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Autore: 365feelings    08/09/2014    4 recensioni
Jack Frost è lo Spirito dell'Inverno e non sopporta che Rapunzel, lo Spirito della Primavera, rovini ogni anno il suo lavoro.
Quando la bacia — quando finalmente la bacia — delicate figure geometriche fiorisco sulle loro labbra e un inaspettato tepore si diffonde nel suo corpo.
Jack/Rapunzel | Season!AU | fluff, fluff e ancora fluff!
Terza classificata al contest Can you paint with all the colours of the wind? di visbs88
Seconda classificata al contest [Disney & Dream Works] Once upon a pairing di CHAOSevangeline
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost, Rapunzel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Some people are worth melting for
Colori e prompts scelti: rosso: ciliegie - nero: inchiostro - blu: ghiaccio
Fandom: crossover Le Cinque Leggende/Rapunzel
Introduzione: Quando la bacia — quando finalmente la bacia — delicate figure geometriche fiorisco sulle loro labbra e un inaspettato tepore si diffonde nel suo corpo.
Personaggi: Jack Frost, Rapunzel (Jack/Rapunzel)
Rating: verde
Genere: fluff, sentimentale
Avvertimenti: one shot, het, AU
Note: questa storia mi è uscita terribilmente fluff dall'inizio alla fine ed è la prima volta che tento una cosa simile. Prediligo l'angst e affini come genere e vado a proporre una ff simile ad un contest? Sono pazza, lo so, tanto più non sono per niente sicura di essere riuscita nell'intento (è fluff o è solo una schifezza?). In ogni caso era da un po' che volevo scrivere questa AU, quindi via il dente, via il dolore.
Lo Spitito dell'Estate e lo Spirito dell'Autunno citati alla fine sono Merida e Hiccup. L'ambientazione è volutamente vaga perché i mondi in cui portare la primavera e l'inverno sono tantissimi: il nostro, quello delle principesse Disney, quello di Merida e di Hicccup. In quanto Spiriti delle stagioni si spostano di mondo in mondo svolgendo il loro lavoro e questo consente di incontrare un sacco di gente. Il vecchio amico di cui Jack parla è Olaf di Frozen e gli invitati alle feste di Rapunzel sono un po' tutti i personaggi dei cartoni di animazione. 
• La storia partecipa al contest Can you paint with all the colours of the wind? (e si è classificata terza *_____*
• Vi lascio anche il link alla mia raccolta sui The Big Four :3
• Si è classificata seconda al contest Once upon a pairing indetto da CHAOSevangeline.








Some people are worth melting for
Di torte, dispetti e innamoramenti



Ti aspetto!, recita l'ultima parte del biglietto.
Con un moto di stizza Jack lo accartoccia e lo lascia cadere sotto di sé. La carta lilla rimbalza sulle rocce per qualche metro, infine scompare dalla sua vista, ma per sicurezza fa cadere anche un po' di neve.
Ora che dell'invito non c'è più traccia, sul volto si apre un sorriso soddisfatto; non che quella infantile ripicca serva davvero a qualcosa dal momento che lei non saprà mai che il suo stucchevole biglietto è finito nel crepaccio di una montagna sconosciuta. L'espressione torna immediatamente torva.

Dal primo invito sono passati cinque inverni, cinque equinozi a cui lui si è sempre rifiutato di andare. Ma questo non l'ha scoraggiata (avrebbe dovuto aspettarselo da una che rovina sempre i suoi lavori) ed ecco che tiene tra le mani il sesto biglietto viola, decorato con fiori e soli dorati. Ha addirittura aggiunto un post scrittum: anche se l'anno scorso la tua grandine ha distrutto il mio giardino, ti invito lo stesso.
Jack, rosso di rabbia, straccia la carta.

