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Autore: twisted__    07/09/2014    5 recensioni
Il branco elabora un piano per cercare di arginare e mettere fine al fenomeno dei sacrifici a Beacon Hills, ma non va mai tutto secondo i piani.
Dal testo:
""Derek, fermati o giuro su tutto quello che conosco che ti ammazzo, dico sul serio"
Stiles urla troppo forte e lo sai benissimo che state facendo saltare in aria ogni piano del branco. In realtà, non si tratta solo del piano di quella notte, quando gli intimi di abbassare la voce e di non fare rumore, perchè temi che il vostro chiasso possa mandare in frantumi i piani ordinati del destino e non è quello che vuoi.
In realtà, a te fa una fottuta paura.
Hai paura che il vostro urlare per sovrastare lo scricchiolio delle foglie possa risvegliare un destino avverso che hai messo a tacere con quello che potevi qualche tempo fa.
Stiles scuote la testa, davanti alla tua minaccia come davanti a tutto il resto.
Non puoi contrastare quel ragazzino, maledetto sciagurato.
Siete una coppia balorda. Due disgraziati che si urlano addosso in prossimità della riserva i cui mille progetti sono stati mandati in frantumi, ecco cosa siete."
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Cora Hale, Derek Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avvertenze: La storia non tiene conto di tutti i reali avvenimenti della terza stagione, ma soltanto delle linee guida della trama. I personaggi non sono da me creati, ma sono opera del nostro caro Jeff.
 

Stop and stare (If i lose myself tonight)


Questa dedica si divide in diverse parti:
agli occhi più belli e difficili che abbia mai incontrato,
all'amico che ti guarda le spalle,
al #teamsterek e le notti piene di messaggi,
a Claudia che un giorno mi sposerà
e a chi mi ha rivelato che ogni viaggio ha senso se ce lo scegliamo noi.




"Stop and stare 
You start to wonder why you're 'here' not there 
And you'd give anything to get what's fair 
But fair ain't what you really need 
Oh, can u see what I see" 


 

Febbraio


Con i finestrini abbassati, il freddo di Febbraio ti accarezza timidamente le braccia appoggiate allo sportello della Camaro e il contatto appena accennato è abbastanza per farti percepire leggermente i brividi.
Non accenni a muoverti comunque e paziente aspetti nella tua auto. Per ingannare il tempo ti concentri sui diversi pulsanti della tua auto e su tutte quelle opzioni di quel veicolo che non hai mai davvero usato, perchè ad ogni modo hai sempre avuto troppo da fare.
Non vi è più alcun accenno di luce solare per le strade di Beacon Hills, in realtà – ti dici – sei perfettamente in orario e non capisci quale sia l'assurdo problema di quel ragazzino e per quale motivo ci stia mettendo tanto.
Non mostri comunque alcun segno evidente della tua impazienza e continui a premere ora questo, ora quel pulsante, aspettando una qualche reazione dal veicolo che possa aiutarti a far passare il tempo.
" Oh santo cielo, Derek, vuoi continuare ancora per molto?"
La voce di Cora è seccata e i suoi occhi perfettamente truccati ti guardano interrogativi e quasi arrabbiati. Tu, dal canto tuo, la guardi ancora una volta nel suo vestito celeste e ti soffermi più a lungo sui capelli che le ricadono morbidi sulle spalle.
Dice di non aver impiegato troppa cura nel prepararsi per quella serata e tu nel profondo le credi poco. Non riesci a non pensare che sia davvero bella, quella sera e quasi glielo diresti se non fossi emozionalmente costipato o se quella serata fosse l'ennesima opportunità per una masnada di adolescenti di passare la notte in modo diverso.
Tuttavia, sai che quella non è altro se non l'ennesima spedizione di branco per impedire che il peggio accada. Non erano riusciti a fare molto, con tutta quella storia dei sacrifici e del nuovo branco di alpha.
In realtà non avevano ottenuto niente e tu ti senti il leader di un gruppetto di ragazzini troppo curiosi.
Non lupi, non creature sovrannaturali, niente del genere. Soltanto un gruppo di bambini. Avevi accettato di prender parte a quella folle idea di Scott, perchè per una volta credevi che potesse rivelarsi intelligente presenziare nel probabile luogo di un prossimo sacrificio e magari impedirlo. In realtà, inizialmente eri stato contrario, la voce fuori dal coro – come sempre, Derek – ed eri stato costretto ad arrenderti davanti all'entusiasmo e alla determinazione del resto del branco.
Non avresti potuto lasciarli soli, anche se questo a loro non lo hai detto.
Per la prima volta ti senti come se avessi effettivamente qualcosa da perdere. E forse è davvero così, pensi, mentre guardi di nuovo Cora che disegna distratta con i polpastrelli sui vetri appannati.
Quando decidi di uscire dall'auto per sgranchirti le gambe nell'attesa, non ti accorgi subito che la porta dell'abitazione che tu e tua sorella state guardando da quasi venti minuti si è finalmente aperta e subito richiusa.
Non ti accorgi neppure dei passi veloci sull'asfalto che si fanno sempre più vicini alla tua auto, tuttavia alzi lo sguardo e lo vedi.
Lo vedi camminare alla svelta nella tua direzione senza alzare gli occhi dallo schermo del suo cellulare.
Avresti dovuto accorgerti di lui, Derek, no? I tuoi sensi sviluppati avrebbero dovuto permetterti di accorgerti della sua presenza prima ancora che superasse l'uscio di casa e lo sai bene. Tuttavia, non ti sei accorto di lui.
Oppure non hai voluto accorgerti di lui.
"Ciao Derek, mi dispiace se - "
"Sei in ritardo, Stiles." affermi stupidamente senza abbandonare il tuo tono sprezzante, tuttavia il ragazzo davanti ai tuoi occhi non ne resta intimidito.
"Lo so, mi stavo scusando"

