Nick autore: Oducchan_OfTheLowerCourt 
Titolo: Walking gets too boring when you learn how to fly
Fandom: Prince of tennis
Personaggi: Liliadent Krauser, Kirihara Akaya 
Pairing: Kirihara/Liliadent (Io la chiamo Angel pair ù.ù)
Genere: introspettivo, sentimentale, romantico (all'incirca)
Avvisi: future!fic (Akaya comanda la Rikkai), what if (Liliadent rimane in Giappone e continua a frequentare la Nagoya Seitoku e per anzianità di servizio è a sua volta nominato capitano)
Rating: verde
Note:
Argh, avrei altre tremila coppie su cui scrivere, perché mi viene spontaneo solo su questa? >.<
 

-So, are you the captain, now?-
Kirihara sbuffa, platealmente scocciato dalla propria incapacità di cavare un senso da quelle parole. Si passa di nuovo l’asciugamano sul viso per tamponare il sudore, meditando che, se evita di fare la doccia adesso e riesce a tirare il tempo di arrivare a casa, possono parlare almeno altri cinque minuti.
Non che parlare sia un’attività particolarmente allettante, con Liliadent, visto che ancora un po’ e comunicherebbero soltanto a gesti. Però, ecco, è passato un anno, la semifinale è sempre la stessa e anche se probabilmente domani avrà più lividi addosso di quel che aveva previsto, battere Krauser è sempre una soddisfazione.
[Non ha impiegato i tredici minuti che aveva previsto, ne ha dovuti spendere quarantanove sudando copiosamente solo per evadere al Southern Cross, perché Liliadent a quanto sembra durante l’inverno è migliorato e anche parecchio ed è in grado di trasformare ogni rimbalzo in un’arma micidiale] [E se fosse migliorato solo nel tennis non sarebbe un problema ma ha preso altri dieci centimetri, tutti nelle gambe, così che quel poco che lui è riuscito a crescere sembra una barzelletta, al confronto. E ha il viso più affilato e le spalle più larghe, e adesso che hanno smesso di giocare sedercisi accanto lo fa sentire inquieto, con le ginocchia che paiono di burro e lo stomaco che fa le capriole]
-Sei qui da un anno e mezzo, maledetta seccatura, non hai imparato a parlare civilmente?- abbaia, nervoso, perché gli dà così fastidio, non riuscire a capirsi. Liliadent lo guarda in silenzio, come sempre calmo e inespressivo, poi si china a frugare nella propria borsa e gli allunga una barretta energetica.
-Buchou- mormora, incerto, e anche se la parola gli si arrotola male tra i denti Akaya sobbalza, sorpreso. Prende la barretta e se la rigira tra le dita.
-Già- ammette, senza quell’orgoglio che di solito illumina quando si arriva a far notare che il club di tennis della Rikkai Daigaku Fuzoku è roba sua, adesso –Kirihara-buchou-
Krauser se ne sta in silenzio per qualche altro minuto. Tira fuori un’altra merendina e si mette a sbocconcellarla, le dita lunghe ed eleganti che giocano con le briciole senza che portino granché alla bocca.
-Anche io- mormora, all’improvviso, una goccia di cioccolato che si allarga su un perfetto polpastrello pallido –Buchou-
-Liliadent-buchou- e nel dirlo, Kirihara sorride, perché davvero, il team della Nagoya non sarà stato questa gran cosa, ma giocare una partita con Liliadent gli fa sempre agitare qualcosa nelle viscere. Che sia desiderio di vendetta o voglia di pavoneggiarsi, quello non lo sa dire bene –Beh, suona bene. Anche se- e qui si premura di ghignare, mefistofelico –Sei ben lontano dal potermi battere, Uzauza- ribatte, agitando una mano e poi puntandogli l’indice sul petto, accusatore.
Liliadent, lo guarda, sempre misterioso e superiore.
-One day, I’m really going to kill you- lo informa, pacato. Poi, all'improvviso, fa qualcosa che Kirihara proprio non si aspetta. Gli sorride.
 –Brat- aggiunge, e anche se all’inizio suona canzonatorio, l’arricciatura delle labbra si trasforma subito in qualcosa di più sfumato, quasi intimo. Una punta di affetto che gli ingentilisce il viso per un istante, tanto che Akaya si ritrova a strabuzzare gli occhi come fanali e a spalancare la mandibola come un idiota...
Qualcuno lo chiama dagli spogliatoi, e per fortuna lo fa ricomporre in un istante. Salta in piedi come una molla, stringendo nervosamente i pugni, e gli dà le spalle, improvvisamente teso come una corda di violino.
-Sì, sì, va bene. Ci vediamo al Campo, quest’autunno. Vedi di non battere la fiacca nel frattempo- borbotta, talmente in fretta che quasi ingoia le parole invece di pronunciarle; e cerca di ciabattare via prima che gli sovvenga di aver usato parole che starebbero proprio bene in bocca a qualcun altro di sua stretta conoscenza.
Poi, però, qualcosa gli sovviene, e si ferma di scatto, ruotando di colpo su se stesso e tornando indietro a passo di marcia.
-E vedi di chiamarmi senpai, razza di europeo senza modi e senza maniere!- esclama, risentito, e prima che riesca a fermarsi è già di nuovo davanti a lui e ce l’ha a portata di braccia, e, beh, nessuno può veramente prendersela con lui se gli viene spontaneo chinarsi in avanti e piantargli un bacio frettoloso sulle labbra.
Di sicuro a prendersela con lui non è Liliadent, che inclina il capo sul collo e gli scocca uno sguardo che potrebbe farlo venire lì, sul posto, senza altra imposizione.
-Va bene, Kirihara-senpai- mormora, e prima che possa effettivamente rendersi conto che per quanto quelle parole abbiano un accento terribile e che forse è più comprensibile quando parla in inglese, ma tutto sommato, se il brivido che gli è corso giù per la schiena ha un qualche significato, il loro bell’effetto lo fanno, si ritrova con la maglietta arpionata e le ginocchia sulla panchina e delle braccia attorno ai fianchi e la bocca sulla sua ―e questo deve concederglielo, è un secondo primo bacio molto, molto, molto, molto piacevole.