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Autore: Kunoichi    25/09/2008    1 recensioni
Due cugini, una rissa, due cauzioni da 50 $ da pagare, problemi alla fattoria, UN LITIGIO FRA BO E LUKE... un tema e alcuni disegni di un bambino di 8 anni...Per sempre fratelli... é la mia prima fan fiction, per favore leggete e recensite^^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Forever Brothers


Cap. 16 Imprevisti



Ne era sicuro… Bo era lì…
Quella era l’occasione per sistemare le cose. Anche se ci fosse stato da discutere nuovamente, dovevano chiarire.
Si avviò verso la quercia, che era un po’ inoltrata nel bosco…

Le braccia incrociate dietro la testa, lo sguardo perso a scrutare il cielo, che si intravedeva appena dalla folta chioma della quercia… Forse avrebbero litigato di nuovo, ma non potevano aspettare in eterno… Dovevano provare a parlarsi…
Socchiuse un momento gli occhi. Se Luke non fosse arrivato entro ancora un’ora, sarebbe stato evidente che non voleva parlare con lui…

“ Ciao, cugino!”

Bo non si voltò nemmeno, rimase con gli occhi chiusi a respirare la leggera brezza che aleggiava nell’aria…

“ Come hai capito che ero qui?”

Luke non rispose, mosse alcuni passi verso il cugino, che abbandonò la sua comoda posizione, e si mise a sedere. Luke si sedette accanto al cugino. Lo guardò negli occhi blu.

“ Telepatia fra cugini…” rispose con un sorriso quasi impercettibile dipinto sulle labbra.

Bo sorrise, e subito riabbassò lo sguardo, continuando a tracciare dei disegni geometrici con un ramoscello, sulla rossa terra, tipica della contea di Hazzard.

“ Ti ricordi ancora quel giorno?”

“ Certo che mi ricordo…”

Entrambi erano tesi, si vedeva lontano un miglio…

Bo si fece serio, alzò la testa e fissò Luke nei suoi meravigliosi occhi azzurri.

“ Stamattina… mi hai detto che sono un vigliacco… ed eri serio… non l’avevi mai pensato davvero…”

“ Bo… Io non ho detto queste cose…”

“ Ma me lo hai lasciato capire!”

“ Non vorrai mica ricominciare a litigare, vero?”

“ Luke, non cercare di chiudere il discorso…”

“ Non sto cercando di chiuderlo… L’ho chiuso… Io non ho detto quelle cose, punto e fine della discussione…”

“ Non puoi finire una discussione come e quando ti pare!”

Bo si stava scaldando…

“ Ma se io quelle cose non le ho dette e non le penso, cosa c’è da discutere?”

“ Lo sai benissimo il significato nascosto di quella frase!”

“ Va bene, ammetto che nella mia frase c’era un significato nascosto… Ma non l’ho detto apposta, credimi! Se ti ho ferito, mi dispiace, ma davvero, non era mia intenzione!”

Bo non rispose…

“ Non l’ho detto apposta e non lo penso davvero… Io volevo solo farti notare che in questi giorni hai tentato di evitarmi…”

“ Allora se non lo pensi non avresti dovuto dirlo!”

“ Ah, Bo… E’ inutile parlare con te! Capisci solo quello che vuoi…”

“ Almeno quello che voglio lo capisco! Tu non capisci nemmeno quello!”

Luke gli lanciò un’occhiataccia… “ Non fare il bambino…”

Bo si alzò in piedi, e iniziò a dirigersi a grandi passi verso il piccolo ponte di legno che passava sopra il torrente lì vicino. Luke si alzò e lo seguì.
Lo fermò prendendolo per un braccio…

“ Dove vai?!”

Bo si voltò. Era davvero arrabbiato, ma Luke non capiva cosa avesse fatto di male. Non l’aveva detto apposta, e gli aveva detto che gli dispiceva… cosa voleva di più?

Si liberò dalla presa del cugino con uno strattone.

“ Lasciami stare!”

