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Autore: slanif    06/09/2014    4 recensioni
SiChul, accenni HanChul
Seguito della mia fan fiction "Il Posto Di Qualcun Altro".
Perdonare? Amare?
Amare.
Amare.

« Heechul… », dico con urgenza.
« Arrivo subito. » E rimette giù.
Il mio cuore ha un sussulto.
Perdonare.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Choi Siwon, Heechul
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il Proprio Posto'
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Questa fan fiction è il seguito dell’altra mia fan fiction “Il Posto Di Qualcun Altro”. Se non leggete quest’altra, non potrete capire questa.
 
 
 
*
 
 
 
Il Mio Posto E’ Con Te
di slanif
 
 
 
E’ passato un anno.
Un intero anno.
Un anno in cui hanno continuato a vedersi regolarmente e a sentirsi ogni Santo giorno, tutte le Santissime sere.
L’unica fortuna è che, non vivendo nel dormitorio, ho potuto evitarmi per la maggior parte del tempo questo supplizio.
Certo, è stato pressoché inevitabile sentirne parlare e dover vedere Heechul, ma se non altro non ho dovuto assistere a nessuna scena o a un qualunque incontro. L’unica volta che Hangeng è tornato in Corea a trovarlo, io ero a Taiwan a girare un Drama. Direi assolutamente perfetto!
In compenso Heechul è andato tre volte in Cina, a trovare Hangeng, rimanendo fuori qualche giorno. Mai troppi, perché qui c’è sempre da fare e abbiamo le nostre carriere da portare avanti, ma tant’è, non si è fatto mai sfuggire l’occasione di andare da lui quando ha potuto.
E’ interessante pensarci, perché a volte, quando ancora stava con me, mi sembrava gli costasse fatica persino andare dal dormitorio a casa mia, che distano solo pochi chilometri. E io che lo facevo solo per avere più privacy… perché si sa, noi siamo una grande famiglia e la nostra grande famiglia è composta da fratelli che fanno tutto, fuorché farsi i fatti propri.
Esattamente come ora.
« Siwon-ah, devi trovare una soluzione. », mi dice Leeteuk per la milionesima volta.
Siamo in camera sua. Io sono stravaccato sul suo letto, caviglie incrociate e braccia dietro la testa. Sono ore che fisso il soffitto mentre lui tenta di farmi il lavaggio del cervello.
« Non esiste una soluzione. », ribatto.
Leeteuk sbuffa per la milionesima volta: « L’hai sentito, no? », domanda, indicando la porta chiusa a chiave come se fisicamente fosse altro.
Annuisco in silenzio, stringendo le labbra.
Sì, l’ho sentito. Tutti hanno sentito. Come potevamo non sentirlo?
« Dovresti parlare con lui, Siwonnie. », mi suggerisce Teuk, accarezzandomi un avambraccio.
« Dovrebbe parlare lui con me, al massimo. », ribatto secco.
Leeteuk sospira: « Non lo farà mai, e tu lo sai. E’ troppo orgoglioso. », mi dice.
Annuisco di nuovo. Lo so. Lo so bene. Conosco Heechul meglio di quanto Heechul conosca se stesso. Però anche io ho un orgoglio, e che cazzo.
« Ho bisogno di parlare con te, Leeteuk. Per questo sono qui. », ribatto.
E mi costa ammetterlo, dirlo a voce alta. Un conto è piangermi addosso da solo, nel silenzio e nel buio della mia camera, sdraiato sotto le coperte ad occhi chiusi; un conto è ammettere tutto a voce alta di fronte a quello che tu consideri più di un fratello e a cui vuoi bene come se lo fosse davvero, forse di più.
« Io sono qui, Siwon. », mi dice lui, strizzandomi un poco il gomito.
Annuisco: « La storia la sai. », dico.
Gliel’ho raccontato. E non a grandi linee, ma proprio parola per parola, dettagliatamente, non tralasciando nemmeno una lacrima. In un anno intero non ne avevo mai parlato con nessuno. Anche se mi vergogna dire a voce alta: « Lui mi ha tradito. », confidarlo a Leeteuk mi ha fatto sentire meglio. Meno solo.
Leeteuk annuisce: « Cosa vuoi che faccia? », mi chiede.
« Niente. », dico in fretta. Poi sbuffo: « Non lo so. »
« Tu come ti senti? », mi chiede poi, continuando a fissarmi con quello sguardo comprensivo e paterno.
« Una merda. », ammetto sconsolato.
Leeteuk ride: « Questo lo so. Ma non è quello che intendevo. »
« E allora cosa intendevi? », domando sorpreso.
« Vorrei che tu mi dicessi come ti senti dopo ciò che hai sentito. », mi spiega « Cos’è che vuoi fare, adesso, Siwon? », mi domanda poi.
