Lo sguardo incredulo di Bill scivolò dall'angolo cottura dove stava preparando i suoi famosi spaghetti, e andò a posarsi sulla chioma bionda della sua migliore amica.

- Mio padre sta male, chi altri potrebbe curarlo se non io?

La mamma di Natalie era morta quando lei aveva solo quattro anni, da allora, suo padre, si era preso cura di lei in modo impeccabile, pagandole gli studi e aiutandola a realizzare i suoi sogni.

Se era arrivata fin lì, se era diventata la make-up artist e l'hair stylist dei Tokio Hotel, lo doveva senz'altro a lui.

- Capisco. Quando parti?

 Natalie sospirò.

- Domani. Bill...

Ma lui non rispose. Fece il giro del ripiano e andò ad abbracciarla, stringendo a sé quel corpicino sottile, con il profumo alla cannella.

 Non perdeva solo una grande collaboratrice, ma soprattutto una grande amica, la migliore.

 Si rendeva conto solo in quel momento quanto dura sarebbe stata senza di lei, e già avvertiva la sua mancanza.

- Quanto starai via?

Altro sospiro.

- Non lo so - La pausa che seguì gli fece intuire le sue prossime parole, già prima che lei le ebbe pronunciate. - Sarà il caso che vi troviate una sostituta.

Quella parola già non le piaceva, ma sapeva che doveva darle ascolto. Si separò da lei e la guardò intensamente.

- Va pure, Franz, e torna presto da me.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Non mi piace.

Il tono del cantante era petulante, ma ferì ugualmente la candidata Baylee Ryan che se ne andò offesa e arrabbiata sbattendo la porta.

Bill fissò la grande stanza vuota con la moquette e le pareti bianche mentre Tom si girava sospirando verso di lui.

- Non puoi continuare così, Bill.

Anche Georg era esasperato. Fosse stato per lui avrebbe scelto la prima ragazza e avrebbe chiuso lì con quella storia. Ma sapeva che Bill non era così. Era perfettino, puntiglioso, e finché una di quelle ragazze non lo avrebbe colpito davvero, non ne avrebbe scelta nessuna. L'idea di sostituire la sua migliore amica lo infastidiva sicuramente, ma il biondino era anche professionale, per cui era sicuro che le aveva scartato non solo per via di Nat. Nessuna di loro si era avvicinata a uno stile simile al suo.

 Guardò la lista, ne mancavano altre tre, e ad una prima occhiata, nessuna era quella giusta.

- Georg ha ragione. Natalie è tornata in Germania, e noi dobbiamo andare avanti, con o senza di lei. Per questo motivo, se la prossima ci soddisferà, noi l'assolderemo, anche se non sei d'accordo - Il tono di Tom era perentorio, ma non abbastanza per suo fratello. - La prossima l'ha scelta David personalmente. Non esce da una scuola, è stata scoperta così, ed è diventata abbastanza famosa. David l'ha voluta inserire perché la trova la più adatta a te, benché ci sia una pecca. Infatti è stata notata per via della sua... fantasia, o stravaganza. La gente ammira il suo lavoro con i colori e la fervida immaginazione di cui fa uso. Però, come anticipato, c'è un solo problema. È solo una make-up artist, tuttavia è disposta a frequentare dei corsi per migliorarsi.

- Non la voglio.

- Bill...

- Ok, ok. Falla passare e vedremo.

 Tom fece segno di far entrare la numero cinque, e, pochi secondi dopo, videro una ragazza inciampare e poi finire miseramente a terra.

Gustav, Tom e Georg rimasero paralizzati al loro posto, indecisi se accorrere ad aiutarla o mettersi a ridere, ma lei si rialzò velocemente, imbarazza e con le guance rosse.

Bill, invece, rimaneva comodamente seduto con un'espressione annoiata sul bel viso.

 - Scusate.

Mormorò lei prima di scoppiare a ridere, lasciandoli di stucco.

 Aveva una bella risata, e senz'altro era bella lei, con una voce forte e squillante. Quando si ricompose, si avvicinò a grandi passi e posò un grosso album sul tavolo di mogano, sedendosi di fronte a loro. Decisa e sicura.

- Questi sono i miei lavori.

Bill, la cui curiosità era stata leggermente pizzicata, prese la parola su tutti e si tirò l'album verso di sé, sfogliandolo mentre la interrogava.

- E così, non sei un hair stylist.

- No.

- E perché sei venuta qui? Non hai capito di cosa abbiamo bisogno?

Tom tossì e diede un calcio sotto il tavolo alla gamba di Bill, Gustav, invece, prevedendo aria di tempesta, rinunciò eroicamente alle sue patatine e gliele porse. Danielle gli sorrise, ringraziò e allontanò da sé la confezione.

 Era felice che almeno uno dei Tokio Hotel si mostrasse carino con lei, ma era troppo nervosa per mettersi a mangiare.

 Bill, dal suo canto, era rimasto piacevolmente sorpreso dalle foto, e contento che si fosse presentata col suo lavoro, piuttosto che con uno stuolo di carte a dimostrare quanto fosse brava, e c'era il fatto che era stata notata per la sua bravura. Però non gli era sfuggito neanche il sorriso luminoso che aveva rivolto al batterista. Richiuse l'album. Aveva preso la sua decisione.

- Saresti più adatta a fare la modella.

Ed era vero. I capelli ricci, la pelle scura, e le curve... no, forse si sbagliava, aveva curve troppo pronunciate, le modelle erano tutte più scheletriche. Tuttavia era bella.

- Non è quello che voglio fare.

Quella determinazione gli tolse l'ultimo dubbio e con uno sbuffo irritato, fu costretto ad arrendersi.

- Beh è una fortuna, perché mi piacerebbe molto che questo posto fosse suo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice

 Ed ecco qui una bella ff su i Tokio Hotel, anzi, sul mio amoruccio Bill. Ovviamente non mancherà il tenerissimo Gustav, o il sexy Georg o il playboy Tom. Però sono felice. Spero tanto che vi piaccia, e se non è così, commentate pure e ditemelo, sarò felice di migliorarmi ^-^ Allora, parlando di Danielle... non la volevo perfetta, ma... no basta lo scoprirete voi! Un baciooooooo