Si stava comportando come un bambino… Se lo avesse visto zio Jesse di certo sarebbe andato su tutte le furie.
Fece per proseguire, ma Luke gli poggiò una mano sulla spalla, stavolta in modo più brusco, costringendolo a voltarsi…

“ Perché sei il più piccolo della famiglia, non hai il diritto di comportarti da bambino! Hai 23 anni Bo! Impara a crescere! Zio Jesse non ci ha insegnato ad agire in questo modo, ci ha insegnato a comportarci da veri uomini! E il tuo comportamento è imperdonabile! Ma ciò non significa che zio Jesse ha fallito ad educarci! Perché io mi reputo maturo, sei tu che non sai seguire i suoi consigli e i suoi insegnamenti! Lo deludi con il tuo comportamento! E deludi anche me! Dopo tutti questi anni che ha passato ad educarci come fossimo figli suoi, dopo che ci accolto quando eravamo soli, è questo il tuo ringraziamento?! E’ questo il risultato che ha ottenuto!?”

La sua mano stringeva il colletto della camicia di Bo… Il cugino lo fissava un po’ spaventato da quella reazione brusca… non se l’aspettava.

Quando si accorse di aver perso il controllo di sé stesso, allentò la presa, sino a lasciare il colletto della camicia del cugino. I suoi muscoli si rilassarono…

Si era accorto di aver perso il controllo, ma non avrebbe chiesto scusa al cugino… Nossignore, non lo avrebbe fatto. Aveva fatto bene a fargli notare il suo comportamento, anche se in modo così brusco…

Bo ora fissava il terreno, sentiva lo sguardo del cugino posato su di sé, ma non alzava la testa, sapeva che non sarebbe stato in grado di reggere quello sguardo.

Silenzio…

Luke fece per andarsene, ma si fermò dopo pochi passi, senza però voltarsi verso il cugino più piccolo…

“ Non dico che zio Jesse e zia Martha non siano dei bravi educatori… ma se tu fossi stato mio figlio o mio nipote, sarei stato più duro con te… Zio Jesse è troppo indulgente con te, avrebbe dovuto andarci più pesante, qualche schiaffo in più da piccolo non ti avrebbe fatto male…”

“ Chi sei tu per farmi la ramanzina?!”

“ Tuo cugino maggiore…”

“ Non hai il diritto di rimproverarmi!”

Luke dava le spalle al cugino, era tranquillo, mentre Bo aveva i nervi a fior di pelle…
“ Ascolta chi è più maturo di te… Ti può servire qualche lezione… E rifletti sul tuo comportamento…”

“ Parli come se fossi mio padre! Quando ti metterai in testa che non lo sei?!”

“ Quando avrò la certezza che sei diventato un uomo…”

Iniziò a camminare verso la quercia…
“ Io lo sono!”

“ Ah sì? Guardandoti non si direbbe…”

“ Luke… Zio Jesse non ti ha insegnato a guardare in faccia una persona quando ti parla?” gli chiese Bo con una punta di ironia. Finalmente Luke si voltò…

“ Cugino, non ti consiglio di scherzare troppo con me in questo momento…”

“ Perché?! Sennò che succede?! Che le prendo da te, paparino?”

“ Ti sconsiglio di sfidarmi, Bo… Dà retta a me…”

“ Smettila Luke! Non ti sopporto più!!”

“ E io che dovrei dire? Sono stufo di tener d’occhio un bimbetto…”

“ Nessuno te l’ha mai chiesto, di tenermi d’occhio…”

“ E’ vero… Non me l’ha chiesto nessuno, ma è un mio dovere, visto che tu sai solo cercarti guai, e sono io a dover escogitare qualche piano per aiutarti…”

“ Posso anche fare a meno, del tuo aiuto! So arrangiarmi da solo!”

Avrebbe dovuto ammettere che il cugino aveva ragione, si stava comportando da bambino, ma non si sarebbe scusato con lui, non gli avrebbe detto che gli dispiaceva. Non voleva dargli tale soddisfazione, anche se sarebbe stata la cosa più giusta da fare…

Detto ciò attraversò il ponte, e si diresse dall’altra parte del bosco.