Attieniti al piano, si rimprovera, attieniti al piano. 
Ma ormai in testa ha una ghirlanda di fiori e le tasche pieni di biscotti.
Se gli altri lo scoprissero... Non ci vuole nemmeno pensare, sarebbe troppo imbarazzante.
Già che c'è, allunga le mani su una fetta di torta e inizia a mangiarla con gusto, incurante delle briciole. Deve ammettere che quel buffet è strepitoso, l'intrattenimento lascia un po' a desiderare, ma il cibo servito è il migliore che abbia mai mangiato e per un brevissimo istante si dispiace di essere mancato gli anni precedenti.
Tuttavia lui non è lì per abbuffarsi, è lì per attuare il suo piano, che in origine prevedeva un'incursione rapida e spietata. Si sarebbe limitato alle solite cose, l'acqua dei ruscelli e delle fontane che congela, la temperatura che cala sotto lo zero, un po' di neve. Tutti scherzi per i quali non ci sarebbe voluto più qualche minuto: tempo di dire Jack Frost e lui sarebbe stato di nuovo sulla cima innevata di qualche monte. Era perfetto, infallibile.
Tutte quelle prelibatezze non erano previste, sono una distrazione, una tentazione a cui non può resistere ora che le ha assaggiate. Ancora una volta Rapunzel è riuscita a rovinare i suoi piani e il peggio è che lo ha fatto inconsapevolmente.
Impreca tra sé e sé con la bocca sporca di zucchero a velo e senza essere visto si allontana verso nord.
L'anno prossimo, promette, l'anno prossimo.

Dopo sette equinozi mancati, Jack ha iniziato ad accettare gli inviti, raggiungendo il giardino di Rapunzel senza farsi vedere. È già abbastanza imbarazzante dover ammettere a se stesso che lo Spirito della Primavera è una cuoca eccezionale, ancora di più lo è ridursi a partecipare di nascosto alla festa — la stessa a cui aveva giurato di non mettere mai piede. Non osa nemmeno immaginare se venisse scoperto, morirebbe dalla vergogna.
Per questo decide che quella sarà l'ultima volta, almeno per un po' di anni. Sta diventando troppo rischioso intrufolarsi alla festa, mangiare tutto quello che trova e portare via ciò che entra nelle tasche. Qualcuno potrebbe riconoscerlo e spargere la voce che un ragazzo dai capelli bianchi e felpa blu ruba le torte di Rapunzel e non sono in molti a corrispondere a quella descrizione.
Ci vuole prudenza, riflette e si compiace della sua decisione.

Quando quel venti marzo si è ritirato sul cocuzzolo di una montagna, si è complimentato con sé stesso per la decisione presa e la forza di volontà che ha saputo dimostrare. Tuttavia già il mattino dopo si è pentito amaramente dell'idea e ha continuato a farlo per tutti i mesi a seguire e del suo pessimo umore ha risentito l'inverno di quell'anno — freddo e antipatico, troppa neve e troppo ghiaccio per poter giocare.
Il successivo è ancora peggio, a causa di un pacco di biscotti alla ciliegia recapitatogli il ventun dicembre da una delle aiutanti di Dentolina, intirizzita dal freddo e desiderosa di tornare a casa. Solo quando Alister lo raggiunge per lamentarsi del clima troppo rigido ad aprile, Jack si ritira.
Anche l'anno successivo, dopo aver mancato un altro equinozio, riceve un pacco e mentre lo apre si accorge che è accompagnato da un biglietto.
Mi sono presa la libertà di farti altri biscotti, mi pare di aver capito che ti piacciano
Inizia a mangiarli meditando un'altra infantile vendetta, ma quando arriva marzo non fa tante storie e permette a Rapunzel di compiere il suo lavoro e fare tutte quelle cose che le piacciono tanto. Come sciogliere la neve, risvegliare gli animali dal letargo, far sbocciare i fiori.
Per quel solstizio riceve una torta di mele e un grazie scritto sotto post scriptum.

Dovresti passare a vedere i miei giardini, recita il biglietto che Jack rigira tra le mani così tante volte da aver ormai sgualcito la carta velina.
Non ha mai risposto alle righe con cui lei accompagna i suoi regali, ma questo non la scoraggia dal fargli recapitare ogni anno dei dolci che poi lui mangia steso su un ghiacciaio o seduto su un cumulo di neve.
Legge per l'ultima volta l'invito, quindi lo mette in tasca, deciso a non pensarci più, ma quando si approssima la primavera se lo ritrova nuovamente tra le mani.
Alla fine, considera con una smorfia, pare sia arrivato il momento di conoscere questa Rapunzel.