Ci penso su un attimo, stringendo le labbra, poi sospiro: « Non lo so. »
« Heechul e Hangeng si sono lasciati. », mi ricorda, come se ce ne fosse bisogno. Come se quelle parole dette dalla voce dell’unica persona che, nonostante tutto, continuo ad amare, non mi avessero perforato il cervello come un martello pneumatico da due giorni a questa parte.
Mi sembra quasi di poterle sentire ancora: « E’ finita, Hangeng, basta! E’ stato solo un errore tornare con te! »
Quando le ho sentite, il mio corpo ha avuto due reazioni ben distinte: le gambe e le braccia volevano cominciare ad agitarsi, levandosi in cielo, saltando come un grillo dalla felicità. Il cuore, invece, è stato come se fosse lacerato da una nuova ferita.
Tanto dolore… per cosa? Per vedere poi che, comunque, si sono lasciati di nuovo? Per sentire di nuovo dalla bocca di Heechul che amare Hangeng era stato un errore? Allora a cosa è servito soffrire tutti per non ottenere niente?
« Lo so. », affermo, dopo diversi secondi di silenzio.
« E quindi? Vuoi riprendertelo? », mi chiede lui senza giri di parole.
« Non lo so. », ripeto per la milionesima volta.
Leeteuk storce le labbra da una parte: « Forse dovresti provare a parlare con qualcuno di più… uhm… adatto, Siwon. », mi suggerisce.
« Un Prete, intendi? », domando.
Lui annuisce.
« L’ho già fatto. E mi ha detto quello che già sapevo: che un bravo Cristiano deve saper perdonare, perché l’amore è fatto anche di perdono. », gli spiego.
« E tu non sei d’accordo? », mi domanda serio.
Mi è sempre piaciuto questo lato di lui: il fatto che non mi derida circa la mia religiosità, che è davvero interessato ai concetti della Fede che sento così fortemente mia e che non pensa che io sia un cretino solo perché vado a Messa e prego e mi affido a Dio e alla preghiera per sentirmi meglio.
E d’altronde, in questo lungo anno di silenzio e pianto, di dolore, se non avessi avuto Dio vicino a me, probabilmente sarei caduto.
« Sì, ci credo. Ma… sulla propria pelle è difficile metterlo in pratica, Teukie. », ammetto con tono depresso.
Lui annuisce, osservandomi sereno: « Posso dirti come la penso, Siwon? », mi chiede.
Lo fisso sorpreso: « E’ proprio per sapere come la pensi che sono qui a parlare con te! », gli faccio presente.
Leeteuk mi fissa in silenzio per qualche secondo, mordicchiandosi il labbro inferiore con i denti, poi tira un profondo respiro e inizia a parlare con voce lenta e seria: « Il perdono è uno dei punti fondamentali del cattolicesimo; del cristianesimo in generale. Fondamentalmente perdonare è una cosa che solo chi Crede fermamente può fare. Amare chi ci tratta sempre bene e chi non ci ha mai tradito è una cosa che riescono a fare tutti. Ma solo chi Crede fermamente in Dio e segue gli insegnamenti di Gesù è in grado di amare chi ci ha trattato male, il nostro nemico o chi ci ha tradito. Per amare, bisogna saper perdonare(*01). »
Lo fisso un attimo stralunato, sorpreso dalla profondità delle sue parole. Non riesco a dire nulla.
« Io lo so che Heechul ti ha ferito, e che un tradimento non è una cosa che è facile da perdonare. Non è nemmeno possibile dimenticare, ma forse… forse, se tu senti di amarlo davvero, se tu senti che ne vale ancora la pena… allora forse c’è ancora un futuro per voi, non credi? », prosegue Leeteuk, sorridendomi rassicurante e un po’ timido.
Le sue parole mi colpiscono.
D’altronde sta semplicemente dicendo quello che, in parole molto meno confidenziali, mi ha detto il Prete. Ma sentirle da lui, che è un mio fratello e che non ho nessun dubbio voglia il mio bene sopra ogni cosa, è tutta un’altra cosa.
Mi tiro a sedere di scatto: « Devo pensare. », dico di slancio.
Leeteuk annuisce: « Prendi la tua decisione, Siwonnie. Sono sicuro che sarà quella giusta. », mi sorride.
Io gli sorrido a mia volta e lo abbraccio forte prima di tirarmi su e avviarmi alla porta. Mentre giro la chiave nella toppa e la socchiudo, la voce di Leeteuk mi richiama: « Oh, Siwon! »
Mi volto a guardarlo: «Mh? », domando, alzando un sopracciglio.
Mi sorride sincero: « Ti voglio bene. »
Sorrido: « Anche io ti voglio bene. »
Il mio cuore è più leggero, adesso.
 