"Non credo ne valga la pena, ti ho comunque aspettato inutilmente, e ora sali in macchina"
" E io dimentico sempre che sei Derek Hale e che le convenzioni sociali con te non hanno alcun valore, giusto."
Finita la frase, Stiles apre la portiera della tua auto e si accomoda tranquillamente sui sedili posteriori.
"Cora, diamine, stai davvero bene stasera! Avete preso questa cosa del ballo davvero seriamente eh? Voglio dire, siete davvero bravi con questa cosa delle coperture, eccetto Derek; lui è ovviamente venuto in giacca di pelle. E a quanto pare neppure io, dato che non sono così - "
"Abbiamo capito, Stiles" ruggisci frustrato dal tuo sedile mentre continui a non poter staccare gli occhi dallo specchietto retrovisore nel quale il ragazzo si specchia ora visibilmente irritato e imbarazzato.
Lo capisci da come apre la bocca per ribattere due volte e poi la chiude, voltandosi seccato verso il finestrino.
E credi, a quel punto, di poter guidare in pace, se non fosse che butti sempre gli occhi al profilo di quel maledetto ragazzino che impassibile continua a farsi illuminare il viso dalle luci artificiali dei lampioni che sporadici si palesano per strada.
Sarebbe inoltre molto più semplice scuotere la testa arrabbiato e distogliere lo sguardo, stringendo le mani più forte sul volante, se quel dannato non ricambiasse di tanto in tanto lo sguardo per poi distoglierlo nell'immediato. Lui però non dà segni di volersi concentrare una volta per tutte su quel maledetto finestrino e tu continui a guardare in quello specchietto.
Quando i suoi occhi si fermano di nuovo nei tuoi sei talmente esasperato dalla situazione che quasi ringhi. Tuttavia ti trattieni, anche se ti piacerebbe ridurre in mille pezzi quello specchietto, quel sedile e Stiles Stilinski.
Stringi le nocche sul volante anche se desideri ridurre in pezzi la carrozzeria e poi gettarla nella riserva, e magari gettarci anche Stiles in modo da farlo tacere e star fermo.

Faresti qualsiasi cosa, davvero, per far sì che ciò accada, anche baciarlo. Soprattutto baciarlo.
" Mi pare chiaro che non siete lupi da conversazione " borbotta adesso lui, guardandosi le mani ferme sulle ginocchia.
"La prossima volta potresti uscire con due cagnolini" rispondi velenoso, senza guardarlo.
"In teoria, io sarei uscito con tua sorella, okay? Non con te, quindi non dovresti sentirti neppure tirato in causa"
"Eppure sono sfortunatamente qui, e non stiamo andando a divertirci, altrimenti se volessi divertirmi sarei sicuramente altrove e con un'altra compagnia che non comprenda la tua faccia"
" Derek Hale fa anche del sarcasmo, wow, sono sorpreso."
"Finitela" sputa adesso Cora irritata sul sedile accanto al tuo, abbastanza forte da coprire il tuo ringhio sul nascere e da non permettere a Stiles di ricominciare a parlare.

Il tragitto continua tranquillo fino al Liceo di Beacon Hills e sbuffi solo quando sei costretto a cercare parcheggio in mezzo alla folla disordinata delle auto di seconda mano degli studenti.
"Siete qui" squittisce saccente Lydia, appoggiata al finestrino che non hai ancora provveduto a chiudere.