Non è una buona idea, anzi, è la peggiore che gli sia mai venuta in secoli e secoli di cattive idee. Tuttavia ormai è lì e la sensazione che gli trasmette l'erba sotto i piedi è inaspettatamente piacevole.
Gli alberi si stanno riempendo di boccioli e qualche timido fiore di campo è già sbocciato, ma dello Spirito della Primavera neanche l'ombra.
Forse ha sbagliato posto, chissà quanti giardini avrà Rapunzel. Non avendola mai frequentata, non sa nulla di lei. Nemmeno il suo posto preferito.
Tanto meglio, pensa, io neanche la volevo vedere.
Sta per andarsene, quando si rende conto che sulla spalla ha un essere blu come la sua felpa; non ha mai visto nulla di simile. Lo prende in mano e lo guarda perplesso, cercando di capire di cosa si tratti. Anche l'animale lo fissa e Jack spera che non sia quella Rapunzel.
Anche se non lo ammetterebbe mai, ha più volte cercato di dare un volto alla sua nemica e non sono quelle le fattezze con cui si è immaginato lo Spirito della Primavera. Nella sua mente era più stucchevole e fastidiosa, sempre sorridente e noiosa; proprio non riesce a vedere quella creatura intingere la penna nell'inchiostro viola e scrivergli.
«Spero che tu —» inizia, sentendosi un po' ridicolo a parlare con quell'essere che sta giusto nella sua mano, ma non ha il tempo di terminare la frase che all'improvviso si ritrova una padella puntata alla testa e un paio di grandi occhi verdi che lo fissano con diffidenza. 
«Lascia andare Pascal» intima una voce femminile dietro l'insolita arma «Il camaleonte, lascia andare il camaleonte» spiega sbuffando, notando lo sguardo confuso del forestiero.
«Rapunzel?» chiede allora Jack e la ragazza, sentendosi nominare, abbassa riluttante la padella.
«Sono io» conferma lisciandosi i lunghi capelli biondi «Chi mi cerca?» e osserva attentamente il visitatore. Felpa blu coperta di brina, una chioma candida come la neve e un bastone da viandante tra le mani: corrisponde alla descrizione che le hanno sempre fatto dello Spirito dell'Inverno. 
«Tu!» esclama, indicandolo con la padella «Tu sei Jack Frost! Quel Jack Frost che si diverte a far durare l'inverno fino ad aprile, a congelare i miei germogli, a rovinare i raccolti con la grandine!» fa una piccola pausa, poi aggiunge «Cosa ci fai tu qui?! Sei venuto a fare uno dei tuoi scherzi? A portare una bufera di neve a marzo?»
Sembra davvero arrabbiata e questo Jack non lo aveva messo in conto, inoltre quella padella puntata contro di lui non lo tranquillizza. Preso alla sprovvista, si dimentica che è lui a dover essere arrabbiato e cerca di difendersi: «Mi hai invitato tu».
«È vero» ammette candidamente Rapunzel, abbassando la sua arma «Ma non mi aspettavo saresti venuto. Insomma, rifiuti ogni anno i miei inviti».
«Beh, ora sono qui» le risponde; vederla improvvisamente tranquilla lo rassicura e gli ha fatto recuperare la sua aria arrogante.
«E ti dico...»
«E mi dici?»
Mentre raggiungeva il suo giardino aveva pensato ad alcuni discorsi, ma li aveva anche tutti scartati. E ora non sa cosa vuole dirle e lei lo sta fissando con quei grandi occhi verdi.
«Che i tuoi biscotti alla ciliegia sono molto buoni» capitola, abbassando il capo sconfitto.
Il volto della ragazza si apre in un sorriso solare, che sta nello sguardo prima che sulle labbra.
«Grazie» gli dice e poi aggiunge «Ho delle torte in forno, sono quasi pronte. Se hai qualche minuto posso fartene assaggiare una».

Se avesse saputo che Jack Frost sarebbe passato a trovarla avrebbe sistemato il suo cottage nel bosco. Quando entrano ci sono scampoli sparsi su ogni superficie e libri in bilico l'uno sull'altro, solo le tempere e i pastelli sono in ordine, ma ogni superficie è istoriata da un affresco.
In realtà dopo tutti i disagi che le ha causato, dovrebbe preoccuparsi di come fargliela pagare e non che la sua dimora sia in disordine. Tuttavia una volta trovatasi davanti a lui non è riuscita a tenere il broncio come si era premurata di fare, in fondo non è mai stata una persona rancorosa e in tutti quegli anni ha sempre cercato di creare un legame con il collega. Inoltre si aspettava un vecchio brontolone e bisbetico, nonostante la natura dei suoi dispetti e le descrizioni avrebbero farle intuire uno spirito giovane. Vedere davanti a sé un ragazzo come lei l'ha destabilizzata.