Il luogo che amo di più per pensare, sarà scontato, ma è la mia camera. E’ il luogo che sento in assoluto più simile a me, più famigliare; e anche se è custode di milioni di ricordi adesso dolorosi, non potrei voler pensare da nessun’altra parte.
Sono al buio, seduto per terra, spalle alla porta.
Le parole di Leeteuk mi hanno talmente scosso che non sono riuscito nemmeno ad arrivare al letto, una volta tornato a casa. Mi sono solo accasciato qui, esanime e senza forze, nella speranza di fermare il tumulto feroce che si agita nel mio petto.
Tuttavia, nonostante i milioni di pensieri che mi hanno turbinato nella mente, non sono giunto a nessuna conclusione.
Ho rivisto come un terribile film dell’orrore quello che è successo un anno fa. Tutto a rallentatore, come se l’agonia non fosse già stata abbastanza lenta e lunga, come se ci fosse bisogno di altro dolore.
Ho sentito di nuovo quel profondo dolore al petto, la delusione e la rabbia. Quella terribile frustrazione di aver perso ancora contro il perfetto Hangeng. Di vedermi, per l’ennesima volta, messo da parte; e proprio dalla persona che meno di tutti, avrei desiderato lo facesse.
Ho rivisto le sue lacrime, ho risentito la sua voce sussurrare quelle dolorosissime parole d’ammissione.
Potevo sentire quasi fisicamente la nausea che mi è presa in quei momenti. I giramenti di testa e di palle. Incessabili.
L’umiliazione. L’orgoglio devastato.
E ho rivisto Heechul steso nel letto sotto di me, a gemere e sospirare, posseduto da me ma mai succube. Aveva sempre lui in mano il coltello dalla parte del manico. Sempre. In ogni istante. E con quello stesso coltello mi ha pugnalato crudelmente appena ha potuto.
Ma come dimenticare?
Come far credere al mio cuore di non amarlo più quando invece non è così? Come può la mia mente renderlo succube? Il cuore ha sempre ragione. Il cuore capisce. Il cuore sa. La mente inganna, ma il cuore no. Lui è l’unico organo del tuo corpo che mai e poi mai può mentirti e a cui puoi mentire.
E il mio cuore ama Heechul.
Nonostante il dolore. Nonostante il rancore. Nonostante la rabbia. Nonostante l’umiliazione e l’orgoglio devastato. Nonostante tutto.
Leeteuk ha ragione: devo capire se ne vale la pena. Se, nonostante tutto questo, il mio amore è più forte dell’odio.
Potrò dimenticare? Potrò mettere quell’episodio in un angolino del mio cuore e seppellirlo lì, senza mai più guardarlo o starlo a sentire?
Il vibrare del cellulare mi riscuote dai miei pensieri. Lo afferro da terra senza neanche guardarlo e rispondo velocemente: « Pronto? »
« … » Silenzio.
« Pronto? », domando di nuovo.
« … » Di nuovo silenzio. Solo un respiro pesante e affaticato giunge al mio orecchio.
Una consapevolezza mi trafigge il cuore. « … Heechul? Sei tu? » Possibile che per una volta nella vita, sia stato lui a fare il primo passo?
Un singhiozzo.
« Heechul? »
« Siwon… », sento, flebile, giungere dall’altro lato.
« Sono io. », dico, come se ce ne fosse bisogno. Come se non riconoscesse la mia voce.
« Siwon… », ripete lentamente.
« Cosa c’è? », domando, col cuore in gola.
« … »
« … » Vorrei parlare, ma stavolta deve essere lui a fare il primo passo.
Alla fine, dopo un tempo infintamente lungo, la sua voce esce lenta: « Mi dispiace. Ho sbagliato. Era solo un capriccio. »
Mi viene da ridere: « Mi hai ferito. »
Lui sospira: « Lo so. »
« Certe cose non si possono dimenticare così. »
« Lo so. », ripete.
« Non lo so se posso dimenticare, Heechul. »
« Non ti chiedo di dimenticare. Parliamone, okay? Io voglio solo che tu capisca che sono pentito. » Respira forte. « Mi ero illuso che il passato fosse stato ingiusto, che quello che era successo a me e Hangeng fosse stato un errore del Fato. Ma in realtà, è stata la cosa migliore che potesse capitarmi. Se lui se ne è andato, è stata solo una fortuna; e lui è stato un vigliacco. Avevi ragione tu. Non si abbandonano così i propri fratelli. Non si buttano alle ortiche anni e anni di sacrifici, di amicizia e di affetto. »
« E com’è che lo hai capito così all’improvviso? », domando lentamente.
« Per come si è comportato, i suoi atteggiamenti e le sue parole. Più stavo con lui, più sentivo che non era la cosa giusta. Non era il posto giusto. Il mio posto è con te. »
Il mio cuore trema e freme, emozionato e lacerato d’amore e di dolore.
Le palpebre tremano, cercando di scacciare le lacrime.
Inghiotto a vuoto mentre comincio a sudare irrazionalmente.
« Siwon? »
« … »
« Siwon… »
« Vieni qui, Heechul. »
Perdonare? Amare?
Amare.
Amare.
« Heechul… », dico con urgenza.
« Arrivo subito. » E rimette giù.
Il mio cuore ha un sussulto.
Perdonare.
 
