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Autore: Lord Gyber    05/09/2014    2 recensioni
Ispirandomi a Clessidrus, decido di raccontare qualche storia della mia vita. Alcune sono semplici altre...non proprio. Spero che vi piacciano.
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le mie grosse e grasse avventure'
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Avete presente una di quelle mattine in cui vi alzate con la luna talmente storta, da farvi arrabbiare per qualsiasi cosa vi capiti intorno? A me si, quella mattina. Già alzatomi dal letto capì subito che non sarebbe stata una giornata facile. Mi sentivo uno straccio con poca voglia di vivere, ma decisi lo stesso di provare a cacciare via i miei pensieri con una bella colazione ed una doccia fresca, anche se non servirono a farmi passare del tutto quella rabbia mattutina. Una volta finito di lavarmi decisi di uscire a farmi due passi e, se il cielo lo avesse voluto, magari evitare i miei amici per fare in modo che la cattiva giornata non si ripercuotesse su di loro. Controllai che Eracle avesse il necessario per non morirmi in casa e me ne andai.

 

Nel cielo c'era solo qualche nuvola, anche se nessuna riusciva a coprire i forti raggi solari. Il bel tempo mi diede un po' di fiducia. Prima di andare però mi feci una promessa: che non mi sarei arrabbiato con nessuno a causa del mio cattivo umore.

Feci giusto 10 passi da casa mia prima di essere tamponato da un missile grigio. Quando guardai chi era stato, vidi che era Derpy che si grattava la testa con lo zoccolo. Mi guardò con i suoi occhi storti.

- Spero di non averti fatto male. -

- PRENDI LEZIONI DI VOLO, ACCIDENTI!!! e poi...-

Misi il dito sul suo occhio storto e lo rimisi nella posizione giusta per poi bloccarlo con lo scotch.

- Così va meglio! -

- Ehm, Gyber? -

Quando mi ripresi vidi la pegaso che mi guardava con aria confusa.

- Tutto bene? -

- Si, stavo solo....sognando ad occhi aperti. -

- Bene, ciao. -

E volò via lasciandomi tirare un sospiro di sollievo per essere riuscito a controllarmi. Mi calmai e ricominciai a camminare.

 

Arrivai fino alla piazza principale dove si erano postate delle bancarelle per il mercato. Anche se era un evento semplice mi piaceva camminare in tutta la folla che si creava, mi rilassava. Troppo distratto dall'osservare gli articoli venduti non mi resi conto di ciò che avevo avanti e quindi andai a sbattere contro un persona. Era Rarity che teneva sospesi con la magia dei rotoli di stoffa.

- Ciao Gyber. -

- Ciao Rarity, scusa se ti sono andato addosso. -

- Non fa niente caro, succede a tutti. -

Improvvisamente cominciò a squadrarmi con il suo occhio da stilista.

- Che c'è? -

- Come che c'è, hai visto cosa stai indossando? -

Indossavo la mia tipica camicia bianca ed un paio di jeans.

- Cos'ha che non va? -

- Non puoi continuare a vestirti sempre allo stesso modo, è da barbari! -

Afferrai le stoffe che teneva sospese e gli diedi fuoco con lo sguardo con lo sguardo attonito della mia amica.

- FATTI GLI AFFARACCI TUOI PER UNA VOLTA!!! -

- Ehm, tesoro? -

Vidi che mi guardava perplessa mentre si grattava la stesa con zoccolo.

Tutto ok? -

- Si, stavo solo sognando ad occhi aperti. Comunque vedrò di fare più attenzione la prossima volta con il mio vestiario. -

Lei mi fece un sorriso e se ne andò.

- Dovevo starmene a casa. -

Ma ormai ero in ballo e quindi decisi di continuare la mia passeggiata.

 

Camminando e camminando arrivai di fronte ad un carro colorato. Mi misi a fissarlo per qualche secondo data la sua bizzarria e per poco non ci misi la mano sopra ma venni interrotto da un unicorno blu vestito da mago.

- Cosa stai facendo? -

- Stavo osservando questo carro. -

- Mi dispiace ma nessuno può vedere o toccare le cose della Grande e Potente Trixie senza il suo permesso. -

Ora mi ricordai. Mi avevano raccontato di lei, delle sue menzogne e del fatto che avesse schiavizzato la città.

- Mi avevano detto che sei una megalomane, ma non mi aspettavo che utilizzassi la terza persona su te stessa, sembra un tentativo davvero disperato di considerarsi importante. -

Mi guardò con rabbia.

- Io non accetto insulti da un essere di basso rango come te! -

Rimasi qualche secondo in silenzio per poi afferrargli la faccia con le mani e ruggirgli in faccia. Una scia blu uscì dalla sua bocca e finì dentro la mia. Mentre le stavo assorbendo l'anima il suo corpo divenne sempre più grinzoso fino a diventare scheletrico, poi, quando sparì ogni tessuto, le ossa divennero polvere e ciò che rimase di lei fu solo il cappello ed il mantello.