Jack è tornato sulla cima di una delle sue montagne con una confezione di crostate alla ciliegia e qualcosa di tiepido che si agita nel petto.
Forse Nord aveva ragione; quando gli aveva annunciato che avevano finalmente trovato lo Spirito della Primavera, gli aveva detto che se ne sarebbe innamorato anche lui.
Non intende ammetterlo, ma Rapunzel lo ha davvero colpito. Prima ancora di incontrarla ha occupato per molti inverni i suoi pensieri e adesso è bastata una sola visita per non riuscire più a cacciarla dalla sua mente.
Con i suoi lunghissimi capelli biondi, i piedi nudi e il sorriso sincero, lo Spirito della Primavera è più bello di quanto mai si sarebbe immaginato. La sua voce non è per niente fastidiosa come non lo sono i suoi modi; è quasi simpatica. È perfino meno stucchevole di quanto pensasse. Certo, veste di rosa e intreccia corone di fiori e vive in un cottage nel bosco come sembra usanza di certe principesse in alcuni reami lontani, ma il suo unico animale da compagnia è uno strano essere che cambia colore e lo guarda con disappunto.
Non gli era mai successo di essere guardato con disappunto da un camaleonte, né di essere minacciato con una padella. Non può dire che gli sia piaciuto, ma è certamente una delle cose meno noiose che gli siano capitate negli ultimi secoli.

China sul suo scrittoio, Rapunzel immerge la piuma nella boccetta e inizia a scrivere il nuovo invito. Sono passate alcune settimane da quando Jack ha fatto capolino in uno dei suoi giardini preferiti e nel frattempo il sole non ha ceduto nemmeno un giorno. È sua intenzione ringraziare e chiedergli se intende nuovamente passare a trovarla.
È lo Spirito della Primavera solo da qualche anno e ha molto lavoro da svolgere, inoltre ogni tanto le aiutanti di Dentolina si fermano da lei, tuttavia ci sono dei giorni in cui si sente sola come lo era nella sua torre. Incontrare Jack alla fine l'ha rallegrata, allontanando la tristezza di cui in alcune occasioni è stata preda. Spera che anche per lui sia stato lo stesso.
Mentre osserva la carta velina assorbire l'inchiostro viola lo spera ardentemente.

«Ci vuole più bianco secondo me» commenta con voce atona, distendendosi su un ramo. Il disegno in realtà è molto bello, ma non ha intenzione di dirglielo; non subito almeno.
Invece di seccarsi, Rapunzel riporta l'attenzione sulla tela e la studia con aria critica, quindi prende uno dei tubetti e fa come le viene consigliato.

Se glielo avessero detto un secolo prima (o anche solo qualche anno fa) non ci avrebbe creduto e avrebbe riso. Lui che frequenta lo Spirito della Primavera? È la cosa più assurda che si possa sentire eppure è quello che accade già da un po'.
Jack stesso non sa come sia stato possibile, ma deve ammettere che mangiare le sue torte e pitturare con lei sono attività piacevoli. Ed è piacevole anche sentirla cantare o guardarla curare gli animali. Rapunzel è divertente e sa ascoltare, è bella ed è frizzante e forse, ma solo forse, potrebbe essersi un po' innamorato di lei.

«Non capisco tutto questo entusiasmo per gli arcobaleni» le dice un giorno. Stanno facendo un picnic davanti al suo cottage e con loro ci sono anche alcune aiutanti di Dentolina che continuano a volargli attorno.
«Sono carini» continua con una smorfia «Ma non sono dei capolavori».
Rapunzel ha l'impressione che ogni tanto Jack si dimentichi di chi lei sia e di cosa faccia, ma la cosa tutto sommato non le dispiace. Sebbene continui ad essere freddo e distante e dispettoso, si sta lentamente sciogliendo.
«Come ad esempio?» chiede curiosa.
«Le aurore boreali» risponde con soddisfazione, il petto gonfio d'orgoglio. 
«Non le ho mai viste» rivela lei, lo sguardo che per un secondo si vela di malinconia. Del mondo, prima di diventare lo Spirito della Primavera, non ha visto poi molto.
«Dobbiamo rimediare» esclama il ragazzo, balzando in piedi, e prima che Rapunzel possa dire altro o protestare l'ha già presa per un fianco e si è alzato in volo nel cielo azzurro e tiepido di inizio aprile.
«Cosa stai facendo?!» chiede lei, spaventata per la fretta con cui si è alzata da terra e aggrappandosi allo Spirito dell'Inverno. In realtà mentre lo dice si è già abituata al volo di Jack e guarda con interesse i prati e i boschi sotto di loro. Ha sempre desiderato poter volare, ma non ha ancora avuto il coraggio di chiedergli di portarla con sé.
«È ovvio, ti porto a vedere l'aurora boreale» le sorride lui.
Dirigendosi sempre più a nord e cavalcando le correnti d'aria, Rapunzel inizia ad avere freddo e stringendosi a Jack rabbrividisce ancora di più, ma non ha intenzione di lamentarsi e quando finalmente la notte si accende di luci lo Spirito della Primavera rimane senza parole dallo stupore.