Fa il giro dell'auto senza permetterti di ribattere e affianca subito Stiles e Cora che nel frattempo hanno già abbandonato il loro posto nella vettura.
Tu sospiri stancamente e raccogli la forza per uscire dall'abitacolo, ma quando sollevi gli occhi, Stiles è lì e ti fissa senza parlare con i suoi.
Tu li guardi per qualche secondo e ti prendi il tuo tempo per considerare quanto effettivamente siano grandi, spalancati sul tuo viso in un'espressione che assomiglia vagamente al muto stupore.
Credi di poter sentire le tue ginocchia cedere, almeno in senso figurato, perchè le tue ossa da lupo sono troppo forti per piegarsi effettivamente ai capricci dei propri pensieri.
E così, con le ginocchia poggiate sui ciottoli di un sentiero immaginario, continui a guardarlo e a sentirti sprofondare.
E lo odi, Dio se lo odi.
Lo odi mentre distogli lo sguardo, mentre Scott arriva ridicolmente risoluto e poggia un palmo sulla sua spalla.
Lo odi anche mentre guarda negli occhi Cora, concentrato a dirle chissà cosa.
"Derek?"
Torni bruscamente alla realtà quando le dita di Isaac cominciano a premere forte nel tessuto della tua giacca. Lo osservi smarrito per qualche secondo, poi riprendi.
"Cosa?"
"Hai capito cosa abbiamo detto?"
Torni a guardare smarrito il viso di Isaac e poi quello di Scott, perchè dire ad alta voce "no, non ho sentito, ripeti quello che hai detto" non è neppure un'ipotesi da prendere in considerazione.
"Abbiamo deciso che cominceremo con l'entrare tutti in sala, per un "sopralluogo" e per evitare soprattutto sospetti, anche se in teoria la persona – o la cosa – che stiamo cercando, già sa chi siamo e cosa ci facciamo qui, probabilmente"
Stiles è più veloce di te e riprende le redini del discorso prima che tu potessi far capire al resto del branco che non hai ascoltato neppure una parola. Lo ringrazi mentalmente per quella gentilezza e riprendi a parlare.
"Non ero io a prendere le decisioni, qui?"
"Non è questo il punto, Derek" – sospira Stiles spazientito – "Concentrati sul piano, okay? Entriamo prima tutti, poi lasceremo in sala Scott, Allison, Lydia e Isaac."
" Cosa c'entrano loro due con tutto questo?"
"Lydia può trovare i corpi, ricordi? E Allison è una cacciatrice, sai quella persona dotata di arco e freccia, Derek? Ecco, proprio quella". Per quanto il sarcasmo di Stiles ti irriti, non ti sfugge l'atto di sollevare gli occhi al cielo delle due ragazze e i loro sguardi d'intesa, tuttavia fingi di non averlo notato e riprendi a parlare.
"Siamo venuti qui per fare i becchini?"
"Siamo venuti qui per cercare di fermare questa cosa. Ora continua a concentrarti, okay?"
Annuisci nervoso prima di continuare ad ascoltare il ragazzo che accompagna ogni frase che pronuncia ad un ampio movimento delle mani.
"Cora e Peter terranno d'occhio il branco di alpha, Aiden e Ethan compresi. Sicuramente Deucalion sarà nei paraggi, stasera."
" Ed io cosa faccio?"
"Ecco, io dovrei gestire tutto, perciò tu starai con me: con i tuoi sensi lupeschi potrai aiutarmi a intervenire."
"Sarei la tua spalla?"
"Questo è il piano, okay?" - ribadisce senza guardarti – "E se non ci sono domande, io direi di cominciare adesso."
"Io ne avrei parecchie, di domande." - ringhi arrabbiato – "Se sono qui a perder tempo con te, mi spieghi chi interverrà nel caso in cui ci fossero nuove morti?"
"Te l'ho spiegato! Scott e Isaac"

"Scott e Isaac? Oh andiamo! Da soli non potranno mai - "
"Non saranno da soli, Derek. Se dovessero intervenire, ci daranno un segnale, in modo da poterti permettere di andare a fare a botte con tutte le bestie e i cattivi di Beacon Hills, contento?"

Lo guardi torvo e Dio, quel maledetto sembra quasi divertito dalla tua occhiata.
Non è neppure vagamente intimorito e sul suo viso riesci a scorgere l'ombra di una risata trattenuta e forse contentezza per quello sguardo.
Ti verrebbe voglia di picchiarlo: come fa a essere contento in una situazione come quella? Come fa a voler ridere? E soprattutto – domanda importante – come fai tu a non averlo ancora preso a calci? Serri la mascella per impedirti di fargli del male fisico nel parcheggio di un liceo e nel farlo i tuoi occhi intercettano la faccia divertita di Isaac. Gli scocchi un'occhiata intimidatoria e gli fai cenno con la testa di seguire Scott che trotterella tranquillamente accanto ad Allison e Lydia.
Lasci che il resto del branco entri nella sala decorata e decisamente troppo psichedelica per i tuoi gusti e senza dire una parola a Stiles, torni di nuovo indietro verso la tua auto.
"Derek, cosa non ti è chiaro della frase "entreremo tutti insieme"?"
La mano di Stiles mantiene salda la presa intorno al tuo polso e i suoi occhi non accennano a ritrarsi intimoriti dai tuoi. La tua pelle sembra quasi bruciare ed è quasi un dolore fisico quello che ti spinge a strattonare il braccio dalla sua presa, ma lui non sembra essersi accorto di niente.
"Io non sono uno dei tuo amichetti teenager che passa la vita sintonizzato su MTV e nel tempo libero fa il licantropo, okay? Non credi che a un ballo scolastico di ragazzini io sia abbastanza fuori luogo? Salterei ovviamente all'occhio."
"Quindi Sherlock ha deciso di punto in bianco di tornare in macchina e far saltare una buona parte del piano?"