- Ehi, come mai sei rimasto imbambolato? -

Il suo sguardo furioso fu sostituito da uno pensieroso, quando mi vide con gli occhi spenti.

- Stavo sognando ad occhi aperti, è vietato forse!?! -

Me ne andai con passo deciso senza più dargli uno sguardo e mi allontanai da lei.

 

Arrivai al parco sperando di essere al sicuro. Ma a quanto pare la sfortuna non smetteva di importunarmi. Infatti mi si avvicinò Fluttershy.

- Ciao Fluttershy. -

- Ciao Gyber. Senti, avrei bisogno del tuo aiuto. -

- Dimmi pure. -

- Ho accolto al mio cottage un po' di animali selvatici, ma il problema è che sono terribilmente sporchi e puzzolenti, non è che mi daresti un aiuto a lavarli? -

La fissai dritta negli occhi.

- Sarò freddamente sincero. La tua richiesta non solo mi prova un ribrezzo totale dal voler farmi vomitare con tutte le mie forze le ultime cose digerite nei miei ultimi 12 anni, ma mi fa pensare che usi il tuo dolce sguardo come strumento di ricatto morale per costringere le persone a fare quello che vuoi. Il fatto di dover solo pensare a lavare centinaia di animali dalla loro sporcizia mi da un fastidio talmente forte che mi spingerebbe a buttarmi giù da un dirupo e rimanerci dentro per non essere mai più importunato. Quindi, in parole povere, NO!!! -

- Gyber, tutto a posto? -

Ancora una volta fui interrotto dai miei pensieri.

- Mi dispiace ma non posso, ho un impegno urgente. -

- Ok, chiederò ad Applejack, a lei non darà fastidio. -

Mi salutò con lo zoccolo e si diresse alla fattoria.

- Credo sia ora di andare nel mio rifugio per le crisi di rabbia. -

 

Arrivai in una piccola zona della Everfree Forest completamente priva di fauna e flora. Quel luogo era ideale per sfogarmi di tutta la rabbia repressa, perché in quel luogo desolato non potevo fare male a nessuno. Feci un profondo respiro.

- Bene , iniziamo...................AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!! - http://www.youtube.com/watch?v=FRd9UxODRrs

Ripresi fiato mentre guardavo i disastri provocati dal mio rilascio di tensione.

- Nella vita conta solo la semplicità. -

Mi ricomposi e ritornai a casa.

 

Arrivai dinanzi alla mia casa e vidi vicino alla porta Rainbow Dash che mi guardava compiaciuta.

- Allora, sei pronto? -

- Pronto? Pronto per cosa? -

- Non ti ricordi, ho vinto la nostra scommessa. -

- Che scommessa? -

- Andiamo con un flashback. -

Ieri *

- Quindi affermi di possedere il più grande autocontrollo di sempre? - mi prese in giro la pegaso.

- Mettimi alla prova se non ci credi. - risposi in tono di sfida.

- Ok, scommettiamo che per l'intera giornata di domani non dovrai arrabbiarti neanche una volta. Chi vince potrà far fare qualcosa di umiliante al perdente. -

- Ci sto. -

Ora *

Finalmente capì tutto. Come potevo essermi completamente dimenticato di ciò che avevo promesso il giorno prima.

- Tu mi hai messo questo cattivo umore. -

- Ah-ah, ho preso in prestito una strana polverina da Twilight in grado di far venire il malumore a chiunque. Sono entrata in casa tua e te ne ho sparsa un po' addosso. Poi ti ho tenuto d'occhio, devo ammettere che hai resistito bene all'inizio, ma poi ti sei lasciato andare nella foresta. -

- E tu avresti fatto tutto questo solo per vincere una scommessa? -

Lei annuì con la testa.

- E va bene, sarò sportivo. Cosa devo fare? -

- Dovrai solo indossare questo mentre giri per il paese. - disse tirando fuori uno strano abito.

- Tu stai scherzando, vero? -

- No, ed ora fila. -

Presi l'abito ed andai ad indossarlo.

 

Non so me diedero più fastidio le risate di tutti quelli che mi vedevano oppure essere stato costretto ad indossare questo http://img.escapade-carnevale.it/salehire/small/22465-s.jpg, fatto sta che continuai a camminare nella folla senza mai fermarmi. Notai in tutta quella calca un sorridente Discord che se la rideva sotto i baffi.

- Gyber, hai proprio delle belle gambe. -

Mi avvicinai e li mollai il piede in faccia con forza, per poi farlo cadere a terra. Ora, probabilmente, vi aspetterete che fosse un altro sogno ad occhi aperti, in realtà lo feci veramente.

- Grazie, Discord. -

E ricominciai a camminare.

 

 

Angolo autore: dedico questo capitolo a tutti coloro che vorrebbero esprimere tutta la loro rabbia sulle persone, ma hanno abbastanza autocontrollo da non farlo.

Drol: Parla per te.

Sta zitto Drol!

Saluti, Lord Gyber.

 

  
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