“ Và pure! Poi se dovessi cacciarti nei guai non venire a cercare aiuto da me però, visto che sai arrangiarti da solo!” gli urlò dietro Luke…

Bo lo sentì,ma lo ignorò completamente, continuando la sua strada oltre il piccolo ponte di legno, posto sopra il torrente. Avevano finalmente deciso di far pace e avevano rovinato tutto. Tuttavia era sempre convinto che la colpa fosse di Luke, che avrebbe dovuto ammettere di aver pensato veramente ciò che aveva detto.

Luke invece era piuttosto dispiaciuto per ciò che era successo, ma allo stesso tempo era furioso con il cugino per il suo comportamento infantile. Si sdraiò tra le possenti radici della quercia, con le braccia incrociate dietro alla testa e una gamba piegata. Sospirò alzando il viso per sentire la leggera brezza accarezzargli il viso. Voleva scaricare un po’ di rabbia rilassandosi, ma in pochi secondi si ritrovò a ripensare alla causa del litigio. Bo era convinto che lui l’avesse detto apposta, pensandolo davvero, ma gli poteva assicurare che non era così, anzi, gli aveva assicurato che non era così. Lui non avrebbe voluto ferire il cugino, non pensava affatto che era un vigliacco. Semplicemente, aveva detto ciò che pensava, cioè che Bo usciva di casa per non trovarsi faccia a faccia con lui. Solo dopo si era accorto del secondo significato della sua frase, e se n’era pentito. Non pensava affatto che Bo fosse un vigliacco, anzi, come tutti i Duke, aveva fegato da vendere. Era sempre stato coraggioso, anche se troppo spericolato, ma era coraggioso anche quando si trattava di sentimenti. Non aveva mai paura di affrontare qualche incomprensione e di chiarirla, non aveva mai paura di dire alle persone ciò che pensava. Lo diceva e basta, senza pensarci troppo, stando sempre attento, però, a non ferire i loro sentimenti. Invece Luke aveva sempre avuto dei problemi su questo fronte. Aveva sempre un po’ di paura ad esprimersi e far vedere le proprie emozioni, e soprattutto, se doveva dire qualcosa a qualcuno, doveva sempre pensarci su e trovare le parole giuste. In qualsiasi situazione Bo agiva impulsivamente, e spesso si cacciava nei guai per questo. Luke, invece, rifletteva sempre prima di agire, anche se secondo lui, a volte sarebbe stato meglio essere più impulsivi e disinvolti come Bo, non pensare troppo alle conseguenze di un’azione.



Giunse su una piccola stradina sterrata, che si diramava in due altre stradine: una portava ad alcune fattorie, l’altra collegava la contea di Hazzard alla contea di Sweetwater. Decise di tornare alla fattoria. Ci si poteva arrivare anche percorrendo quella strada sterrata. Certo, con i sentieri del bosco ci avrebbe impiegato meno tempo, dal momento che la strada era più corta, ma non voleva incontrare Luke.

Una macchina avanzava con grande velocità… Bo tentò di scansarsi, ma la macchina sembrava volerlo investire, e non dava segno di fermarsi… Frenò bruscamente, ad un tratto, fermandosi a pochi metri dal ragazzo…

Ne scesero due tipi loschi. Uno di loro portava un berretto verde militare, un paio di jeans sporchi e strappati, e una giacca, della quale le maniche erano state tagliate. L’altro aveva i capelli scuri, corti, un po’ trasandati. Indossava un giubbotto di pelle nero, un paio di jeans scuri, anche quelli strappati, e un paio di stivaletti scuri. Intorno al collo aveva un fazzoletto rosso. Dall’auto uscì una terza persona… Una donna dai capelli biondo cenere e gli occhi scuri. Indossava una camicia rosa e un paio di jeans.

Il tipo con il fazzoletto si avvicinò a Bo. Lo prese per il colletto della camicia, fissandolo negli occhi. Bo non capiva che cosa volesse da lui quel tizio. Quello con il berretto estrasse una pistola, e la puntò in direzione del ragazzo, che li fissava incuriosito e alla stesso tempo spaventato.