A Jack succede una cosa che mai avrebbe immaginato, cioè di sentirsi in colpa. 
Quando ha portato Rapunzel con sé al nord non credeva che si sarebbe ammalata, non ci ha proprio pensato e ora la ragazza sta male.
Cammina avanti e indietro davanti il cottage riflettendo su cosa sia meglio fare: entrare e scusarsi o tornarsene a casa e non farsi rivedere mai più. Solo qualche inverno prima avrebbe scelto la seconda opzione senza pensarci un secondo di più, ora però ha iniziato a conoscere Rapunzel e nei suoi confronti nutre sentimenti positivi, tanto che gli dispiace che le sia venuta la febbre. Teme inoltre, più di ogni altra cosa, che sia lei stessa a non volerlo più rivedere.
Soprappensiero, si accorge troppo che dove ha calpestato l'erba il suolo è ghiacciato e temendo di causare altri danni e debilitare quell'inferma primavera si decide ad entrare.
Rapunzel è stesa nel grande letto rosa sotto tutte le coperte di cui dispone, i lunghi capelli biondi appoggiati sul tappeto accanto alle ciabatte. Ma invece di riposare sta disegnando.
«Come sta venendo?» gli chiede con voce nasale, mostrandogli una tela coperta da un intenso blu notte e illuminata da opalescenti verdi e bianchi.
«Benissimo» conferma lui, sollevato.

La primavera dopo Rapunzel non si è completamente ripresa, complici un paio di gite invernali affrontate ancora una volta con abiti troppo leggeri, e Jack in un moto di altruismo e buone intenzioni decide di aiutarla, stupendo se stesso e la ragazza. Ma dopo neanche tre giorni di tempo instabile e fioriture sbagliate è chiaro che quel lavoro non fa per lui. Così, tra uno starnuto e l'altro, Rapunzel ride e prende in mano la situazione, occupandosi di riempire i prati di fiori e svegliare gli animali.
«Se proprio vuoi aiutarmi» gli dice una sera «Occupati degli inviti».
Maledicendosi per essersi reso disponibile, lo Spirito dell'Inverno si siede allo scrittoio e, armato di tre boccette di inchiostro viola, cartoncino lilla e carta velina gialla, inizia a realizzare i biglietti per l'equinozio di primavera, chiedendosi come riesca ogni anno Rapunzel ad organizzare la festa e a non essere sopraffatta da tutto il lavoro che ha da svolgere.

Un po' a disagio con le pantofole che è stata costretta ad indossare per non prendere ulteriormente freddo ai piedi, si avvicina al ragazzo e sbircia da sopra la sua spalla.
Si è addormentato con la penna in mano, constata con un sorriso, e per qualche minuto lo osserva riposare. Ad ogni dettaglio che registra (il respiro freddo che si condensa sotto al naso, i motivi geometrici della brina sulla  felpa, le dita sporche di inchiostro viola) il sorriso si allarga e la mano corre ai suoi pennelli e alle sue tempere. 

Rapunzel controlla un'ultima volta che le ortensie siano tutte sbocciate e che sui tavoli ci sia cibo a sufficienza, quindi si arrampica su una scala per appendere i festoni colorati che ha realizzato la sera prima.
«Dove pensi di andare?» chiede mentre ancora sta legando uno dei nastri. Non le serve voltarsi per sapere che Jack sta cercando di svignarsela. 
All'inizio non scendeva dalle sue montagne, poi ha iniziato ad intrufolarsi di nascosto, quindi si sono conosciuti e per altri lunghi anni ha continuato a rifiutare i suoi inviti. C'è stato un notevole progresso, eppure lo Spirito dell'Inverno è ancora restio a prendere parte alla sua festa. Ma questa volta Rapunzel non ha intenzione di lasciarlo andare, a costo di doverlo legare.
«Io?» chiede lui colpevole «Da nessuna parte».
La ragazza ultima il lavoro, quindi scende e lo raggiunge, sul volto l'espressione di chi non accetta di essere disubbidito.
«Bene» replica «Perché quella fontana ha bisogno di un po' di petali, te ne occupi tu?»
E prima che Jack si allontani con un cesto di vimini sotto il braccio, Rapunzel gli nasconde Pascal nel cappuccio.
«Tienilo d'occhio» sussurra al camaleonte.

