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Autore: Giuggy89    26/09/2008    0 recensioni
E' la mia primissima fict..leggete e commentate!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti

Salve a tutti, mi chiamo Allyson ho 17 anni e frequento il St’ Joseph’s a New York. Vivo in una villetta vicino al Brooklyn Museum insieme a mia madre, mio padre e purtroppo mio fratello Addy. Io e Addy siamo gemelli, bè si fa per dire , si può dire che di identico abbiamo solo la data di nascita.

:Dai Addy smettila!!dammi subito il quaderno di matematica! E pensare che ti devo sopportare anche a scuola!

:Lally non fare la secchiona, fai copiare il tuo fratellone!

Lo odio quando fa così e soprattutto quando mi chiama in quel modo ma per fortuna il suono del campanello lo fece distrarre per qualche secondo.

:Scansa fatiche vai giù ad aprire io intanto rimedio ai tuoi danni.

Senza fare commenti mio fratello annuì e corse di sotto ,io nel frattempo corsi nella sua stanza per riordinare sperando nella misericordia dell’uragano Addy. La sua camera era un campo minato dove persino un calzino poteva essere scambiato per un telecomando. In tutto il suo disordine però Addy aveva creato un mondo tutto suo, nella quale custodiva gelosamente quello che io definivo “il suo unico interesse”, le barche a vela.

Mi avvicinai per guardarne una, era la mia preferita….quando eravamo piccoli ci giocavamo spesso ma poi un giorno per sbaglio gli ruppi una vela e lui non volle più che mi avvicinai ai suoi gioielli.

Mi sentiì osservata, mi girai verso la porta e vidi mio fratello non molto contento…

: Cosa stai facendo! Allontanati subito!

: Non stavo facendo nie..

Non mi fece finire neanche la frase e mi disse

: non importa scendi che la mamma ti vuole..

Scesi le scale velocemente, arrivai in cucina e vidi mia mamma che preparava la lavastoviglie.

: Ciao mamma

:Ally stasera papà non c’è, ce la dobbiamo cavare da soli, non ti preoccupare non mi metto ai fornelli, prendi il telefono e ordina cinese..

Questa fu l’unica consolazione della serata, andai a letto sperando in una giornata migliore.

DRIIIN!!

:noo dai di già!!

Mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno , mentre scesi le scale sentii un profumino di pancetta fritta e cambiai direzione

: Buon giorno papà..

: giorno tesoro, mangia in fretta..

Finito di mangiare andai a prendere la cartella e mi diressi verso la scuola dimenticandomi completamente di Addy..

Entrai in controvoglia e mi sedetti al mio posto ma non feci caso a un particolare che notai solamente dopo l’entrata del professore…c’era un banco in più…

Il professore entrò ma non chiuse dietro di sé la porta aspettando l’entrata di un ragazzo.

: Ragazzi questo è Brian, si è trasferito da poco qui a New York, spero che sarete gentile con lui..

I suoi occhi mi fulminarono, il suo azzurro era così agghiacciante che rimasi un minuto a guardarlo, un minuto che sembrò un eternità. Nessuno mi aveva fatto mai fatto un effetto simile..forse nessuno..

Mi girai verso la mia migliore amica Beatrice per trovare un occhiata di assenso, ma mi ricordai che non c’era. Ero come un agnellino in mezzo ai lupi, spaventata..ma allo stesso tempo eccitata…

Il professore si girò verso il ragazzo e protese la mano indicandogli il banco.. Lo seguii in tutto il suo percorso arrivando due banchi davanti al mio.

Tutta la lezione fu disturbata da un continuo bisbiglio, ma nonostante i continui sforzi non riuscivo a non pensare a quello sguardo, non riuscivo a smettere di pensare a lui.

Il suono della campanella, che segnava la fine della lezione e l’inizio dell’intervallo, mi riportò nella realtà.

Mi girai verso gli altri e vidi tutti a debita distanza dal nuovo arrivato, così mi decisi e andai a presentarmi iniziando il discorso con una banale scusa.

: ciao, per la prossima lezione avrai bisogno degli appunti, se vuoi posso prestarteli..

Cercai di evitare il suo sguardo per evitare un ulteriore imbarazzo, poi sentii una mano appoggiarsi sulla mia spalla e girandomi vidi quello scemo di mio fratello.

: Cosa fai? Ci provi con il nuovo?

In quel momento sarei sprofondata, ma feci finta di niente, mi girai e diedi un piccolo colpo sulla nuca di Addy dirigendomi verso il bagno.

Finito l’intervallo tornai in classe con lo sguardo basso, arrivai al mio banco e mi sedetti, lui si girò e mi disse:

:…. Comunque grazie, se avrò bisogno di qualcosa te lo farò sapere, per il momento mi basterebbe solo sapere come ti chiami…

Se ci fosse stata una pistola avrei premuto volentieri il grilletto, ma visto che non potevo mi limitai a rispondere arrossendo ad ogni parola..

: Scusa.. per prima ma.. sai Addy è la pecora nera della classe..bè e non solo.. comunque mi chiamo Allyson..

Sentimmo improvvisamente il brusio sparire, guardammo la porta ed entrò il professore. Si girò un’altra volta, mi sorrise e torno a guardare il professore.. Non so come mai ma mi sentivo strana, per tutte le tre ore rimanenti non feci altro che pensare a lui fino a che l’ultima campanella non suonò..

Camminai senza rendermi conto di dove fossi, fino a che una voce mi disse qualcosa, mi girai e vidi mio fratello..

: allora?

: cosa?

: bè se vuoi andare allo zoo non ho problemi, anzi, ma la nostra casa è da questa parte..

