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Autore: Smarties07    08/09/2014    4 recensioni
Nuovo progetto gente. Ho deciso di aprire una nuova serie dove raccoglierò one shot su avvenimenti, episodi, situazioni in cui mi piacerebbe vedere Felicity e Oliver più il Team Arrow. Della serie What if? Se doveste avere richieste o idee non esitate a scrivermi! Sarò felice di svilupparle per voi.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Roy Harper, Thea Queen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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OLIVER, FATTELA PASSARE!

“Fattela passare” disse Roy arrabbiato entrando nel covo.
Oliver sistemò in silenzio l'attrezzatura fingendo di non aver udito.
Diggle seguì dietro Roy ascoltando.
“Hai capito? Devi fartela passare!” continuò il ragazzo gettando le sue cose con rabbia a terra.
Oliver posò le mani sulla scrivania fissando il vuoto e dando le spalle ai suoi partner. Sapeva a cosa Roy si riferiva.

Oliver aveva dato di matto. Di nuovo. Quando aveva visto Felicity per terra, sanguinante, aveva perso completamente il senno. Si era scagliato sul suo aguzzino non prestando soccorso e attenzione a nessuno della squadra. Aveva dato il peggio di sé quella sera.

 

“Roy, calmati. Non è il momento.” cercò di intervenire Dig
“No. E' meglio chiudere questa storia oggi stesso.” disse riferendosi a Diggle, poi rivolgendosi a Oliver riprese “Quando noi siamo là fuori contiamo su di te, sulle tue capacità. Non puoi comportarti così, fregandotene di tutto e di tutto ogni volta che c'è di mezzo lei. Lei sarà sempre in pericolo ed è meglio che tu te la faccia passare. Stasera per poco Dig non si prendeva un proiettile perchè tu eri troppo preoccupato a...” riprese fiato. Non voleva dire qualcosa di cui poi si sarebbe pentito. Oliver gli dava ancora le spalle, si sentiva in colpa per il suo atteggiamento e sapeva che Roy aveva ragione. “Senti – disse Arsenal cercando di essere comprensivo – so che quello che è successo a Felicity e ciò che le sarebbe potuto succedere ti hanno scosso. Hanno scosso tutti noi. Tutti teniamo a lei e tutti vogliamo che sia al sicuro, ma Oliver, devi fartene una ragione. Finchè sarà con noi sarà sempre in pericolo. Quindi fattela passare.” Si fermò, stava per andarsene. Poi si voltò, guardò Dig e concluse “Una volta mi hai detto che chi sta vicino a noi non è al sicuro. Che se amavo Thea dovevo starle lontano. Era un buon consiglio, dovresti farne tesoro.”

Oliver continuava a dare le spalle a Dig con ancora il cappuccio in testa, le braccia tese e i pugni chiusi sul bordo della scrivania. Aveva ascoltato parola per parola ciò che Roy gli aveva detto e dopo quello che era accaduto non poteva dargli torto. La sola idea che quell'uomo potesse violentare Felicity gli portava il sangue alla testa. Aveva provato così tanto terrore nel sentire la voce supplicante di lei mentre quell'uomo le si buttava addosso. Era disgustato dal genere umano. Quando l'aveva tratta in salvo, mentre gli altri combattevano, niente aveva avuto più importanza se non l'incolumità di Felicity. L'aveva trovata a terra, con una ferita al fianco, l'uomo chino su di lei, svenuta, con il volto bagnato dalle lacrime e i vestiti stracciati. A quella scena aveva perso ogni barlume di lucidità e l'assassino che era in lui aveva solo sete di sangue. Fu la voce di Fel a fermarlo. Sentirla mugolare dal dolore. Un suo solo bisbiglio. Lasciò l'uomo sanguinante a terra e si precipitò da lei. Le portò la testa dritta al suo cuore, l'abbracciò tenendole il capo tra le mani e la rassicurò quasi piangendo. Il resto, tutto quello che stava avvenendo ed era avvenuto attorno a loro non aveva importanza. Lei, era stata rapita, ferita e quasi violentata. Ma ora era in salvo, tra le sue braccia, al sicuro, il resto non importava.

“Oliver, non ha tutti i torti.” ammise dopo qualche minuto di silenzio Diggle
“Devi accettarlo. Felicity non sarà sempre al sicuro dietro lo schermo di un computer”

“Lo so” sibilò Oliver “Lo so Diggle, lo so. So che sarà in pericolo e so che, dannazione, so che quello che è successo stasera...” Non riusciva neppure a dirlo ad alta voce “Lo so. I-io ho provato, ho cercato di allontanarla da me. Dopo l'appuntamento, dopo che era stata ferita, l'ho respinta sperando che questo la mettesse al sicuro, mi mettesse al sicuro. Ma non c'è giorno o notte che passi senza che io mi preoccupi per lei. Ti giuro che ho provato a respingere con tutte le mie forze ciò che provo per lei, ma... è tutto inutile. Lei è tutto per me.”

Diggle gli si avvicinò e portò una mano sulla spalla di Oliver “Lo so, amico”.

Felicity era tornata a casa, Sara prima di rientrare al covo l'aveva medicata e riaccompagnata. Mentre la ripuliva togliendo le traccia di sangue, pianto e saliva Felicity le parve un'automa. Completamente estraniata, ancora sotto shock. Sara l'aiutò a cambiarsi e l'accompagnò a letto. Provò a parlarle, ma Fel non disse nulla. Capiva l'amica e voleva darle tempo e spazio così la lasciò sola. Dopo un po' Felicity si alzò e andò in bagno. Si guardò inespressiva nello specchio. Aveva il volto provato dal pianto con una smorfia di dolore. Aprì il rubinetto sperando di lavare via il suo stesso volto. Si colpì con forza le guance quasi come se volesse strapparsele, poi colpì lo specchio tagliandosi. Non si era mai sentita così. Con tutta la forza che aveva aprì con violenza la doccia, lasciò che l'acqua le scrosciasse addosso. Si sentiva sporca, indegna, vuota. Scoppiò in lacrime e si accasciò a terra con le nocche sanguinanti.