"Rispondimi." - dici evitando palesemente la domanda sarcastica di Stiles – "Dov'è Peter?"
" Peter? Controlla il perimetro!"
" Perchè all'interno della sala darebbe nell'occhio, giusto? Esatto, io sto facendo la stessa cosa, quindi se non ti va bene puoi benissimo seguire gli altri. Io sono l'alpha e questo è il piano."
Lo senti borbottare mentre ti allontani a passo svelto da lui e ti pare di poter sentire anche un'imitazione della tua voce composta prevalentemente da ringhi.
Decidi di ignorarlo e ti volti verso di lui soltanto quando senti l'altra portiera della tua auto sbattere troppo forte.
Stiles, quasi gli stessi chiedendo una spiegazione, solleva le braccia e inarca le sopracciglia prima di ricominciare di nuovo a parlare.
"Cosa? Credi che ti farò rovinare tutto il piano?" - dice sventolandoti davanti alla faccia il cellulare, neppure fosse una medaglia appena conquistata o la chiave per la risoluzione di tutti i problemi – "Dirò a Scott che passiamo direttamente alla fase B."
Digita freneticamente sulla tastiera del cellulare e supponi che stia inviando un sms a Scott. Quando ha finito, lo ripone senza troppa attenzione in una delle tasche dei pantaloni. Non ti guarda, eppure tu ti concentri un secondo sul suo abbigliamento inusuale, per te che lo hai sempre visto in jeans e magliette sformate.
Stasera invece sembra aver impiegato molta più cura nel vestirti – certo non al pari di quella che sembrava aver impiegato Cora – e non riesci a stabilire se fosse dovuta alla copertura o magari alla presenza di tua sorella.
Ti verrebbe voglia di chiederglielo ma ti trattieni e stringi le mani attorno al volante. Stiles sembra notare il gesto e lo senti muoversi diverse volte sul sedile per raggiungere la posizione ottimale per guardarti in faccia.
"Non essere troppo nervoso, okay?" dice con la voce che tradisce una certa agitazione. Tu non rispondi ma lo senti ridere nervoso mentre sbatte diverse volte le mani sui pantaloni scuri.
"Scott mi ha risposto con l'emoticon di un pollice alzato" la sua voce è falsamente divertita mentre ti porge incerto il cellulare per indurti a guardare. Non lo degni neppure di uno sguardo e lui sembra comunque metterci troppo a capire che non hai voglia di conversare.
"Senti Derek, non possiamo passare l'intera serata così, quindi ti dispiacerebbe essere un po' più collaborativo?"
"Ti darei ragione, Stiles, davvero, se non fosse per il fatto che non siamo qui per scambiare due chiacchiere."
"Fai come ti pare!" sputa allora lui senza guardarti e quasi ti dispiace di averlo fatto innervosire così, ma ancora una volta non dici niente.
Sai bene, Derek, che il coraggio spesso si paga a caro prezzo.
Un attimo prima sei lì a contemplare quanto in alto sei rispetto al resto della città e quante luci puoi contare e additare senza sforzo, l'attimo dopo sei inginocchiato sul terreno e stringi fra le mani il terreno arso dal fuoco che non hai potuto fermare perchè eri troppo poco forte, troppo poco grande. Non vuoi far provare a Stiles quanto sia terribile cadere sulle ginocchia da certe altezze, ti dici, ma la verità è ben altra: sei tu a non voler provare di nuovo l'incubo della caduta e ancora tu a non voler pagare niente.
Si è sempre trattato di te, Derek, nel tuo cieco egoismo che ti porta a credere che tutti quanti debbano sempre e per forza agire e pensare unicamente in funzione dei propri interessi. Tu però, Derek, sei esattamente uno di loro e lo sai bene, mentre guardi gli occhi nocciola del ragazzo che ti siede accanto.
Sei esattamente come tutti gli altri, eppure non ti scomponi. Arriva sempre il momento in cui ti accorgi di essere diventato – o di essere sempre stato – uno di quella masnada che dicevi di odiare.
"Stiles, io non - "
"Sì, ho capito. Siamo tutti nervosi" risponde prima di permetterti di finire la frase abbozzando un sorriso.
State in silenzio per qualche secondo, prima che Stiles ricominci a parlare.
"Senti, uhm... se è per Cora, vedrai che -"
"Non ho problemi se ti piace mia sorella"
" Ecco, sì, io... aspetta, cosa?!"- gli occhi di Stiles sono spalancati nei tuoi, completamente increduli – "Io stavo per dire "vedrai che non le succederà niente"! Tu credi - ?"
Stiles sospira e si posiziona meglio sul sedile prima di tornare a guardarti senza che tu gli restituisca la cortesia.
" Tu davvero credi che mi piaccia Cora?"