Mentre lo Spirito della Primavera ha accolto gli ospiti, le è rimasto accanto con una corona di fiori in testa, sicuro di star scontando tutte le malefatte che le ha fatto per anni. Alister lo tormenterà per secoli, ne è certo, e questo pensiero gli inacidisce le parole.
Dopo aver ricevuto un paio di possenti pacche sulla schiena da Nord e aver distolto l'attenzione dagli imbarazzanti pensieri di Sand, Jack si barrica dietro un roseto, con una notevole scorta di torta al limone e muffin ai mirtilli, ma non fa in tempo a godere di quell'angolo isolato che una delle aiutanti di Dentolina lo trova, gli raddrizza la corona e fa di tutto per riportarlo tra gli ospiti.
Se alla fine asseconda le moleste attenzioni della fatina è solo perché teme possa chiamare in soccorso le sue sorelle; inoltre nel giardino ha iniziato a risuonare il timbro argentino di alcuni tamburelli. Non vuole ammettere che la musica gli piace, che sarebbe perfino tentato di piroettare nell'aria al ritmo del concerto, che molto in fondo si sta divertendo, ma non ce n'è bisogno, perché la sua attenzione viene catturata da una cosa assolutamente imprevista e bellissima che gli riempie la mente e i sensi e offusca tutto il resto.
Rapunzel sta danzando a occhi chiusi, l'orlo del vestito che si increspa attorno le sue caviglie e si gonfia sui polpacci e la lunga treccia bionda che frusta l'aria. Tiene le braccia aperte, come se volesse abbracciare il mondo intero, e batte i piedi a terra al ritmo dei tamburelli. Alcuni fiori si sfilano dall'acconciatura, ma non se ne cura e continua a piroettare leggiadra come se fosse nata per muoversi su quelle note.
Ben presto altre persone si uniscono a lei, le danzano accanto in un tripudio di colori e risate, ma tra tutti la ragazza cerca proprio lo Spirito dell'Inverno e Jack la raggiunge. Le loro mani si intrecciano, i loro corpi si incastrano alla perfezione e i loro piedi si muovono sullo stesso ritmo. È come se fossero destinati a fare quello e nient'altro e per il resto della serata ridono e ballano insieme.

Rapunzel è un'instancabile lavoratrice quindi non si stupisce che si sia rimboccata le maniche e abbia iniziato a riordinare il giardino, tuttavia la mezzanotte è passata da un pezzo e lei gira come una trottola da giorni per quella festa. Le farebbe bene sedersi, riposarsi e riprendere il lavoro l'indomani.
«Che ne dici di andare a dormire?» le suggerisce, mentre la aiuta a togliere alcune ghirlande «Non sei stanca?»
«Da morire» risponde «Ma se mi fermo crollo e qui c'è ancora così tanto da fare».
Osserva il disordine che regna nel giardino passandosi le mani tra i capelli, borbottando sul fatto che tutti hanno degli aiutanti e che anche lei dovrebbe averne. Con un sospiro inizia a fare una pila di bicchieri e piatti, ma Jack si intromette.
«Cosa fai?»
«Riprendiamo domani mattina».
«No, se mi impegno posso finire tra un paio d'ore».
«Devi riposare, avanti, vai a letto».
«No» si impunta e come una bambina si siede sul prato, le braccia incrociate al petto. Jack non sa se ridere o lasciarla lì, nel dubbio sospira.
«Che male c'è nel fare una pausa?»
«Non mi piace lasciare i lavori incompiuti».
«Ma si tratta di un paio d'ore, poi avrai più energie» cerca di convincerla, chinandosi si al suo fianco, ma lei scuote il capo in segno di diniego, perdendo gli ultimi fiori con cui aveva decorato la treccia.
Jack la osserva per qualche secondo e finisce per sospirare ancora, sedendosi a sua volta: il ruolo di persona responsabile non gli si addice.
«Allora» gli dice, cogliendo l'occasione «È stato così terribile?»
Attorno a loro la notte copre ogni cosa e fatta eccezione per la luna, le stelle e alcune lanterne non ci sono altre fonti di luci a rivelare l'aria imbarazzata del ragazzo. Non ammetterà mai che si è divertito.
A salvarlo, distogliendo l'attenzione da sé, ci pensano alcune lucciole che scelgono quel momento per invadere il prato. Rapunzel si guarda attorno estasiata, un gran sorriso ad illuminare il volto stanco. 
Osservandola, Jack si perde ancora una volta nei suoi occhi.
Vorrebbe baciarla, come avrebbe voluto baciarla quando ha smesso di ballare e aveva le gote arrossate, il cuore che batteva frenetico e un altro grande sorriso sulle labbra.
Scuote il capo, scacciando il pensiero molesto.
Nel frattempo la ragazza si è distesa per poter osservare il cielo scuro sopra di loro e le lucciole che volano leggiadre; la sua memoria fotografa l'immagine e la archivia per poterla riprodurre l'indomani su una tela.
«Potresti organizzare anche tu una festa» gli suggerisce prima di addormentarsi.

