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Autore: Mireia    16/01/2005    10 recensioni
Sono passati degli anni da quando Babi e Step si sono visti l'ultima volta sotto la pioggia. Da allora sono successe molte cose, ma la scritta "tre metri sopra il cielo" è rimasta esattamente dove doveva stare... qualcuno però vuole sapere cosa significa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non è una delle mie fanfic più brillanti... ma da qualche parte dovevo pur incomiciare! Fatemi sapere cosa ne pensate della storia... Accetto ogni genere di commento purchè costruttivo!
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Babi e Step di nuovo assieme.
Correva l'anno 2***. Era il quindici Gennaio e Roma sembrava quasi in estate. Stefano Mancini era appollaiato accanto alla tomba del suo migliore amico, Pollo. Ne avevano passate loro due assieme! Quante gare, quante ruberie... quante sciocchezze! Da allora erano passati ormai nove anni e ormai aveva cambiato completamente vita. Era andato all'università ed era diventato avvocato. Non uno di quelli corrotti che difendono solo i figli di papà... no. Lui difendeva la povera gente che veniva maltrattata, obbligata ad essere come era stato lui. Non ingannava nessuno e tutti nel suo ufficio avevano un grande rispetto verso quell'uomo che ne aveva passate tante, forse anche troppe. Ma questo rispetto non era l'effetto collaterale della paura, come era sempre stato nella sua vita, ma un sentimento di fiducia e stima. Non era mai stato tanto felice! Ma Pollo gli mancava. L'unico che l'aveva sostenuto sempre e comunque. L'unico che l'aveva capito... e che aveva fatto in modo che lui conoscesse Babi. Adesso che ci pensava, non aveva mai conosciuto il vero nome di Babi. Beatrice? Benedetta? Barbara? Non importava realmente il suo nome, ma come l'aveva fatto sentire per la prima volta in vita sua... tre metri sopra il cielo. Quella scritta c'era ancora, sbiadita e quasi illeggibile. Come lo era la loro storia. Stava pensando a quella scritta anche Beatrice Gervasi, mentre percorreva in macchina la strada verso la sua vecchia scuola. Odiava quel maledetto edificio adesso come allora, ma non poteva nemmeno rifiutarsi di portare il marito di sua sorella a scuola, per quella volta. Marco Sfondini, infatti era il ragazzo sopra del piano di sopra. Lui e Daniela avevano avuto subito feeling e l'anno dopo la maturità di lei, si erano sposati. Adesso avevano una bambina bellissima di cinque mesi che era in macchina con loro e con sua figlia. Già... Babi aveva avuto una bambina otto anni e mezzo prima. Una bellissima bambina che aveva chiamato Giorgia. Il padre... beh, il padre era stato un errore colossale. Lo amava e probabilmente non lo avrebbe sempre amato . Il primo amore non si scorda! Ma non glielo aveva mai detto. Aveva subito l'ira dei suoi da sola e si era presa le sue responsabilità. Nonostante la gravidanza si era laureata in psichiatria e aveva un certo successo nel campo. Passò sotto al ponte e vide la scritta... erano anni che non ci pensava nemmeno più. Erano gli anni in cui aveva amato Step. Gli anni in cui ancora esistevano quelle compagnie sfrenate e matte e amici come Pollo e Pallina. Erano gli anni in cui tutto era facile e lineare. Gli anni della radio a tutto volume e dei giubbotti di pelle. Gli anni delle moto e dei primi sogni da adulta. Erano gli anni in cui aveva vissuto tre metri sopra il cielo e all'inferno.
-Mamma... ma che cosa c'è scritto lì?- chiese Giorgia.
-Beh... è piuttosto illeggibile- Marco, intromettendosi.
-C'è scritto "tre metri sopra il cielo"- rispose un po' distante.
-E cosa vuol dire?- sempre la bambina.
-Se non sbaglio è scritto lì dall'anno della maturità- perplesso Marco- ne sai qualcosa Bea?
-Nulla di particolare... una mattina mi sono alzata e l'ho visto scritto.
-Beh... è una bella frase, non credi, mamma? Se solo sapessi cosa vuol dire... potrei chidere alla zia.. lei è sempre informata su queste cose!
-Non credo lo sappia nemmeno lei- io sorridendo alla faccia di mia sorella se solo le avessi di nuovo nominato quella scritta e con lei Step.
-Ma qualcuno dovrà pur saperne qualcosa!- Gio un po' irritata.
-Alcune cose è meglio non saperle- Marco sorridendo- sono più belle se rimangono un mistero...