Senza ribadire tornai indietro, avevo la testa sulle nuvole..

: ma dove ce l’hai la testa?.. vabbè magari ti farà piacere sapere che oggi Brian viene a casa nostra..

: cosa?.. cioè perché??

Non disse più nulla e proseguimmo il resto del tragitto stando zitti.

Arrivata a casa corsi in bagno per sciacquarmi il viso, mi guardai allo specchio e cominciai a pettinarmi.. Corsi in salotto e mi misi sul divano, ma dopo circa 5 minuti il divano mi rapì e mi misi a dormire..

: Buon giorno..

Vidi gli occhi di Brian che mi fissavano e io di istinto arrossì.

: Lo sai che sei buffa quando dormi?

Il mio cuore cominciò a battere più velocemente, non riuscivo a smettere di vedere i suoi occhi.. erano splendidi..

Mi alzai e lo seguii in cucina, lì vidi mio fratello con un quaderno in mano e anche se era da considerarsi un evento raro non commentai. Alzò lo sguardo e disse

: Oh la principessa sul pisello si è svegliata? Dai secchiona, Brian non è venuto per una gita ma per fare i compiti..

Andai a prendere i libri, tornai e vidi solo Brian.. Ecco l’incantesimo era finito, Addy era già scappato.. Mi sedetti e mi guardai in giro, ma come una scema feci cadere i libri per terra. Ci piegammo entrambi e in quel momento il nostro sguardo e le nostre mani si sfiorarono.. Vidi i suoi occhi trapassare i miei.. una sensazione strana ma piacevole invase il mio corpo.. non sapevo cosa sarebbe successo ma mi sarebbe piaciuto che il tempo si fermasse.. il suo viso si avvicinò.. il mio cuore batteva forte..

: Ecco ho trovato il fum.. ah scusate che fate sotto il tavolo?

: Ah si.. cioè.. no.. be stavamo.. raccogliendo i libri..

Mi misi a sedere e cominciai a fare i compiti.. Brian non si era per niente scomposto, e senza neanche una smorfia continuava il suo lavoro. Continuavo a pensare a quell’istante senza curarmi dei compiti, ma per fortuna il campanello suonò.

Mi alzai di corsa precedendo mio fratello, non volevo restare sola con lui..

Aprii la porta e vidi la piccola banda di mio fratello, non erano miei compagni di classe ma li conoscevo molto bene, soprattutto Erik, era un amico d’infanzia e non solo…significava molto per me.. C’era lui quando io stavo male, c’era sempre stato.. fino a che cominciò a significare troppo e stetti male per lui..

: Ciao Lally.. c’è tuo fratello?.. disse facendosi spazio tra gli altri..

: è in cucina.. vuoi entrare?..comunque lo sai che non mi piace quel nome!

Fece un buffetto e girandosi verso gli altri disse..

:ok grazie.. voi state qui, arrivo subito.

Chiuse la porta e venne con me in cucina.

Mi faceva uno strano effetto vedere Erik, il ragazzo che avevo amato e che forse amavo ancora, e Brian, il ragazzo nuovo che aveva scombussolato la mia vita.

Addy e Erik cominciarono a parlare, le loro intenzioni erano molto chiare, infatti presero Brian e si incamminarono verso la porta. Mi girai a guardarli, mio fratello si girò e mi fece un segno molto chiaro.. il suo solito sorrisetto che significava “io vado in giro, i compiti li copio dopo da te”.. mi rimisi a sedere sperando che l’interminabile equazione si facesse da sola ma un rumore mi fece distrarre, mi alzai e vidi Erik..

: Ehi piccolina non mi dimentico di te..

Mi stampò due baci sulle guance.. si girò e seguì i suoi amici..

Forse non era bastato strappare qualche foto per dimenticarlo.. neanche tentare di odiarlo aveva funzionato.. non riuscivo a pensare ad un futuro senza di lui.. i suoi scherzetti, le sue coccole.. avevamo passato troppo insieme.. Ma adesso sentivo che Brian poteva diventare qualcosa, e l’eccitazione cedette il posto alla paura..

Corsi di sopra e presi il telefono..

: Bea, ho bisogno di te, vieni in piazzetta.. si poi ti dico, non ti preoccupare..

Arrivai in piazzetta e la vidi seduta sopra una panchina, la raggiunsi e mi guardò sorridendo..

: Forse posso indovinare qual’ è il tuo problema.. mhmh si chiama mica Erik?

: Strega..

Sapevo che lei mi avrebbe capito, lei era unica..

:be non mi racconti..?

Le raccontai la mia giornata per filo e per segno, ma mi accorsi che man mano che andavo avanti omettevo dei particolari sempre maggiori su Brian.. Eppure lei era la mia migliore amica, per anni aveva ascoltato i miei problemi.. non sapevo ancora nulla di Brian, dovevo essere sicura prima di lanciarmi nel buio.. e poi c’era Erik..

Bea cominciò ad agitarsi, mi girai e vidi Erik.. si stava avvicinando..

: Ciao Lally.. ce l’hai un minuto per me?

Guardai Bea.. stavo morendo.. era ovvio che il minuto ce l’avevo..lo guardai e annui..

Ci allontanammo da Bea e ci andammo a sedere poco lontano.. Durante quel piccolo tragitto mi guardai intorno, scrutai tutta la piazzetta e vidi Brian.. rimasi un momento a guardare Brian e mi tornò in mente quello che era successo..

: Ehi..

: Scusa.. dimmi..

Mi guardò negli occhi e mi sussurrò

: Ti amo..

  
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