Le sono serviti una decina di anni o forse di più, ma alla fine è riuscita a fargli festeggiare il solstizio d'inverno. Anche se Jack ha tenuto il broncio e fatto l'offeso per tutta la durata dei preparativi, Rapunzel sa che in fondo l'idea non gli è dispiaciuta.
Nord è stato ben felice di collaborare, concedendo per quel giorno le sale principali del suo palazzo e spostando il lavoro in alcune aree periferiche dell'immensa struttura, e gli invitati sono rimasti estasiati dalla sculture di ghiaccio, i fiocchi di neve e lo scenario incantato di quelle cime remote. Lo Spirito della Primavera è certa che molti di loro rivaluteranno l'inverno.
«Lo farai anche gli anni a venire, non è vero?»
«Vacci piano, biondina» scherza lui, prendendola però per mano e danzando con lei sul ritmo dei tamburelli.

Stanno facendo uno dei loro picnic quando il volto di Jack si illumina e lui balza in piedi. Ha uno sbafo di marmellata sul naso e l'aria davvero buffa, Rapunzel lo osserva ridacchiando.
«Cosa fai?» gli chiede incuriosita. Il ragazzo si è fermato sulla riva del laghetto e scruta la pozza d'acqua con interesse, annuendo.
«Oggi pattinerai sul ghiaccio» annuncia, le mani sul fianchi e l'aria decisa — sbafo di marmellata a parte.
«Ma c'è il sole» gli fa notare «E non ho i pattini».
«Penso io a tutto» le risponde e confabula con una delle aiutanti di Dentolina. Quelle fatine non fanno altro che ronzare attorno a Jack e Rapunzel riesce a comprenderle: lo Spirito dell'Inverno è davvero affascinante.
Senza perdere tempo, il ragazzo si mette all'opera e l'acqua inizia ghiacciare. Non è che non abbia mai assistito ad un simile fenomeno, in passato Jack non ha fatto altro che scombinarle le primavere, tuttavia questa volta si trova ad osservarlo con interesse e anche un po' di stupore.
Il ghiaccio che lentamente ricopre la superficie del lago è bello. È trasparente all'inizio e poi bianco man mano che diventa più spesso e quando è baciato dal sole si accende di mille riflessi azzurri.
Il ragazzo sorride soddisfatto, ammirando il proprio lavoro e guardando di sottecchi l'espressione incantata di Rapunzel — è così bella.
Ora mancano solo i pattini e quando poco dopo arrivano lo Spirito della Primavera non esita ad indossarli.
«Non ho mai pattinato sul ghiaccio» avverte però con voce insicura.
«Per questo ci sono qui io» la rassicura, prendendola per mano e guidandola sulla lastra.
«Sei sicuro che regga?»
«L'ho ghiacciato io questo lago!» ribatte fingendosi offeso «Sono il migliore in queste cose da... Beh, da sempre».
Rapunzel annuisce, ricordando la storia dell'amico, e avanza incerta, ma acquistando maggior sicurezza di minuto in minuto. 
Qualche capitombolo dopo, stanno entrambi pattinando e ridendo sotto il cielo limpido di aprile. Jack si esibisce in leggiadre piroette e acrobazie che la tengono con il fiato sospeso; potrebbe osservalo per ore intere e non si stancherebbe.
Nello Spirito dell'Inverno ha trovato un amico, una persona con cui parlare e trascorrere serenamente le giornate, con cui divertirsi e all'occorrenza arrabbiarsi. Lui era lì ad aiutarla a costruire le lanterne e c'era anche quando il cerbiatto che aveva in cura è morto. E ci sarà anche domani e dopodomani; ci sarà sempre.
Dopo una vita rinchiusa in una torre a fare sempre le stesse cose, si era rassegnata ad una immortalità di giorni uno uguale all'altro, come se quello fosse il suo destino, ma Jack, con i suoi dispetti prima e la sua risata poi, l'ha strappata alla solitudine e le ha fatto vedere il mondo. Rapunzel gliene sarà eternamente grata.