“ Ehi, biondino, dove porta quella strada?” gli chiese indicando la strada che portava alla contea di Sweetwater…

Bo portò le mani sopra a quelle del tipo, tentando di fargli mollare la presa. Vedendo che l’uomo non dava segno di resa, cercò di colpirlo con un pugno, ma il tipo prontamente lo schivò. L’uomo con la pistola si avvicinò a lui.

“ Non fare mosse false, ragazzo! O sarà peggio per te!”

La donna si avvicinò a Bo, accarezzandogli la schiena, e sussurrandogli: “ Io lo ascolterei, fa sul serio!”

Infondo volevano solo sapere dove arrivava quella strada, sarebbe stato ridicolo rischiare la vita per una sciocchezza del genere, poi la ragazza aveva ragione, quei tipi non scherzavano!

“ Ve lo dico, ma lasciami!” Ribattè Bo cercando di liberarsi dalla presa dell’uomo, che lo lasciò, spingendolo violentemente. Bo barcollò un po’, ma subito ritrovò l’equilibrio.
Il tipo col berretto agitò minacciosamente la pistola.

“ Quella strada porta alla contea di Sweetwater, quell’altra a un paio di fattorie…”

“ E dopo le fattorie?”

“ Dopo finisce, non va più avanti!”

Bo li guardò… “ Soddisfatti? O posso fare qualcos’altro per voi?!” chiese in tono di sfida.

L’uomo con il fazzoletto gli si lanciò contro, colpendolo con un pugno allo stomaco.

“ Non sopporto i bambocci che fanno i gradassi!”

Bo si accasciò a terra. Non che il tipo avesse tanta forza, ma l’aveva colpito in un punto delicato.

“ Bill!” urlò la ragazza avvicinandosi a Bo ed aiutandolo a rialzarsi.

“ Chiedo scusa per mio fratello… Mi dispiace per quello che ha fatto…”

Bo sollevò il viso, guardandola confuso… Com’è possibile che una così dolce ragazza facesse parte di una banda così?

Vedendo che Bo non rispondeva, ma la fissava negli occhi, la ragazza, un po’ imbarazzata a causa del suo sguardo, gli chiese se stesse bene…
Bo si riportò in piedi…
“ Sì, tutto a posto…” rispose lanciando poi un’occhiata al tipo che l’aveva colpito.

Si udirono le sirene della polizia…

“ Accidenti! Legalo, veloce! Buttalo qui in mezzo alla strada, lo sceriffo e il suo vice dovranno fermarsi per forza, oppure lo investono!” ordinò il tizio con il berretto al suo compagno.

Il tipo con il fazzoletto estrasse dall’auto una corda, e fece per legare Bo, che però oppose resistenza. L’altro tipo lo colpì violentemente in testa con il retro della pistola, cosìcchè l’altro lo potesse legare tranquillamente…

“ Dormirà per un bel po’, e così ci sbarazziamo anche della polizia!”

Bo giaceva in mezzo alla strada, il suono delle sirene si faceva sempre più vicino…

I tre della banda risalirono in macchina…







CONTINUA…







Ciao a tutti! ^^
Innanzitutto, scusate il ritardo con cui posto questo capitolo! Ho riscritto due volte il sedicesimo capitolo, con due diversi svolgimenti della storia, ma non mi hanno convinta a postarlo… Poi finalmente ho avuto qualche idea su come continuare, però il tempo a mia disposizione scarseggiava causa inizio scuola superiore…
Ora ho finalmente trovato un po’ di tempo e l’ispirazione per scriverlo!^^
Spero che vi piaccia questo capitolo…

Ringrazio le carissime Jiuliet e Lella Duke per le splendide e sempre apprezzate recensioni…^^ E ovviamente grazie anche a chi legge senza recensire...
GRAZIE MILLE!

Non so quando aggiornerò nuovamente, spero presto, anche se non ho molto tempo…^^


Baci, Lu Duke94

















  
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