 
 
**FINE**
 
(*01) Questo periodo è copiato, papale papale, a hikaru83; colei che nella sua somma saggezza mi ha scritto il suo punto di vista nella chat. Perciò queste parole sono tutte, assolutamente, sue.
 
Allora: partiamo dal presupposto che questa fan fiction mi è stata gentilmente chiesta da Pandora86, velatamente consigliata da hikaru83 e sfacciatamente imposta da Shi. La precedente SiChul/HanChul non prevedeva un seguito. Io anzi, sono dell’idea che non si può perdonare. Ma parlando soprattutto con hikaru83 in chat, essendo lei molto più Credente di me e molto più disciplinata a riguardo, mi ha fatto vedere anche un altro punto di vista (che è quello espresso nella fan fiction, per la cronaca) e perciò alla fine, anche se non penso sia venuto niente di buono, ho deciso comunque di scriverla. Insomma, spero che sia credibile!
Inoltre, Shi me l’aveva chiesta rossa. Mi dispiace, questo è il massimo che sono riuscita a fare. Spero possa apprezzarlo lo stesso!
Insomma, mi dispiace, si vede che è stata scritta per forza e fa veramente schifo. Solo che sono giorni e giorni che la giro e rigiro e più lo faccio e meno mi convince e, essendo consapevole delle cose in cui credo, mi sono resa conto che questo era il massimo che avrei potuto ottenere. E bo, basta. Mi dileguo.
Fatemi sapere!

   
 
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