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Autore: Lady_Angel    06/09/2014    0 recensioni
"sopportava il veleno sputato dal suo primogenito, non diceva nemmeno di avere un figlio perché la vergogna di averlo reso un mostro si faceva sempre più pesante giorno dopo giorno"
One shot sul rapporto Robin-Kevin. Sì, ne avevo scritta una mettendola dal punto di vista di Kevin, questa volta l'ho fatta dal punto di vista di Robin
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kevin Mask, Robin Mask
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non c’erano segreti sul rapporto che intercorreva tra Robin e Kevin, non esistevano misteri perché il giovane Mask non smetteva di sbandierare ai quattro venti la crudeltà con cui il padre lo sottoponeva ai duri allenamenti, ma alla fine, lui, aveva il diritto di farlo perché quella era la sua unica e piccola rivincita nei confronti dell’uomo che chiamava scherzosamente “daddy”.
Nessuno, però, aveva mai chiesto una spiegazione a Robin, nessuno si era posto il problema di domandargli il motivo di tutta quella “cattiveria”, ma nemmeno lui sembrava aver voglia di parlarne; sopportava il veleno sputato dal suo primogenito, non diceva nemmeno di avere un figlio perché la vergogna di averlo reso un mostro si faceva sempre più pesante giorno dopo giorno; un macigno, il suo, troppo grosso da riuscire a sopportare.
Come era potuto succedere? Come era riuscita la situazione a sfuggirgli dalle mani? Perché non voleva ammettere, in cuor suo, che lui voleva realmente bene al suo primogenito?
In pochi sapevano quanto in realtà, Robin, avrebbe voluto essere un genitore diverso ed in pochi sapevano della promessa non mantenuta fatta alla sua amata moglie Alisa.
Quando Kevin nacque, i due genitori si erano ripromessi che mai e poi mai avrebbe seguito il destino dei Mask,  loro figlio doveva essere diverso, doveva rappresentare la rottura da quelle tradizioni che non avrebbero lasciato nessuno sbocco, nessun futuro diverso da quello già scritto perché Kevin doveva essere in grado di decidere per sé stesso. Il primo segno della rottura di quell’orribile consuetudine fu proprio dato dalla scelta del nome, perché chiamarlo così? La motivazione era piuttosto strana, ma dimostrava quanto amore volevano riporre nel loro bambino: Kevin era il nome del loro pub preferito, era il luogo che aveva visto svilupparsi la loro storia, il loro futuro.
Tante speranze in quel bimbetto, speranze spazzate via dalla scomparsa della donna della loro vita.
Robin ci aveva provato a crescere il proprio figlio da solo, aveva cercato di essere un bravo genitore, ma non era in grado di essere un “mammo”.  Più guardava il figlio e più rivedeva sua moglie, forse fu questa una delle cause che lo portarono a cambiare idea, a decidere lui stesso il destino di Kevin.
Gli occhi, i capelli, i lineamenti fini, Kevin era come Alisa e Robin non riusciva a sopportarlo; reprimeva quei sentimenti, quella tristezza, mandando il figlio ad allenarsi sotto la pioggia, facendolo vivere sui libri, vietandogli ogni contatto con i ragazzi della sua età; l’aveva reso un recluso e stava distruggendo l’unico legame che ancora aveva con sua moglie.
Più i giorni passavano e più il tiranno pensava di essere dalla parte del giusto; doveva autoconvincersi che il destino di suo figlio era quello di diventare come tutti i Mask oppure voleva che si allontanasse da lui? Che cosa passava nella mente di Robin in quel momento? Beh, sicuramente tristezza.
Quel sentimento era riuscito a distruggere tutti i sogni riposti in Kevin ed era riuscito ad eliminare uno degli eroi che in passato aveva aiutato la terra. Già, era più facile salvare l’umanità che quella famiglia ormai spezzata.
Sapeva di sbagliare, era a conoscenza delle conseguenze che avrebbe dovuto subire, ma continuava ad allenarlo senza sosta e pensando soltanto all’onore della propria famiglia.
Poi, un giorno, Kevin aveva deciso di prendere le redini in mano, di porre una fine a quelle giornate fatte di liti ed allenamenti: si era unito alla DmP. Scelta sbagliata anche la sua.
In quella circostanza Robin si sentiva irato e sollevato. Irato per l’onore infangato della famiglia, sollevato perché finalmente qualcuno aveva posto la parola “fine” a quegli incessanti allenamenti. Kevin, aveva deciso per sé, era nato per questo.
Da quel giorno, il vecchio Mask, si era ripromesso di non parlare di suo figlio, di non ribattere a nessuna accusa, di lasciargli almeno quella consuetudine: spargere cattiverie sul suo conto, almeno questo glielo doveva lasciar fare.
Eppure più lo vedeva lottare contro la sua scuola e più capiva che aveva fatto un errore, che doveva comportarsi come padre e non come Barracuda, che doveva aiutare il figlio e non farlo diventare un teppista.
Pensava di non avere più speranze con lui, pensava di non poter più cancellare quell’orribile passato, ma suo figlio, per l’ennesima volta, gli aveva tirato uno schiaffo morale; dopo tutto il male, dopo tutte le litigate, aveva deciso lo stesso di lottare e di vincere per l’onore del suo vecchio.
Fu lì, durante la battaglia contro Mantaro, che capì che c’era ancora una piccola fiammella accesa, che poteva ancora provare a ricucire quel rapporto padre figlio ormai distrutto.
Quel giorno, Robin, aveva deciso che avrebbe lottato per riuscire a diventare finalmente il padre che non era stato.
Già Robin Mask si sarebbe ripreso suo figlio, un percorso lungo e faticoso perché Kevin era testardo quanto Alisa.


 
 
 
----Note----
Come scritto in “Io, a te, avrei regalato un lillà”, non ho mai capito se Alisa fosse morta o viva (nel manga “The kinnikuman legacy” non viene specificato e “Tag Hen” lo devo ancora leggere) così ho optato, seconda la deduzione di molti fan, per la prima opzione.
Comunque, dato che avevo scritto una fan fiction sul rapporto Robin-Kevin con Kevin protagonista, ho voluto anche scriverne una mettendo il punto di vista di Robin.
Secondo me ci tiene tanto a suo figlio, insomma versa lacrime di commozione durante il torneo Mantaro vs Kevin ed in “Tag hen” fa di tutto per lui, però non è in grado di dimostrarlo.
Ho nominato “Barracuda” perché, per chi non avesse letto Kinnikuman, è un suo Alter ego (cattivo cattivo cattivo).
Poi poi poi, ah la storia del Pub. Non me la sono inventata di sana pianta, questa cosa si scopre in Tag Hen, o almeno è quello che sono riuscita a capire girando per internet.
Direi basta così ;P
Buona lettura e grazie per le vostre recensioni 
   
 
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