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Autore: LORIGETA    26/09/2008    14 recensioni
D’altronde, era impossibile non desiderarla, quella donna: era una scintilla di vita, era un brivido, un sorriso, era un magico raggio di luce che lo aveva afferrato e trascinato via dalle tenebre.
Genere: Romantico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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  Il mondo.   

 

 Si fermò un istante e, cedendo ad un impulso che veniva dal più profondo di sé, si sporse dall’uscio socchiuso della porta, per spiare nella stanza.

La fissò e notò quanto fosse bella, con i capelli scompigliati sulle spalle, accarezzata dalla magia della luce del crepuscolo.

Nonostante vivessero insieme da molto tempo, non era mai stanco di guardarla; anche se era così abituato a vederla, Bulma era sempre una scoperta per lui. 

Una gradevole scoperta.

Sospirò e la guardò, poi sospirò ancora.

La sua pelle era liscia e morbida, e la veste che indossava era un tenue velo bianco sul corpo: più  svelante della nudità.

Gli occhi di Vegeta divennero fiamme ardenti di passione.

Starsene lì, nascosto, di fronte a lei, era la cosa più difficile che gli fosse capitata: avrebbe voluto raggiungerla e avvolgerla con un abbraccio, e poi baciarla, ma non voleva svelarle la propria debolezza.

Era pur sempre il principe dei saiyan.

Nel timore di essere colto in fallo, si scostò dalla porta e si girò dall’altra parte, per avviarsi verso la camera gravitazionale; solo allora si accorse che lo sguardo del figlio gli incombeva addosso.

“Cosa stavi facendo, papà?” era la voce di un bambino curioso.

L’interessato, come preso in trappola, divenne paonazzo, trasformandosi di colpo in qualcuno con cui non era il caso di scherzare.

“Non facevo niente di strano! Stavo andando ad allenarmi! E ora spostati!” sbraitò e la fronte gli s'imperlò di sudore, mentre la porta si apriva e lei, con indosso una vestaglia rosa, si affacciava per accertare il motivo di quelle urla.

“Voi due, state litigando?” sempre rosso per l’imbarazzo, Vegeta cercò qualcosa da dire prima di darsela a gambe:

“Non è successo niente: Trunks viene con me ad allenarsi.” Un po’ rude e con mano decisa, prese il figlio per un polso; tuttavia il bambino, confuso, sfuggì alla stretta e si rivolse alla mamma.

“Ho visto papà fermo sulla porta della vostra camera, che guardava dentro, gli ho solo chiesto il motivo.” Vegeta lo fissò impietrito per qualche istante, valutando se fosse il caso di porre fine alla sua giovane esistenza. Timoroso della sua reazione, il piccolo saiyan girò i tacchi e in un baleno percorse la distanza che lo separava dalla porta del giardino. 

“Vegeta…” Bulma emise un risolino che lo ferì profondamente; riluttante ad  affrontare l’argomento, lui fece per andarsene.

“Aspetta, tanto lo sapevo. Ti avevo visto, sai?” il saiyan si voltò e la fissò accigliato, così accigliato da fare paura: i suoi occhi erano scuri come la notte, le labbra tese in una linea sottile.  

“Mi avevi visto? Non dire eresie, donna!” strinse le mani fino a far sbiancare le nocche. Quando la chiamava donna significava una cosa soltanto: era molto, ma molto, irritato.

Un muscolo fremette sulla guancia di Vegeta, che però rimase in silenzio, fu lei a parlare:

“Credevo che saresti entrato, anzi ci speravo…”  il saiyan seguì con lo sguardo la forma perfetta delle sue labbra morbide, e sentì il cuore martellare nelle orecchie.

Già, perché non era entrato? Si chiese.

“Ammetti che mi stavi spiando e ti perdono.” Gli occhi accesi e il sorriso che delineò, furono capaci di farlo ridere: era detestabile, ma unica, quella femmina.

“Spiando, io ?” Vegeta rise ancora.

“Sì, non c’è niente di divertente. E' inutile che continui negare, tanto non servirà a cambiare la situazione.” Bulma non aveva tempo da perdere in chiacchiere, ma aveva altro in mente. 

“Ascolta: anche se fosse, non lo ammetterei mai, quindi è inutile che insisti.” Cominciava ad averne abbastanza, avanzò di un passo minaccioso verso la compagna.

Quest’ultima frase suonò così infantile, che fu lei a ridere di gusto: dunque era solo per uno stupido senso d'orgoglio che negava?

“Va bene, diciamo che per caso eri lì e hai dato una sbirciata dentro, ok?”

Lui inarcò un sopraciglio.

“Oh santo cielo, ma come devo fare con te? Ti sto dicendo che ti credo, non mi stavi spiando: è stato solo un caso."

Sbuffò, contrariata.

La vide allungare una mano, nervosamente, verso la maniglia e fu a quel punto che decise di afferrarla, per cercare i suoi occhi con i propri, penetranti e burrascosi.

Gli sarebbe piaciuto scoprire ancora un po’ di lei, quella sera.

“Ti fermi con me? Niente allenamento?” Bulma abbassò leggermente la testa, e avvertì un desiderio così intenso che le bloccò il respiro in gola, lo stesso che stava provando Vegeta.

Il principe non esitò a raccogliere l’invito, pensando che non gli dispiacesse nemmeno un po’, che Trunks si fosse impicciato.

Con lentezza le sollevò la camicia e fece scorrere le dita lungo la pelle morbida della sua schiena, poi scese ancora più in basso, incapace di resistere al fascino che emanava.

Continuò a stuzzicarla lì, in piedi, accanto allo stipite della porta, tracciando con le dita piccoli cerchi sulla sua pelle bianca.

Fece scivolare le mani verso le natiche e, solo in quel momento, si accorse che Bulma non aveva le mutandine: era travolgente e sensuale, l’attirò a sé, per premerle contro la propria erezione ed entrambi sentirono un calore intensissimo.   

"Non mi allenerò stasera…” la sua voce era appassionata, ora.

La donna sorrise e lo fissò in silenzio, era inconfutabile che ancora una volta fosse riuscita a renderlo solo un uomo, e non il gelido principe dei saiyan.  

C’era solo una cosa da fare: Vegeta la sollevò con delicatezza, cingendole i fianchi con le braccia forti, ed entrò nella camera dando una spinta con il piede alla porta, per richiuderla.

Si diresse verso il letto e la spogliò, tra un bacio e l’altro.    

D’altronde, era impossibile non desiderarla, quella donna: era una scintilla di vita, era un brivido, un sorriso, era un magico raggio di luce che lo aveva afferrato e trascinato via dalle tenebre.

Lo aveva liberato da attimi di crudele passato, e dalla disperata ferocia di chi vive e non realizza i propri sogni.  

Avevano unito le loro esistenze e niente poteva spezzare le vibrazioni di serenità che li agganciavano ad un universo meraviglioso e lontano: 

il mondo di coloro che sapevano amarsi veramente. 

 

 

Fine.

 

 

 

 

Avevo già pubblicato questa one-shot, ma poi l’ho cancellata.

Oggi ho deciso di riproporla perché anche se non è niente di speciale mi dispiace abbandonarla in una delle tante cartelle del mio PC.

Grazie per averla letta.

 

Un bacio.

 

 

LORIGETA ^^

  
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