Sbuffi, ma il cuore corre a velocità impossibili da immaginare. Gli restituisci lo sguardo, come a convincerlo di essere assolutamente invulnerabile e di non esserti affatto scoperto.
" Stiles, non mi importa. Non sono la tua posta del cuore."
Cerchi di calmare il battito cardiaco, ma niente. Ringrazi il cielo che Stiles non è un lupo e non può percepire se menti oppure no.
Ringrazi mentalmente Dio per aver concesso alle persone il beneficio del dubbio, che tu non puoi permetterti di avere. Ogni affermazione, per te, è sentenza.
"Cosa c'entra adesso." - sbuffa Stiles vagamente spazientito – "Derek, Cora ti ha detto qualcosa?"
" Tranquillo, non parliamo di te seduti sul letto guardando MTV e mangiando schifezze come nella peggiore delle serie per ragazzine."
"Aha – aha, il tuo sarcasmo mi fa sbellicare, Hale." dice vagamente seccato.
Il silenzio colma di nuovo l'abitacolo dell'auto e tu pensi di averla quasi fatta franca, prima che Stiles possa tornare a insistere sull'argomento.
Alzi gli occhi al cielo quando lo senti tentennare, desideroso di porti altre milioni di domande su quello che ti sei lasciato sfuggire.
"Che cosa vuoi, Stiles? Parla."
"Tu pensi che a me piaccia tua sorella, vero?"
"No, è molto diverso:" - gli dici mentre ti costringi a guardarlo glacialmente negli occhi – "a me non interessa affatto."
" A me non piace Cora!" - sbotta come se tu lo stessi accusando da ore – "Cioè, è una bella ragazza, ma - "
"Ti prego, non intraprendere questa conversazione con me."
"Okay, basta, la smetto. Abbiamo cose più importanti da fare, giusto, anche se -"
"Anche se?" continui tu incalzandolo a finire la frase.
"Io non sono interessato a tua sorella, mettitelo in testa."
Ridi sommessamente senza guardarlo e la tua risata sembra quasi uno sbuffo, tuttavia è abbastanza per permettere a Stiles di girarsi a guardarti mentre tu scuoti piano la testa.
"Bugiardo." soffi divertito al volante.
Il silenzio incredulo di Stiles rende la risata che ti cova dentro ancora più amara, ma non lasci che ti sfugga. Il ragazzo, poi, è decisamente molto più veloce di te e coglie la palla al balzo per poter ricominciare a straparlare senza possibilità di spegnersi.
"Pensi che stia mentendo? Okay, ascolta i miei battiti allora."
"Stiles - "
" Io non sono interessato a Cora."
I battiti del suo cuore restano regolari e non subiscono alcun cambiamento.
Respiri, quasi come se fossi sollevato dalla sua affermazione, tuttavia fingi che non sia successo nulla e ti rifiuti ancora di crederci.
"Sai semplicemente mentire."
"Che cosa?!"
"Ascolta" - dici drizzandoti finalmente sul sedile, come se dimostrare le menzogne di Stiles fosse lo scopo della serata – "posso dimostrare che menti in pochi facili passi."
"Mettimi alla prova allora!"
Annuisci, deciso a dimostrare di aver ragione. La verità, Derek, è che a te serve sapere che Stiles mente come tutti gli altri, per dimostrare a te stesso che è solo uno dei tanti che ti lascia l'amaro in bocca.
La verità è che Cora sarebbe una valida scusa per trattenerti dallo stargli troppo vicino e le sue bugie sarebbero l'alibi perfetto per quella voce che dentro la tua testa ti sussurra che non ne vale la pena.
Non vale mai la pena di cadere.
"Okay, vediamo: ti piace qualcuno degli Hale?"
Gli occhi di Stiles guizzano dal volante al tuo viso per qualche secondo, poi respira piano.
"No."
Il suo battito cardiaco, però, è cambiato di botto e senza preavviso. Sorridi trionfante nel constatare la tua vittoria.
"Visto?"
"Che cosa?" sbotta lui muovendosi di scatto sul sedile dell'auto ormai scomodo. "Non mi hai chiesto praticamente niente! Che ne sai che non si tratti di Peter, magari? Oppure -"
"Ti piace Peter?"
"No!"
"Visto?" dici constatando la regolarità del suo battito cardiaco e aggrottando le sopracciglia. "Non c'è niente da sapere".
Il tuo tono di voce è così basso che Stiles non dovrebbe neppure sentirti, e invece lo fa. Torna a fissarti incredulo ignorando completamente la vibrazione del suo cellulare.
"Sai cosa? Tu credi di sapere sempre-"
"Stiles, il telefono."
"No, lasciami finire di parlare. Tu credi ogni volta di poter-"
"Stiles."
"Non dovresti interrompermi ogni volta." dice ora spazientito avvicinando il viso sempre di più al tuo. Ringhi sommessamente, non sai se per la sua vicinanza o per il suo essere così irritante.
Ti sporgi anche tu verso di lui, questa volta con stizza, mentre non lasci neppure per un attimo le sue iridi ambrate.
"Il telefono, Stiles."
