─ Percy, Percy! –
La voce di un pallido ragazzino echeggiava in un grande
prato. Cento, forse anche mille e colorati fiori si estendevano sotto
ai suoi
piedi e, sopra di lui, un caloroso sole splendeva in cielo, mentre una
lieve
brezza gli accarezzava il viso. Non era solo: più o meno a qualche
metro di
distanza c’era un altro ragazzo; sembrava essere più grande di lui di
qualche
anno, ma non faceva differenza. Giocherellava con qualche filo d’erba,
mentre
aspettava che l’altro gli venisse in contro.
Ora: vi starete chiedendo perché un figlio di Ade si trovasse
in quel bizzarro posto un po’ troppo colorato, almeno per uno come lui.
E’ una
lunga storia e, sinceramente, anche Nico ci stava pensando a come sia
finito in
quel posto, ma almeno con lui c’era Percy. Percy Jackson, il figlio di
Poseidone. Figlio di uno dei “Tre Pezzi Grossi”, e da tutti gli altri
mezzosangue
considerato un “eroe”. In quel momento, se qualcuno avesse
visto quella scena, non ci avrebbe
creduto, ed infatti era abbastanza buffo.
Avvicinatosi al ragazzo dagli occhi verdi e dai capelli
corvini fece un grosso sospiro, prima di rompere il rilassante silenzio
che si
era creato tra i due, pronunciando –o meglio, borbottando- qualche
parola.
─ T-Tieni ─ la sua voce tremava un po’: non si riusciva a capire
se fosse per il fiatone o per altro. Pian piano, le guance del
ragazzino
divennero stranamente di un rosso intenso. Imbarazzo, forse? Solo lui
può
dirlo, anche se non lo avrebbe ammesso mai. Ma, fidatevi: fa quasi
sempre così
quando è solo con Percy.
Si poteva chiaramente vedere che nascondeva qualcosa nelle
mani, messe dietro la schiena già da un bel po’. All’inizio, l’ingenuo
figlio
di Poseidone non ci fece troppo caso, ma poi un briciolo di curiosità
gli disse
che voleva davvero scoprire cosa teneva Nico in quelle mani.
L’attesa non durò molto, perché il figlio di Ade, esitando
prima di mostrare il regalo, gli diede una ghirlanda di fiori.
─ Una… ghirlanda di
fiori? ─ domandò poi Percy.
Okay, forse era un tantino femminile per un ragazzo ma, ehy,
erano in un prato di fiori. Fiori. E che meraviglioso regalo poteva
aspettarsi?
Fiori, naturalmente. Nonostante tutto sorrise, per non far dispiacere
troppo
Nico, perché già vivere con i morti non è una bella cosa. Soprattutto
se si ha
un padre come Ade e, fidatevi ancora una volta, Percy poteva capire.
Quel sorriso. Il
sorriso di Percy, almeno per il ragazzino – che dimostrava di avere non
più di
quindici anni -, era più che un sorriso. Lui amava veramente Percy. Se
ne era
accorto da… qualche anno, circa. E lo avrebbe sempre protetto. Aveva
sempre
sperato che anche lui provasse qualcosa di più di un amico nei suoi
confronti
ma, ormai, aveva già perso le speranze da un tempo. Insomma, guardiamo
la
realtà: lui ama, e ha sempre amato, Annabeth. Si è perfino fidanzato
con lei e,
anche se non lo dava a vedere, Nico ne era uscito distrutto. E da quel
momento decise
che un giorno gli avrebbe confessato tutto ciò che prova per lui.
Tutto. Certo,
si sarebbe vergognato da morire, dopo, ma ne sarebbe valsa la pena, e
si
sarebbe pure liberato da un grandissimo peso. E tanto saprà già la
risposta
perciò… cos’ha da perdere, oltre al fatto che Percy non lo guarderà più
come è
solito fare?
─ Ehm… Nico? Tutto bene? ─ bastò quella sola domanda, quella
sola voce, per riportare il moro alla realtà. Tutto bene? Non lo sapeva
neppure
lui. Era confuso. Troppo confuso per dire qualcosa, ma Percy sembrava
aver
capito.
Bisognava riportarlo del tutto alla realtà, perché si
riprendesse. Scosse un po’ la testa e sospirò. Aveva finalmente deciso
che quel
giorno sarebbe stato oggi. Non poteva capitargli di meglio: erano soli,
nessuno
sapeva di questo posto e quindi nessuno
poteva disturbarli; una meraviglia, insomma. E se prima era confuso,
questo
poteva solo peggiorare la sua confusione, ma riuscì almeno a tirare
delle
parole fuori dalla bocca.
─ Sto bene… sto bene. Ehm- Percy ─ la voce si fece più bassa,
mentre il rossore che non era ancora sparito dalle guance si fece più
vivo.
Poteva andare a fuoco da un momento all’altro, per quanto era rosso.
─ Sì? Dimmi.
─ Tu… mi piaci ─ gli uscivano a stento le parole dalla bocca,
al poverino. ─ non nel senso di- amici. ─
Il sorriso che teneva dipinto in volto il figlio di Poseidone
si spense non appena sentì quelle parole. Certo, anche a lui piaceva
Nico, ma…
non aveva relativamente mai pensato a lui come nient’altro. E forse era
arrivato finalmente il momento di cambiare quest’idea di lui che si era
fatta.
Scosse la testa. No. Lui aveva Annabeth, ci aveva messo tanto tempo,
troppo per
i suoi gusti, per far sì che quella relazione potesse diventare reale,
e non
solo un sogno.
─ Sì, ehm… ─ non fece in tempo a dire altro, che Nico lo
baciò. Un piccolo bacetto, niente di più, niente di meno. E scappò via,
lasciando Percy da solo in mezzo ad un prato di mille colori, in una
normale
giornata di Agosto.