Quella mattina Bea avrebbe dovuto incontrare uno dei suoi pazienti, ma il suo socio le telefonò non appena mise piede nel suo studio. Aveva conosciuto il tretaduenne Alessandro Micheletti tre anni prima. Era un uomo simpatico e cordiale. Dai bei lineamenti e dalla parola facile. Erano subito andati d'accordo ed erano diventati amici. La moglie di lui, Sara, era una vecchia amica di Babi, cosa che aveva fatto in modo che i loro rapporti da buoni diventassero ottimi.
-Piccola... ciao, senti... ho bisogno di un favore...
-Che novità- lei sorridendo- che cosa è successo?
-Non posso andare ad un'appuntamento con un nuovo paziente. Forse te ne ho parlato di Nikki Statelli.
-La bambina che non vuole dire dove si trovi il cadavere della sorella?
-Esattamente. Tra dieci minuti dovrei vederla nel mio studio con il suo avvocato. Ma non posso, perchè Sara ha avuto la brillante idea di...
-Non me lo dire... non lo voglio sapere. Io volevo quel caso e tu non hai fatto altro che tentare di portarmelo via- scherzando- lo sai che te lo meriti?
-Simpatica...-ironico.
-Ringrazia Sara da parte mia.
-Quindi ci vai?
-Certo che ci vado! Annullo un appuntamento e mi fiondo!

Stefano era seduto accanto a Nikki mentre aspettava il dott. Micheletti nel suo studio. Era immerso nei suoi pensieri quando una donna sui ventisette anni dai lunghi capelli scuri e dai vestiti raffinati si fece avanti porgendogli la mano.
-Salve.
-Salve- rispose lui incantato- sto aspettando il dott. Micheletti.
-Io sono la sua socia... purtroppo il dottore ha avuto un contrattempo. Mi occuperò io di Nikki.
-Veramente...- incominciando a protestare.
-Non si preoccupi sono più che qualificata.
-Beh... è piuttosto giovane...
-Anche lei, ma io di certo non metto in dubbio le sue doti da avvocato.
-Touchè.
-Bene... Nikki dove è?
-E' già dentro... stava aspettando.
-Quanti hanni ha?
-Ventotto.
-Non lei... la bambina!
-Ah, scusi- scuotendosi dal torpore- otto anni.
Lei sbuffò un attimo.
-Che ha?
-Nulla- pensando che la piccola aveva l'età di sua figlia- bene... a tra poco.
Babi stava per entare quando l'uomo la sorprese. -le va di venire a cena con me questa sera?
-Come, scusi?
-Le andrebbe di cenare assieme... che ne so... una pizza...
-Non posso.
-Immagino che sia impegnata- un po' deluso.
-No... è che.. io non posso.
-Perchè non può?
-Perchè dovremo lavorare assieme...
-Cena di lavoro? Giuro che ho solo buone intenzioni.
-Questa sera alle otto da Michelangelo.
-Perfetto. Ci vediamo già là?
-Sì... perfetto.
-Solo una cosa.... come ti chiami?
-Beatrice... tu?
-Stefano.
-Ok... ci vediamo dopo, Stefano.
Quella donna gli ricordava qualcuno... ma chi?

Quella sera Giorgia fu affidata alla zia e Babi si presentò puntuale all'appuntamento. Lì vide Stefano seduto su una panchina poco distante dall'entrata e gli si fece vicina.
-Salve- lei sorridendo.
-Salve- lui con aria sognante- come è andata con Nikki? -Penso che tra qualche giornò avrà fiducia in me e mi dirà quel posto.. per adesso... beh... stiamo lavorando.
-Ne sono lieto... entriamo?
-Volentieri.
Si sedettero ad un tavolo poco lontano dalla strada e ordinarono la cena.
-Sei sicuro che non ci siamo mai incontrati? Hai un viso familiare....
-Io non ho mai conosciuto nessuna Beatrice... e poi me la sarei ricordata una ragazza carina come te.
-Grazie- arrossendo- ma nn avevamo deciso che questa sarebbe stata una serata di lavoro?
-Mi piaci.
-Sei diretto... mi conosci da poche ore...
-E' come se ti conoscessi da sempre. Mi piace il modo in cui abbassi gli occhi e come i tuoi capelli si muovono quando sposti la testa...
-Mi sento molto in imbarazzo.
-Scusa, non volevo.
-Sei sempre così espansivo?
-No. Devo dire che non lo sono mai stato.
-Non si direbbe.
Suonò il cellulare di lei.
-Pronto?
-Sono Marco... c'è un problema.
-Che problema- preoccupata.
-Non troviamo più Gio da nessuna parte... io mi sono voltato un attimo e lei... lei era scomparsa.
-Cos...
-Daniela dice che avevano appena discusso perchè lei non voleva dirle nulla di quella scritta sul cavalcavia... e... Gio si è arrabbiata molto e ha detto che nessuno la capiva e che avrebbe scoperto tutto da sola.
-Santo Cielo! Non posso nemmeno affidarvela una sera che lei scappa?!- arrabbiata.
-Noi... ci siamo solo distratti un secondo e lei era sparita... dove può essere andata?
-Secondo te?!- alzandosi dal tavolo sotto gli occhi sbalorditi di Step- vado a riprenderla. Ma tu di a Daniela di non preoccuparsi- riprendendo la calma.
-Va bene.. mi dispiace.
-Lascia perdere... vado io a prenderla.. voi andate a dormire- detto questo chiuse la chiamata e incominciò a prendere le sue cose.
-Che succede? Perchè te ne vai?
-Devo andare a prendere mia figlia.
_Tua... tua figlia?- sbalordito.
-Esattamente... è scappata di casa... e io devo andare a mettere le cose a posto...
-Io non sapevo fossi sposata...io..
-Io non sono sposata- lei di fretta- ma devo andare da mia figlia... scusami...
-Posso accompagnarti? Ci so fare con i bambini.
-Non ho bisogno della pietà di nessuno.
-Nessuna pietà... solo aiuto.... giuro.
Lei si fermò un attimo.
-E va bene... ma muoviti.