All'improvviso il ragazzo sembra riprendere coscienza e con riluttanza interrompe il contatto visivo per afferrare il cellulare che continua a vibrare senza sosta. Legge sullo schermo per qualche secondo prima di tornare a guardarti, questa volta riconsiderando le distanze fra voi.
"E' Scott, dice che il branco si è fatto vedere in sala, o almeno Ethan e Aiden e ora sembrano essere scomparsi.
Potrebbe essere niente, in teoria potrebbero semplicemente aver trovato qualcosa da fare come la metà degli studenti presenti al ballo, ma Lydia sostiene che non sia così, quindi dovremmo essere allarmati suppongo."
"E quindi ora che si fa, Sherlock?" dici sbuffando guardando fuori dal tuo finestrino e regalando un'occhiata fugace al riflesso di Stiles.
" Adesso ci spostiamo con l'auto più vicino all'ingresso, grosso lupo cattivo con l'insana abitudine di riciclare le mie battute."
Metti in moto con riluttanza mentre sposti l'auto di qualche metro, cercando di restare nell'ombra il più possibile.
La luce lunare attraversa ad intervalli le fronde degli alberi lì vicino e si infrange bianchissima sulla superficie della tua auto.
Stringi le nocche un po' più forte nell'osservarla, ma non dici niente. Quando ti volti di riflesso per guardare al sedile accanto, Stiles ha gli occhi fissi sul tuo profilo, le labbra leggermente dischiuse in un'espressione pensierosa.
Entrambi distogliete immediatamente lo sguardo, come per ristabilire un equilibrio già deciso da qualcun altro prima di voi. Tu però lo sai benissimo che a Stiles gli equilibri non piacciono, perchè è giovane dannazione, e crede che sia tutto in un brivido.
Purtroppo il brivido ti regala qualcosa i primi due secondi che ti attraversa, poi è soltanto panico. I suoi occhi su di te sono il panico, dopo l'iniziale scarica di adrenalina che ti ha pervaso.
Respiri piano mentre ascolti il battito del suo cuore e ti accorgi di non averci mai veramente fatto caso.
E' lì, in realtà c'è sempre stato, e risuona nei tuoi timpani come un tamburo suonato da un bambino. Cerchi di rilassarti e quando i tuoi occhi tornano di sfuggita sul suo profilo, il suo battito riprende velocità all'improvviso.
Arresti l'auto, senza curarti di quanto sia perfetta la tua manovra. Lo senti borbottare, eppure non riesci realmente a comprendere il senso delle sue parole.
Hai capito, Derek.
Hai impiegato parecchio tempo, eppure eccoti arrivato alla conclusione. I tuoi occhi sono sconvolti sul viso pallido di Stiles che si contorce nell'urlarti qualcosa che non afferri.
Il battito del suo cuore, tu non hai mai voluto ascoltarlo eppure correva, esattamente come il tuo.
Corre adesso, forse continuerà a farlo quando sarete fuori da quell'abitacolo ormai troppo stretto. E non era la paura, quella che faceva battere così forte il suo cuore, neppure la rabbia, ed è sconvolgente per te sapere che esiste ancora qualcuno che non ha il sangue che bolle per la rabbia.
L'unica rabbia che sconvolge gli occhi di quel ragazzino è quella accesa dalla tua incapacità di comprendere o di ascoltare almeno i suoi battiti.
Ti ama, Derek.
Qualcuno al mondo ama anche te, curioso, non trovi? Troppo pericoloso.
"Vai a casa" ti ritrovi a biascicare con un tono monocorde al viso ora immobile di Stiles.
Continua a guardarti così per qualche secondo, poi scuote forte la testa.
"Che cosa stai dicendo? Dico, sei impazzito per caso o - ?"
"Stiles, ti ho detto di andare a casa."
Apri lo sportello dell'auto senza voltarti neppure per guardarlo in faccia e in un attimo l'aria fredda della sera ti schiaffeggia il viso.
Fai un respiro profondo e continui a camminare per qualche metro, prima di sentire di nuovo la sua voce alle spalle.
"Derek!"
Non rispondi alla sua chiamata, ti concentri invece sullo scricchiolio delle foglie sotto i tuoi piedi.
"Derek, fermati o giuro su tutto quello che conosco che ti ammazzo, dico sul serio"
Stiles urla troppo forte e lo sai benissimo che state facendo saltare in aria ogni piano del branco. In realtà, non si tratta solo del piano di quella notte, quando gli intimi di abbassare la voce e di non fare rumore, perchè temi che il vostro chiasso possa mandare in frantumi i piani ordinati del destino e non è quello che vuoi.
In realtà, a te fa una fottuta paura.
Hai paura che il vostro urlare per sovrastare lo scricchiolio delle foglie possa risvegliare un destino avverso che hai messo a tacere con quello che potevi qualche tempo fa.
Stiles scuote la testa, davanti alla tua minaccia come davanti a tutto il resto.