Quando Oliver non credette ai suoi occhi. Aveva provato a bussare, ma nessuno gli aveva risposto, così aveva forzato la porta chiamando il suo nome. La trovò a terra, ancora vestita, tutta bagnata dentro la doccia, le mani sanguinanti e in uno stato di catalessi. Le corse in contro. Chiuse immediatamente l'acqua, prese un asciugamano e con quella l'abbracciò cingendola.

“Felicity” disse solamente

Era completamente estraniata. Non si era accorta nel suo arrivo, non si era accorta neppure dell'acqua che le era scorsa addosso. Era come se non sentisse, non provasse più nulla. Oliver la stringeva forte a sé. Seduti a terra in quel bagno. Non voleva, non poteva lasciarla. La prese tra le sue braccia e la portò sul divano. La avvolse in una coperta, poi cercò i suoi occhi, le sue labbra, ma era come se fosse un fantasma, il fantasma dell'amore della sua vita. La strinse forte senza dir nulla.

Quando Felicity si addormentò Oliver decise di prepararle qualcosa di caldo, così senza perderla di vista si mise a prepararle un thè. Sembrava un angelo avvolta nelle coperte in una finta espressione di pace. All'improvviso si lamentò nel sonno, stava avendo un incubo, un incubo su quello che era accaduto. Si svegliò di colpo urlando e piangendo. Oliver le corse incontro per prenderla tra le braccia, ma Fel fece uno scatto di paura allontanandosi.

“Fel, sono io” disse con un filo di voce
Lei tremava mentre lo guardava spaurita.
“N-no.. non toccarmi” disse a mala pena “Non meriti di toccarmi. So..sono sporca” disse con la voce rotta.
Oliver la guardò con gli occhi luci. Le si avvicinò lentamente portando la sua mano sulla guancia di Fel. A quel contatto ebbe un tremore di paura, poi si acquietò.
“Felicity, guardami.” disse dolcemente Oliver “Guardami”
“Non posso” disse piangendo, raggomitolata nelle coperte “Non posso, non merito di guardarti. Non dovresti neppure toccarmi. Non sono niente.”
“No” disse lui in un respiro “No, non dire questo” le lacrime che aveva fino ad allora trattenuto uscirono via con violenza “Tu sei tutto. Tu sei mia. Tu sei pura, bellissima, dolce, sei tutto tranne che niente. Felicity. Guardami” disse Oliver accarezzandole il volto con i polpastrelli.
Felicity alzò lo sguardo. Alzò lo sguardo e vide l'immensa profondità degli occhi di Oliver che la guardavano con tutto l'amore del mondo.
“Mi dispiace” disse lui “Mi dispiace che ti sia successo questo, mi dispiace non essere arrivato prima, mi dispiace di amarti”.

Felicity non disse niente. Lo guardò in silenzio e attese. Oliver, di nuovo, la cinse portandola a sé. Felicity rispose a quell'abbraccio nel cuore della notte rincuorandosi da quel calore umano, il suo calore umano. Si addormentarono insieme in quel momento straziante.

Al mattino, si ritrovarono abbracciati nel letto di Felicity. Lui non voleva lasciarla, lei non voleva essere lasciata. Erano svegli, era lucidi, erano reali. Felicity avrebbe voluto voltarsi verso Oliver, avrebbe voluto ringraziarlo, avrebbe voluto guardarlo in silenzio, avrebbe voluto dirgli che senza di lui non avrebbe più potuto vivere. Oliver avrebbe voluto che Felicity si voltasse, avrebbe voluto guardarla in silenzio, avrebbe voluto dirle che averla tra le braccia era il suo posto felice. Ma non lo fece, lentamente si alzò e uscì dalla stanza. Fel, lo sentì. Sentiva che stava andando via. Lentamente posò i piedi per terra e si incamminò verso la cucina. Oliver stava infilando la giacca.

“Ehi.
“Ehi.” disse Fel piano
“Non volevo svegliarti” disse lui prendendo il casco della moto
“Tranquillo. Va' pure” disse lei serena
Oliver accennò un sorriso e fece per andarsene

“Oliver?” disse Fel portando il ragazzo a voltarsi “Volevo solo dirti grazie.” fece lei con voce pacata “Non so cosa avrei fatto senza di te”.
Oliver la guardò con tenerezza per dei minuti interminabili, avrebbe voluto dirle così tante cose. Annuì e aprì la porta andando via.
Fel lo guardò uscire, poi abbassò tristemente lo sguardo.

All'improvviso la porta che non si era chiusa tornò velocemente ad aprirsi
“Oliver hai dimentic....” venne interrotta

Oliver scese indeciso il primo scalino fuori casa, poi serrò la mascella e in una smorfia di disappunto si voltò velocemente, riaprì la porta alle sue spalle, coprì la distanza che lo divideva da Felicity, le prese il volto tra le mani e la baciò con passione.
Lei aveva bisogno di lui, lui aveva bisogno di lei.

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Note: Ta-da! Eccoci qua con il mio nuovo progetto! Allora? Che ne pensate? Troppo triste? Ho iniziato con qualcosa di un po' tragico, ma avevo in mente da un po' la cosa così presa dall'ispirazione l'ho buttata giù! La prossima prometto sarà più divertente! Scrivetemi e se avete idee, scene o situazioni di cui vi piacerebbe io parlassi in una one shot sarò felice di provarci, almeno! Un abbraccio xoxo

   
 
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