Erano in macchina da qualche minuto.
-ma dove stiamo andando?- lui.
-Lo vedrai presto... siamo quasi arrivati.
-Ma se c'è statale da qui fino a mezz'ora di macchina!
-Lo so... ed è esattamente dove- vedendo la scritta- dove si trova quella disgraziata!- osservando- eccola!
-Vicino al parapetto.
-Maledizione!- accostando la macchina e correndo verso la bambina, sotto la pioggia- Che cosa ci fai qui?- urlando.
-Lo sai cosa ci faccio qui! Voi non fate altro che raccontarmi bugie! Io voglio la verità... io so che c'è qualcosa che ti lega! E lo voglio sapere- la piccola urlando anche lei.
-Smettila di dire sciocchezze e sali in macchina- indicandole lo sportello dal quale stava uscendo Step.
-Non ti starò a sentire anche questa volta! Voglio sapere la verità! Adesso!
-Maledizione Gio! Smettila e sali in macchina.
-No! No se tu non mi dici che vuol dire quella scritta! Lo so che lo sai! Ho letto il tuo diario!
-ma come ti sei permessa!- la madre dando uno schiaffo alla bambina- come hai osato!
-Io voglio la verità! Cosa vuol dire "tre metri sopra il cielo" e chi l'ha scritto?!- la bambina continuando ad urlare.
-L'ho scritto io- la voce dell'uomo aveva suscitato prima perplessità e poi stupore in Bea.
Il silenzio era pesante e lei lo fissava. -Tu sei Step!
-Cosa?- lui scuotendosi dai suoi pensieri.
-Tu sei Step... Stefano Mancini!
-Come fai a saperlo?!
-Io... io....
Lui parve capire.
-Babi. Tu sei Babi!- strabiliato.
-Cosa sta succedendo... mamma... che succede?!- Giorgia.
-Io... io non lo so- la madre.
-E' da tanto che non ci vediamo...
-Direi di sì.
Gli occhi di lui si spostarono sulla bambina.
-Quanti anni hai, piccola?- rivolto a Gio.
-Otto e mezzo.
Gli occhi di lui si spostarono in quelli di lei- quando avevi intenzione di dirmelo?
-Non avevo intenzione di farlo.
-Me lo hai tenuto nascosto apposta... per farmi del male!- lui urlando.
-No. Semplicemente non volevo che mia figlia crescesse come sei cresciuto tu.
-Io grazie a te sono riuscito a trovare il modo di avere un futuro.
-Io non ho fatto nulla.
-Mi hai dato la speranza.... e adesso mi stai uccidendo.
-Io non posso cambiare il passato. Posso solo dirti che il futuro sarà diverso...
-Diverso come?
-Dipende.
-Tu mi hai tenuto nascosto...
-Io ho fatto quello che ritenevo giusto... non per questo deve essere realmente giusto.
-Io ti amavo.
-Io stavo male.
-Io non mi sono di certo divertito!
-Che ne sarà di noi?
-Staremo sempre tre metri sopra il cielo...
-mamma! Ma chi è quest'uomo?!
-Giorgia... lui è tuo padre.
-Cosa?- la bambina stupefatta.
-Io sono tuo padre.
-E' colpa mia, Gio... se non lo hai conosciuto prima... ma devi capire che non è stato facile per me... ok?
-Ok...- sconvolta- quindi anche io ho un papà.
-Sì.. anche tu hai un papà.. ed lui il tuo... si chiama Stefano... vai a salutarlo...

In un giorno la mia vita è cambiata. Questa è una storia vera... non uno di quei film smielati a lieto fine. Questa è la vita nelle sue imperfezione e nelle sue costrizioni. Il fatto che io sia ora felice delle mia famiglia, è solo fortuna. Il mondo resta sempre duro e faticoso. Grazie al cielo io ho trovato chi fa sorridere il mio cuore e io faccio sorridere il suo. Step si comporta esattamente come volevo che fosse il padre di mia figlia. E' premuroso e un po' la vizia... ma le vuole bene. All'inizio è stata dura perchè io gli ho tolto la possibilità di amare sua figlia fin dal principio... ma adesso le cose vanno meglio e ho riscoperto in lui quella fiamma che avevo dimenticato. Forse non saremo sempre tre metri sopra il cielo... ma faremo del nostro meglio per sopportare anche l'inferno. Per adesso ce la caviamo bene, noi tre. Siamo una famiglia. E presto diventeremo quattro. Il mio regalo per lui e il suo per me. E' così che doveva finire. Senza ripensamenti, senza odio e rancori. Così come era iniziata.. nel modo più semplice e allo stesso tempo, nel più complesso e difficile .. ma che importa? Basta guardare nei suoi occhi e vedere il mio futuro. Questo già mi basta per essere felice.
  
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