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Autore: Anemone Grace    08/09/2014    3 recensioni
L'amore è come un albero, nasce da sè, mette profonde radici in tutto il nostro essere e spesso continua a verdeggiare su un cuore in rovina. E quel che è ancor più inspiegabile è che più quella passione è cieca, più è tenace. Essa non è mai più solida di quando non ha in sè alcuna ragione.
-- "Notre-Dame de Paris" di Victor Hugo
[SousukexMomotarou]
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Momotarou Mikoshiba, Sosuke Yamazaki
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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NOTE AUTORE:
Ed ecco un'altra fan fiction su free, questa volta Orange, eh si via non si può sempre scrivere roba porn!(COMENO) Spero di non aver reso i due OOC o indigestivi. Detto questo, buona lettura C:
Ringraziamenti: Sistah per il supporto (TSUNDERE) e per il suo betaggio♥. 
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The Wood.


 

L'amore è come un albero, nasce da sè, mette profonde radici in tutto il nostro essere e spesso continua a verdeggiare su un cuore in rovina. E quel che è ancor più inspiegabile è che più quella passione è cieca, più è tenace. Essa non è mai più solida di quando non ha in sè alcuna ragione.

-- "Notre-Dame de Paris" di Victor Hugo

 

 

Non c'era un motivo apparente per farlo. Era diventata un' abitudine, una continua ricerca di appagamento e calore, qualcosa che solo la rudezza di un uomo poteva offrire.
 

 

Era cominciato tutto due settimane fa, un po' per curiosità, un po' per ingenuità. La luce degli spogliatoi era rimasta accesa senza un apparente motivo e lui era finito in punizione a causa del suo ennesimo ritardo. Gli allenamenti erano così stancanti a volte. Si era avvicinato con lo stesso desiderio di intedere che può avere un bambino e tutto ciò che aveva visto, una volta entrato nella stanza, lo aveva bloccato sul posto; un po' come quando ti becchi una secchiata d'acqua gelida e, invece di fare uno scatto felino, ti immobilizzi scioccato.

L'aria era calda e vaporizzata, decisamente pesante per poterla sopportare con respiri regolari e calmi. Ma ciò che invece gli fece letteralmente mozzare il fiato, fu la visione di Yamazaki seduto sulla panca, intento a darsi piacere da solo. Il corpo completamente nudo e umido, bagnato da quelle piccole particelle d'acqua che imperlavano la sua pelle candida e che non lasciava spazio a nessuna immaginazione: le spalle ampie, quasi enormi, come le braccia muscolose. I pettorali scolpiti e gli addominali definiti, lasciavano intendere quanto si era allenato in tutti quegli anni. Poi c'erano le gambe...oh, le gambe. Due cosce sode apparentemente lisce e piacevoli da toccare, erano la parte su cui Momotarou si era concentrato di più, finendo per far scivolare lo sguardo verso i polpacci e le caviglie magre.

Aveva deglutito due volte nel vederlo, ed entrambe le volte le sue guance erano diventate più rosse. Il fatto che l'uomo, dal fisico scultoreo, non si fosse accorto di lui, non lo aveva di certo spronato ad andarsene alla svelta, ma anzi, era stato quasi un buon pretesto per prolungare il suo shock e la visione di quell'autoerotismo.

C'era voluto quasi un minuto perché Sousuke si accorgesse di lui e, a seguire, del rigonfiamento che spuntava da sotto la tuta non troppo larga del giovane. Un ghigno si era dipinto sul suo volto e la mano ferma, inizialmente per la sorpresa di trovare Momo in quella stanza, avevano portato a creare un enorme silenzio nella stanza, forse in quel momento riempita solo dal vapore causato dalle docce precedentemente aperte.

« Ti piace spiare Momotarou? »

La voce rauca, bassa e profonda del maggiore, fece rabbrividire e sussultare il ragazzo, che in preda al panico si voltò verso uno degli armadietti lì vicini, impossibilitato a darsela a gambe, per un motivo o per un altro.

« N-non sei forse tu quello che sta facendo questo genere di cose in un luogo p-pubblico?!?!?! »

Un rumore leggero si poté udire dalla direzione del moro, che ora in piedi si stava avvicinando a piedi nudi verso Momotarou. Troppo concentrato a pensare a qualche sorta di distrazione per evitare di far cadere nuovamente l'occhio sul senpai, egli non si era nemmeno accorto che Sousuke gli era ormai a un soffio dal viso. Solo quando un braccio, umido e muscoloso si tense davanti al viso, si accorse della sua presenza, voltandosi di scatto verso di lui e smettendo ancora una volta di respirare. Gli occhi liquidi e di un color giallo giada, con ramificazioni leggere che sfumavano in colori aranciati, si riflessero in quelli che sembravano un oceano cristallino e immenso: un verde acqua che scalfiva ogni tonalità presente, andando a contrastare il nero corvino dei suoi capelli.
La vicinanza disarmante sorprese, più di quanto poteva sembrare possibile, il giovane dei Mikoshiba, che non sembrava provare nemmeno fin troppa paura nel sentirsi letteralmente sormontato dal compagno di squadra. Gli occhi di Sousuke, al contrario divennero quasi giocosi, una coperta sciocca che nascondeva la sua anima triste e sola. Eppure sembrò essere trasparente quella briosità, scandita anche da un sorriso falso e sfacciato, perché Momotarou era proprio come un bambino, ingenuo e infantile certo, ma profondo, attento a ogni sfumatura di quell'acqua color smeraldo che in realtà era solo il riflesso di un immenso e attorcigliato bosco.

La mano si posò incondizionatamente sulla guancia del giovane e il respiro divenne regolare nonostante la pesantezza e l'eccitazione che entrambi provavano in quel momento. Per Momotarou, era come se avesse appena imparato a nuotare, come se avesse imparato a frenare la paura e i pericoli che l'acqua può avere, lasciandosi semplicemente a galla e osservando così il cielo azzurro e immenso che sopra di lui si stagliava.
Sousuke aveva avuto un fremito, quasi come se qualcosa dentro di lui fosse scattato senza consenso, come se la pazzia e l'istinto, improvvisamente, avessero letteralmente schiacciato la ragione e la razionalità.

Era iniziata in quel modo: con un semplice e intenso sguardo, con un silenzio umido e caldo, con corpi che nudi si andavano a intrecciare tra loro, come i rami di quel bosco solitario e immenso, alla ricerca di un calore mai sentito prima ma così desiderato, così voluto, da sembrare come l'unica vera cosa importante al mondo. Non c'era tregua a quel bisogno, non si saziava mai, non trovava uscite o collegamenti, fili che li avrebbero portati a un centro, a un grande pozzo pieno di risposte.



 

Ed era irrazionale, folle, confuso, ardente, intenso, ubriaco e struggente.


Ma era amore.

 
   
 
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