Non puoi contrastare quel ragazzino, maledetto sciagurato.
Siete una coppia balorda. Due disgraziati che si urlano addosso in prossimità della riserva i cui mille progetti sono stati mandati in frantumi, ecco cosa siete.
"Sai cosa, Derek? Fottiti." - sospira frustrato passandosi una mano fra i capelli, senza guardarti – "Fottiti, okay? Parli di un piano che nemmeno hai mai condiviso e che fra l'altro stai mandando all'aria tu, okay? Si può sapere che ti prende?"
"Non hai capito un cazzo" ringhi agitando fin troppo le braccia.
Ti è chiaro che il ragazzo non sa neppure a cosa tu ti stia riferendo, eppure non riesci a recuperare il controllo e a reprimere la tua rabbia totalmente ingiustificata.
Non riesci a smettere di fare chiasso e di chiamartelo, quel destino avverso di cui hai tanta paura.
"Allora aiutami a capire, Derek!"
Sospiri piano mentre il silenzio, più anomalo che mai, vi riavvolge di nuovo.
"Stiamo almeno parlando del piano di stasera, Derek?"
Il tono di Stiles è quasi sconsolato, tu non riesci a sostenerlo e quindi scuoti le spalle, come a scrollartelo dalla schiena.
"Lascia perdere, okay? Dobbiamo pensare a Deucalion e agli altri, che per inciso non sappiamo neppure dove siano e-"
"Derek per favore rispondimi."
La sua mano si posa leggera sul tuo polso e tu non riesci ad opporvi alcuna resistenza. Lo guardi, sicuro di non poter vedere abbastanza bene i suoi occhi, celati in parte dall'ombra delle fronde degli alberi che vi circondano.
Parli ad un'ombra, la cosa dovrebbe renderti tutto più facile. Cedi, perchè senti che a Stiles lo devi.
Perchè lui non è te e il destino può dribblarlo, costruendosi un futuro qualsiasi sulle spalle della verità. Per te invece la verità non è che un mito, perchè sei sempre stato troppo preso dalle leggende. Tu stesso sei una di quelle storielle ridicole e non puoi farci niente.
Il ragazzo lupo e lo studente di liceo. Belle puttanate.
"Il battito del tuo cuore, Stiles."
Annuisce in silenzio, la mano ancora leggera sul tuo polso. Aspetta di sentirti continuare e il resto non tarda a rotolare fuori dalle tue labbra.
"Tu non stavi mentendo su Cora, vero? Non mi hai mai mentito."
"Mi dispiace."
"Stiles io ho dovuto far finta di niente, noi dobbiamo- " - sospiri, poi distogli gli occhi da quell'ombra perchè ti fa male il petto – "Devi andare a casa, devi lasciar perdere."
La sua mano lascia il tuo braccio come se fosse rimasta scottata e la sua mancanza quasi ti spiazza, ma non proferisci parola. Lasci che sia lui a parlare, adesso, con il tono di voce più glaciale e addolorato che tu gli abbia mai sentito.
"Perchè?"
Non rispondi, perchè la sua è una domanda troppo semplice e contemporaneamente troppo complicata per te.
" Perchè, Derek? Perché fa comodo a te? Perché sei spaventato a morte e non puoi permettertelo? Perché sei l'alpha? Bene, lascia che ti dica una cosa: io non posso farci niente. Non mi importa di Peter, nè di Cora come ti piace pensare. Mi importa di te. E io non devo farci niente, nè lo voglio. Puoi ringhiarmi contro quanto vuoi e mandarmi via quanto ti pare, io non farò una piega, okay? Non mi interessa che non ti importi, perchè io non riesco a fare altrimenti."
"Tu non sai niente."
"Non so niente? Forse, anzi è sicuramente così, e sai perchè? Perché tu non hai mai voluto dirmi niente, Derek. Nulla di nulla. Non hai neppure voluto avvalerti dei tuoi maledetti sensi supersviluppati per capire che ho una cotta totale per te dall'inizio del mondo, quindi 'fanculo."
Quando Stiles sta per voltarsi e tornare verso l'auto, tu dovresti lasciarlo proseguire.
Il buonsenso vorrebbe che tu non alzassi il braccio destro e non lo trattenessi per un polso. Vorrebbe che tu non lo guardassi quasi riverente e che lui non spalancasse gli occhi sui tuoi.
Vorrebbe che non lo avvicinassi ancora a te, ma senti che se facessi la cosa giusta e non quella facile, adesso cadresti sulle ginocchia e non potresti più rialzarti. E' così vicino a te che puoi parlargli nell'orecchio, in un sussurro, quasi per impedire che il destino si accorga che qualcuno ha deciso di mandare a puttane i suoi scrupolosissimi piani.
"Tu non hai idea di quello che io ho dovuto... Stiles io non posso darti quello che ti serve. Non posso perché succederebbe qualcosa per cui.... anzi, succederà, ecco. Succederà perchè guardaci, pattugliamo un maledetto liceo. Il tuo liceo, Stiles. Non posso, okay? Non ho quello che ti serve."
