sentì quelle parole. Certo, anche a lui piaceva Nico, ma… non aveva relativamente mai pensato a lui come nient’altro. E forse era arrivato finalmente il momento di cambiare quest’idea di lui che si era fatta. Scosse la testa. No. Lui aveva Annabeth, ci aveva messo tanto tempo, troppo per i suoi gusti, per far sì che quella relazione potesse diventare reale, e non solo un sogno.
─ Sì, ehm… ─ non fece in tempo a dire altro, che Nico lo baciò. Un piccolo bacetto, niente di più, niente di meno. E scappò via, lasciando Percy da solo in mezzo ad un prato di mille colori, in una normale giornata di Agosto.

  
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