Quando la bacia — quando finalmente la bacia — delicate figure geometriche fiorisco sulle loro labbra e un inaspettato tepore si diffonde nel suo corpo.
Potrebbe sciogliersi, lì, in quel momento, Jack Frost potrebbe sciogliersi. Ma come diceva un vecchio amico? Vale la pena sciogliersi per qualcuno che si ama.
Tra le sue braccia Rapunzel è morbida e calda, sa di fiori e di sole, di zucchero a velo e ciliegie e vorrebbe non lasciarla più andare, tenerla per sempre stretta a sé. Tra le sue braccia Rapunzel sorride radiosa e non c'è niente di più bello.


Qualche inverno e qualche primavera dopo

Lo trova disteso sul cocuzzolo di una montagna altissima e per un istanze si dimentica il motivo per il quale si è avvolta in maglioni e cappotti e mantelli e si è fatta dare un passaggio da Nord fin lassù. Quasi le dispiace disturbarlo.
Ma è solo un istante. Prende in braccio i suoi capelli e avanza con decisione sulla neve, sprofondando di almeno un metro ad ogni passo che fa.
È certa che lui l'abbia sentita arrivare quando ancora era sulla slitta, eppure non accenna ad alzarsi, restandosene comodamente sdraiato ad osservare il cielo. Sono in momenti come quello che le piacerebbe anticipare la primavera di qualche mese, per fargli un dispetto. Mentre ci pensa, qualche bucaneve sboccia sulla scia del suo passaggio.
Quando finalmente arriva al ragazzo è in un bagno di sudore ed è senza fiato, tanto che la ramanzina deve attendere. Si lascia cadere sulla neve e per un po' resta in silenzio al suo fianco.
Non lo vuole ammettere, ma è davvero rilassante restare distesa sulla neve.
«Potresti restare qui con me» le dice Jack ad un certo punto, voltando il capo verso di lei e Rapunzel fa lo stesso, sebbene del suo volto siano visibili solo gli occhi e il naso arrossato
«Potresti venire giù con me» ribatte «Ci stanno aspettando».
«Lascia che aspettino».
«Non sei curioso?»
«Neanche lontanamente».
«Io sì. Dai, nemmeno un pochino?»
«Di conoscere quell'antipatico dello Spirito dell'Estate? Per niente».
«Come fai a dire che è antipatico se non lo hai mai visto. Secondo me invece è una ragazza simpatica».
«Per te sono tutti simpatici».
«Non è vero!»
«Anche quello spilungone di —».
«Ma lui è simpatico! Sei tu che sei geloso, per questo non ti piace».
«Io non sono geloso».
«Ah no?» e gli rivolge un'occhiata penetrante.
«E va bene! Forse un pochino! Questo non cambia il fatto che lo Spirito dell'Estate sia antipatico. Tutto quel sole, bleah!»
«Nemmeno io ti piacevo all'inizio» gli fa presente «Però poi sembra che ti sia ricreduto».
«Beh, tu mi fai quelle crostate e quei biscotti...»
«Bene, se non scendi con me niente più dolci» lo avverte, sebbene quasi quasi potrebbero davvero restare lì. Nonostante il freddo pungente, si sta bene.
«Come sei crudele!»
«E poi c'è anche lo Spirito dell'Autunno! Lui sicuramente ti piacerà. Fa cadere le foglie dagli alberi, prepara gli animali al letargo. Inoltre Dentolina mi ha detto che ha un drago».
A sentire quelle parole e in particolar modo drago, Jack balza in piedi scrollandosi la neve dai vestiti.
«Avanti, che stiamo aspettando?»
Da sotto la sciarpa Rapunzel emette un verso simile ad uno sbuffo, ma ha gli occhi che sorridono.
«Allora?!»
«Ancora un minuto. Non eri tu a voler restare qui?»
Ma Jack ormai non vede l'ora di incontrare lo Spirito dell'Autunno e si china su Rapunzel, prendendola in braccio e caricandosela sulle spalle come un sacco di patate.
La ragazza, infagottata in diversi strati di lana, protesta debolmente, mentre la cima innevata si fa sempre più piccola e lontana.
«Me la paghi!» esclama.
«Non vedo l'ora» replica Jack con un gran sorriso malandrino.
   
 
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