Adesso ti sorride e fa scorrere le dita sul tuo profilo per qualche secondo. Scuote la testa piano e tu ancora gli stringi i polsi.
"Allora dammi solo quello che voglio."
Quando lo baci, le tue ginocchia tremano ma non cedono. Ti aggrappi saldamente alla sua maglietta, perchè senti che se non lo facessi potresti cadere e non vuoi.
Le mani di Stiles, invece, corrono febbrili su tutto il tuo busto e si aggrappano dove capita per pochi istanti. Le sue dita, sottili, sono ovunque e le senti imprimersi più di una volta alla base del tuo collo.
E lo sai – o almeno lo speri – che quello spicchio di luna che illumina così poco il volto del tuo Stiles ti perdonerà, un giorno o l'altro, per aver afferrato la sua mano quando te l'ha offerta, così bella e tremante per te.
Ti perdonerà, mentre lo segui senza parlare verso la tua auto, mentre gli permetti di camminare all'indietro per guardarti ancora.
Ti perdonerà per avergli impedito di aprire la portiera della Camaro e di averlo baciato lì, schiacciato contro quello sportello di lamiera nera. Ti scuserà, adesso, se le tue dita sono appena sotto l'orlo della sua maglietta, se tremanti cercano di sollevarlo.
E farà forse finta di niente, mentre non provi alcun rimorso mentre lo spingi all'interno dell'auto e lui ti ride sulle labbra? Puoi ancora permettertelo? Non cadrai, Derek, almeno non questa notte, perchè i dardi del rimorso non ti colpiranno ancora.
Hai addosso il corpo di Stiles e accarezzi ancora incredulo il suo petto bianco costellato di nei. Li baci, tutti, perchè questa sera la luna guarda e non parla.
Lo abbracci forte quando ti sale addosso e vorresti sentirti dispiaciuto per i sospiri che si infrangono sulle tue labbra, ma la verità è che non hai alcun rimorso.
Stiles è lì, e tu lo sai benissimo che domani non ci sarà più. Non lo stringerai più, neppure per un'ora. Non farete mai più l'amore qui, né altrove e sai benissimo che anche Stiles ne è consapevole.
Lo sai, e suona quasi come un addio quel vostro abbracciarvi così forte e quella lacrima che corre solitaria sulla sua guancia. Un addio non è, perchè sai benissimo che rivedrai quel ragazzo ancora ogni giorno della tua vita e questa volta non ignorerai più il suo cuore.
Continuerà a correre forte, perché ti ama. Perché lo ami.
Non lo stringerai più, mai più. Perché lo ami. Tutto perché lo ami.
Il suo telefono vibra ancora mentre lo stringi fra le braccia e studi le strade percorse dalle sue vene azzurre. Lo scuoti leggermente, perché sta per addormentarsi e lui ti sorride.
"E' Scott" dici dopo un'eternità, come se fosse una degna frase per congedarsi.
Annuisce in silenzio e si riveste in fretta mentre tu non ti senti di comportarti diversamente.
E' la cosa giusta, adesso, lo sai e lui non fa forza per convincerti del contrario. Ti aspetta.
Fuori dall'auto gli dici che devi andare a dare una mano agli altri e Stiles non si oppone.
"Vai a casa, okay?"
Lasci la sua mano e dovresti correre ma non lo fai. Non sai impartire ordini al tuo corpo.
La voce di Stiles è un sussurro che neppure dovresti sentire, ma tu sai che Stiles immagina che tu possa recepire ogni sua parola.
"Non posso, Derek. Non posso. Tu stai andando dalla parte opposta."
Ti fermi, senza voltarti e sorridi alle foglie che tappezzano il terreno.
Non resti, perchè è vero che tu non puoi dargli quello che gli serve. E' maledettamente vero, Dio. Ma lui vuole lo stesso te.
Vuole te e non vuole chiedere scusa a nessuno per quello che cerca. 

Note: eccomi a voi, alloora. Chiaramente l'episodio del ballo non è citato nella serie, infatti lo ha creato la mia cara mente malata senza un perchè, un bel giorno che non avevo niente di meglio da fare che guardare il soffitto. Non devo ovviamente spiegarvi niente della storia e probabilmente pubblicherò anche una long sterek, quindi questa os è una sorta di esperimento. 
Non credo che nessun personaggio sia OOC, in effetti ho studiato tutto con abbastanza dedizione per evitare di cambiare qualcosa nel carattere dei personaggi.
La citazione riportata all'inizio della fan fiction è tratta da"Stop and stare " di OneRepublic, anche il titolo è la combinazione di due canzoni che ho ascoltato durante la stesura ( "Stop and stare" e "If I Lose Myself"), quindi vi consiglio di ascoltarle perchè sono meravigliose.
E' tutto, grazie a tutti quelli che leggeranno e recensiranno.
Gab

   
 
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